La Psicologia Del Trading Resa Semplice. Come Applicare Le Strategie Psicologiche E Gli Atteggiamenti Dei Trader Vincenti Per Fare Trading Online Con Successo. 621z2s

LA PSICOLOGIA DEL TRADING RESA SEMPLICE

Stefano Calicchio

pubblicato: 2013

LA PSICOLOGIA DEL TRADING RESA SEMPLICE

Indice dei contenuti

Disclaimer Introduzione La psicologia del trading, questa sconosciuta Il vantaggio psicologico dei trader vincenti Lo svantaggio psicologico dei trader perdenti Acquisire il know how psicologico Acquisire il know how operativo La mentalità dei trader vincenti Le convinzioni alla base del trading vincente Sviluppare il trading plan Sviluppare il sistema di trading Le assicurazioni mentali Le assicurazioni operative La gestione del cash flow Il trade management Il money management

Il concetto di rischio Il management delle probabilità Trading e aspettative di guadagno Il diario di trading Ultimi consigli operativi Conclusione Appendice Il modello dell'auto- Test Auto Valutativo Soluzioni

Disclaimer

Tutti i diritti riservati. Ogni violazione sarà perseguita ai termini di legge. No part of this publication may be reproduced, stored in a retrieval system, or trasmitted in any form or by any means, electronic, mechanicals, photocopyng, recording, scanning, or otherwise, except as permitted by the law of UE and USA. Stefano Calicchio potrà concedere a pagamento l’autorizzazione a riprodurre una porzione non superiore a un quindicesimo del presente volume. Le richieste vanno inoltrate ali seguenti indirizzo e-mail: [email protected] Informazioni sul copyright Autore: Stefano Calicchio Titolo: LA PSICOLOGIA DEL TRADING RESA SEMPLICE – Come applicare le strategie psicologiche e gli atteggiamenti dei trader vincenti per fare trading online con successo. Copyright: 2012 © Licenza Standard – Tutti i diritti sull'opera sono riservati Paese: Italia DISCLAIMER Questo libro non costituisce in alcun modo consulenza o sollecitazione al pubblico risparmio. Operare in borsa è un’attività rischiosa. Quanto mostrato all’interno di questo manuale è la conseguenza di anni di studio e operatività,

quindi non è garantito il raggiungimento di simili risultati. I risultati ati ottenuti dall’autore non forniscono alcun tipo di garanzia per i guadagni futuri. Il lettore è pienamente consapevole e responsabile delle proprie decisioni economiche e finanziarie, ovvero a conoscenza dei rischi connessi a qualsiasi tipo di operatività. I casi di studio e gli esempi contenuti nel testo sono frutto di fatti e opinioni che possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso e non costituiscono sollecitazione all'acquisto o alla vendita di valori mobiliari e al pubblico risparmio. La motivazione per cui tali casi vengono presentati è di fornire elementi di studio sui mercati, quindi non possono essere considerati come previsioni certe e non mettono al riparo dal rischio insito nelle attività di investimento in borsa. Con la presenza di tale disclaimer l’Autore declina ogni responsabilità su possibili inesattezze dei dati riportati, danni, perdite economiche, danni diretti o indiretti derivanti dall'uso o dalla divulgazione delle informazioni contenute in questo libro.

Introduzione

Quanta influenza possiede la psicologia e l’approccio mentale di un investitore sui risultati che ottiene con il trading online? Sin dalla nascita dell’analisi tecnica applicata ai mercati finanziari, i grandi movimenti rialzisti e ribassisti hanno travato una valida spiegazione non nelle formule matematiche ma nell’avidità e nella paura dei partecipanti. L’investitore razionale, in grado di analizzare in modo esatto l’andamento della borsa, acquistando sui minimi e vendendo sui massimi, semplicemente non esiste. Questo perché tali minimi e massimi non sono il frutto di ragionamenti lineari, quanto piuttosto il risultato di atteggiamenti d’avarizia e di terrore che prendono ciclicamente il sopravvento sui mercati. Anche oggi, dove l’attività di trading da parte dei grandi player e degl’investitori istituzionali è compiuta da elaboratissimi software automatici, questi concetti restano più che validi, perché a creare e dirigere i programmi di trading sono sempre e comunque menti umane. Così, la vera sfida da affrontare quando si sceglie la via del trading online non riguarda come battere il mercato ma piuttosto come battere gli archetipi appena esposti. Fare trading con successo significa prima di tutto imparare a controllare e gestire le tendenze innate all’euforia e alla paura presenti dentro ognuno di noi. Questa guida non ha la pretesa di affrontare in maniera esaustiva l’argomento e forse nessun libro riuscirà mai a spiegare totalmente la psicologia dei mercati finanziari. Ma può aiutare il lettore a far luce su di un argomento troppo spesso lasciato ai margini della materia, seppur così importante e determinante per il successo della propria operatività. Capire i meccanismi di negazione insiti nella mente dei grandi trader, gestire le proprie emozioni durante l’apertura e la chiusura di un trade, imparare a

