Il Pensiero Metapsichico E Le Sacre Scritture 4k662

NADIR

Il pensiero metapsichico e le Sacre Scritture

Il presente libro è stato letto con interesse dai prelati che

fanno parte del Consiglio Mondiale delle Chiese ed è stato

ritenuto utile al dibattito teologico

Editori vari

Prima edizione digitale 2016 a cura di David De Angelis

INDICE

PREFAZIONE

Introduzione

La Reincarnazione

La tesi della reincarnazione e i vangeli

L’esistenza dell’anima ed i concetti principali filosofici nei riguardi della sua creazione

Le fonti della rivelazione spirituale e le loro complesse difficoltà di interpretazione

Medianità

La natura del corpo fisico e supersensibile dell’uomo

Armonia e disarmonia

La morte ed oltre la morte

La visibile manifestazione Divina nel mondo terreno

Il mistero del Golgota

I periodi sconosciuti della vita terrena di Gesù

La nostra origine

La resurrezione dei morti

La nuova torre di Babele

Progresso e Morale

Le Vergini stolte

La disarmonia profonda

L’indemoniato dei Geraseni

L’Amore Divino

Il Subcosciente

I quattro Cavalieri dell’Apocalisse

L’Armonia Infinita e la Legge

La preghiera

Il risveglio della coscienza

PREFAZIONE

Con il contenuto di questo sunto non si ha la pretesa di insegnare nuove filosofie, ma bensì di spingere il vostro pensiero verso lo studio delle rivelazioni ultrafaniche [1] , onde indirizzare la mente verso la conoscenza dei problemi dell’anima. Dalle pubblicazioni sotto elencate, in cui sono raccolte un grande numero di rivelazioni ultrafaniche, ho cercato di unire le parti ed i concetti più salienti allo scopo di dare una rappresentazione indicativa più completa possibile che attragga lo spirito alla meditazione di questi argomenti. Le pubblicazioni consultate a tale scopo sono le seguenti:

TRESPIOLI: Realtà del Mistero - Ed. Soc. Biopsichica 1929 Milano.

TRESPIOLI: La vita - Ed. Sonzogno 1936 - Milano.

REMIGIO CUSINI: Brani Ultrafanici: vol. I - 1947 Ed. Bocca Milano; vol. II 1949 Ed. Bocca - Milano; vol. III - 1951 Ed. Bocca - Milano.

W. ATKINSON: La reincarnazione e la legge del Karma 1951 Ed. Bocca Milano.

CIRCOLO STUDI FILOSOFICI: Raccolta pubblicazioni periodiche del Circolo: vol. I - 1950 Ed. Ultrafania - Milano; vol. II - 1951 Ed. Ultrafania - Milano; vol. III - 1952 Ed. Ultrafania Milano; vol. IV - 1953 Ed. Ultrafania - Milano.

SCINTILLE DALL’INFINITO: Verità sulla vera Vita Edizioni Il Cenacolo Milano 1965-1969.

L’ AUTORE

[1] Per Ultrafania deve intendersi i concetti che provengono dalla medianità di ordine superiore

Introduzione

Una delle necessità più importanti della vita è quella di cercare di conoscere il perchè della nostra esistenza. Dobbiamo pensare alle necessità fisiche del nostro corpo, di quelle dei familiari, esigenze della società, ecc., ma tutto sommato in mezzo a tutte queste esigenze, vi assicuro c’è il tempo necessario per potersi applicare e tentare di indirizzare la nostra mente, onde cercare di conoscere la vita nel suo lato vero. Non conoscendo lo svilupparsi del mondo noi certamente camminiamo nel buio [1] . Questa nostra scarsa attenzione ad un più profondo esame del problema fa sì che noi confondiamo la nostra personalità spirituale coi sensi e nello stesso tempo siamo soggetti e ci facciamo impressionare da tutti gli aspetti della vita esteriore. Per uscire da una tale situazione, occorre innanzitutto, una forte volontà accompagnata da una profonda meditazione, questa volontà deve necessariamente partire dalla nostra intima essenza ed avere per stimolo il miglioramento di noi stessi e del prossimo. Si potrà dire, ma che può fare l’uomo di fronte al mistero della propria natura? Può fare molto a vantaggio della propria coscienza purché si voglia. Se uno si applica seriamente con lo studio, analizzando con cura tutte le rappresentazioni di questo mondo con acute riflessioni, si accorgerà col tempo che gli scopi e i motivi della vita sono l’evoluzione della coscienza nell’amore verso gli altri che condurrà agli infiniti e gloriosi destini che ci aspettano. Inoltre si renderà conto in modo evidente, che la vita terrena è ovunque dolore ed allora si chiederà quali sono le cause di tanto dolore e di ciò che a noi sembra tanta ingiustizia. La ragione del non vedere giusto sta proprio dall’errato modo di pensare la vita e di vederne solo il lato fisico, cioè noi vediamo una sola parte della facciata e non conoscendone l’altra, non ne vediamo la vera ed intera essenza. Ora per avviarsi sulla direzione che è lo scopo di queste indicazioni è necessario meditare su uno dei principi filosofici più importanti, che ha radici profonde nell’antichità: la reincarnazione. Senza la conoscenza di questo principio, la vita resterà sempre un mistero. Le scienze che vogliono arrivare all’inizio del mondo fisico sensibile e poterne penetrare i segreti, se non si distaccano dalle percezioni fisico sensibili, non potranno mai arrivare a questo principio, perchè l’esistenza materiale ha le sue radici nella esistenza spirituale.

[1] S. Giovanni Capo XII, 35 -…. “Colui che cammina nelle tenebre (cioè senza la luce dello Spirito) non sa dove va”

La Reincarnazione

Per reincarnazione s’intende quella tesi filosofica nella quale l’anima dell’uomo (coscienza, essenza, energia individuale, ecc.) dopo la morte fisica ritorna dopo un certo periodo di tempo ad incarnarsi e cioè a rinascere in un altro nuovo corpo umano, così da creare un ciclo di successione di morte e rinascita fino alla completa purificazione animica. Da tenersi presente che vi sono casi in cui l’anima dell’uomo può essere legata per una vibrazione sottile a corpi animali e ciò costretti dalla Legge, si tratta di casi particolari di evoluzione animica gravosa, quindi differisce molto dalla reincarnazione vera e propria. La reincarnazione si accorda benissimo col noto principio scientifico della conservazione dell’energia: “Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma, sempre manifestandosi ed esprimendosi in nuove manifestazioni” Legge di Lavoisier. La reincarnazione o rinascita è sempre stata ritenuta una verità da un grande numero di uomini. Questa tesi filosofica era conosciuta fin dai tempi antichissimi persino prima dello sconvolgimento a cui fa cenno la Bibbia “Il diluvio” (rivelazione ultrafanica), mentre dopo questo cataclisma essendosi sviluppato nella umanità di allora il positivismo man mano vengono a perdersi la conoscenza di queste verità, per far posto all’intelligere materiale, in modo che la tesi della rinascita rimase solo un concetto in possesso di persone privilegiate, perchè elevate di spirito e di intelletto. Si può affermare che il concetto reincarnativo è una verità universale, infatti non solo la sua conoscenza risale all’inizio dell’umanità, ma questa tesi la troviamo in tutto il mondo. Circa due terzi dell’umanità aderiscono a questo insegnamento, nel seno di religioni e nelle filosofie. Nel mondo orientale è molto diffusa e nel mondo occidentale dobbiamo buona parte della sua odierna divulgazione alla Società Teosofica fondata nel 1875 dalla H.P. Blavatsky a New York e proseguita dai suoi discepoli, inoltre va aggiunto quella dettata dalle rivelazioni ultrafaniche che ha avuto un forte sviluppo tra la fine del secolo scorso ad oggi. Questa si trova pure, sotto qualche forma, anche in quasi tutte le razze primitive o semi civilizzate, ciò conferma la sua universalità. Ai tempi dell’antica Grecia vi era un grande interesse per la ricerca filosofica, infatti Pitagora di Samo (571-497 a. C.) fu grande maestro di filosofia e la sua scuola insegnò la tesi della reincarnazione, seguito poi da Platone (427-347 a. C.). Nei secoli successivi, nell’Egitto che fu sempre centro di studi e di ricerche e precisamente ad Alessandria, emerse un

grande filosofo, Filone di Alessandria (30 a.C. - 50 d.C.). Egli era un valente rappresentante della filosofia giudaico-alessandrina (filosofia che a sua volta univa i concetti filosofici greci con le religioni orientali), il quale insegnò la tesi reincarnativa e cercò di unire il pensiero greco del quale ammirava la profondità, ai principi contenuti nella Sacra Scrittura che egli riteneva giustamente superiore ad ogni filosofia. Un altro grande filosofo e dottore della Chiesa Greca che seguì i concetti di Filone, fu Origene di Alessandria (185-254 d.C.) anch’egli insegnò la tesi reincarnativa. Ora tornando ai tempi nostri la ragione dell’umanità in genere ha avuto un sensibile progresso intellettivo, ma questo progresso, se così vogliamo chiamarlo, è più materiale che spirituale. Pur tuttavia la ragione dell’umanità in conseguenza delle scoperte scientifiche ha subito una profonda metamorfosi per cui più facile dovrebbe essere l’assimilazione della tesi filosofica della reincarnazione per un motivo che ritengo molto importante e cioè che la materia, essendo ora accertato che si tratta di un agglomerato di energie diverse, perde molto del suo significato primitivo. La tesi reincarnativa non è l’assurda ipotesi sulla quale si vuol basare il seguito di una vita ultra-terrena, ma è una verità che sta facendosi strada nella mente degli uomini. Reincarnazione vuol dire evoluzione, questo concetto non è solo un principio filosofico esso dovrà giungere ad unirsi al principio scientifico che è diretto da una Sapienza infinita, unica regolatrice del moto primo, perpetuo. Solo per mezzo di nuove discese nel piano fisico si stabilisce l’orientamento vitale ed il roteare di esseri organici e inorganici. Vi siete mai chiesti perchè nella realtà fisica della vita, troviamo individui colpiti da ogni forma di imperfezione? L’occhio umano vede in modo ingiusto, gli uomini nella loro ignoranza non vedono la Potenza Divina, arbitra degli uomini e degli elementi. Chi va contro la Legge deve riparare, chi della ricchezza fa mal uso, restringendola a sé, ritornerà povero e soffrirà le ambasce, le ansie ch’egli fece soffrire ad altro simile nella precedente esistenza. Se osserverete la società e l’umanità con l’occhio reincarnativo, risolverete i quesiti oscuri, insoluti. Colui che degenera nel tempo, intaccando la Legge Divina, viene giustamente colpito nella vita successiva, con pesi morali e materiali. L’esistenza dell’anima può ritenersi assiomatica e non si può dire diversamente anche per la reincarnazione o rinascita. Tanto l’una come l’altra più che analizzarle occorre sentirle nel proprio intimo. Tuttavia una conferma e una testimonianza di questa tesi si ha nella manifestazione medianica. Un giorno non tanto lontano verrà senza dubbio ammessa come la più logica e razionale delle tesi, spiegazione di tutte le differenze fisiche e morali, economiche e sociali, di razza, di popoli e di individui, perchè non è possibile nascondere una verità che è palese e che molti individui sentono già entro di loro e al pari di S. Agostino si chiedono: “Ma quando io ho tanto peccato? Se in questa vita nulla

ho fatto di male, perchè devo essere tanto percosso? Non è questo sentire dentro di sé la reincarnazione!

La tesi della reincarnazione e i vangeli

Si afferma che nei Vangeli non c’è alcun cenno che riguardi la tesi reincarnativa. Penso che ciò non sia esatto. Nel Vangelo di S. Giovanni, al Capo III, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 - si si legge:

“Tra i Farisei c’era un tale, chiamato Nicodemo, uno dei capi dei Giudei. Egli venne di notte a trovare Gesù e gli disse: - Maestro, noi sappiamo che sei venuto da parte di Dio, come un dottore; nessuno infatti può fare i miracoli che tu fai, se Dio non è con lui.

“Gesù gli rispose dicendo: - In verità, in verità io te lo dico: Se uno non nasce di nuovo, non può vedere il regno di Dio.

“Nicodemo gli domandò: - Come può un uomo rinascere essendo vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel seno di sua madre e rinascere?

“Rispose Gesù: - In verità, in verità io ve lo dico, che chi non rinascerà dall’acqua e dallo spirito, non potrà entrare nel regno di Dio. Ciò che è generato dalla carne è carne, e ciò che è generato dallo spirito è spirito. Non meravigliarti se io ti ho detto: Bisogna che voi nasciate di nuovo”.

Che si tratti della tesi della reincarnazione non vi possono essere dubbi, infatti questo, si può notare nella prima risposta di Gesù e nella seconda domanda di Nicodemo. La prima risposta di Gesù dovrebbe già essere sufficiente per chi sente in sé la tesi della reincarnazione ed anche per chi ammette che la nostra

essenza era già esistente prima del mondo terreno; diversamente come si può affermare l’eternità di questa nostra essenza. Tuttavia se ciò non basta abbiamo la seconda risposta di Gesù. Che può significare “chi non rinascerà dall’acqua e dallo spirito, non potrà entrare nel regno di Dio”? L’acqua rappresenta il movimento materiale e intelligente del vivere, quindi una composizione di idrogeno e di ossigeno, la cui unione da una parte manifesta l’intelligenza Superiore e dall’altra la formazione dell’acqua, primo elemento denso, cosicché chi non rinascerà più volte da questa composizione materiale [1] non potrà raggiungere quella purezza animica necessaria per entrare nel regno di Dio. Si tenga presente che la parola “nascita” ha un solo riferimento: si nasce solo quando si riveste l’organismo materiale, non quando si nasce come anima (o essenza o quid), quello non è più nascere, ma bensì emissione. Gesù afferma: “Ciò che è generato dalla carne è carne, e ciò che è generato dallo spirito è spirito”. Qui è evidente che vuol dire che ciò che è generato dal corpo fisico rimarrà legato alla Terra e ciò che è generato dallo spirito andrà allo spirito e nello stesso tempo vuol significare che sono due cose ben distinte tra loro e che non vanno confuse. Gesù inoltre dice a Nicodemo: “... non meravigliarti se ti ho detto: Bisogna che voi nasciate di nuovo”. Egli vuol dire a Nicodemo che stante la sua posizione religiosa doveva saperlo, quindi non doveva meravigliarsi di sentire parlare di rinascita. Ai tempi di Gesù la reincarnazione era conosciuta molto bene e ciò lo dimostra quest’altro o evangelico che ne fa ancora un preciso riferimento.

S. Giovanni Capo IX, 1, 2, 3 - “... E ando vide un uomo cieco dalla nascita. E i suoi discepoli lo interrogarono dicendo: - Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perchè è nato cieco?

“Rispose loro Gesù: "- Né lui ha peccato, né i suoi genitori; ma è così affinché siano manifeste in lui le opere di Dio”.

In questo o evangelico vi sono diverse cose da notare. Nella domanda dei discepoli si fanno due riferimenti: il primo, “chi ha peccato, lui” ciò in armonia della reincarnazione ed in riferimento alla Legge di causa ed effetto, secondo la

quale la cecità dalla nascita è dovuta a qualche errore commesso da quell’uomo in una sua precedente incarnazione. Nel secondo, “o i suoi genitori”, ciò significa il riferimento all’operare della Legge di Mosè [2] secondo la quale i peccati dei genitori si trasmettono ai figli fino alla terza e quarta generazione. Gesù alla luce della Sua illimitata conoscenza Divina, nella Sua risposta, a prima vista, sembra respingere i due concetti, invece non fa che unirli in una conferma. La risposta è chiara e precisa: “Non è perchè lui o i suoi genitori abbiano peccato; ma perchè le opere di Dio siano manifeste in lui”. Che cosa si deve intendere per “opere di Dio manifeste in lui”, se non la giustizia della Legge del Padre. Infatti se Gesù avesse risposto ad un solo quesito sarebbe certamente stato in contrasto con l’altro, invece in questo modo li ha uniti in uno solo, perchè la Legge del Padre (Legge di causa ed effetto o di Armonia e disarmonia, che si unisce alla reincarnazione) compenetra i due concetti, essendo operante prima della nascita di ogni individuo. Altri i evangelici che vogliono meditati a questo proposito:

S. Giovanni Capo V, 8: “... Gesù, disse al paralitico: - Levati prendi il lettuccio e cammina”.

Poi il Cristo disse qualcosa di più (S. Giovanni Capo V, 14): “... Va e non peccare più che non ti accada di peggio”!

Che cosa vuol significare Gesù: Egli voleva dire: Se tu ai male il dono della vita che Io ti ho ridato, ritornerai indietro dopo che avrai lasciato le spoglie terrene ed in peggiori condizioni. Quindi riconferma la legge reincarnativa.

S. Matteo Capo XI, 14: “E se voi lo volete accogliere, egli è quell’Elia che deve venire”.

Nuova conferma della reincarnazione in quanto Gesù afferma che Giovanni il

Battista nella vita precedente era Elia.

S. Luca Capo IX, 18, 19 - S. Marco Capo VIII, 27, 28 - “…Gesù interrogò i suoi discepoli: - Le turbe chi dicono che Io sia?

Essi risposero: - Giovanni Battista; ma altri Elia; e altri: Uno degli antichi Profeti resuscitato”.

Un’altra conferma della reincarnazione e ciò lo prova l’interrogazione ai discepoli fatta da Gesù. Le turbe pensando chi Egli fosse, dimostra ampiamente che anche il popolo di allora conosceva la reincarnazione, perché pensavano che Gesù fosse la reincarnazione di Giovanni Battista o di altri Profeti.

S. Matteo Capo XVII, 12, 13 - S. Marco IX, 12 - “. . . Gesù rispose ai discepoli: - Però vi dico che Elia è già venuto ed essi non l’hanno riconosciuto e l’hanno trattato come l’hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo ha da patire da loro.

Compresero i discepoli che Egli aveva parlato loro di Giovanni il Battista”.

Questo versetto con evidenza, torna a confermare come nel versetto del cieco nato, che i discepoli conoscevano la reincarnazione, perché compresero che Gesù avendo parlato di Elia (900 a.C.) si riferiva al Giovanni Battista della loro epoca, e ciò che è più importante nuova riconferma della reincarnazione fatta da Gesù. La tesi reincarnativa è la porta che occorre are per percorrere la strada della verità. La conoscenza della legge reincarnativa può spiegare più profondamente i evangelici e per dimostrarlo ne indico due di cui sono certo che ben pochi hanno compreso il lato nascosto di queste espressioni.

S. Matteo Capo X, 34, 35, 36, 37 - “Non pensate che lo sia venuto a portare la pace sopra la terra; non sono venuto a portare la pace, ma la spada. Poiché son venuto a separare l’uomo dal padre, e la figlia dalla madre, e la nuora dalla suocera; e i nemici dell’uomo saranno i suoi familiari. Chi ama il padre e la madre più di Me, non è degno di Me...”.

Questo o evangelico a prima vista sembra tutto una contraddizione, mentre invece alla luce della conoscenza reincarnativa si può chiarire in ogni particolare.

“Non pensate che lo sia venuto a portare la pace sopra la terra” (infatti dalla Sua venuta ad oggi è evidente che gli uomini continuano ad odiarsi e ad uccidersi: perchè quelli che vivono sulla terra sono sempre quelli che persistono nel male (salvo casi particolari di missione); quelli che sono diventati buoni e puri non rinascono più sulla terra, quindi la pace si deve guadagnare, non può essere regalata senza merito).

“Non sono venuto a portare la pace, ma la spada” (che cos’è questa spada? Essa è la Legge Infinita d’Amore, essa è giustizia).

“Poiché son venuto a separare l’uomo dal padre, ecc.” (sono venuto con quella spada a separare o dividere l’uomo dal padre, perchè così vuole la Mia legge d’Amore; in altre parole, perchè Io (l’Amore) sono venuto affinché gli uomini si amino al di sopra dei legami familiari, cioè non solo si devono amare i propri familiari, ma sopra tutto il prossimo).

“e i nemici dell’uomo saranno i suoi familiari” (questo significa il tremendo movimento reincarnativo. Questi legami alterati significano che nelle

congiunzioni familiari si sono reincarnati due avversari di altra epoca, che incapaci di sollevarsi continuano a mantenere la discordanza del pensiero e dell’azione).

“Chi ama il padre e la madre più di Me, non è degno di Me” (questi legami a cui noi diamo tanta importanza, nulla hanno con la Legge Infinita d’Amore, infatti essi sono formati da noi attraverso le pulsazioni del sangue e attraverso le convenzioni sociali “queste, dice l’Eterno, non entreranno nel Mio Regno”).

Un altro o evangelico di cui senza la conoscenza della tesi reincarnativa non può essere chiarito. S. Matteo Capo XII, 43, 44, 4 - “Quando lo spirito impuro è uscito da un uomo, se ne va per luoghi aridi e deserti, cercando riposo, ma senza trovarlo; allora dice: - Ritornerò nella mia casa, donde sono uscito.

E, ritornato, e trovandola vuota, spazzata e ornata, va a prendersi altri sette spiriti, più malvagi di lui, ed entrano ad abitarla; e così la condizione ultima di quell’uomo diventa peggiore di quella di prima”.

Esaminando ora il versetto:

“Quando lo spirito impuro è uscito da un uomo” (quando un uomo che ha condotto una vita di errori, che ha commesso colpe gravi, muore, il suo spirito colpo fluidico o eterico - astrale - esce dal suo corpo fisico.

“se ne va per luoghi aridi e deserti cercando riposo, ma senza trovarlo” (col suo corpo astrale viene a trovarsi in uno stato di coscienza particolarmente doloroso - vedi descrizioni degli stati di coscienza nel capitolo Oltre la morte). “allora dice: - Ritornerò nella mia casa donde sono uscito”. (nel suo stato di coscienza

doloroso egli dice a sé stesso, ritornerò nella mia casa (corpo fisico) donde sono uscito, cioè pensa di ritornare a riprendersi il corpo fisico abbandonato e non potendolo fare egli aumenta il suo dolore, e molte volte avvengono infestazioni, perchè egli ritornando, in corpo fluidico, si aggira nell’ambiente dove ha vissuto o dove ha commesso il delitto, cerca un organismo per servirsene come strumento, ecco perchè si assiste a casi frequenti di infestazione di case o luoghi o anche di manifestazioni ossessive).

“E ritornato, e trovandola vuota, spazzata e ornata” (quando viene il tempo in cui potrà reincarnarsi, cioè prostrato dopo tanti tormenti, egli anelerà al risveglio, cominciando la fase superiore della catarsi, nel reincarnarsi troverà un corpo fisico nuovo, perchè il tempo trascorso tra la morte e la rinascita, tanto l’ambiente sociale terreno, come la materia stessa del corpo fisico che nasce, sarà molto cambiata, avendo avuto un processo evolutivo nel tempo trascorso, quindi spazzata ed ornata).

“Va a prendersi altri sette Spiriti, più malvagi di lui ed entrano ad abitarla” (qui è la fase di rinascita. Ognuno di noi possiede i sette spiriti maligni, possono chiamarsi i sette peccati capitali, cioè in altri termini, sono le tendenze che ha la materia, che essa genera per la sua attività fisiologica e che i contatti sociali acuiscono, quindi egli rinasce, entra nella sua casa (corpo fisico) ad abitarla).

“e così la condizione ultima di quell’uomo diventa peggiore di quella di prima” (la condizione di vita fisica e sociale con tutti gli intrecci inerenti, sarà peggiore della vita fisica precedente di quell’uomo, perchè a causa degli errori gravi commessi egli dovrà subire un ulteriore peso reincarnativo, cioè avrà in aggiunta quelle tare che gli renderanno l’esistenza difficile e faticosa, quindi molto peggiore di quella di prima).

Quindi, concludendo, si può dire che i Vangeli smentiscono chi afferma che la reincarnazione sia una semplice tesi filosofica campata in aria, ma bensì la confermano come verità sostanziale. Quelli che negano la reincarnazione

ammettono il principio di una sola vita da vivere. Si può benissimo ammettere anche questo in quanto che il Cristo nel Suo aggio ha dimostrato che con la tremenda sofferenza un essere umano può anche in un sol giro di vita, svolgere tutta la sua evoluzione e procedere verso l’ascesa.

Il Cristo non ha cancellato la Prima Legge, infatti nel Vangelo si legge: S. Matteo Capo V, 17 - “non Sono venuto per abolire la Legge o i Profeti, ma per completarli”.

[1] La parola “rinascere” ha due significati: si rinasce quando si riveste più volte l’organismo denso, si rinasce anche quando avremo abbandonato l’odio e l’ira e tutti i nostri difetti ed avremo raggiunto la purezza, in questo caso saremo veramente rinati nello spirito per assurgere. Voglio ricordare che quando noi siamo in gestazione nel grembo materno, siamo immersi nell’acqua, quindi anche quello è un nascere dall’acqua [2] Bibbia - Esodo, Capo XX, 5 - Deuteronomio Capo V, 9

L’esistenza dell’anima ed i concetti principali filosofici nei riguardi della sua creazione

Molti di voi nella vita, certamente si saranno posti il problema dell’esistenza dell’anima. L’esistenza dell’anima e la sua immortalità è sempre stato un problema sentito in tutta la filosofia antica e contemporanea. Gli antichi filosofi greci nella loro logica intuitiva asserivano che se l’anima è immortale deve essere sempre esistita, poiché ciò che è immortale non potrebbe essere stato creato, infatti quando si parla di materia si può dire creazione, quando invece si parla di anima si deve dire emissione, per la ragione della sua eternità. Ora il problema si presenta più facile, da una parte abbiamo la scienza ufficiale che ammette già che il pensiero non è creato dal cervello, ma bensì afferma che questi è lo strumento che permette il manifestarsi del pensiero che deriva da una fonte esterna (conclusioni a cui è giunta l’attuale scienza medica con lo studio sulle afasie motorie). Se ciò non bastasse, chiunque al giorno d’oggi, non ha bisogno di sentire nel proprio intimo l’intuizione di questa verità per affermarla (come gli antichi filosofi greci), perché è sufficiente arrivare a questa conclusione anche con la ragione. Quelli che hanno dei dubbi, si diano la pena di leggere e studiare qualche nozione nei riguardi dell’attuale scienza atomica fino al punto raggiunto della conoscenza odierna dell’atomo, si accorgeranno che la materia in definitiva non è altro che energia. Tutto si muove e vibra, tutto ha in sé “vita”, la roccia, il macigno, vibra di vita, ed allora perchè negare la continuazione di essa in altri ambienti, in altri strati?

Si può affermare quindi che esiste una sola equazione:

Materia = Energia

questa conclusione, scientifica, permette si possa parlare più facilmente dell’anima, chiamandola essenza o energia individuale, e nello stesso tempo sia

diventato più difficile al positivismo mantenersi sul solido, quando in virtù di queste scoperte della scienza ufficiale, tutta la materia non solo si è sgretolata, ma sta sfumando nell’invisibile. Analizzando i concetti filosofici principali riguardanti la emissione dell’anima dell’uomo, essi possono dividersi in due:

1) l’anima è stata emessa dal Potere Supremo al momento della concezione fisica del corpo;

2) l’anima preesisteva, cioè esisteva prima della creazione fisica del mondo terreno.

Col primo concetto la vita rimane un oscuro mistero, incomprensibile per la nostra ragione. Infatti stando così le cose, l’uomo nasce con un grado di intelligenza, in una data condizione di salute ed economica e tutte le relative circostanze in cui viene a trovarsi dall’inizio della sua vita terrena, sono decretati arbitrariamente dal Potere Supremo per ragioni a noi impenetrabili. Col secondo concetto invece la nostra ragione può avere un quadro più chiaro e lascia il campo per una visione più larga e profonda del problema. Infatti vengono così a giustificarsi le condizioni in cui l’uomo viene a trovarsi al momento della nascita terrena dovendo appunto subire i precedenti reincarnativi. Questo concetto è confermato dalle rivelazioni ultrafaniche le quali affermano che l’anima preesisteva, prima della creazione fisica del mondo terreno in uno stato di coscienza superiore cioè dotata di sentimento, intelletto, volere di una elevazione superlativa, per cui ognuna possedeva la conoscenza di tutte le cose, la sapienza di tutte le verità. Meditando su questo concetto si può desumere che la Divinità essendo Infinita Potenza, Amore e Sapienza non poteva che emettere l’anima dell’uomo in accordo con la Sua perfezione. Sempre nei riguardi della preesistenza dell’anima vi sono attualmente filosofie, che pur affermando il concetto sopra indicato, presentano tra di loro alcune divergenze. Vi è chi afferma che l’anima preesisteva prima della creazione fisica in uno stato di coscienza e ad un livello trascendente ogni nostra facoltà di cognizione, forse in una condizione omogenea, ma che appena l’effusione di vita ebbe luogo, spinse questa anima mondiale a contatto con la materia fluidica del piano mentale

superiore diventando essa molte anime. Da questo punto tramite l’evoluzione terrena acquista il potere di elevarsi e di evolversi sempre più verso la trascendenza spirituale. (Concetto teosofico - C. W. Leadbeater). Nella prima parte di questo concetto, si pensa ad una condizione omogenea prima dell’effusione di vita, questo pensiero, secondo il mio punto di vista, mi sembra un tentativo di cercare di definire ciò che all’uomo è solo concesso sentire. Sulla seconda parte del concetto sembra sia necessaria la evoluzione terrena per ottenere la trascendenza, mentre invece richiamandosi al concetto ultrafanico, è utile sì, ma solo per ritornare ad avere la trascendenza che già avevamo e che abbiamo perduta. Altri filosofi non accettano il concetto della preesistenza e neppure quello in cui l’anima è stata creata al momento della concezione fisica, perchè non risponde alla domanda circa la causa della disuguaglianza, dell’infelicità che esiste tra gli uomini al momento della nascita nel mondo terreno. Poiché si pensa che tanto che l’anima preesistesse in uno stato superiore come che sia creata al momento della concezione del corpo fisico, resta il fatto che le anime debbono essere tutte uguali, nel senso di essere formate con lo stesso procedimento e con le stesse sostanze e che al momento della loro incarnazione esse non hanno né peccato, né meritato alcuna ricompensa o punizione. Quest’ultima osservazione sembra a prima vista esatta, ma vorrei fare osservare che l’anima possiede tra le sue espresse qualità Divine, il libero arbitrio (volontà di agire indipendentemente senza limiti, naturalmente fuori dal corpo fisico), quindi l’anima poteva benissimo eccedere col pensiero ancor prima della densità terrena, divergere e infrangere l’Armonia Divina, come in effetti è avvenuto. Altri filosofi pensano che l’anima è una delle innumerevoli anime che emanarono dalla Sorgente di Vita in qualche epoca remota: le anime sono tutte uguali in quanto a potere, intelligenza, opportunità, ecc., attraverso una evoluzione spirituale, dalle più basse forme di espressione e di vita, l’anima giunge allo stadio attuale dal quale è destinata ad ascendere a forme e a stati di esistenza sempre più elevati. Analizzando quest’ultimo concetto si può dire che è accettabile il fatto che le anime siano tutte uguali, come potere, intelligenza ecc., ma non possiamo dire altrettanto per la parte rimanente del concetto, in quanto se le anime erano perfette prima delle forme di espressione terrene, che necessità poteva avere un’evoluzione terrena? Diversamente occorre pensare ad un errore commesso prima della formazione densa e che la vita nella materia serva per ritornare al punto di partenza; infatti il problema in sé è molto più complesso. Le rivelazioni ultrafaniche affermano che l’energia animica dell’uomo e quella degli altri regni della natura seguono l’evoluzione con impronta diversa. I regni minerale, vegetale e animale, seguono una evoluzione intrinseca guidata dalla Legge, mentre l’evoluzione dell’uomo è una evoluzione per conoscenza, il cui

movimento evolutivo è affiancato dall’arbitrio dell’uomo stesso e dalla Legge. Per evoluzione intrinseca si deve intendere elaborazione energetica guidata dalla Legge Ritmica, si può dire che la materia vive per inerzia, è un moto meccanico e istintivo, non animico. Questa vita sia essa minerale, vegetale e animale serve per rendere possibile la vita fisica dell’uomo. La loro evoluzione è legata ritmicamente e armoniosamente con l’evoluzione umana. Si può quindi dedurre in modo esplicito che le due evoluzioni pur essendo legate intimamente dal lato fisico sono completamente distinte dal lato interiore, cioè dalla parte dell’uomo abbiamo un’anima eterna divina, dall’altra abbiamo una vita che segue l’ordine di Legge ed è fine a sé stessa. Si può affermare concludendo, che il concetto che unisce le rivelazioni ultrafaniche alle versioni bibliche, si riassume nei seguenti particolari: Le anime erano preesistenti prima del mondo terreno ed il loro stato era angelico, emesse dalla Divinità per Amore, possedevano così tutti i doni Divini, meno che la prescienza, la prescienza è della Divinità Unica, quindi non potevano vedere la conseguenza della loro “ribellione” [1] (cioè desiderio ardente di fare, di emettere), cosicché la vibrazione di questo pensiero li fece precipitare in questo mondo terreno materiale. Questa verità ultrafanica non è nuova. Origine di Alessandria (185-254 d.C.) fu uno dei principali apologisti (cioè difensori della dottrina predicata da Gesù, i quali cercarono di dimostrare che questa dottrina non era contraria alla ragione, e non si opponeva neppure ad una sistemazione filosofica). In sostanza Origine diceva: “Il mondo à stato creato “ab aeterno” da Dio, ma questo mondo originariamente era tutto di Esseri spirituali”.

“Tali creature spirituali - così continuava Origine - all’inizio uguali, perfette e libere, hanno volontariamente inclinato verso il male allontanandosi da Dio (Spiritualità) e materializzandosi nei corpi”.

È evidente la concomitanza fra i concetti anzidetti. Nel racconto biblico Adamo ed Eva rappresentano il primo uomo e la prima donna in senso letterario, mentre in senso esoterico rappresentano l’inizio del movimento (Adamo) di condensazione (Eva), cioè l’inizio del corpo denso, inoltre Adamo rappresenta l’anima vivente di tutto ciò che è posto sulla Terra. Da questa anima vivente è uscito poi Caino e Abele, cioè il Male e il Bene, due correnti ben distinte che sorsero all’inizio della già citata precipitazione. Quindi l’Umanità non è altro che

l’insieme di quelle anime che hanno abbandonato la casa del Padre e che si dibattono nella materia densa, che si perdono nella più infamante “corruzione” (deviazione verso il precipizio) fino a che non sentiranno nel proprio intimo l’impulso Cristico, che permetterà loro di avere quella forza necessaria per risalire verso quei cieli che volutamente hanno abbandonato. Il ritorno al Principio non per confondersi o distruggersi entro di Esso, per rimanere giganti del pensiero, radiose e luminose stelle in un Cielo che non ha mai notte. Il male, questo terribile morbo, ha avuto il suo inizio nella “ribellione” e conseguente precipitazione di cui abbiamo fatto cenno in precedenza. Il male è il risultato dell’arbitrio, l’uomo nella condizione fisica genera nuovo male, la materia con le sue influenze dovute alle attività fisiologiche gli ha annebbiata ancor più la mente, cosicché l’uomo si lascia trascinare dai sensi fisici, senza nemmeno cercare di frenare questa sensibilità, fino a spingersi ad uno smisurato desiderio di piacere, di potenza, di ricchezza e di brutalità nell’amore. L’uomo deve abbandonare la sua superficialità, in questo modo, sarà in grado di vedere la necessità di stabilire un ritmo interiore ed esteriore, onde far sì che il male sia divelto. Si può pensare, come mai la Divinità non ha evitato all’uomo l’inizio dell’errore, essendo Essa Suprema Sapienza? Certamente avrebbe potuto evitare ciò, logicamente non l’Ha fatto perchè sarebbero avvenuti dei limiti alla nostra libertà, quella libertà che la Potenza Una ci ha donato e che non ci fu mai tolta [2] La nostra Essenza al di fuori della materia, libera completamente dai legami dei sensi fisici, possiede il più ampio libero arbitrio, quindi la più ampia libertà d’azione. È proprio questa libertà piena che nell’eccesso di volontà ci ha spinti a volere un ambiente che ci ha tolti dall’Armonia, ci ha oscurata la mente costringendoci in uno stato così penoso di materialità al punto da non distinguere più la verità, e noi nella maggior parte non ne saremmo più usciti da questo labirinto, se non fosse intervenuta la Divinità impersonata da Gesù a toglierci quel peso eccessivo di egoismo e a darci quella spinta che ci farà ritornare nell’Armonia dell’Universo.

[1] Ci si riferisce alla cosiddetta “Cacciata degli Angeli” [2] La manifestazione del male ha il suo lato buono. Questa forza negativa è messa davanti all’uomo perchè ne possa trarne insegnamento. Ecco perchè nella Creazione (Bibbia - Genesi - è stato detto più volte: “e vide che tutto ciò era buono”.

Le fonti della rivelazione spirituale e le loro complesse difficoltà di interpretazione

Le fonti della rivelazione spirituale sono diverse. Una di queste che è senza dubbio la più antica, è quella in cui l’uomo evoluto spiritualmente viene illuminato direttamente, oppure o mezzo di sensitivi (medianità) dove l’uomo viene a conoscenza di concetti spirituali con la viva voce di questi sensitivi che trasmettono pensieri di Essenze spirituali che si trovano negli spazi siderali; Essenze pure, come lo saremo noi un giorno quando avremo eliminato il nostro fardello di errori che ci trasciniamo dietro da millenni. Queste manifestazioni sia dirette che indirette sono sempre esistite, ciò è dimostrato dal valore morale filosofico e letterario degli argomenti che furono raccolti nei primi codici sacri, divenuti poi fonte di inesauribile sapienza, non solo morale, ma anche sociale, giuridica. Un’ulteriore conferma di questi contatti col Divino ci è stata sussurrata per via ultrafanica, dove viene affermato che gli uomini che facevano parte della prima umanità (cioè quella che ha avuto inizio dalla formazione dell’uomo denso e va fino al cosiddetto sconvolgimento chiamato Diluvio) erano a contatto molto più di noi col Divino, infatti essi erano giganti come pensiero e conoscevano la loro origine. La Bibbia è senza dubbio una delle prime fonti di rivelazione del pensiero Divino. In essa è descritto la nascita del nostro sistema solare ed il suo divenire. La Bibbia è uno dei documenti più antichi e più importanti, ma di fronte a nessun altro documento dell’evoluzione umana è così grande la possibilità di allontanarsi dal vero significato delle sue descrizioni. Per comprendere le difficoltà di interpretazione di ciò che è stato scritto dai Profeti, basti pensare che la stessa lingua ebraica nella sua origine antica era una lingua costruttiva di immagini spirituali, come pure il suono stesso delle parole era strumento atto a destare nell’animo di chi leggeva, l’immagine e la visione spirituale a cui si faceva riferimento. Noi così lontani da quel tempo, chiusi sempre più nella materia, abbiamo perduto quelle possibilità spirituali che erano in possesso degli antichi, non solo, ma si aggiungono altre difficoltà rappresentate dalle innumeri traduzioni e nello stesso tempo, interpretazioni legate ad altrettante cause di comprensione intellettive, religiose e, queste cause investono pure anche la parte evangelica. È evidente che nelle descrizioni sia del vecchio e nuovo Testamento vi sono due rappresentazioni, una narrativa e l’altra esoterica, quindi occorre la doppia vista, cioè vedere con l’occhio dello spirito.

Non intendo in poche parole fare un’analisi della Bibbia, ma bensì richiamare l’attenzione su alcuni punti dando un esempio di interpretazione per chiarire le notevoli difficoltà che si manifestano.

Prendiamo ad esempio le prime parole della Genesi: si legge: “In principio Dio creò il cielo e la Terra”. Nella traduzione dal testo ebraico si può notare che la parola “Elohìm” è stata tradotta con la parola Dio. La traduzione di questa parola è stata eseguita in diversi modi: chi l’ha tradotta con Dio, chi con Dei, chi con Entità. Qual è la traduzione esatta? L’appellativo più antico di Dio è la voce ‘El, nome generico della divinità, comune a tutte le lingue semitiche. Infatti “Elohìm” è un accrescitivo plurale di ‘El, che tradotto

esattamente dice: Dei oppure Entità. Certamente chi ha tradotto la parola ‘Elohìm con Dio, non conosceva la ragione di questo plurale e non potendo concepire una pluralità Divina, scrisse Dio. Per Dei non si deve intendere una pluralità di Dio, ma bensì delle Entità come Angeli che seguivano e coordinavano l’evoluzione umana prima della densità. Riprendendo la lettura del testo biblico: “ma la Terra era informe e vuota”; perché informe e vuota? Perchè veniva in quel momento a mancare l’elemento luce o meglio l’elemento Divino, ed è proprio in quel momento che avviene la formazione del nostro sistema solare e le Entità cosmiche, che rappresentavano l’elemento Divino, si allontanarono da noi. Come vedete anche una sola parola interpretata diversamente può cambiare tutto un avvenimento, figuratevi poi che nel solo spazio dei primi dieci versetti della Genesi, sta racchiuso un ciclo intero (cioè millenni su millenni), una umanità che si può denominare “prima” e che va dalla formazione dell’uomo denso al Diluvio. La “seconda” umanità è la nostra, che porta il sigillo Cristico, che va da Abramo ai nostri giorni e finirà quando avrà fine l’Apocalisse di S. Giovanni. La “terza” umanità non avrà più corpo solido ma sarà fluidica, così pure sarà anche per il nostro pianeta Terra (rivelazione ultrafanica). Parlando ora dei Vangeli che sono più vicini a noi nel tempo, sono certo che avrete notato che ricorre spesso il detto: “chi ha orecchie intenda”, ciò significa appunto che si deve leggere non alla lettera ma alla sostanza.