mantenere un equilibrio nella propria operatività e a non farsi coinvolgere sul piano personale dai propri errori è altrettanto importante che avere una strategia vincente di analisi tecnica e fondamentale dei mercati. Trovare conferme all’importanza degli aspetti psicologici nel trading non è difficile; basta osservare il setup mentale di chi riesce a restare vincente sui mercati anche dopo molti anni di operatività, nonostante gli alti e i bassi che caratterizzano l’attività del trader. La storia e la carriera degli operatori di maggior successo hanno dimostrato che il corretto equilibrio tra psicologia e capacità operative può avere un impatto fondamentale sui risultati che si è in grado di ottenere. La mia speranza è che questa guida possa offrirvi degli spunti inediti per migliorare le vostre performance, nonché aiutarvi a raggiungere con semplicità i vostri obiettivi di trading.

La psicologia del trading, questa sconosciuta

Quando si effettuano ricerche di mercato sulla psicologia del trading, la maggior parte dei trader operativi rimane piuttosto sorpreso dalla questione. La domanda per molti è: quale importanza può avere la psicologia in un mondo così razionale e allo stesso tempo complesso come la finanza operativa? Ho pensato di creare una guida sulla psicologia del trading quando mi sono reso conto che l’argomento presenta una profondità di studio più estesa rispetto a quanto non possa sembrare dalle prime apparenze. E’ davvero sorprendente il ruolo diretto degli atteggiamenti mentali di un trader nel saldo del proprio conto corrente. In questo senso una guida sulla psicologia del trading dovrebbe servire prima di tutto a fare ordine all’interno dei concetti fondamentali della materia, aiutando il trader a distinguere tra quello che funziona e quello che non funziona. L’obiettivo consiste nel riconoscere i punti di difficoltà, per accettarli e sfruttarli positivamente all’interno della propria operatività. Si tratta quindi di un lavoro d’introspezione, mirato a far luce sulle proprie caratteristiche e potenzialità personali, evitando di far guidare la propria operatività da condizionamenti esterni ed eterodiretti. Troppo spesso ci si affida a esperti e guru della finanza, dimenticando che anche la persona più preparata può commettere errori. In questo senso, la lezione più importante che la psicologia del trading può insegnare riguarda l’accettazione della propria fallibilità umana, presupposto essenziale per poter intervenire velocemente sulle posizioni in perdita e sugli inevitabili errori di percorso. Ci sono poi persone più fortunate, che possiedono una predisposizione caratteriale verso la gestione dei sistemi complessi e caotici, e altre che devono lavorare maggiormente su se stesse. Ma tutti i trader di successo fanno are i loro guadagni da uno stato di consapevolezza riguardante i principi presenti in questa guida.

Per ottenere risultati in questo campo è fondamentale iniziare un lavoro su se stessi. Bisogna diventare autodiretti e indipendenti rispetto alle emozioni esterne del mercato, imparando a riconoscerle e a gestirle senza farsene influenzare in maniera irrazionale. Gli step, in questo senso, sono sempre due: 1) per prima cosa è necessario ottenere una conoscenza approfondita dei mercati e un know how utile a produrre performance positive con continuità nel medio termine; 2) successivamente questo primo punto permetterà al trader di guadagnare il giusto grado di fiducia nelle proprie capacità, ovvero di mantenere i risultati positivi nel lungo periodo. Riassumendo a livello grafico quanto appena esposto, abbiamo il seguente schema:

Il processo che porta a risultati duraturi si sviluppa sempre secondo quest’ordine: la conoscenza sviluppa competenza. Grazie ai risultati operativi, questa competenza si trasforma con il tempo in fiducia nei propri mezzi e nelle proprie capacità, nonché in performance sul proprio conto di trading.