Tuttavia tra le narrazioni evangeliche vi sono parecchie frasi delle quali una è in contraddizione con l’altra. Si può pensare: è mai possibile che nei Vangeli vi siano discordanze? Esse sono scritture sacre! I motivi possono essere di diversa natura. Chi ha scritto in origine sicuramente doveva conoscere la Verità, e qualche frase discordante poteva essere voluta, per tenere nascosta una parte della Verità. Altre potevano avvenire per le numerose trascrizioni, per motivi di scarsa conoscenza spirituale e per fattori dogmatici. Se per esempio si osserva la lettura di due ristampe diverse dei Vangeli, si può notare che molte parole non sono uguali, figuratevi nel complesso di tutte le cause anzidette, quanti ritocchi e aggiunte sono avvenuti da trasformare una frase anche completamente. Una frase di contrasto evidente la troviamo nella preghiera più nota, il “Pater noster” nel punto dove dice: “non ci indurre in tentazione”. Ma com’è possibile che la Divinità possa indurci in tentazione; allora dimenticate che uno degli attributi della Divinità, è l’Amore Infinito, un Amore infinito non può indurre noi poveri umani in tentazione. Si potrà dire invece: fa o Signore che io non cada nelle tentazioni e liberaci dal male. C’è chi può pensare, ma tu osi correggere ciò che ha detto il Cristo? Ma chi vi ha detto che tutto ci è stato tramandato tale e quale? Si legge nell’evangelo di Matteo (XXVI, 46) e Marco (XV, 34): “... e verso l’ora nona Gesù esclamò ad alta voce: - Dio mio, perchè Mi hai abbandonato?”. Non è possibile che Gesù abbia detto una frase simile. Come poteva essere abbandonato dal Padre se Lui e il Padre erano Uno? La frase quindi è stata aggiunta, perchè si vuol fare vedere un Cristo soltanto umano che si divinizza perchè ha ricevuto una scintilla che Lo ha illuminato. Ancora negli evangeli di Matteo, Marco e Luca si legge che Gesù prega nell’orto di Getsemani e dice: “Padre allontana da Me questo calice”. Anche questa frase non può reggere: infatti può la Divinità invocare Iddio se Egli Lo era? Tutt’al più può aver detto: “Padre, che il calice preparato all’umanità sia allontanato attraverso il Mio Palpito” (cioè l’Amore). Si legge nel Vangelo di Giovanni (VII, 16 - XIV, 24 XIV, 9): “La parola che voi ascoltate non è Mia, ma del Padre che mi ha mandato”. Gesù doveva esprimersi così per coloro che non avevano l’udito pronto. Come poteva farsi intendere dagli involuti, se non parlava di una Potenza superiore a Lui? Si legge sempre nel vangelo di Giovanni (XV, 28): “Se Mi amaste vi rallegrereste perchè Io vado al Padre, perchè il Padre è maggiore di Me!”. Egli voleva dire nella sostanza: “Certo se aveste la capacità di comprendere che Io in questo istante raffiguro il Figlio, quindi l’Amore, certo che guadagnereste assai poiché Io sono Potenza e Amore”; quindi significherebbe un alto grado di conoscenza spirituale.

Concludendo, si può aggiungere che tutte le volte che Gesù si rivolgeva al Padre otteneva due scopi: da una parte cercava di farsi intendere dagli involuti e dall’altra per insegnare all’umanità a rivolgersi con la preghiera al Padre e non ai numerosi intermediari, che molti hanno l’abitudine di interporre.

Medianità

La medianità è una delle manifestazioni più interessanti esistenti perchè da sola può dare il concetto dell’eternità animica. L’argomento non è dei più semplici, sulla medianità si è detto molto, si è pure fatto confusione con falsi, ma la manifestazione in sé nella sua vera essenza è sempre qualcosa di trascendente.

Essa è stata studiata seriamente ed è tuttora oggetto di studio da parte di ricercatori del vero. Devo ricordare che la ricerca e lo studio di questo che viene molto volentieri chiamato “fenomeno” porta le firme di testimoni come: Russel Wallace, W. Crookes, C. Lombroso, Zöllner, Aksakof, Myers, Lodge, Visani Scozzi, Hodgson, Geley, De Rochas James, Flammarion, Brofferio, Denis, Delanne, senza contare gli innumeri che portarono grande contributo alla dimostrazione della serietà ed importanza di tali studi, e da ultimo uno dei più eloquenti divulgatori in tale campo come l’avv. Gino Trespioli. Le manifestazioni medianiche avvengono in modi diversi ma che si possono riassumere in due gruppi principali: ad effetti fisici o ad effetti concettivi. Essa è interessante in tutti i casi, in quanto pone alla nostra coscienza degli interrogativi che ne scuotono l’intima essenza. La parte che interessa la filosofia è quella ad effetti concepivi perchè sono quelli che possono dare rilevazioni di alto pensiero spirituale. Questi effetti si manifestano in modo abbastanza semplice: vi sono individui (detti medium o sensitivi) che hanno particolari sensibilità, cioè in uno stato apparente di sonno, tramite una glandola chiamata epifisi [1] posta nel cervello, ricevono delle correnti etereo-dinamiche, cioè irradiazioni da Essenze o Spiritualità individuali che permettono al sensitivo stesso di esternare con la parola il pensiero ricevuto. Queste manifestazioni verbali vengono poi trascritte e sono chiamate in genere ultrafaniche che vuol dire “luce del al-di-là”. Certi brani scelti espressi da Entità superiori dette Maestri, si possono chiamare vere e proprie rivelazioni spirituali. Infatti difficilmente l’uomo può avvicinarsi alla comprensione di ciò che riguarda la condizione dell’umanità prima dell’avvento del mondo terreno se ciò non fosse suggerito dalla fonte Divina. Chi volesse penetrare nella conoscenza di queste interessanti manifestazioni, può trovare un’abbondante letteratura e documentazione al riguardo. Chi ha l’occasione di

avvicinarsi ad un sensitivo, non chieda responsi inerenti interessi materiali, ma cerchi invece di avere responsi di carattere spirituale e si cerchi nella manifestazione la prova dell’eternità. Vi sono pure coloro che pensano che attraverso le manifestazioni medianiche si possa ottenere tutto quanto soddisfi ai nostri desideri, ciò è molto azzardato. Dalle Entità si può ottenere energia, si ottiene l’impulso di fare nonché un abbraccio di fraterna assistenza. Non è concessa la liberazione dalle fatiche, sciogliere le pene e le ansietà, poiché si infrangerebbe la Legge del ritorno (cioè della rinascita, ciò che ognuno di noi si è imposto di svolgere) e le relative responsabilità.

Chi troppo facilmente si abbandona agli esercizi della medianità, chi ne abusa, chi senza alcun senso critico prende tutto per vero e per buono, vinto dalla enormità della impressionante fenomenologia, e chi ha idee fisse, e chi si avvicina all’occulto con animo turbato da superstiziose credenze o da ioni, chi insomma non sia in grado di considerare obiettivamente e freddamente i prodotti della medianità, dovrebbe assolutamente astenersi da una sperimentazione altrettanto pericolosa per lui, quanto è altamente educatrice al bene per chi abbia qualità superiori di mente e di cuore.

[1] L’epifisi si trova esattamente fra l’encefalo anteriore e quello posteriore davanti ai lobi ottici

La natura del corpo fisico e supersensibile dell’uomo

In genere, come gran parte della scienza ufficiale, ci si limita a vedere l’uomo nella sua corporeità fisica e si cerca di penetrarne il mistero, di studiarne la natura, il funzionamento, le malattie e tutto ciò che è parte fisica. Solo una piccola parte della scienza si dedica a studiarne anche le cause più sottili di cui si notano solo certi aspetti. Per rendersi conto più esattamente della natura dell’uomo, occorre partire da un concetto base: tutto ciò che è visibile e invisibile è energia. La scienza atomica con le sue scoperte, si è resa conto che la materia solida si è ridotta ad un pulviscolo che ulteriormente sfumerà nell’invisibile. Nello stesso tempo è necessario avere una sintesi di quegli avvenimenti che hanno preceduto l’avvento della densità materiale. Prima della formazione del nostro attuale sistema solare non esisteva la materia densa, cioè l’energia densificata, una Legge Prima stabiliva una vita leggera, perfetta, senza necessità gravose; era uno spaziare in zone meravigliose dove la vita era suono, luce, amore. La libertà, superiore a quella che noi abbiamo, mosse le masse alla ricerca di una potenza per poter emettere tal quale erano emesse. Nell’attimo stesso che il pensiero fu concepito, avvenne il taglio, il distacco da queste zone radiose per portarsi ad una condensazione. Si formò così il movimento cosmico e in questo movimento intrinseco gli Esseri si adattarono ad una vita gravosa. Il libero arbitrio fu a metà soppresso, non più la libertà limpida, non più chiarezza di pensiero, bensì fatica non solo di pensiero ma per rendere concreto ciò che questa massa credeva di poter creare. I primi Esseri erano già in qualità più fluidica di noi, gradualmente si ebbero aggi sempre più densi e si iniziò il movimento delle forme nel tempo. L’umanità quindi è la risultanza di una nota disarmonica, la quale mediante la Legge di Armonia ritornerà col tempo alla Vita Infinita. La Terra si è staccata dagli altri mondi ma fluidicamente è ancora legata ad essi. Prima della forma densa l’Umanità ebbe altre forme fluidiche, vi fu quindi una suddivisione graduata di evoluzione in evoluzione. Si formò così un primo gettito che non ebbe verbo, gli Esseri si intendevano attraverso a luccichii di pupille. Le susseguenti discese dal mondo supersensibile al mondo terreno, portarono poi ai suoni, suoni chiusi perchè gli uomini vivevano in contatto con la natura e non intendevano ancora la parola. Vi è stato di conseguenza il movimento progressivo, più gli uomini hanno lavorato con le loro forze arbitrali, più hanno fatto divisioni su divisioni, hanno creato barriere ed hanno diminuito

il contatto con le energie della natura superiore, aumentando così la fatica. Prima di giungere alla manifestazione Adamo, già vi è stata questa umanità chiusa nel suo ciclo. Ogni individuo aveva il doppio sesso e si riproduceva per sé stesso. Giungendo alla manifestazione Adamo, si sono portati nel movimento umano altri limiti e la riproduzione a due; qui avviene un altro avvenimento notevole cioè la suddivisione dell’anima stessa in due, ecco il perchè della cosiddetta “anima gemella”, che dovrà poi ricongiungersi nell’Infinito ad evoluzione avvenuta. I primi due uomini fisici furono formati non tramite due individui soli (Adamo ed Eva) e tanto meno derivazione animale vera è propria, ma bensì a gruppi numerosi di individui. L’individuazione fisica accennata ebbe luogo contemporaneamente tanto per l’uomo come per la donna ed erano moltitudini ed in punti diversi della Terra di allora (corrispondenza biblica dei diversi rami nei figli di Adamo). Ogni aggio dalle forme fluidiche a quelle più dense, avveniva dopo uno sconvolgimento di energie e un susseguente periodo di assopimento e gli individui a gruppi, venivano a trovarsi al loro risveglio nella forma sempre più densa. Adamo significa anima vivente [1] principio del movimento denso, vita organica, lieve bagliore d’anima. Il susseguirsi delle forme uscite da tal ramo, rappresentano i movimenti di epoche, fasi evolutive, cosicché dal grande albero Adamo i rami (razze) [2] si sono protesi per le vie della Terra, aventi per ordine la formazione dei nuovi nuclei, così di epoca in epoca si giunge ai giorni nostri. Ritornando ad occuparci dell’uomo diremo che il suo corpo fisico è soltanto un mezzo attraverso il quale usando gli organi sensibili della coscienza di veglia, rende la capacità e facoltà all’uomo di avere delle rappresentazioni del mondo che l’attornia: di percepire, di sentire, di desiderare, di volere e di pensare. L’uomo oltre il corpo fisico possiede altri corpi o veicoli più sottili (che il nostro occhio fisico per il momento non può vedere, ma che però ciò non toglie nulla alla loro esistenza). Questi veicoli sono a loro volta composti di energie che unitamente a quella del corpo fisico permettono l’esplicarsi della vita fisica dell’uomo. In definitiva il nostro organismo fisico come pure la sua parte supersensibile sono il risultato di energie associate. Le energie che interessano il nostro organismo sono di impronta diversa tra loro e vengono così denominate:

- Energia fisica ed eterica (duplice e porta l’impronta della croce)

- Energia astrale o vibrante (duplice e porta l’impronta della croce)

- Energia animica trascendente (triplice e porta l’impronta del triangolo).

La parte fisico-eterica [3] dell’uomo è congiunta da sintonie molteplici che formano diversi centri energetici. Vedi cardiaco, vedi movimento bronco polmonare, vedi fegato, arterie, nuclei ghiandolari, avvolti da radiazione energetiche. Il cerebro a sua volta, congiunto nelle varie parti, forma un cerchio di potenzialità radiosa e, tutto ciò che è materia è sostenuta, delineata dalle arterie, dalle vene. La parte astrale (o veicolo astrale) è composta di energia fluida radiante [4] che l’Anima tesse prima della discesa nella materia, collegandosi poi al veicolo eterico e fisico mediante filo fluidico. Le reincarnazioni portano con sé l’oblio, ma ciò che rimane vivo da ognuna di esse è il sentimento che gradualmente si sviluppa risvegliando la coscienza, e questo sentimento è la condizione più o meno perfetta della costituzione del veicolo astrale. Il rapporto in cui l’Anima sostanziale viene a trovarsi nei confronti dell’unità astrale-eterico-fisica è dovuta a due movimenti evolutivi che si formano:

1) quando l’uomo pensa e spinge il suo pensiero verso ciò che è materiale, avviene l’oscurità del pensiero poi del sentire;

2) quando l’uomo spinge il pensiero verso l’alto, avviene il vivificarsi del pensiero e del sentire.

Il sentire quindi è il risultato di questi due movimenti, il pensiero invece proviene dall’Immensità ed è una funzione prettamente animica. Se vogliamo assimilare tutta l’energia che vitalizza lo spirito e permette all’uomo di vivificare l’intelletto, è necessario saper sciogliere il legame materiale dallo spirito. Per ottenere questo scioglimento è necessario l’analisi intima di tutto ciò che è il

complesso della vita fisica e sentimentale, perchè l’Energia si è dilatata e moltiplicata ed è stata creata questa suddivisione per aiutare l’uomo, per ravvivare il suo intelligere spirituale. Il “Quid” che anima l’uomo ha impronta triangolare (Potenza, Amore, Sapienza) facoltà che abbiamo assopito con la discesa nella materia. Ciò che agisce invece negli altri regni della natura è radiazione entelica, quindi è un vivere non per anima, e la loro evoluzione è un progredire per nuove fatturazioni, che nel complesso delle loro energie servono al vivere umano. La scienza pensa che il corpo fisico dell’uomo derivi dall’animale, e che esso rappresenti il culmine di una evoluzione dai monocellulari in su, stando a ciò che abbiamo detto sopra, non può essere vero, in quanto il movimento minerale, vegetale e animale è guidato dalla Legge, mentre il movimento umano è guidato nella maggior parte dall’anima stessa. L’evoluzione non avviene solo tramite la materia, nell’Infinito vi è una scala evolutiva di ascesa ininterrotta e si ascende per quella scala senza materia, soltanto per radiazioni. Il nostro corpo fisico, oltre possedere i veicoli di energia di cui abbiamo fatto cenno, possiede anche una coscienza propria, per quanto limitata, però sufficiente da richiamare l’attenzione dell’uomo stesso quando ve ne sia bisogno; quando il corpo ha bisogno di cibo o di bere acqua suscita nell’individuo il desiderio di mangiare e di bere. In queste funzioni fisiche non è l’uomo che vuol mangiare e bere, ma solo il complesso energetico fisico eterico del corpo che richiama queste necessità. Questo ha sufficiente abilità per proteggersi, dovuta alla lunga abitudine acquisita per eredità; quando è attaccato dai germi di una malattia, schiera i suoi eserciti di fagociti per combatterli, se è ferito, organizza le cellule per riparare i tessuti distrutti; quando il corpo dorme tira su le coperte del letto per ripararsi dal freddo o si rivolta per riposare in un’altra posizione. Questa coscienza o sensibilità corporea è pure legata alla produzione dei sogni. Esistono due specie di sogni: il sogno fisico e il sogno animico.

Il sogno fisico è dato dalla coscienza del corpo, coscienza che è indipendente dalla coscienza dell’uomo e che esercita la sua attività al di là dell’intervento e dominio dell’uomo stesso. Questa coscienza è quella che produce i sogni cosiddetti fisici; questi sogni non hanno alcuna relazione con la vita interiore dell’uomo, ma simbolizzano solamente uno stato o condizione del corpo fisico o dei fattori esterni che influenzano il corpo medesimo, come rumori di qualsiasi genere, ecc.

Il sogno animico invece, è caratterizzato dal fatto che l’uomo vive le immagini spirituali e ne riporta ripercussioni, simboliche. Questo si verifica quando l’uomo vive nel veicolo astrale, ma il veicolo astrale è unito al veicolo eterico, ma separato dal corpo fisico.

Il sogno senza sogni si ha quando il veicolo astrale è disunito sia dal corpo fisico come dal veicolo eterico.

Il sogno animico può nascondere delle predizioni anche importanti, esprimendosi solo per via di simbolismi. Si deve acquistare molta saggezza e competenza per interpretare i sogni. Tenere presente che grande importanza ha il fatto di fissare l’ultimo pensiero prima di addormentarsi, su cose pure ed elevate, praticando regolarmente questo sistema si otterrà un controllo dei sogni medesimi, si potrà sognare consigli utili, inoltre è molto essenziale che l’individuo durante la vita di veglia ordinaria prenda l’abitudine di pensare in modo continuo e concentrato, in questo modo si avrà un perfetto controllo dei pensieri.

[1] Bibbia - S. Paolo Prima lett. ai Corinti Capo XV, 45 “Difatti, così sta scritto. Il primo uomo, Adamo fu fatto anima vivente” [2] La condizione di razza ha avuto origine quando si è formato il corpo fisico dell’uomo. Essa è una causa dovuta allo stato animico esistente al momento della densità e non ad una condizione di evoluzione fisica come molti pensano [3] Il veicolo eterico è il legame tra astrale e fisico e serve per vivificare e tenere in vita il corpo fisico [4] L’energia astrale è l’inizio progressivo della densità e precisamente della composizione

Armonia e disarmonia

Tutta la vita terrena segue una evoluzione che ha lo scopo di risvegliare nell’uomo le sue divine possibilità animiche offuscate dalla materia. L’evoluzione terrena è governata da una legge che è intimamente legata alla morale, chi non la comprende o di proposito la trasgredisce, ritarda il proprio progresso; chi invece la capisce e nello stesso tempo coopera con essa, progredisce rapidamente e può essere di aiuto agli altri.

La legge che governa l’evoluzione è quella detta “Legge di causa ed effetto” cioè non può esservi effetto senza causa ed ogni causa deve produrre il suo effetto. Essa è Legge di Amore e di Giustizia. L’analisi di questa legge a prima vista può sembrare incomprensibile, eppure ciò può spiegarsi molto semplicemente; tutto l’Infinito è Armonia assoluta, governata dall’Amore, quindi questa legge che viene comunemente chiamata dalle filosofie di “causa ed effetto” e dalle religioni chiamata di “premio e castigo” non è altro che “Armonia e disarmonia”. La precipitazione (o ribellione) di cui abbiamo fatto cenno in precedenza è la causa prima e noi nella nostra condizione materiale, siamo l’effetto di quella causa. Chiunque può constatare ciò nella meccanica e nella chimica. Infatti nel campo fisico l’azione è seguita dalla reazione quasi immediata; nel campo supersensibile invece le cose cambiano, ecco perchè la Legge non è facilmente comprensibile per noi. La differenza sta nel fatto che nei mondi supersensibili la reazione non è istantanea, talvolta si può estendere a lunghi periodi di tempo e spesso non ritorna nella medesima vita ma bensì in quella futura. Ogni errore da noi commesso lascia un’impronta nel nostro nucleo animico, queste sono le cause, gli effetti, invece, possono verificarsi anche durante il corso della vita medesima, ma come in genere avviene, in quelle che seguiranno e sono caratterizzate da dolori di ogni genere sia morali che materiali. Per comprendere il funzionamento di questa Legge, occorre partire da una premessa. Quando lasceremo le spoglie mortali ci troveremo nel mondo supersensibile. A questo punto man mano perderemo i corpi (o veicoli) più sottili, così di strato in strato ritorneremo al punto dove eravamo partiti, ciò avverrà in periodi di tempo più o meno lunghi, che possono essere giorni, mesi,

anni e centinaia d’anni e anche in certi casi millenni (questi periodi e le rispettive condizioni di coscienza [1] sono legati al grado evolutivo raggiunto). Il nostro nucleo animico, quando avrà col risveglio dal sonno eventuale, ecc. macerati gli errori commessi giungerà ad una certa pace animica. Se la purificazione non è completa da questo punto può sollecitare la sua ascesa per propria volontà oppure spinto dalla legge medesima in qualche caso, scende nel mondo terreno per una nuova reincarnazione. Prima della discesa nella carne sceglie col proprio libero arbitrio le tare che ritiene e che vede necessario eliminare al fine di elevarsi sempre più verso la purezza, è un movimento che compie che può definirsi “rito”, entra in ogni strato raccoglie da una immensità tutte le energie necessarie per il suo rivestimento di anima e giunge finalmente nell’astrale, raccoglie altra energia per comporre il veicolo astrale o fluidico, indi successiva energia (eterica) per il legame tra fluidico e fisico. L’ultima è la fase più acuta. Si noti che non solo si sceglie la nostra condizione di vita fisica, si sceglie pure il momento e la condizione della nostra morte fisica e come pure i legami con gli altri. Tuttavia una volta reincarnati l’aiuto ci segue sempre dall’Alto, anche quando non lo chiediamo. Quando la nostra vita terrena riprende veniamo presi dalla legge dell’oblio, la quale non ci permette di ricordare i nostri precedenti (e ciò è pure logico in quanto la vita terrena non potrebbe raggiungere gli scopi evolutivi che si prefigge), quindi resteremo solo con ciò che saremo riusciti ad incidere nel nostro nucleo animico, con terribili sforzi e con la massima buona volontà. Alla morte terrena abbiamo il consuntivo di ciò che è stato portato a termine e di ciò che rimarrà ancora da fare in un’altra eventuale incarnazione. Quindi da ricordarsi: nessuna condanna, è l’Essere che si sente colpito allorquando non ha compiuto atti di armonia e di amore.

Perciò chi non segue la morale, ritarda certamente la propria evoluzione e danneggia il prossimo, perché il nostro libero arbitrio si incrocia con l’arbitrio degli altri, cosicché oltre dover guidare il nostro arbitrio, possiamo essere influenzati da quello degli altri e molte volte doverlo subire, pur avendo la volontà di dirigersi secondo le nostre capacità evolutive. Questo intreccio cogli altri, noi molte volte lo chiamiamo “casualità”, mentre non è affatto il caso, questa congiunzione con altri esseri, non è che il legame reincarnativo, sono patti fatti prima di scendere, e qui semplicemente ci ritroviamo. La legge di Armonia e disarmonia, fornisce la spiegazione di molti problemi della vita ordinaria, essa spiega i diversi destini della gente, nonché le differenze nelle persone stesse. Dopo quanto sopra detto, si può affermare che l’uomo è il proprio legislatore,

dispensatore della propria gloria o oscurità, la legge della reincarnazione è la chiave rivelatrice della verità, la medianità è la conferma e la legge di Armonia e disarmonia è il meccanismo. In altri termini, essendo l’Infinito perfetta Armonia noi nella materia siamo dei disarmonici di conseguenza l’Infinito che è tutta Armonia, cioè Potenza, Amore e Sapienza, ci trasformerà col tempo e ci farà ridiventare armonici, perchè ogni disarmonia da noi commessa ci procurerà sofferenza che ci indurrà ad aprire, nolenti o dolenti, la nostra mente alla comprensione della strada che dovremo seguire per liberarci dall’errore.

[1] Vedere gli stati di coscienza: letargo, rimorso ecc.

La morte ed oltre la morte

La morte come pure la nascita sono fenomeni che dovrebbero far pensare al valore transitorio della nostra esistenza materiale. Nel mondo odierno, in linea generale, gli uomini non pensano a questo mistero, forse potranno pensarci all’ultimo momento quando questo starà per ghermirli, ed allora un certo terrore li prenderà e diranno:

“Dove andrò io adesso? Dio mio se ci sei abbi pietà di me!”.

La scienza ben poco può fare contro il fenomeno della morte [1] Molte volte la scienza parla di stato comatoso, e a questo proposito afferma: “Il coma è uno stato morboso caratterizzato dalla perdita, più o meno completa, della conoscenza. Lo stato di sonno e di abbandono in cui si trova l’ammalato può essere parziale o profondo. È sempre uno stato grave e può essere causato da alcune malattie”. Secondo le rivelazioni ultrafaniche, si potrebbe precisare che questo stato che viene chiamato “comatoso” esiste sempre, resta solo una differenza: è più evidente in certi casi: come ferite gravi, oppure quando si è affetti da alcune malattie, come diabete, uremia, malattie cerebrali, certi casi di cancro, ecc. Si tratta quindi, di più o meno evidenza, perchè questa condizione esiste in tutti i casi, essa rappresenta il momento in cui la nostra Essenza è a contatto diretto col mondo per noi nascosto, a contatto con coloro che furono; è allora che entra in quella sicurezza di essere. Eccovi una delle più significative descrizioni ultrafaniche del punto di morte [2] :

“Rientra l’uomo, per un attimo ancora, nell’umana conoscenza: scruta con lo sguardo intorno, non pronuncia verbo, emette il gran sospiro che è il distacco dal fisico dell’energia fluidica: è come la rottura di una corda di strumento. Resta la forma inanimata, ancora tiepida; è l’azione dell’anima che continua ancora, per pochi istanti. Poi sentendosi viva, si guarda attorno, leggera;

riguarda e si meraviglia che la propria forma sia scomposta; ascolta il pianto degli umani che gridano da umani; poi prende la sua via per lo spazio, afferrata da energie, che sono espressione della Legge. E sale: sollecitamente o gradatamente, a secondo della semina fatta. Tutte le azioni sono in voi, feconde ed infeconde. Esse vi parlano: - è qui il giudicio: tu contro te stesso”.

Meditate su questo particolare e ricordate che nessuno dei vostri più cari e vicini parenti nulla possono in quegli ultimi istanti e voi sarete lasciati soli con la vostra coscienza. Noi siamo abituati a temere solo rischi umani, è troppo poco, è necessario conoscere meglio ciò a cui si va incontro quando si agisce male.

Oltre la morte la legge di evoluzione prosegue, cioè gli individui pur avendo perduto il corpo fisico proseguono la vita con i corpi o involucri più sottili, come si è già accennato nella natura supersensibile dell’uomo. Per avere un quadro più chiaro, riporto di seguito lo specchietto descritto nel libro “La Realtà del Mistero di Trespioli. Le rivelazioni ultrafaniche affermano che oltre la morte avremo tre categorie molto vaste di Stati di coscienza o condizioni di vita, i quali a loro volta si suddividono in sette cicli principali con svariatissime sfumature:

7° - Sapienza}

6° - Conoscenza} Esseri in via di perfezione immortalità

5° - Ascesa}

4° - Evoluzione} Esseri in evoluzione rinascita

3° - Risveglio}

2° - Rimorso}

1° - Letargo} Esseri gravosi rinascita

Esseri perfetti significa quelli che hanno raggiunto l’Immortalità, quindi non torneranno a rinascere sulla terra. Esseri in evoluzione, cioè esseri che hanno già compreso quale sia la vita il suo fine e cercano di indirizzare le loro azioni al fine della perfezione. Esseri gravosi, cioè esseri che hanno commesso errori gravi e non hanno compreso nulla dalla vita. In altri termini noi dobbiamo salire tre gradini: il primo è quello dove noi ci troviamo ed è composto di materia e di ragione: in questo gradino noi dobbiamo renderci conto della vita, delle ragioni di essa ed a non commettere più errori gravi. Il secondo è quello che, pur assoggettandosi ancora alla rinascita terrena, ci porterà al risveglio totale della nostra individualità: quindi cancellare tutte le ioni e gradualmente disperdere tutti gli attaccamenti puerili, dedicandosi al bene del prossimo e dello spirito schiacciando completamente l’egoismo. Il terzo gradino è quello che raggiungeremo quando la ampia conoscenza del bene e del male sia radicati in noi ed allora si avrà quella pace che solo la Divinità può donare (a questo punto saremo immortali). Di seguito riporto per intero le descrizioni ultrafaniche degli stati di coscienza o biotesi, pubblicati nel libro già accennato, dal Trespioli, in cui l’Essenza animica verrà a trovarsi secondo il grado evolutivo.

Letargo - Esseri gravosi

Vieni con me - disse il Maestro - che io ti prenda per mano come un fanciullo. a il limitare, come se fosse la sponda di un fiume. Guarda, guarda sin dove ti è possibile. Vedi? A destra sono rocce cineree; un calore scottante viene dalle pareti. Ebbene, guarda: le rocce stanno mutando forma; è una metamorfosi che

ha la sua causa nelle diversità delle energie componenti questa atomica atmosfera. Guarda: molti Esseri vi sono, e vogliono camminare tutti per quel sentiero che conduce a caverne più profonde. Perchè mai? Perchè di là viene un primo raggio di luce. Quella luce è la manifestazione della Legge; invita al risveglio. I fattori della vita sono in voi; siete voi, attraverso le vostre opere, che vi procurate il soffrire spirituale. Ma la legge tutti vi uguaglia, poiché anche per i ritardatari vi è l’ora della ascesa. Se Iddio è la somma potenza e la somma sapienza non poteva dare un costrutto imperfetto; tutto è sapientemente disposto con amore e giustizia. La popolazione immensa è di color bigio, come l’ambiente; corpi fluidici, dell’umana forma, giacenti sul suolo di cinerea nebbia, raggomitolati su sé stessi come bestie in sonno. Dormono e sono desti; sentono il ronzio della vita ata nel sopore della fuliggine afosa. Nella vita terrena erano gli non evoluti: anche se furono dotti. Qui cozzano le ioni più o meno violente; qui ano anche coloro che lottarono per la gloria, per il potere, immemori o nemici dei fratelli e dei sudditi, li attenderà, coll’acuirsi della ricordanza il mare morto del rimorso.

L’abisso del rimorso - esseri molto gravosi

Scendiamo. Scendiamo là dove non è luogo, ma stato di pensiero; stato di oppressione angosciosa, determinato dal risveglio di ricordanze tristi, malvage, atroci; è il rimorso che azzanna, che punge, che attanaglia, che arroventa, che piaga, che sbrana. Tutto è come la fatalità della notte; nulla si vede nel buio denso. Aguzza le pupille: ombre umane, fluidiche, bigie, nere; una turba fitta di tremanti, tremanti sotto il rombare incessante di tuoni ed il guizzare sinistro di lampi; nel buio e nel silenzio cupo è il fragore della folgore. La paura agghiaccia, inchioda; e per paura ognuno vorrebbe fuggire; tuttavia ognuno è sballottato nell’infinito tetro. Ma come il Letargo, anche l’Abisso dei rimorsi è un aggio: nessuno si ferma. Forse taluni vi sosterranno per millenni, perchè perversi, ma pur essi andranno oltre. C’è nel buio, uno spiraglio di luce confortatrice, per cui si ha la coscienza del perchè del dolore. Alla debole luce lontana a malapena si intravedono le ombre; e il desiderio le rode di conoscersi l’una l’altra; e si fissa, si fissa, ma l’occhio non discerne; si sta in ascolto, e l’udito non afferra; è l’attesa, un’attesa che snerva, che ossessiona, che eccita sino all’inverosimile. Spaventevole è il flusso ed il riflusso delle energie ad onde

che mugghiano, che sibilano, che urlano: è stridore di denti, è fame atroce, è sete che strangola, sono punte aguzze che straziano, sono cerchi di fuoco che aprono piaghe, sono verghe di ferro elettricamente mosse che battono, sono burroni che spalancano e in cui si precipita sono naufraghi nella melma che puzza, è lo schifo, è il miasma, sono l’ululo o il ruggito o le strida di belve affamate, sono le fauci spalancate di idre immani che afferrano e maciullano. Non realtà fisica: più orrenda ancora: è una realtà dello spirito: è il rimorso che assume le forme più fantastiche, più atroci, più orrende; nella realtà fisica un tanto tormento non esiste; nella realtà psichica sì, spaventosamente.

Il risveglio - esseri in evoluzione

È un’atmosfera tendente al bigio; ha il pallore delle notti di luna. La Luna qui ha una luce fioca, e la via Lattea immensa per le innumeri nebulose; ed oltre, eserciti di nebulose, di asteroidi. Un scintillio di miliardi e miliardi di sciami di lucciole, pare. Non danno luce. Il pallore diffuso. Sin dove? Ovunque sempre, oltre ogni pensabile confine. Luna, asteroidi, sono stazioni di aggio, all’inizio dell’Astrale. Gli Individui disincarnati sono Individualità fluidiche vaganti, che, superata l’oppressione degli errori e delle colpe, si librano cercando di tappa in tappa, di volo in volo, l’acutezza mentale, la maggior potenza pensativa, quindi la purificazione spirituale per giungere al Vero. Avanti. Ancora nel pentimento le sofferenze; ancora le terrene tendenze e le umane ricordanze, ma una grande bontà. ed una grande fede, e le anime vaganti in questa zona intermedia sono gli Spiriti che vengono, amorosi, a sorreggere i loro cari nelle avversità, vengono da questa zona intermedia nel sogno e per le vie misteriose dei nostri corpi più sottili, a consigliare, a premunire, ad incuorare, a confortare, ad ammonire.

Evoluzione - esseri in evoluzione

Ascendere è evolvere. Tutto si trasforma e nulla muore, per primo cantò Ovidio. E i mondi seguono la Legge. Oltre l’atmosfera del risveglio delle anime è

l’evoluzione di esse, salienti verso mondi a noi soltanto noti nello splendore delle notti. Tutti i pianeti del nostro sistema, oltre il risveglio, sono stazioni di lotte sublimi per sublime fine. E l’atmosfera che i mondi congiunge è un infinito denso di vite spirituali, libere dalle scorie deterse, leggeri fantasmi luminosi; sono anime libere dal corpo fisico non solo, ma il cui corpo fluidico si è fatto di una chiarità, di una trasparenza angelica. Salgono in Mercurio e in Venere e in Marte, le tre stazioni di un cerchio atmosferico dove le energie etereo-dinamiche non hanno più il grigiore della zona del risveglio, ma una limpidezza assoluta. La pesantezza dell’atmosfera elettro-magnetica della zona

amorfa, accascia, intorbidisce l’attività pensativa delle Individualità tuttora oppresse da una fluidità pregne di scorie e di miasmi, sì che il corpo etereo porta con sé le ioni, le tendenze sinistre, i rimorsi degli atti della vita terrena; salendo nell’etereo-dinamico del risveglio, si fa sempre più lieve e diafano il corpo odico del Barante (Essere gravoso); ma è soltanto nella zona dell’evoluzione che i corpi fluidici sono limpido specchio di anime rigenerate: corpi astrali. Astrali, non perchè nelle atmosfere dove turbinano gli astri, poiché ivi ed ovunque son pure le biotesi (stati di coscienza) del Letargo e dell’angoscia, ma astrali perchè di una trasparenza luminosa. Tuttavia anche nella quarta sosta della vita spirituale, non si ha la purezza assoluta; questa sarà completata soltanto nell’Infinito dell’ascesa per lanciarsi poi verso la conoscenza e la sapienza.

Ascesa - esseri in evoluzione

Dall’atmosfera di Giove comincia per noi terreni l’infinito dove l’atmosfera si fa vivida: è l’atmosfera energetica omogenea. Ivi si è immortali. Se le Essenze trovano il compimento della loro evoluzione spirituale in Marte, dove si affina il genio, in Mercurio ed in Venere dove si perfeziona il sentimento; se da Matte si aleggia in Mercurio ed in Venere alla ricerca dell’anima gemella, per riprendere l’organismo terreno in più elevata esistenza e con certezza di amore, conforto della vita umana malgrado le nuove lotte, a Marte si ritorna ancora da chi, perfezionato nell’ultima terrena esistenza, avrà necessità dell’estremo

insegnamento, e poi, poi volerà in Giove. Non più soltanto l’amore puro e la acuta intelligenza occorrono per essere idonei a vivere nell’atmosfera dell’ascesa: occorre aver avuta “volontà di bene”.

Conoscenza - esseri perfetti

Con la tua potenza animica sali con me nella via luminosa dell’Infinito. Eccoti una prima visione: un immenso strato che va dall’azzurro intenso ad un azzurro biancastro; in questa sfera si tesse la fantasmagoria delle luci radianti nelle forme svariate di stelle, dalle colorazioni più varie. Oltre, al secondo ciclo, in un giallo oro, iridescente nelle sue simultanee contrazioni di energie: volgendo la vista, puoi raggiungere le vette più alte, simili a bagliori di diamanti incastonati in azzurro indaco: è come il regno delle gemme e di picchi iridescenti. Sali ancora: entriamo nel terzo spazio, anche esso infinito, dove gli elementi si fondono plasticamente come morbidi tessuti scossi dal vento. In questo infinito soggiorno gli Esseri concentrano la loro potenza pensativa, sì che abbiamo in contrasto armonico fra il bello delle energie vaganti ed il sublime del pensiero in azione. Da questo infinito partono scintille del Sapere, espandendosi in vortici vibranti sino alla Terra ed ai Mondi, dove altri Esseri attendono l’ascesa. Ed il grande maglio, che è la Legge, batte col triplice segno della sua potenza. La Legge, che è Amore, rinnovo, giustizia, queste forze fonde nelle consimili sorelle: evoluzione, conoscenza, sapienza.

Sapienza - esseri perfetti

Le sfere rappresentano la graduatoria del Conoscere, e il punto massimo del Conoscere è Sapienza, conoscenza che penetra il mistero. La Conoscenza, in senso più generico, avrebbe tre gradi: il primo nel mondo astrale, dove è l’Universo pur esso infinito; il secondo grado è la potenza del Conoscere, che abbraccia non soltanto l’astrale Universo, ma tutte le leggi che dominano in quello e, a maggior ragione, nel piano fisico; di qui l’inizio dello scintillio dell’infinito Sapere, dove nulla c’è d’ignoto e tutto è illuminato dall’Amore.