Il vantaggio psicologico dei trader vincenti

Quando si parla di ottenere dei vantaggi nella propria operatività di trading, si pensa solitamente a delle commissioni d’intermediazione particolarmente vantaggiose, a delle tecniche di analisi del mercato particolarmente utili per anticipare i prezzi o alla possibilità di ottenere notizie prima che vengano diffuse pubblicamente. Questo perché è comune credere che un trader riesca ad ottenere risultati vincenti nel medio e lungo periodo grazie ad espedienti piuttosto che ad un attento money management e ad una corretta impostazione psicologica della propria attività. La mia idea è che per battere il mercato sia necessario possedere non solo delle ottime tecniche e strategie operative (perlomeno rispetto a quelle possedute dalla massa dei trader perdenti), ma anche e soprattutto un vantaggio psicologico. In linea generale è possibile affermare che un trader ottiene un vantaggio psicologico nella propria operatività quando rispetta alcuni requisiti di base. Per prima cosa, deve aver progettato accuratamente la propria attività di trading. Questo significa che deve possedere un capitale adeguato alla strategia operativa che ha deciso di seguire. Inoltre, deve impiegare un corretto sistema di gestione del rischio, che gli permetta di non mettere in pericolo una parte troppo grande di capitale ad ogni operazione. Dal punto di vista pratico, deve saper scegliere degli strumenti finanziari con i quali si possa sentire a proprio agio. Infine deve essere in grado di affinare il proprio intuito e accettare gli errori che mano a mano si verificheranno durante il percorso, come parte integrante di quest’attività. In linea generale, tutti i trader vincenti indicano la semplicità e la presenza di una valida base metodologica come il proprio principale vantaggio psicologico. Poter operare con tranquillità nei mercati permette notevoli vantaggi, come ad esempio

il mantenere l’equilibrio mentale necessario per tagliare con tempestività i trade in perdita e per lasciar correre i profitti.

Lo svantaggio psicologico dei trader perdenti

Abbiamo compreso quali sono alcuni vantaggi psicologici sviluppati dai trader vincenti. Ma questa trattazione non potrebbe essere equilibrata e bilanciata se non ponesse in evidenza anche i principali punti di difficoltà mentali di questo mestiere, che come in ogni attività sono presenti anche nel trading. Per prima cosa, è importante sottolineare che il trader è portato ad affrontare quotidianamente un’enorme pressione psicologica; i movimenti repentini e imprevedibili del mercato portano a stress e a grandi sbalzi emozionali. Se consideriamo, ad esempio, che spesso il capitale investito è il frutto di molti sacrifici e risparmi diventa evidente quanto possa risultare complicato gestire gli alti e i bassi di quest’attività. Ovviamente, non esiste una tecnica in grado di neutralizzare questa situazione di svantaggio (poiché non è possibile neutralizzare il rischio di trading) ma è possibile assicurare la propria operatività in modo tale da decidere a tavolino la massima perdita che si è disposti a sostenere. Un esempio può essere rappresentato dall’uso degli stop loss, oppure dalla copertura con i derivati, che approfondiremo nelle prossime pagine. D’altra parte, anche i trader più esperti possono essere colpiti da defaiance in grado di compromettere l’operatività di lungo periodo. Uno svantaggio psicologico che spesso subiscono i trader alle prime armi consiste nella visione tunnel, ovvero nell’incapacità di ammettere scenari operativi differenti rispetto a quelli previsti. Nel trading moderno si tende a dare un’enorme importanza ai fattori tecnici e fondamentali; spesso i trader che possiedono una buona preparazione di base sviluppano una sicurezza molto elevata nei propri mezzi, diventando troppo confidenti nelle proprie capacità previsionali. Sebbene i modelli statistici e matematici possano offrire degli spunti anticipatori piuttosto affidabili, il mercato potrà sempre presentare insidie ed eccezioni in grado di vanificare l’analista più preparato.

In questo senso, basterebbe osservare le previsioni e gli studi degli economisti blasonati alla vigilia delle più grandi crisi economiche, per rendersi conto che molti dei maggiori esperti finanziari di ogni epoca non sono stati in grado di anticipare correttamente i grandi tonfi del mercato, e di avvisare così il proprio pubblico rispetto al crash imminente. E’ una storia che si ripete con costanza nel tempo e che lascia sul campo tanti grandi e piccoli trader accompagnati da ingenti perdite sui capitali investiti.