[1] Infatti avrete notato che molte malattie mortali sono state eliminate, ma avrete pure osservato che ne sorgono delle nuove. L’uomo è libero di migliorare sé stesso; in conseguenza la morale e la società, ma non può eternizzare la materia. [2] Trespioli: La realtà del Mistero

La visibile manifestazione Divina nel mondo terreno

Solo chi ha veramente compreso chi è Cristo e che cosa rappresenta può credere ai numerosi miracoli ch’Egli fece durante il Suo aggio in forma tangibile. Pur tuttavia, anche oggi, per quelli che ancora non hanno compreso, in altre parole, per quelli che hanno occhi per vedere eppure non vedono, hanno orecchi per sentire eppure non sentono, si può affermare che esistono delle manifestazioni che dimostrano al mondo terreno la grande Verità. Non parlo delle manifestazioni medianiche, le quali dovrebbero essere sufficienti per svegliare la coscienza, ma vi sono pure altre manifestazioni tra le quali una delle più significative: le Stimmate. Le Stimmate, ad esempio, di Padre Pio, recentemente scomparso, erano una manifestazione interiore d’anima in cui il raggio delle Energie Superiori toccava la carne. Questa creatura segnata potenzialmente dimostrava al mondo la grande Verità. Quei segni dicevano agli uomini “Possibile che voi non possiate vedere le grandi realtà che Io vi sottopongo?”. Chi non conosce l’occulto spirituale vedeva dei fenomeni patologici in Lui, invece si trattava della preparazione alla Sua trasformazione fisica. Infatti Egli poteva nutrirsi anche di sola acqua. Era come noi siamo, a un dato punto è avvenuta la trasformazione che gli permetteva la veggenza e la bilocazione. Egli poteva leggere nel cuore di tutti noi ed era in pieno possesso della conoscenza eterna. La sua Anima è stata scelta per la dimostrazione, essa è stata inviata sulla Terra, non è scesa spontaneamente, non aveva debiti reincarnativi (Rivelazione ultrafanica). Essa era missione, così come quella di sco d’Assisi. Che significa nella sua sostanza la manifestazione delle Stimmate. Provate a meditare su questo che viene definito “fenomeno” da chi non sa rendersi conto di questa Verità. Non vi siete mai chiesti perchè le Radiazioni Potenziali Divine quando vengono a contatto di un Essere umano lasciano le impronte della crocefissione? Se foste più acuti col pensiero arrivereste a comprendere con sicurezza, che la manifestazione ha luogo, in quanto noi umanità non abbiamo inchiodato sulla croce un umano qualsiasi, ma bensì la Divinità. Per evitare confusioni, occorre precisare, che esistono altre forme di Stimmate che possono chiamarsi suggestive, le quali differiscono molto da quelle citate sopra, esse non lasciano segno, sono dolorosissime, periodiche e possono capitare anche ad uno non completamente puro per richiamo.

Una di queste ultime manifestazioni è possibile osservarla a S. Secondo Parmense (località a 18 km. da Parma) dove abita una contadina, semplice di modi, di nome Gina, dall’età di circa 55 anni, la quale il giorno 24 di ogni mese ad una data ora emette, con dolore, sangue dal palmo della mano destra e al centro della fronte, togliendo il sangue, cosa che viene fatta con fazzoletti dalle persone che vengono ad assistere a questa Realtà Spirituale, sulla mano e sulla fronte non rimane alcun segno o cicatrice. Dopo la manifestazione di queste Stimmate suggestive, l’interessata diventa per qualche ora veggente. Numerose sono le persone che l’hanno visitata e vi è stato qualche caso di guarigione di ammalati. Ricordo altresì, che le manifestazioni Potenziali possono essere visibili anche sulle cose, tanto per citarne una, vedi ad esempio le Particole custodite nella Basilica di S. sco a Siena, che si mantengono intatte da più di 200 anni, contro le leggi della materia.

Il mistero del Golgota

Gli uomini molto hanno scritto e parlato di Gesù, ma si è anche potuto notare i diversi dissensi interpretativi sorti tra gli studiosi che si sono addentrati nei labirinti filosofici ed hanno compiuto indagini ovunque, ricercando documenti per essere illuminati su quella verità che fugge e rimane nascosta. Le Sacre Scritture che ci furono tramandate molte volte si sono interrotte e nelle numerose traduzioni è stata scritta la parola che non fu pronunciata, perchè essa costituiva il mistero del Cristo. Che cosa ha visto l’Umanità di Lui, che cosa ha udito e che cosa ha raccolto? Si è raccolto ben poco e si è udito ancora meno. E allora a che cosa è servito il Suo aggio sulla Terra se nulla dice, se tutto resta come se Egli non fosse venuto? Questa è l’espressione di coloro che non hanno inteso, che non sanno intendere, e che dovranno camminare assai per le vie del mondo, prima di poter dire: “si Egli è”. Coloro che hanno voluto analizzare e criticare nel senso umano, costoro hanno deviato e si sono smarriti, perchè nel cuore non c’era l’Amore vero; e allora chi è Gesù? Cos’è questa luce che si diparte da Lui? Esso è l’Amore Divino che si è reso tangibile agli uomini per insegnare la Sua Legge. Gesù radiazione del Centro di Vita, quindi Divinità nel vero senso della parola, formò da Sé quel veicolo mediante il quale si manifestò all’Umanità. Il distacco dal Centro non fu che apparente; la corrente Divina rimase pur sempre allo stato primo di potenza. Fece piccola la forma per manifestarsi in un primo tempo e non prese affatto dalla Donna corpo organico, checché si dica [1] Si compose la nascita come un fatto naturale umano, perchè così doveva essere in quell’epoca.

Al duodecimo anno comparve nel tempio: la Divinità si espresse coi Dottori. Bada bene, i genitori, cioè i custodi, andarono alla ricerca: non lo trovarono in un primo momento, poiché Egli si era già isolato dalla Terra, cioè aveva scomposto il Suo corpo. Lo ritrovarono nel tempio e poi lo condussero nelle adiacenze della casa. Che avvenne? Il mistero si iniziò: ascese Egli alle sfere, restando in contatto coi custodi e, nella data segnata, ritornò alla predicazione, durante la quale dava alla forma maggiore e minore solidità, a seconda delle circostanze. Si può pensare: “allora non soffrì, come Dio poteva evitare il

soffrire”. Egli compì intera la redenzione assoggettandosi ai dolori sensibili che può sentire un corpo umano, non solo ma Egli aveva in Sé tutto il soffrire dell’Umanità e, in quella sofferenza, che perdura tuttora, Egli fece conoscere agli uomini la Legge del Centro di Vita; con le Sue stesse espressioni, non di debolezza, ma di conferma della Divinità. Si mostrò divino allorquando fu condotto davanti al governatore, ed alla domanda: “Tu sei figlio di Dio?” “Tu lo dici”. Altra verità che brucia e che consuma. Espresse l’Amore divino sul Golgota e, allorquando fu percosso: “Padre, perdona loro, perchè non sanno quel che fanno”. Ciò significa che Egli, con la Sua potenzialità divina poteva polverizzare gli uomini, sopportandoli, manifestò la Legge di evoluzione e cioè coloro che non conoscono la legge avranno giudizio secondo. Quando Egli rispose: “Sono Io” a quelli che venivano per arrestarlo: essi caddero a terra; non è un’altra manifestazione della Sua Potenza? La Divinità si espresse nel sussulto degli elementi della natura, che si scossero nelle loro energie, quando avvenne il distacco divino dalla Terra per ritornare ad ascendere al Centro stesso. Gesù fu la divina espressione della Legge di Armonia: la stabilì, la coordinò, diede agli uomini il riscatto del suo sangue, che è vita di tutte le vite. Ed ancora la Divinità si manifestò nel Suo linguaggio puro col “Date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di Dio”; e qui va intesa la vita materiale degli Esseri, che necessariamente debbono subire o più o meno faticare per trarre benefici vitali; benefici materiali che, vengono colpiti dalle leggi umane con imposizioni fiscali di ogni specie. Il Cristo medesimo osservò questa legge e la fece osservare ai suoi. Ma la portata dell’avvenimento Cristico è ancora più importante, non solo Egli venne a stabilire e coordinare la Legge, Egli ha introdotto un impulso spirituale in tutte le anime capace di annullare la forza negativa dell’egoismo che era penetrato profondamente negli uomini.

Ecco perchè Cristo, da allora in poi e, “fino alla fine dei Mondi”, è presente in ogni anima, e vibra con la Sua Luce Potenziale al fine di far ritrovare alle Sue creature la Via dei Cieli, al fine di portare le Anime all’espressione e comprensione del Messaggio d’Amore che Egli ha lasciato fra gli uomini e fra i “morti”, che a quell’epoca vivevano nei mondi invisibili. La redenzione del Cristo è corsa anche fra le anime disincarnate che vivevano nei mondi supersensibili. E così si spiega perchè Cristo “discese fra i morti per tre giorni”. Egli discese fra i “morti” per redimerli, per incorporare anche nella loro Individualità, nel loro Nucleo animico, il Raggio Potenziale della Vita Eterna e della Illuminazione. Si legge nel Vangelo: “Infatti il Figliolo dell’uomo è venuto

a salvare ciò che era perduto”. Qualcuno pensa: “Ma se non fosse apparso il Cristo, gran parte dell’umanità sarebbe stata destinata a scomparire? O quale altra sorte avrebbe colpito questa umanità?”. La sorte sarebbe stata ben dura. Al punto massimo della discesa entro la materia, cui era giunta allora l’umanità, se l’impulso del Cristo non fosse avvenuto l’umanità sarebbe discesa sempre più nella materia e avrebbe finito con lo smarrire completamente il contatto con lo Spirito. L’Umanità non sarebbe scomparsa, avrebbe continuato ugualmente a “vivere” fisicamente, sensibilmente, ma non avrebbe più potuto ritrovare la via per vivere spiritualmente. Cristo ha ridato alle Sue Creature quella poderosa spinta che ormai permette di risalire verso i Cieli Spirituali, questo è il significato dell’apparizione del Cristo. Egli andò insegnando predicando durante tre anni, peregrinando fra le genti. Ma non tutti hanno compreso quanto Egli abbia detto o quanto abbia voluto dire. Gli insegnamenti superiori il Cristo li rivelava chiaramente soltanto in privato ai Suoi discepoli. Se il Cristo avesse parlato alle genti nei termini in cui ha parlato invece ai suoi discepoli, gli uomini di allora nella loro massa non avrebbero compreso e non sarebbe rimasta l’eco profonda della Verità da Lui rivelata alla luce fisica del Sole e che ormai si agita e si agiterà per sempre, anche se inconsciamente in ogni essere. Quando Cristo sparse sul Golgota il Suo sangue, corse per tutto il mondo un fremito e, si può dire, che la quantità eccessiva dell’egoismo che serpeggiava fra l’Umanità, venne attirato nel “fuoco purificatore” dei Mondi Spirituali. L’Umanità viene così liberata da una forza negativa. Il Suo sangue è Battesimo che vivifica e per Battesimo si intende il contatto che Egli prese direttamente con l’Umanità, contatto che ancora rimane e che non si disperderà in eterno.

“Amatevi l’un l’altro come Io ho amato voi. lo sarà con voi fino alla fine dei secoli”.

Bisogna saper penetrare, vivere, in queste parole; saper far vivere in esse l’anima nostra, nell’Amore del Cristo, in quell’Amore che Egli ha donato a tutti, senza nessuno giudicare. Quando l’uomo dice: “Io mi sento buono” commette un atto di superbia. Gesù, sulla croce, conclude il ciclo della Sua manifestazione terrena: pensate forse che in quegli istanti vi sia stato dell’angoscia in Lui? O credete forse vi sia stato il tremito dell’umano che sente strapparsi la vita? No. Vi era e c’è ancora il gemito dell’Amore Divino invocante su quell’Umanità, che si

dilania, volutamente e che Egli cerca di arginare.

La nostra anima è fatta con la Sua Sostanza e ogni volta che la nostra mano si alza per compiere un gesto di infecondazione contro la legge, noi battiamo e ribattiamo i chiodi nelle membra Divine.

[1] Il Cristo è la Divinità, quindi non è possibile mettere dei limiti alle Sue attribuzioni, che sono la Potenza, l’Amore e la Sapienza illimitati, perciò con questi presupposti, essendo Egli Signore di tutte le energie, è in grado di ottenere qualsiasi manifestazione tangibile. Dal Suo costato uscì sangue e acqua, è verità, come pure è verità il Suo apparire e scomparire, fatti che si possono rilevare anche nelle brevi note evangeliche.

I periodi sconosciuti della vita terrena di Gesù

Moltissimi si chiedono come mai teologi e ricercatori in genere non siano riusciti, nonostante il lungo tempo ato, a far luce sul periodo della vita terrena di Gesù dai primi anni di vita fino ai 12 anni e da questi fino ai cosiddetti trent’anni. In proposito molto è stato scritto, ma si può anche notare che molta confusione mentale regna su ciò che è stato ricercato; c’è chi raffigura Gesù falegname, chi un Super uomo, chi ammette che Egli abbia avuto fratelli e cugini, chi Lo fa entrare nella Comunità degli Esseni per imparare l’occulto movimento e c’è perfino chi Lo raffigura all’altezza sì e no di un Profeta. Queste affermazioni obbrobriose, chi le crede o chi le conferma dimostra di non aver compreso chi è Gesù il Cristo. Ciò che ci è stato tramandato dice: il Cristo appare nascendo e coloro che videro lo hanno detto e ripetuto, così che, ciò che si chiama “storia” ha tradotto questa Realtà, che si può definire “l’apparizione materiale del Cristo sulla Terra”. Ma nella sostanza questa manifestazione è ben diversa. Egli camminava come tutti gli umani per le strade, il Suo piede fisico calcava la pietra, eppure sorvolava la pietra, sorvolava le acque, andava all’in giro a fianco dei Suoi e in un attimo era lontano; sfuggiva di mano a chi voleva afferrarlo e alle volte i Suoi non lo riconoscevano. Un uomo fisico non può trasformarsi così da un istante all’altro. Ma non ricordate il detto: “Io ed il Padre siamo Uno”. Chi è che può fare una simile dichiarazione, neppure il figlio umano che ha un padre non dirà mai: “Io sono uno col padre” anzi dirà “Io ho la mia personalità e mio padre ha la sua”. Quindi affermando “Io ed il Padre siamo Uno” dimostra che Egli è la Divinità. Chi cerca di arrivare con l’intelletto alla conoscenza della Vera natura del Cristo ricorrendo alle notizie storiche, mitiche e leggendarie non può arrivare a far luce sulla Sua figura intima, ma si perderà nel labirinto dei “se” e dei “ma”. Per far luce su tutto il mistero che avvolge la figura del Cristo occorre da parte nostra avvicinarci all’essenza stessa dell’anima nostra e risvegliarvi quell’Amore che Egli ci ha donato per ritornare a Lui nel Suo Regno, perchè Egli non si lascia afferrare se non da chi ama. Quando Gesù dice: “Io sono Uno col Padre” non avete notate che Egli parla del Padre in un senso come se il Padre non appartenesse solo a Lui, ma appartenesse a Lui come a noi? E quando altre volte usava il linguaggio del Padre (cioè quando Egli stesso si rivolgeva al Padre) era per farsi intendere da chi meno comprendeva.

Gesù radiazione del Centro di Vita, quindi Divinità operante per ottenere la Sua presenza terrena, riunì in sé assorbì ed assimilò, quel quantitativo fluidico etereo necessario per riprodurre la forma tangibile. Egli non prese dalla Donna corpo organico, sebbene quel quantitativo di energia densa idonea a riprodurlo con forma concreta. Quindi il parto non fu organico ma astrale. Il Cristo Potenza in atto, Signore di tutte le energie rendeva più o meno densa la Sua figura secondo le necessità, quindi fu visibile con la nascita, che agli uomini nella loro massa, doveva (per necessità dell’ora) apparire come una nascita normale terrena, fu visibile al duodecimo anno nel tempio quando si espresse coi dottori e ritornò ad essere visibile durante i tre anni della predicazione. I periodi che rimangono coperti dal mistero sono appunto quei periodi in cui Egli non era visibile agli occhi del Mondo in quanto era asceso alle sfere, pur restando in contatto coi suoi genitori (custodi terreni), ecco la vera ragione del mistero che avvolge quei periodi e dei quali nessuno troverà mai alcun indizio sicuro sia storico che leggendario.

La nostra origine

La vostra origine è eterna: così afferma il Maestro. Il “Quid” che vi anima e che chiamate “Io” è, era e rimane. La vostra individualità elargitavi da un abbraccio intrinseco di un Amore Infinito che non vi viene mai tolta. Vi ha emesso l’Amore. Questo Amore [1] non è un Essere, è un “Quid” potenziale immenso che voi potete sentire profondamente nell’intrinseco palpito del vostro essere. Egli è Potenza, Amore, Sapienza il triangolo in una Unità. Questa Unità non è statica, vibra possentemente e per questo Suo pulsare, vibrare, ha emesso fuor di Sé ciò che ha intensamente amato. Ed ecco miriadi e miriadi di scintille radiose uscire da questo Palpito Immenso ed espandersi là dove non ci sono confini, dove gli strati non hanno un composto di energia densa. Ognuna di queste scintille radiose sono dotate della virtù di origine: sentimento, intelletto e volere di una elevatezza superlativa. Ma poiché sono dotate della più ampia libertà, una massa di queste Essenze divine pensò di poter essere in grado di emettere a loro volta. Questo pensiero infranse l’Armonia (riferimento alla cosiddetta “Caduta degli Angeli”), questa corrente fu seguita da molti, cosicché ha inizio una precipitazione e a grado a grado che il pensiero eccedeva ed usciva da Essi, a grado a grado si formarono delle Energie atte a fatturare attorno a questi Angeli caduti un involucro sempre più denso. Nei primi periodi di questa iniziale precipitazione non si trattava di materia vera e propria ma di una leggera ombra di rivestimento con forme a voi inimmaginabili che non avevano nulla in comune alla vostra figura attuale, soltanto permetteva loro di individualizzarsi. Quindi man mano che il desiderio causa di questa caduta continuava, così pure ebbero luogo continui periodi con sconvolgimenti di energie che finivano con una condizione di torpore e avevano risvegli in nuove forme sempre più dense, fino al punto che sentirono in loro stessi una vibrazione forte ed allora pensarono “perchè mai non possiamo noi a nostra volta moltiplicarci fatturandoci?”. In quel momento avvenne un altro avvenimento importante, cioè questo pensiero creò una suddivisione (indice di piena libertà) una parte non volle e pensarono di ritornare di dove eran venuti. Si allontanarono e chiesero col loro intenso pensiero all’Infinito Amore di accoglierli nuovamente. Caddero in torpore, si formò uno strato, rimanendo come in sospeso. La religione pone questi Esseri in un dato luogo che non era né inferno, né purgatorio (Limbo), quindi in uno stato di sospensione per rientrare donde erano venuti quando il Cristo ò sulla

terra. Gli altri rimasti pensarono “suddividiamoci in maschi e femmine” (Peccato originale) (2a precipitazione). Quale conseguenza di questo pensiero continuò la precipitazione strato per strato fino alla completa densità. Ebbe luogo quel periodo che viene detto Lemuria che fu la preparazione alla densità. Dopo la Lemuria, che ebbe breve durata, si formò il periodo detto Atlantide in cui si arriva alla densità organica. Si formò la Terra solida con tutta la gamma delle altre manifestazioni della natura. Questa formazione continentale e di oceani aveva questi ultimi assai più immensi di quelli attuali. Gli Atlantidi erano giganti come pensiero e come energie (conoscevano la loro origine), inoltre sebbene fossero già divisi in maschi e femmine non si congiungevano come voi, ma bensì ricevendo ordini. Ma incominciarono fino dal loro inizio di vita fisica, coi desideri, cosicché il desiderio che era come pulviscolo divenne gigante e di pari o si iniziò la legge del dolore. Noè è l’ultimo degli Atlantidi. L’arca significa il territorio rimasto intatto con coloro che erano destinati a continuare il cammino. In quel periodo incomincia il pensiero che voi chiamate positivo e diminuisce quello della conoscenza esoterica, affogando sempre più nella materia. Paradiso terrestre si può paragonarlo, il periodo quando ancora non esisteva il sesso, quando non c’erano i desideri e queste moltitudini avevano davanti lo splendore del Divino. La cacciata dal paradiso, si può paragonarla alla nascita della voluttà. La condizione densa è temporanea e dovrà lasciare il posto alla condizione fluidica. Quelli che pensano di eternizzare la materia commettono un grosso errore. Risulta evidente anche dalla scienza geologica che la Terra ha avuto e continua avere periodi di trasformazione che non solo investono il globo ma anche tutti i popoli che l’abitano. Il nostro sistema solare attuale sarà sottoposto a trasformazione come lo sarà il nostro Sole che è un’officina metalloide di energie residuali: dissociandosi determinerà scoppi atmosferici e non è destinato a solidificarsi ma bensì a scomporsi, di conseguenza si avrà un mutamento di tutta l’atmosfera del sistema con ripercussioni su quella terrestre. Per Soli si deve intendere altrettanti centri calorici di potenzialità massima, disposti dal moto in forma circolare. Oltre al nostro Sole in un gran cerchio altri Soli sfolgorano. Intorno ad essi turbinano i pianeti. Innumeri satelliti ed asteroidi ed anche quelle chiamate Vie Lattee. Ognuno dei sette sistemi del gruppo che per la Terra è centrale, infinitesima parte dell’intero gruppo degli Universi senza numero, ognuno di tali sistemi avrà un giro di dissociazione e di precipitazione. Ogni Sole centro d’equilibrio del proprio sistema. I sistemi solari sono nell’Infinito indipendenti gli uni dagli altri, pur seguendo il moto unico. Farsi un’idea umana dell’immensa trasformazione dei mondi non è raggiungibile dalla mente di uomo. La fine di questi sistemi non è la fine, ma significa nuova composizione di mondi, nuova costituzione di

corporazioni di astri, di sistemi solari, di universi composti di ricostruiti sistemi. Tutto il cosmo è vita di Esseri fluidici. Produzione di una volontà libera dell’Universo. Energie allo stato gazzoso: mai solidificazione che rappresenta il degenerare in materia. È una colpa che verrà cancellata, è un errore che avrà fine e sarà il ritorno alla vera vita.

[1] Non a caso il nostro massimo Poeta nell’ultimo canto della Divina Commedia scrisse: “l’amor che move il sole e l’altre stelle”

La resurrezione dei morti

Nei Vangeli si parla di resurrezione dei morti, molti pensano che si tratti della resurrezione dei corpi dei morti. Il concetto è errato perchè i Vangeli sono abbastanza chiari in proposito, non solo ma voler mantenere un simile concetto vuoi significare eternizzare la materia, mentre invece questa dovrà un giorno scomparire, perchè la materia è stata una conseguenza voluta dall’Umanità quando ancora la sua vita ani-mica si svolgeva nei mondi supersensibili. Gesù, rispose ai Sadducei, che negano la resurrezione: “Siete nell’errore, perché non capite né le scritture, né la potenza di Dio. Perché nella resurrezione, né s’ammogliano, né si maritano, ma i risorti nel cielo saranno come gli Angeli di Dio. In quanto poi alla resurrezione dei morti, non avete letto quello che Iddio vi ha detto: lo sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe? Non è dunque il Dio dei Morti: ma dei vivi”. Nella risposta Gesù vuol dire due cose: la prima che in cielo le anime non hanno necessità di ammogliarsi né di maritarsi, in quanto non avendo più il corpo fisico non esiste più la necessità di produrre corpi fisici e quindi la vita in cielo è tutto diversa di quella terrena e le anime prive del corpo materiale seguiranno la vita degli Angeli. Nella seconda, nei riguardi della resurrezione dei morti, Gesù afferma che Iddio ha detto a Mosè: “Io sono il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe”. Questo significa che in quel momento i Padri israeliti nominati si trovavano nel regno dei cieli, quindi morti come corpo fisico, ma vivi come anima. Giustamente Gesù aggiunse: “Non è dunque il Dio dei morti: ma dei vivi”. Nella parola “morti” si deve intendere quelli che hanno dimora nello spirito e che hanno abbandonato il corpo fisico. Quindi non il Dio della materia, ma il Dio dello spirito. Su questa interpretazione è facile errare, perchè noi siamo abituati a dare un valore al corpo fisico prettamente materialistico, mentre spiritualmente questo valore diventa limitato, infatti il corpo fisico deve servire lo spirito, per poi scomparire per sempre terminato lo scopo. A questo proposito nel Vangelo di S. Matteo al Capo XXIII, 27, Gesù paragona il nostro corpo fisico a un sepolcro, infatti afferma: “Guai a voi Scribi e Farisei, ipocriti, che siete simili a sepolcri imbiancati”. Perché Gesù dice simili a sepolcri? Il nostro corpo fisico non è forse la prigione dello spirito? Il nostro corpo privo della luce dello spirito non è forse come il corpo di un qualsiasi animale, quindi può benissimo paragonarsi ad un sepolcro. Dicendo poi imbiancati, è ovvio che vuole significare che gli ipocriti vogliono

farsi vedere puliti di fuori ma dentro al loro cuore tengono il rancore e l’odio. Si legge nel Vangelo di S. Giovanni al Capo V, 29, 29: “…poiché viene l’ora in cui tutti quelli che stanno nei sepolcri sentiranno la Sua voce; e quelli che avranno fatto il bene ne usciranno per una resurrezione di vita”.

Qui s’intende non già i sepolcri che stanno nei Campo-santi, ma bensì il sepolcro di noi stessi, la nostra materia, il nostro corpo fisico. Nell’evangelo di S. Matteo al Capo VIII, 22, Gesù rispose ad un Suo discepolo che chiedeva di andare a seppellire il padre suo: “Segui Me; e lascia i morti seppellire i loro morti”. In questo caso Gesù intende per morti quelli che non intendono le cose dello spirito, infatti finché l’individuo segue solo le attività materiali, è morto per lo spirito. S. Paolo afferma (Bibbia - I lettera ai Corinti, Capo XV, 50): “Quello che affermo, o fratelli, è che né la carne né il sangue possono ereditare il regno di Dio, né la corruzione può ereditare l’incorruzione”. Vediamo il significato della parola ereditare - succedere al possesso - quindi la carne non può ascendere e vivere nel regno di Dio, infatti la corruzione che è la carne (materia), non può ascendere nell’incorruzione che è lo spirito. Ancora S. Paolo sempre nella Prima lettera ai Corinti, Capo XV, 51, 52, 53, 54: “Ecco che a voi svelo un mistero: Noi non morremo tutti, ma tutti saremo trasformati, in un attimo, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba. Squillerà, infatti la tromba e i morti risorgeranno incorruttibili e noi saremo trasformati. Perchè è necessario che questo corpo corruttibile (materia) si rivesta d’incorruzione (spirito) e che il nostro corpo mortale (materia) si rivesta d’immortalità (spirito). Quando questo corpo corruttibile avrà rivestito l’incorruzione e questo corpo mortale avrà rivestito l’immortalità, allora avrà compimento la parola che fu scritta: La morte è stata assorbita nella Vittoria”. Mi pare che anche in questo caso S. Paolo sia molto chiaro. Quando squillerà l’ultima tromba? Quando avremo raggiunto quel grado di purezza necessario col quale saremo trasformati e in quel momento saremo immortali nello spirito, per non rinascere più nella materia, in quel momento la morte è vinta, perchè la morte e la corruzione sono solo retaggio della materia. Concludendo sembra abbastanza chiaro che la resurrezione dei morti, non può venire intesa come resurrezione dei corpi dei morti [1] ma come resurrezione nello spirito, seguendo la tesi reincarnativa, ciclo che continuerà fino a che tutte le anime avranno raggiunto la purificazione e si concluderà col completo assorbimento atomico di tutte queste energie materiali (come dice S. Paolo: “La morte è stata assorbita nella Vittoria”) in modo che il finito scompare, finisce il limite e tutto ritorna a partecipare all’Infinito moto (Giudizio

Universale).

[1] Concetto già affermato anche dal Nuovo Catechismo Olandese,

La nuova torre di Babele

Babilonia, Sodoma e Gomorra, si legge nell’Antico Testamento. Chi legge in superficie pensa ad un avvenimento antico, forse accaduto, forse no, ma si pensa in genere si tratti di un avvenimento che non ha alcun legame col tempo attuale. Innanzi tutto occorre analizzare il significato di queste espressioni. Babilonia che vuol dire nella sua sostanza, essa significa confusione mentale prima e di azione poi. Sodoma e Gomorra rappresentano la materialità, il vizio, l’egoismo più sfrenato, la mancanza totale di un qualsiasi bagliore d’anima, dove viene eliminato il bello e l’armonioso. Pensate proprio che l’umanità odierna abbia cambiato il suo cammino? Io penso di no. L’umanità cammina ancora come un tempo, l’inimicizia, l’odio, la guerra, la corsa al benessere a tutti i costi, calpestando chi si trova sulla propria strada, pur di arrivare allo scopo, si cammina continuamente con macchine e mezzi sempre più veloci, basta far presto; perchè tutta questa fretta, questa velocità, per correre verso la ricchezza, verso il piacere, così e nelle intenzioni dell’umanità, mentre invece nella sostanza, si corre sempre più veloci verso la morte, dimenticando i fratelli che hanno bisogno, e nello stesso tempo l’Amore che ci ha creati, e non ricordando che verrà la resa dei conti. La torre di Babele che legame può avere con noi? La torre dell’antico Testamento si innalzò per raggiungere il cielo, avvenne confusione, perchè i linguaggi non sapevano riprodurre un ritmo di pensiero e allora chi porta la calce dimentica di portare l’acqua, chi ha il mattone non ha né calce né acqua, poi manca colui che sappia innestare la pietra, manca la manovra che sa inquadrare, manca il pendolo che sa misurare e vedere, se tutto è a filo. L’edificio s’innalza così a suono di parole buttate al vento, privo di sostanza e di consistenza. Così avviene ora, Babilonia esiste ancora, non vedete la nuova torre di Babele che si alza a dismisura, non vedete le cabine spaziali che cercano di impadronirsi del cosmo. Non c’è stata mai torre così alta. Si può obiettare, ma allora tu sei contro il progresso; ma io ripeto che questo progresso non ha fondamento, perchè manca di spiritualità ed è uguale alla torre di Babele dell’Antico Testamento. Che cosa serve andare sulla Luna, quando sulla Terra gli uomini si uccidono tra di loro, il fratello dimentica il fratello, il vizio e la materialità dilagano! Credete voi, che quando verrà la resa dei conti venga chiesto se siete il primo uomo che è salito sulla Luna, pensate forse di avere un premio per avere costruito i razzi? Illusi, dovete invece rendere conto delle

vostre azioni nei confronti del vostro prossimo e sarà proprio per quanto non è stato fatto e che avete trascurato col vostro egoismo che dovrete rispondere quando lascerete le spoglie mortali.

Progresso e Morale

Si parla e si scrive molto di progresso e si abusa del suo significato intimo. Ma un vero progredire, amici miei, è un progresso legato strettamente alla morale. Per morale si deve intendere tutto ciò che è pensiero ed azione spinti al bene altrui senza distinzione di razza, di classe, di colore politico e neppure di religione. In altre parole, una qualsiasi azione che arreca danno, sia diretto che indiretto ad un’altra creatura è errore, è disarmonia. Ora per puntualizzare l’argomento col concetto sopra espresso si può affermare che il nostro progresso in effetti esiste, ma solo dal lato scientifico, dal lato morale infatti lascia molto a desiderare e tra l’altro ne facciamo un uso errato. Il progresso scientifico con le sue scoperte ci dà molti benefici materiali, e molte conoscenze in tutti i campi della scienza, ma tutto questo non migliora affatto la nostra condizione morale, ovunque si nota invece la tendenza sempre più evidente ad una progressione continua verso la corruzione e le ioni più sfrenate. Gli uomini hanno dimenticato che al di sopra di loro sta la Potenza Divina. Guardando l’Umanità nel suo intimo non si vede che odio, nelle anime si vede l’ira, nel cuore vi è l’inganno e la mente viene usata per infrangere la Legge di Amore e di vita. L’uomo si è chiuso dentro la materia, ha disperso la sua origine divina, ha fabbricato ordigni di morte e si è dimenticato che sta scritto: “non ucciderai”. Che farà l’Umanità davanti a questa sentenza terribile e profonda come gli abissi? La ragione dell’uomo cerca di giustificarsi dicendo: se io non percuoto vengo percosso, se io non rubo vengo derubato, se io non uccido resto ucciso. Perfino la guerra si cerca di giustificare. La guerra, può dirsi sfacelo umano, arresto di evoluzione, eppure vi sono uomini non solo politici, ma anche di religione che nei loro discorsi hanno cercato e cercano di difenderla dicendo che si tratta di difesa della civiltà e del progresso civile. Questo nostro progresso scientifico, di cui la nostra umanità va tanto orgogliosa, è innegabile che ha aumentato le comodità del vivere, i mezzi in genere ed allevia parecchie fatiche, ma è altrettanto vero, che se da una parte possiamo avere tempo di dedicarsi alla ricerca della Verità, migliorando le nostre conoscenze individuali di coscienza morale, ci dà pure altrettante possibilità di perderci sempre più nelle ioni, come infatti avviene nella maggior parte dell’umanità. Quindi la civiltà degna di questo nome e l’avvenire di ognuno di noi, non è basato su quello che il progresso scientifico ci darà o sarà capace di darci, ma dipenderà da ciò che

ognuno di noi sarà stato capace di operare in bene o in male, è quella sarà la risultanza del nostro avvenire. Molti osano definirsi Cristiani, ma penso che il Vangelo sia stato letto poco e ancora meno assimilato. Nel Vangelo di S. Matteo Capo V, 21, 22 si legge: “Voi avete udito cosa fu detto agli antichi: non uccidere; e chiunque avrà ucciso sarà condannato in giudizio; ma Io vi dico: chiunque va in collera col suo fratello sarà condannato in giudizio”. Ancora nel Vangelo di S. Luca, Capo VI, 29: “A chi ti percuote su di una guancia, presenta l’altra”. Di nuovo S. Matteo Capo V, 44: “Ma Io vi dico: amate i vostri nemici; pregate per coloro che vi perseguitano”. Se meditate attentamente questi versetti evangelici, non potete fare a meno di convenire con me, che la guerra non ha alcuna giustificazione. Certo che non solo perdonare, ma amare chi ti è nemico, è molto difficile, l’Eterno ha dato l’esempio di ciò che è stato scritto, non ha forse perdonato e amato gli uomini che l’hanno crocifisso, Egli che poteva incenerirli con la Sua Potenza! Purtroppo molte tenebre coprono la coscienza degli uomini ed è necessario, se vogliamo schiarire l’orizzonte ad un vero progresso, che gli uomini cerchino di meditare attentamente questi versetti evangelici affinché maturino la coscienza verso l’Amore per il prossimo che sta alla base di tutta la morale Cristiana.

Le Vergini stolte

Se si osserva con attenzione le azioni che compiono la maggior parte degli uomini, non si può fare a meno di constatare che esse sono indirizzate e mantenute su tutti gli interessi materiali. L’uomo si pone una meta, sempre materiale, e poi quando crede nell’ansietà di averla raggiunta, avviene qualche altro inconveniente che lo porterà ad altre ansietà e così si cerca un traguardo che sfugge sempre e non si raggiunge mai. Ciò avviene a coloro che seguono esclusivamente le faccende materiali, i quali non sanno che al di sopra di noi sta la Legge reincarnativa e che la vita non è affatto basata sui piaceri della materia, ma bensì sui valori morali. L’Umanità in generale continua a guardare fissa gli interessi materiali e non comprende che questa fissità inaridisce l’anima, altera il pensiero e contrasta interamente con legge Divina di Armonia. Questo fissare è una condizione dove la nostra anima viene a trovarsi ottenebrata dalle attrazioni materiali le quali non permettono all’anima stessa l’estrinsecarsi delle sue doti, in altre parole possiamo dire che si è svegli fisicamente, ma addormentati nei confronti dello spirito. Insistendo su questa strada non si fa altro che aumentare il vituperio senza misura, l’odio divampa, l’ira e l’egoismo dividono l’umanità che pur essendo straziata dal dolore dimentica di appartenere al Principio Divino. Per molti il senso materiale della vita sta alla base dei loro concetti, esso solo conta ed ha la massima importanza e sono disorientati al punto di cercare di studiare tutto ciò che esce dagli atti della moltitudine degli uomini onde individuare la Verità nella materia. No, amici miei, più si segue questo indirizzo più la Verità la vedrete sfuggire e poiché così facendo aumenta la confusione mentale, allora si cerca di correre da quelli che stanno assisi sulle cattedre per sentire ordini e sentenze di varia specie, ma che della Verità in sostanza nulla contengono. La voce acclama nel Deserto: “Preparate le vie” dice il Battista rinnovato. Prepararsi dunque, prima dentro e poi fuori affinché quelli che vi stanno intorno possano vedere la vostra rettitudine e possano ascoltare la vostra parola. Prepararsi dentro significa analizzarsi, vedere e correggere i propri difetti, non lasciarsi sedurre dalle vibrazioni delle energie composte che agiscono sui sensi, non fare del male ad alcuno, cioè prima di ogni nostra azione occorre essere certi che quell’azione non danneggerà nessuno. Cercare non solo di amare i nostri più vicini congiunti, ma tutto il prossimo e vedere in ogni creatura il Divino. Quando sarete capaci di sentire quell’amore, vorrà dire che avete

ricevuta la grazia. La grazia è il vedere dentro sé stessi e nello stesso tempo compenetrare il prossimo assolvendolo dei suoi errori in virtù dell’amore, sarete così preparati anche fuori di voi per insegnare agli altri. Non si cerchi all’esterno ciò che invece si possiede internamente. È necessario essere umili, l’umiltà è un rivestimento luminoso, è la radiosità dell’anima che trasmette all’intelletto la virtuosità del conoscere. Con l’umiltà si vincono le fatiche del mondo, essa chiude in sé la semplicità, dono meraviglioso che l’anima possiede per salire nell’evoluzione. Con la veste umile si ascende all’infinito e si può compenetrare l’essenza di tutto ciò che è manifesto. La bontà è la base dell’anima, con essa si può edificare ciò che si vuole perchè ha una base granitica. Cercate di essere buoni se volete avvicinarvi a Colui che è salito sul Golgota per redimerci. Non avete mai osservato che quando si compie un atto di bontà si sente un senso di dolcezza nel nostro intimo, mentre quando si è aspri con gli altri, sopravviene in noi il malcontento, ed allora perchè non preferire di essere buoni? Occorre cercare di essere buoni al punto di amare tutti indistintamente, anche colui che ci percuote. Siamo usciti dallo stesso Centro, la stessa Mano ci sostiene, come vi può essere nemico? Chi afferma di avere nemici non può essere evoluto, né dichiararsi cristiano.

Dire di essere buoni non è sufficiente, occorre che questa bontà sia seguita con le opere e per potere entrare nella perfezione armonica della propria anima, non solo dobbiamo sbarazzarci di quello che è superfluo, ma anche di dare parte del necessario. Svegliatevi dunque, non fate come le Vergini stolte della parabola evangelica. L’Umanità si è divisa in due parti: una parte composta di Vergini stolte e l’altra di Vergini saggie. Le Vergini stolte rappresentano quelli che si tengono fissi sulle cose materiali, senza voler guardare allo spirito. Le Vergini saggie, rappresentano quelli che alle cose materiali danno un valore relativo e ne fanno l’uso necessario di vita, mentre aprono la loro anima allo spirito e all’amore verso il prossimo. Quindi due forze contrastanti e distinte: la sinistra e la destra, la disarmonia e l’armonia, Caino e Abele, il male ed il bene. Sta a voi scegliere, e se non volete far parte delle Vergini stolte, fate allora che la lampada interiore del vostro “Io” sia sempre accesa e che vi sia l’olio per mantenerla accesa, così facendo ascendete voi e potrete illuminare anche gli altri.

La disarmonia profonda

Si sostiene che esiste un inferno eterno. Il Cristo dice: “L’albero che non darà frutto sarà estirpato e buttato alle fiamme”. In altri versetti evangelici, si parla di tenebre, di fornace ardente, di fuoco inestinguibile, di pianto e stridor di denti. Tutto questo secondo i molti dovrebbe dimostrare l’eternità dell’inferno. Non vi siete mai chiesti da che fiamme è alimentato questo fuoco? Di fiamme ve ne sono moltissime. Vi sono fiamme interiori tremende che ardono e danno spasimo. Le fiamme reincarnative forse non sono tremende? Per fiamme reincarnative io intendo i dolori fisici e morali che provengono, in linea generale, dalle malattie, dalle disgrazie che ci colpiscono, le quali vengono da noi addebitate al “caso” o alla “mancanza di fortuna”, mentre invece nella maggioranza dei casi, non sono né più né meno che fiamme reincarnative. Se meditaste profondamente comprendereste che non è possibile pensare ad una Potenza Infinita d’Amore che abbia condotta l’Umanità verso un sentiero di altitudine e poi la suddivida in tre parti: una parte annientarla del tutto, l’altra mantenerla in sofferenza ed un’altra portarla alla gloria? La nostra Essenza animica è stata emessa dal Divino, noi siamo parte della Sua Sostanza, l’Umanità è uscita dalla Sua Potenzialità d’Amore, quindi l’Eterno annientando una parte dell’Umanità, annienterebbe parte di Sé Stesso. Un altro punto dove molti si soffermano: “Esiste il demonio?”. Un Dio che lotta col demonio? E allora direte voi, tutto quello che c’è stato tramandato? Esiste sì il male. Quale male direte voi, se la Potenza Infinita ha in Sé tutto il bene, tutta l’Armonia? Il male umano, il male generato dalla materia infeconda, dall’uomo denso, dalle ioni, da tutto ciò che è carne. Il demonio va inteso come la graduale forza magnetica elettrizzante che afferra l’Anima quando questa entra nella materia. Si legge molte volte in libri che trattano la magia in genere che quando vi è una manifestazione diabolica (che chiamerei: manifestazione negativa abissale) nell’ambiente dove questa avviene si sente l’odore caratteristico dello zolfo. Questo fenomeno è pure affermato da chi ha assistito a manifestazioni medianiche molto negative. Ciò è vero. Lo zolfo è la manifestazione più infima delle sfere abissali (energie che hanno una sostanza paragonabile allo zolfo). Le sfere abissali sono un mondo che sfugge ad ogni indagine, esso si trova al di sotto del Polo Antartico. Quando dalla Terra si dipartono individui che hanno seminato stragi, sotto ogni aspetto, essi non possono entrare nell’astrale anche se

nell’astrale più basso è lo stato di sonno che equivale all’afosità dello spirito, ma bensì vengono respinti dal Ritmo verso questi abissi dove si maciullano ininterrottamente per rinnovarsi selezionandosi (vedi stati di coscienza abisso del rimorso). Questi Esseri si trovano fuori dall’Armonia, però non eternamente, anche per loro verrà il momento di ascendere. Le manifestazioni di questo genere sono la parte più indurita dell’occulto, è la disarmonia più profonda, l’Anima può assorbirla, talvolta è presa da smarrimento, per esserne saturata, conscia od inconscia. Questa negatività manifestandosi contrappone la sua ombra alla Luce. Occorre quindi salvaguardarsi dal male e per far questo è necessario prima che i nostri pensieri siano puri e buoni indi di conseguenza così pure le nostre azioni. Il caotico movimento delle psiche sconvolte dalla corrente negativa produce nei vari punti terrestri una specie di masse larvali, esse s’insinuano anche dove la luce dimora, soffiano il loro pensiero infecondo e nocivo sugli incerti, sui deboli, associandosi specialmente a coloro che sono simili. L’espressione usata dalle masse, che pur ignorando toccano la verità, “ogni simile ama il suo simile”, essa si definisce Legge di sintonia, ed è rimarcabile, l’involuzione e l’evoluzione. Questi due contrapposti predominano nel movimento caotico così da determinare una oscillazione. La sintonia si moltiplica laddove l’involuzione giganteggia, mentre diminuisce il suo manifestarsi entro le orbite evolutive. Ecco perché è necessaria l’unità, la comprensione, l’assimilazione per far sì che il lavoro spirituale, non solo ci congiunga ma ci migliori, ci conduca quotidianamente all’ascesa. Ognuno dovrebbe espellere da mane a sera, quei detriti solforosi (scorie) che creano incompatibilità, alterazioni, urti delle cellule cerebrali, incontentabilità, impazienza, rudezza, intolleranza, ecc.

L’indemoniato dei Geraseni

Il versetto evangelico che riguarda l’indemoniato dei Geraseni è senza dubbio uno dei i più ascosi e di conseguenza meno conosciuti. Nei Vangeli vi sono due versioni che trattano l’indemoniato dei Geraseni, una è di Marco e l’altra è di Luca. Per svolgere questo saggio di interpretazione evangelica, ho scelto la versione di Luca, perchè la ritengo più chiara. Nella narrazione evangelica sono indicati certi particolari movimenti evolutivi la cui comprensione è legata alla conoscenza della legge evolutiva. Un altro particolare da chiarire per molti, è la definizione di Satana o dei demoni. Qualche teologo (vedi ad esempio il Nuovo Catechismo Olandese pag. 134) affermano già che chiunque si applica allo studio dei Vangeli, non può fare a meno di constatare che Gesù parla di Satana come di una potenza personale. Infatti come si può pensare che possa esistere una potenza negativa in antitesi con la Divinità, questo pensiero significherebbe togliere alla Divinità stessa tutti i valori superlativi che Essa possiede. Quindi si può essere certi che i demoni o spiriti impuri non sono altro che Entità che hanno vissuto in epoche più o meno remote le quali hanno commesso errori gravi. Esaminando ora il versetto: Luca Capo VIII, 27 - “E mentre metteva piede a terra, gli si fece incontro un uomo posseduto dal demonio; ...appena vide Gesù gli si gettò bocconi e urlando, disse: - Che vi è tra me e te, Gesù figlio di Dio Altissimo? Te ne prego non tormentarmi”. Qui si tratta di uno dei demoni che opprimevano la psiche di quell’uomo. L’Entità naturalmente non essendo vivente in un corpo fisico ma esprimendosi attraverso la medianità di quell’uomo vedeva la potenzialità spirituale di Gesù e nello stesso tempo chiede di non essere più tormentato. Il tormento derivava dal suo stato di coscienza, egli faceva parte di quelle Entità che hanno commesso errori gravi (ad esempio: stragi di qualsiasi genere) esse si trovano fuori dall’Armonia, quindi non possono ritornare a far parte dell’evoluzione normale dell’uomo se non dopo inenarrabili e lunghe sofferenze animiche. Riprendendo la lettura del versetto: “... Gesù gli domandò: - Qual è il tuo nome? Egli rispose: - Legione, perché molti demoni erano entrati in lui”. Nel caso in esame un numero notevole di queste Entità negative influenzavano la psiche di quell’uomo, si trattò certamente di una manifestazione eccezionale, dovuta alla presenza, pure eccezionale, di Gesù. “...Ed essi lo pregarono di non comandar loro di andare nell’abisso”. Che significato ha l’abisso? L’abisso è proprio quella zona che si trova al di sotto di

una linea che si può tracciare a filo del Polo Antartico, dove appunto si trovano queste Entità le quali vengono dalla Legge di Armonia, spinte verso questi abissi, dove i rimorsi degli errori commessi diventano uno stato di coscienza angosciosa, che prende le forme più fantastiche, più orrende, si può dire un vero inferno dell’anima. “... ora vi era là pascolando nella montagna una mandria di porci; ed essi lo pregarono di permettere loro di entrare in quei porci; ed Egli lo permise loro”. Che significa questa seconda supplica, concessa da Gesù? Anch’essa ha una ragione precisa. Le Entità che si trovano negli abissi che ho accennato, quando arriva il loro movimento reincarnativo, non possono rinascere in un corpo umano normale, chi è precipitato così in basso, deve prima di rinascere, scegliersi una forma orrida, infeconda, mostruosa, quindi alla susseguente morte sarà poi concesso all’Entità di ritornare nell’evoluzione normale. “...I demoni adunque usciti da quell’uomo entrarono in quei porci, e la mandria furiosamente si slanciò nel lago dall’alto del precipizio, e annegò”. Ecco perché quei demoni o Entità gravose chiesero a Gesù di entrare nei porci e non solo, subito dopo furiosamente si precipitarono nel lago annegando, ciò permetteva loro di poter finalmente, dopo tanto soffrire, ritornare nell’evoluzione umana normale. Nei casi dove avviene l’unione tra l’Entità umana e l’animale è un legame psichico (costrizione di legge - la psiche umana naturalmente predomina la forma animale), non una incarnazione vera e propria come l’entità normale quando rinasce nell’uomo, perchè si tratta di due evoluzioni distinte e con carattere diverso. Quando gli Orientali parlano a volte di metempsicosi, essi molto probabilmente si riferiscono a questo tipo di legame psichico.

L’Amore Divino

Tutto ciò che ci circonda è energia, anche la roccia più dura, l’aria più sottile, questa affermazione non è nuova, la scienza atomica lo conferma. Nel movimento di tutte queste energie, siano esse sensibili o supersensibili, ò a a ininterrottamente la Vibrazione Cristica. L’uomo che spinge la ricerca entro tutte le manifestazioni, si trovò e si trova, in difficoltà quando cerca di conoscere, analizzare, ed esprimere un giudizio sulla manifestazione Cristica. I teologi e gli studiosi si sono fermati su questo punto base che costituisce il mistero di Lui: il Cristo! Gesù! Due nature Spirituali: l’Una apparteneva all’Infinito, perchè Unità Potenziale Assoluta; la Seconda apparteneva al movimento intrecciato di Vita, ed era il veicolo, mediante il quale il Cristo Potenza si manifestava all’Umanità. Soffermarsi sulla personalità di Gesù ritenendola materiale per poi farla assurgere a Potenza, è assurdo, quando si ammette o si sa che Egli Potenza in atto spiritualmente è innestato in tutte le Energie. Il Cristo può essere solo sentito, non analizzato, né analizzabile. Egli sfugge al controllo dei molti, perchè non comprendono la Sua Legge e non sono maturati nello spirito. Ogni parola che è stata raccolta di Lui, e tramandata, subì e subisce alterazioni a secondo del processo analitico che gli uomini fanno in rapporto alla loro conoscenza animica. Egli era manifesto a coloro che sapevano guardarlo, e ognuno vedeva in proporzione della propria capacità spirituale. Ecco perché molti pur vivendo nell’epoca della Sua manifestazione tangibile, non l’hanno visto, e ancora nell’ora nostra pochissimi lo sentono. Dei Suoi Discepoli solo Giovanni sentiva il Cristo in Potenza, mentre gli altri, che più o meno comprendevano, usava il linguaggio del Padre. Lo stesso Filippo chiede: “Oh Signore mostraci il Padre”; Gesù risponde: “È tanto tempo che Io dimoro con Voi e ancora Mi chiedi - mostraci il Padre? Io sono con Lui”. Qualcuno può pensare, ma se non era compreso da coloro che gli vivevano al fianco, che possiamo fare noi che non l’abbiamo mai visto? Questa non è certamente una attenuante che possa giustificarci. Ognuno deve cercare il Cristo nella propria anima e non giudicare gli altri. Ricordate il detto: “La Mia Verità vi renderà liberi e felici”. Chi può allora tentare di circoscriverla. I religiosi sono discordanti tra di loro sull’analisi della manifestazione Cristica, ciò lo dimostra i ati Concili, basta questa osservazione per comprendere che la Verità fugge laddove viene presa, fissata e limitata. All’epoca del Concilio di Efeso (431

d.C.), i monofisiti, tra di loro c’erano molti monaci, affermarono che Gesù possedeva soltanto la natura Divina. Sotto l’Umanità di Gesù non c’era un vero essere umano, il Figlio di Dio agiva come se fosse uomo, ma non lo era realmente. Dio camminava sulla terra sotto sembianze umane. Vent’anni dopo nel Concilio di Calcedonia si annullò questa tesi. Come vedete, non è un concetto nuovo, anche uomini della Chiesa erano arrivati alla stessa conclusione. I teologi affermano la Verginità della Madre di Lui, questa è Verità, ma molti di essi affermano questa Verità non per conoscenza, ma bensì per tradizione, in quanto dopo aver sostenuto questa Verità, non si accorgono di demolirla materializzando il Cristo. Perché questo contrasto, quando S. Paolo che era uno dei primi uomini illuminati della Chiesa afferma (lettera ai Romani 8, 3): che Dio ha inviato a motivo del peccato, il Suo proprio Figlio, in una carne somigliante a quella del peccato ... Perché allora S. Paolo dice, carne somigliante e non dice, in carne ed ossa come noi? È molto semplice, Egli conosceva la vera Natura del Cristo, quindi somigliante, non uguale, ed è anche ovvio che aggiungendo, carne del peccato, questa non poteva certamente rivestire il Divino Amore. Cito alcuni versetti dei vangeli che meritano di essere meditati in proposito.

(Luca IV, 28, 29, 30): “A queste parole (di Gesù) tutti nella sinagoga arsero di sdegno, ed alzatisi lo spinsero fuori della città (forma concreta) e lo condussero fino alla cima della collina nella quale era edificata la loro città per precipitarlo; ma Egli ando in mezzo a loro, (forma fluidica) se ne andò”.

(Giovanni XI, 39): “Allora essi cercarono di impadronirsi di Lui, ma Egli sfuggì dalle loro mani”.

(Matteo XVIII, 2 - Luca IX, 29 - Marco IX, 2): “... il Suo Volto rifulse come il sole, e le Sue Vesti si fecero candide come la neve”.

(Matteo XIV, 26, 27): “E i discepoli vedendolo camminare sul mare, sbigottirono ed esclamarono: - È un fantasma! - E dalla paura gridarono”.

Un uomo in carne ed ossa non può trasformarsi così da un momento all’altro. Esiste ancora in molti il concetto di attendere un Rinnovatore o un Rigeneratore dello spirito, ma Egli è già giunto, ed ora sta scritto nell’Infinito una sentenza: “Umanità Io che ti ha raccolto e rinnovata, lo ti chiederò conto di ciò che ti ho dato”. Non avete notata la differenza che a tra il Vecchio e Nuovo Testamento? Sul Vecchio Testamento si dice: “Occhio per occhio, dente per dente”. La differenza è notevole appunto perchè abbiamo avuto il Sigillo Cristico, quindi dovremo rispondere e dare molto di più di quelli che hanno vissuto prima della Sua venuta. Il Cristo è l’Amore Divino che si è manifestato agli uomini per redimerli, Esso è la seconda persona della Trinità (più esattamente la seconda radiazione della Trinità o Divinità). Quando meditate sul Nuovo Testamento tenete presente di sostituire la parola Gesù con Amore Divino (che è la stessa cosa nella Sua sostanza) vedrete che comprenderete meglio la Verità che si nasconde tra le righe.

Il Subcosciente

La stampa riporta spesso questo misterioso “subosciente”, ma spesse volte non sa di che cosa si tratta effettivamente. Gli uomini della scienza ufficiale si sono soffermati su questo grande interrogativo. Quali sono state le loro conclusioni? Chi lo ha affermato ha dovuto riconoscere l’esistenza di una precedente vita, che dà per risultato il concorso di ricordi superiori alla vita precedente. Altri hanno concluso: dal fanciullo all’uomo, l’azione che è l’atto tradotto in movimento, avrebbe la sua origine dal senso. Questa affermazione obbrobriosa viene a diminuire l’individualità dell’uomo ed annienta il suo principio divino, seguendo una simile tesi si afferma che l’amore, l’arte, la preghiera, avviene per senso, cosicché l’umanità sarebbe il prodotto di una lussuria. In mezzo ai tanti vi è anche chi ha pensato che, se è vero che esiste una precedente esistenza, esistono ovviamente altri Esseri usciti dalla materia in un luogo dove possono essere raggiunti soltanto dalla capacità del nostro pensiero, ed è possibile abbracciarli se noi siamo capaci di uscire dalla strettoia della nostra mente positiva. L’Essere reincarnandosi porta con sé ricordi, esperienze, tendenze di remote vite, di conseguenza tutta questa miscela giace nella profonda essenza dell’individuo. A questo insieme di ricordi l’uomo di scienza ha dato un nome, il “Subosciente”. Entrando l’individuo nella materia perde il ricordo vivo di queste esperienze. Perché si domandano quelli che non credono nella reincarnazione non si ricordano gli eventi delle vite precedenti? Per rispondere a questa obiezione occorre fare una precisazione. Alla fine di ogni vita terrena trascorsa rimane solo un’esperienza nell’anima, il corpo fisico e i relativi veicoli più sottili scompaiono. Quindi si può dedurre che la somma di queste esperienze è un fattore esclusivamente animico, ciò significa che se noi avessimo il ricordo delle nostre vite precedenti, anche in modo sintetico, la nostra vita fisica sarebbe condizionata da questi ricordi, non solo ma avremmo pure la conoscenza preventiva degli avvenimenti a cui dovremmo andare incontro, come le malattie, la morte, ecc., fattori reincarnativi che ci toglierebbero la facoltà di usare liberamente il nostro arbitrio nella vita. Il nostro complesso vitale è congegnato in modo di mettere l’uomo in condizioni di sapere guidare sé stesso, mettere argini e migliorarsi dove è necessario, non cercare le giustificazioni di quegli atti che sono in natura. Infatti si sente dire: “Non potevo agire diversamente, era un impulso più forte di me”. Cercate invece di poter dire a voi stessi: “Il mio spirito

à signore sulla materia”, all’opposto del detto: “Vi è una legge nelle mie membra che è contraria alla legge del mio spirito”. L’uomo non deve permettersi il giudizio verso il Creatore; come l’uomo non può giudicare Dio, così gli uomini non possono giudicare i propri simili. Perchè direte voi? Come possono gli uomini giudicare senza conoscere nell’individuo i precedenti reincarnativi che così lo fecero operare? Qualche studioso ha indagato e concluso che le azioni dell’uomo subiscono quotidianamente l’influenza del “subosciente”, quindi molti atti che si definiscono normali, non sono scevri da influenza extra coscienza. E allora, dico io, le responsabilità dove vanno a finire. Relegare tutta la vita umana nell’ambito del “subosciente” è troppo comodo. I ricordi del remoto, le cognizioni superiori rimaste a giacere nel grande magazzino dei ricordi, si manifestano nella vita pensiero, l’“Io” le subisce, senza rendersi conto, queste influenze, che sono sottili vibrazioni, avvengono in special modo quando l’individuo fa una ricognizione entro sé stesso. Queste rivelazioni sono indipendenti dalla volontà individuale. Infatti durante la vita, l’individuo può acquisire delle qualità che prima non aveva. Vi sono individui costretti a fare nella vita quello che è contrario alla loro disposizione intrinseca. Che cosa significa? Che le necessità, le contingenze, li hanno trascinati verso una data attività, ma in realtà l’attività da svolgere era quella che è rimasta assopita. Che fare? Se la tendenza che affiora è armoniosa è bene accoglierla. L’uomo non deve dire: “bisogna che assolutamente io trascuri molte cose che mi piacerebbero, ma il tempo non vuole che io dedichi a questo nemmeno dei minuti”. Se per svolgere la nuova attività sciupate energia, non preoccupatevi, il sonno ve le ridona. Nelle manifestazioni di ipnosi abbiamo un netto contatto col cosiddetto “subosciente”. L’individuo ipnotizzato rivela sé stesso in tutte le sue tendenze. Ad esempio, se nel residuo del subosciente vi è rimasta la tendenza al furto, quando l’individuo è messo in stato di ipnosi e gli si ordina di rubare, l’individuo ipnotizzato è tentennante in un primo momento, poi nascostamente ruba quel dato oggetto che gli è stato indicato dall’operatore. Non si può dire che sia la sola volontà dell’ipnotizzatore che si impone. Se nel soggetto non vi fosse la tendenza, l’azione non avverrebbe. Così dicasi per altre ioni. Nell’ipnosi la parte psichica si assopisce dando modo ai ricordi del “subosciente” di affiorare. In questi esperimenti è necessaria molta prudenza, ma è meglio evitare di essere sottoposti a simili trattamenti. Se si domanda alla scienza che cosa significa normale e anormale, vi sentirete rispondere, normale è norma di vita, e cioè vita incanalata dalla logica, dalla ragione, dall’equilibrio; ed è anormale tutto ciò che esce da questa linea, cosicché l’ipersensibilità è un eccesso di nervi, la chiaroveggenza è un’alterazione dell’“Io”, una anormalità la telepatia, così dicasi per tutto ciò che si definisce il supernormale nella vita. Gli uomini di

scienza sono lieti di trovare definizioni proprie, laddove fugge la loro capacità comprensiva, ma non, si pensa, che se nei fenomeni naturali si riscontrano fatti straordinari, non si può ugualmente escludere la funzione Legislativa della Legge Superiore. Se nelle manifestazioni di qualsiasi genere esse siano togliete l’impronta della Legge, negate in modo assoluto la Potenza Una. Se si toglie all’uomo la sua origine Divina, derubato l’individuo di questa ricchezza, non resta che la materia organizzata, soggetta alla dissociazione, per portarsi in quel “nulla” che parte degli uomini hanno creato con la loro ragione ottusa; costoro non sanno e non arrivano a comprendere che nessuno può sfuggire alla Legge Unica.

I quattro Cavalieri dell’Apocalisse

L’Apocalisse è un libro profetico che l’Apostolo Giovanni scrisse nell’Isola di Patmos che, come si afferma nel Prologo, è una rivelazione fatta da Gesù per mezzo del suo Angelo (Angelo significa radiazione di potenza energetica) all’Apostolo. Nel libro è descritto tutto ciò che ha fatto e che farà l’Umanità fino al Giudizio finale terreno. Gli avvenimenti sono legati anche allo stesso mistero di Giovanni citato nel Vangelo. Nel Vangelo di Giovanni al Cap. 21, 21 si legge: “Or vedutolo (Giovanni) Pietro chiese a Gesù: - Signore, e di lui che ne sarà? Gesù rispose: - Se voglio che egli resti, finché Io ritorni, che te ne importa?”.

Che significato hanno queste parole? Giovanni era l’Amato, era colui che doveva restare in attesa del ritorno di Gesù (fine Apocalisse), questo è il sigillo di Giovanni ed è anche il sigillo dell’Umanità, perchè quando egli tornerà che avverrà della Terra? Che avverrà dei mondi formati a sistemi? Si produrrà tutta una trasformazione all’istante. E i rimasti? Rimarranno i ritardatari, cioè quelli che non vogliono staccarsi dalla materia, i quali nella nuova trasformazione saranno sottoposti a maggiori fatiche animiche. La descrizione dell’Apocalisse è molto ermetica perchè è una verità che non può essere posta alla portata di tutti, in quanto che a molti potrebbe risultare dannosa. Che significato hanno i cosiddetti Quattro Cavalieri dell’Apocalisse, che da tempo i teologi hanno cercato invano di comprendere? La Luce della Realtà Spirituale né da una interpretazione:

Apoc. 6, 1 - E quando l’Agnello (Gesù) aprì il primo dei sette sigilli;

Il numero sette è numero evolutivo, è formato di quattro e di tre. Quattro è il movimento dell’energia densa (materia), il tre è il numero sublimale, che congiunto all’altra Energia, forma un’unità settenaria. L’uomo è un’unità settenaria, essa è formata da due triangoli e da un quarto movimento e

precisamente:

- Primo triangolo: tre vibrazioni: Coscienza, Ragione, Pensiero

- Secondo triangolo: tre vibrazioni: Sapienza, Amore, Potenza.

Il quarto movimento è provocato dal pensiero che rappresenta l’armonia o la disarmonia tra le due vibrazioni triangolari. Quando il pensiero penetra nella molteplicità, ecco la quarta dimensione che si rivela all’uomo. Mentre nell’involuto abbiamo una sosta, nell’evoluto abbiamo invece una spinta verso il Trine movimento sublimale animico, che è nei piani successivi alla quarta dimensione stessa. Ciò significa che l’uomo evoluto trovando entro di sé queste vibrazioni trascendenti, unifica il primo triangolo col secondo, ed allora avviene che ciò che è formazione materiale (corpo umano) diventa un oggetto che si porta or qua or là a seconda delle necessità umane. Su questo oggetto mobile, l’uomo evoluto si impone prima a giudice di sé stesso, successivamente, con coscienza di ogni suo rapporto col mondo esterno, spinge la sua azione verso quelle masse amorfe che hanno necessità di essere svegliate e portate verso la conoscenza.

“Vidi e sentii il primo dei quattro Viventi che diceva come con voce di tuono: Vieni!”.

I quattro Viventi, sono i quattro movimenti della materia gravosa.

“E vidi subito apparire un cavallo bianco, e colui che ci stava sopra aveva un arco, e gli fu donata una corona, e partì vincitore, e per riportare nuove vittorie”.

Cavallo bianco significa movimento della Legge di Giustizia che non appartiene agli uomini, ma una Legge d’Amore che riesce a mitigare il dolore, e a rendere meno gravoso l’esilio nel tempo agli uomini. Il cavallo bianco non ha tempo è di tutti i tempi, cercate di mantenerlo saldo e fisso, non ottenebratevi e non scendete col vostro pensiero entro i bassi strati della ionalità.

“E quando l’Agnello aprì il secondo sigillo, sentii il secondo Vivente, che diceva: - Vieni! -. Ed ecco, uscì un altro cavallo, rosso, e a colui che vi stava sopra fu dato il potere di togliere la pace dalla terra e di far sì che gli uomini si sgozzassero fra di loro e gli fu consegnata una grande spada”.

Cavallo rosso, movimento di tutte le ionalità. Gli uomini si urtano, si ribellano, si percuotono gli uni con gli altri, è un movimento che è necessario disperderlo, non trattenerlo neppure col pensiero.

“E quando l’Agnello aprì il terzo sigillo sentii il terzo Vivente, che diceva: Vieni! -. E vidi immediatamente apparire un cavallo nero, e colui che vi stava sopra aveva in mano una bilancia. E sentii come una voce in mezzo ai quattro Viventi che diceva: - Due libbre di frumento, per un denaro, e sei libbre d’orzo, per un denaro, ma l’olio e il vino non li toccare”.

Cavallo nero, significato di movimento intelligente nel tempo (movimento che pur essendo intelligente, spinge al materialismo positivista, creando divergenze che provocano odio e ira), rappresenta una bilancia, che non ha significato di giustizia, ma semplicemente significa grande fatica per tutte quelle moltitudini che volutamente sprigionano odio, e ira. E allora è necessario mettere sulla bilancia quel “quid” minimo che può servire al lor doppio vivere, vivere nel senso di materia faticosamente, gravosamente, senza speranze accese, vivere sostanzialmente, chiusi nell’orbita afosa di loro stessi e di tutte quelle moltitudini che, ignare vanno lentamente seguendo le orme altrui.

“E quando l’Agnello aprì il quarto sigillo udii la voce del quarto Vivente che diceva: - Vieni! -. E subito vidi apparire un cavallo verdastro, e colui che vi stava sopra aveva nome la Morte e l’Inferno lo seguiva. E fu data loro autorità su un quarto della Terra, per uccidere con la spada, colla fame, colla peste e mediante le fiere, della terra”.

È tutto il movimento arbitrale, tutta la veemenza ionale che si diffonde con suono afoso qua e là e investe gli uni e gli altri. Ciò che noi Umanità chiamiamo “morte” e che ci dà orrore è emessa dalla Legge, ma gli uomini invece la cercano e la donano spensieratamente con veemenza odiosa, perchè? Cercate di analizzare a che punto può arrivare l’arbitrio. Esso sembra che in un attimo abbia infranto ogni Legge di Armonia e semina strage, morte; si muore in tanti modi, non solo fisicamente, moralmente, sostanzialmente, si perdono i valori intrinseci di quel “quid” triangolare che è parte sostanziala dell’“Io”.

Ecco la tremenda tragedia vista da Giovanni.

L’Armonia Infinita e la Legge

Quando si parla di Armonia Infinita di Legge si vuol dire la stessa cosa. In altre parole si può affermare che la Legge è l’Armonia di un Movimento che abbraccia tutto ciò che è finito, allargandosi a dismisura nell’Infinito. Questa Somma Armonia deriva dal Divino (Centro di Vita) e distribuisce ritmicamente le Sue Energie a tutto ciò che è in accordo diretto con l’Armonia. Dal Centro di Vita emanano Tre Radiazioni. Quando si dice Padre, Figlio e Spirito, credete si tratti di una espressione inventata dall’uomo? Essa rappresenta la Trinità. Divina, quindi una espressione eterna che era prima che l’uomo fosse. Molti pensano che esse siano tre persone individualizzate. Errore. Esse sono Tre Radiazioni che sono ovunque, che ogni Essere può ricevere in ragione della sua evoluzione. Quelli che io potrei chiamare i dispersi, coloro che insultano, coloro che giudicano, coloro che condannano, coloro che negano, in altre parole tutta la feccia del mondo, quelli naturalmente non possono né sentire né ricevere perchè essi emanano un’energia negativa che esce dall’ingranaggio arbitrale (autodisarmonia). Quindi chi non riceve le Radiazioni Armoniche non le riceve a causa del suo arbitrio negativo.

Come si può intendere la definizione Padre, Figlio e Spirito.

Padre - Potenza Una

Centro di Vita Radiazioni} Figlio - Cristo - Amore

Spirito - Sapienza - Conoscenza

Il triangolo perfetto.

Ecco perchè si usa dire che la Divinità è Una e Trina. Le Tre Radiazioni tengono tutto l’Infinito in costante e libera Armonia. La nostra Umanità invece, è una nota disarmonica nell’Infinito perché siamo nella materia densa, formazione densa derivata dal nostro libero arbitrio precedente la nascita del nostro Sistema solare, cosicché siamo ora costretti a vivere con fatica, con pesi morali e materiali, fino a che maturati non avremo quel risveglio di coscienza che ci permetterà di analizzare con cura le vicende della vita e di valutarle in modo esatto, permettendo oltre alla conoscenza (Spirito) della vita dal suo lato vero, di comprendere e di applicare anche l’Amore del prossimo (Figlio = Cristo) e di riacquistare la Potenza (Padre), ritornando così nel Regno Divino Faville di pensiero puro in un giorno che non avrà più notte.

La preghiera

La preghiera è il desiderio che si accende quando l’uomo aspira ad una congiunzione di amore con quel Principio di Unità che se anche è Sconosciuto, tuttavia può essere sentito. Se si chiedesse ai molti di dove è sorta la preghiera essi risponderebbero: “Per abitudini familiari”, altri “Perchè la Fede così insegna”, altri ancora “Perchè il non pregare è colpa”. Queste convinzioni dimostrano le diversità evolutive degli individui. Ma credete proprio sia una vera preghiera quando l’individuo invoca Dio su tutto ciò che è la sua vita nell’ordine materiale e morale? Esempio, un uomo ristretto di mente profondamente religioso invoca Dio per essere assistito negli affari, nelle controversie, in tutto ciò che è dimostrazione tangibile dell’egoismo. Altro esempio, un individuo che dice di aver fede, abbandona tutto il suo carico vitale nelle mani di Dio dicendo: “Signore tu devi pacificare l’anima mia”. Questi due non sono certamente entrati nella conoscenza della Legge Eterna. Molti pensano che occorra un rito per pregare, il perchè è semplicissimo, essi non sanno crearne uno in loro stessi. Vi sono altri ancora che quando sono colpiti dalla Legge che è Eterna giustizia, nello smarrimento di lor stessi invocano: “Padre io ho fede in Te, aiutami dunque!”. Questa espressione non è più una preghiera è come una richiesta di un pagamento per la fede che si dice inalterata. Il “patteggiare” non è più fede che sa ardere come fiamma, è la richiesta di un soccorso che sembra spettare a colui che si ritiene nella “grazia”. Altri pregano e hanno necessità di intermediari, perchè secondo il loro intendere, senza intermediari non si sale al Padre. Infatti si sono creati altari, e si moltiplicano sempre più per invocare o questa o quell’anima eletta per la sofferenza, che se n’è andata dal Tempo, e la si invoca perchè ottenga dal Padre la “grazia”. E quale “grazia”? Se per un attimo potessimo osservare la mente di coloro che dicono di aver “fede” non si vedrebbe altro che una invocazione: “Salvami dal male fisico, da quello materiale, da quello morale, aver soddisfazione assoluta in tutto ciò che si desidera”. Le preghiere di questo genere non salgono affatto, ma restano intorno a noi nel campo delle nostre energie fisiche. È stato detto “bussate e vi sarà aperto”, l’Umanità ha volto questa espressione a suo piacere, traducendo unicamente per il bussare la preghiera e la relativa grazia che deve venire. Così tradotta l’espressione non regge, è una traduzione in forma positiva.

Il suo vero significato è assai diverso, il Cristo diceva: “Se tu bussi alla porta della Mia Verità, tu la vedrai nel Suo Volto. Io ti aprirò la porta e dentro la Mia porta c’è una grande fiamma (Amore) ed è con quella fiamma che dovrai riscaldare gli altri e te stesso”. Quindi la fusione è unicamente sostanziale. Qual è la vera preghiera direte voi?

È vera preghiera quando l’uomo intero (l’uomo che ha raggiunto il massimo sviluppo della sua personalità interiore) colpito dalla sofferenza fisica, sotto la maciullazione più dura della sua stessa reincarnazione dice con ardente fuoco di conoscenza: “Padre io sono perchè Tu sei”.

Oppure: “Signore, Tu che vedi questi miei i così duri degnati di inviarmi la Tua luce, fa che io riesca a superare me stesso e a portare il gravoso fardello senza lamento!”.

La preghiera potete farla ovunque, mentre camminate, mentre siete affamati, mentre il dolore vi stringe, è allora che si prega veramente. Un’altra preghiera che dovrebbe essere la prima a salire dal vostro cuore: “Signore, io voglio operare secondo il Tuo insegnamento, degnati di illuminare la mia mente per essere degno di Te che sei l’Uno Assoluto”.

Ecco come si deve pregare: non con parole vuote, coi lumi davanti, non col ripetere una prece perchè suggerita, ma semplicemente con vero amore.

Il risveglio della coscienza

Molti si dicono “credenti” ma sono certo che nella maggior parte di essi non esiste un fondamento preciso in senso spirituale. Per veramente potere penetrare nella conoscenza dell’occulto occorre ed è necessario una preparazione animica. Non a caso il Vangelo secondo S. Matteo al Capo XIII, 23, mette in evidenza la parabola del seminatore: “... Quegli poi, che riceve la semente in buon terreno è chi ascolta la parola e vi pone mente e porta frutto ...” quindi è chiaro che la semente è la parola della Verità e il buon terreno è la coscienza dell’uomo, cioè la coscienza preparata a ricevere la Verità. Possiamo aggiungere che chiunque pensa di sedersi a mensa deve necessariamente avere l’abito adatto, diversamente sarà molto facile rimanere in balia di un complesso di notizie e pensieri che formeranno una tale confusione mentale da cui sarà molto difficile distinguere la Verità nella sua vera essenza. La Verità occorre sentirla e seguirla. Coloro che vogliono e che sentono la necessità di elevarsi al di sopra delle miserie umane devono applicarsi con serietà e meditazione al miglioramento del proprio Sé spirituale. La personalità terrena deve solo servire per il risveglio di questa coscienza che nella sua sostanza contiene l’Amore Divino che si trova offuscato dall’egoismo e dalle ioni. Se siete in possesso di questa viva volontà dovete innanzi tutto analizzare i vostri pensieri e le vostre emozioni. Queste si possono catalogare in due categorie ben distinte: una parte hanno tendenza all’unità, come l’amore, la simpatia, la benevolenza; l’altra parte con tendenza alla disunione, come l’odio, l’ira, la gelosia, l’invidia, l’orgoglio, la crudeltà. Quindi abbiamo due tendenze evidenti cioè buone e cattive. I pensieri cattivi hanno come base dominante il pensiero egoistico per la propria persona, mentre nei pensieri buoni la propria persona è messa da parte. Si può affermare che il male maggiore è nel suo complesso l’egoismo, e la massima virtù è il disinteresse personale. Se siamo nel nostro intimo certi di questo concetto base, facilmente possiamo dedurre che esso è corrispondente con la Volontà Divina, in quanto Essa è Infinita Armonia ed Amore. Per seguire questo sentiero si deve cercare di eliminare ogni pensiero di vantaggio personale e dedicarsi al benessere e la felicità altrui. Imporsi questa linea di condotta non è facile, tanto più che i nostri difetti hanno un lungo ato reincarnativo, quindi sono radicati profondamente. Tuttavia se vogliamo liberarci da questo complesso di tendenze negative dobbiamo opporvi altrettante tendenze di virtù contrarie. Non è una

cosa facile da ottenersi, sarà una fatica considerevole, sembrerà quasi impossibile ottenere risultati positivi, perchè abbiamo permesso a quelle abitudini di acquistare una forza enorme, ma con la perseveranza la forza negativa dovrà cedere perchè pur essendo forte è sempre una quantità finita, mentre il potere che noi possiamo opporvi è quello infinito della volontà. Com’è possibile con l’esercizio continuo rieducare il corpo fisico, così è possibile per il nostro carattere, un esercizio mentale persistente può superare qualsiasi ostacolo. Dopo qualche errore commesso, molte volte si sente dire che esso è dovuto al carattere impulsivo e che non si poteva fare diversamente. Non è affatto vero, si cercano scuse per giustificarsi, ma nel proprio intimo si sa perfettamente che quello era errore, però vi si cade ugualmente, ciò vuol dire debolezza ed ignoranza. Se seguite queste indicazioni vi accorgerete che tutti siamo, chi più chi meno, di tendenza egoistica, quindi pensiamo prima a noi stessi, senza preoccuparsi degli altri; chi vuol eliminare l’egoismo deve fare l’opposto, cioè prima di ogni sua azione deve pensare agli effetti che l’azione medesima produrrà agli altri. Se uno è sospettoso e pensa che le persone che hanno rapporti con lui abbiano cattive intenzioni, cerchi invece di attribuire agli altri qualità buone. È vero che in questo modo è possibile essere ingannati, ma è meglio qualche volta essere delusi che mantenere un continuo atteggiamento di sospetto. Chi tende all’avarizia, si spinga verso la generosità; chi è facile ad irritarsi, si educhi alla calma, così dicasi per la curiosità, l’abbattimento morale, ecc. Il mondo nel quale viviamo attualmente con il suo sistema meccanizzato agevola purtroppo tendenze negative, come la facile irritabilità, l’impazienza, la mancanza di perseveranza e la disposizione alla critica degli altrui difetti. Altre tendenze negative di cui dobbiamo disfarci sono: il dubbio, la superstizione, l’amore del piacere, la possibilità di odiare, il desiderio per la materialità, l’orgoglio, l’ignoranza. L’uomo che veramente vuole migliorare il Mondo, deve prima di tutto migliorare sé stesso. Occorre analizzarsi. Molti asseriscono che la causa dei mali che affligge l’Umanità sta nel sistema sociale. Affermare questo significa non vedere il problema che superficialmente. La causa di tutti i mali sta invece dentro gli uomini, nel loro cuore e nella loro coscienza, quindi occorre se vogliamo una società migliore, migliorare noi stessi, altrimenti come si può pretendere che gli altri migliorino, mentre noi si agisce in modo contrario. Si deve imparare a vedere il Divino in ognuno ed in ogni cosa, così si migliorerà noi stessi e gli altri. Si dovrà cercare di rinunciare ai propri diritti e dedicarsi ad adempiere con diligenza ai suoi doveri. Applicando con serietà e intelligenza questi argomenti si noterà con evidenza il potere importante che assume il pensiero e la necessità di guidarlo saldamente. Tutte le azioni provengono e sono frutto del pensiero, perchè anche quando sono compiute senza pensarci, sono

espressioni istintive di pensieri e sentimenti che l’individuo nei tempi ati ha lasciato crescere in sé. Per ottenere quindi dei risultati occorre sforzo e molta buona volontà. Ognuno deve arrivare da sé a comprendere la vita, perchè ognuno deve fare uno sforzo in quella direzione, cioè deve essere spinto dalla propria interiorità, senza di che non gli sarà concesso di comprendere e sentire la verità della vita. Per sentire la verità è necessario essere già sulla strada della virtù, chi è virtuoso è pervaso dalla bontà, perchè questa è una emanazione della virtù. Siate prima di tutto umili. Essere umili significa essere grandi. Dall’umiltà nasce la bontà, l’amore, la fratellanza; essa è l’anello radioso che congiunge l’uomo all’Infinito. L’amore vero è quello in cui l’Essere dona senza nulla pretendere; amare costa sempre sacrificio di sé. Anche la fede è amore quando spinge alla ricerca della verità.

Per concludere riporto un brano importante del Vangelo di S. Matteo, Capo XXII, 36, 37, 38, 39, 40.

“Quando a Gesù fu chiesto: - Maestro, qual è il più grande comandamento della Legge? - Gesù rispose: - Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, e con tutta la tua mente. Questo è il supremo comandamento. Il secondo poi è simile a questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. In questi due comandamenti si assommano tutta la Legge e i Profeti”.

Ciò significa che tanto il primo quanto il secondo si compenetrano a vicenda, quindi chi ama il prossimo nel tempo stesso ama Dio; inoltre significa che tutto ciò che dice la Bibbia, vecchio e nuovo testamento, si assomma in questi due comandamenti. Sull’argomento, Gesù fa una ulteriore precisazione. Si legge nel Vangelo di S. Matteo, Capo V, 46, 47: “Infatti se voi amate coloro che vi amano, quale ricompensa meritate? Non fanno forse lo stesso anche i pubblicani? E che fate di: straordinario, se salutate soltanto i vostri fratelli? Non fanno forse altrettanto anche i gentili?”.

In altre parole potremmo dire: non fanno forse lo stesso quelli che possono

denominarsi cattivi e malvagi? Quindi chi vuole ottenere, in questa vita materiale, i massimi benefici spirituali, ricordi che questi si ottengono con atti d’amore per il prossimo. I Vangeli in definitiva indicano come fattore principale, la fratellanza, (non come viene spesso detta “a parole”), ma fratellanza di amore puro cioè senza interessi di sesso, né legami di sangue, che è la base principale per giungere alle vette della conoscenza e dello spirito. Non ha alcuna importanza se uno non comprende tutto ciò che dicono le Sacre scritture, ciò che è importante è AMARE IL PROSSIMO, il resto verrà da sé, cioè arriverà il momento che seguendo questo sentiero della bontà disinteressata, man mano si comprenderà molte cose e si arriverà a distinguere perfettamente con sicurezza la VERITA’.