Acquisire il know how psicologico

Se dovessimo tirare le fila delle argomentazioni presentate nella prima parte di questa guida arriveremmo a definire la psicologia del trading come quella disciplina in grado di offrire al trader il necessario know how psicologico per operare in modo vincente sul mercato. Questo è un concetto tanto importante quanto spesso sottovalutato, perché nella maggior parte dei casi gli operatori del settore parlano del trading come di un’attività nella quale risultano predominanti le doti tecniche piuttosto che quelle psicologiche. Di conseguenza, si dà per assodata e già acquisita la presenza di corretta impostazione mentale verso le insidie del mercato, che al contrario spesso risulta assente. E’ importante quindi sottolineare come le abilità psicologiche dei trader vincenti necessitino dello stesso livello di assimilazione e di pratica che viene dedicato allo studio dei mercati. Fare esperienza ed esercizio in questo punto permette al trader di trasformarsi da scommettitore a investitore, perché sebbene si possano affinare le proprie doti d’analisi sarà sempre impossibile prevedere con certezza quello che succederà nei mercati. Più semplice è decidere con anticipo come si gestiranno eventuali situazioni di perdita o profitto. Acquisire il corretto know how psicologico significa comprendere che non è possibile controllare quello che succederà sul mercato ma è sempre possibile tenere sotto controllo quello che sta succedendo sul proprio conto di trading. Questo è l’obiettivo che dovrebbe porsi ogni trader operativo prima d’iniziare ad investire sui mercati finanziari.

Secondariamente, anche se non si può anticipare il mercato in ogni occasione, resta sempre possibile sviluppare un circolo virtuoso all’interno del quale il trader analizzerà il proprio modello operativo, individuando i punti di miglioramento e di successo della propria performance. Questo modello viene definito in psicologia come auto – e può essere rappresentato graficamente come nell’immagine seguente:

Chiaramente, tale modello parte dal presupposto di un lavoro psicologico che il trader compie su se stesso, in modo da migliorare le proprie performance. Dare un rating ai propri trade creando una pratica nella quale l’attività del ato viene sfruttata per migliorare i risultati futuri necessità sicuramente di un impegno e di un’attenzione non comune, così come di buone doti di programmazione e disciplina. Per aiutarvi in questo compito potete trovare nell’appendice di questa guida un esercizio pratico dedicato allo sviluppo dell’auto- e del know how psicologico, a partire dalla propria operatività quotidiana.

Acquisire il know how operativo

Dopo aver acquisito il capitale psicologico è necessario acquisire un adeguato know how operativo se si vuole operare correttamente sul mercato. Questo significa aver sviluppato delle tattiche e strategie da attuare a seconda dei vari scenari che si susseguono sul mercato. In generale, è possibile distinguere tra fasi di mercato rialziste, ribassiste o laterali. Per ottenere la giusta flessibilità operativa, è indispensabile saper riconoscere ognuna di queste fasi, in modo da applicare una corretta strategia operativa o da decidere più semplicemente se è il caso di attendere situazioni più favorevoli al proprio stile di trading. Le azioni sono lo strumento di base più utilizzato per operare in modo direzionale, ovvero quando il mercato sale o scende con un trend ben definito. Permettono d’investire senza particolari strumenti di analisi e senza dover tenere sotto controllo numerosi parametri se non le quotazioni dei prezzi, i volumi e gli strumenti di analisi tecnica che si è scelto di applicare. Diversamente, i derivati offrono un’ulteriore possibilità: quella di guadagnare anche quando il mercato va in laterale. E’ il caso ad esempio delle opzioni, che permettono di costruire strategie neutrali rispetto alla direzione dei prezzi e sensibili agli aumenti o alle diminuzioni di volatilità. Oltre alla scelta degli strumenti, anche le modalità operative che stabilirete di utilizzare risultano fondamentali. Dovrete decidere quale tipo di setup utilizzare prima di aprire un trade, quali sono i segnali operativi da seguire e cosa fare nel caso le vostre previsioni sull’andamento dei prezzi non dovessero risultare adeguate. Acquisire il corretto know how operativo significa sviluppare una metodologia che sia in grado di semplificarvi la giornata operativa, aiutandovi così a raggiungere i vostri obiettivi con naturalità.

E’ anche importante che questi elementi non vengano improvvisati, perché operare senza linee guida può portare a guadagni anche interessanti nel breve periodo ma si rivelerà una scelta sicuramente perdente nel medio e lungo periodo.

La mentalità dei trader vincenti

Se è vero che ogni business per funzionare richiede il giusto approccio, allora quale può essere quello migliore per il business del trading finanziario? Abbiamo già detto che i trader vincenti affrontano il mercato con un elevato grado di preparazione. Questa preparazione può essere intesa secondo due livelli logici:

il primo riguarda i livello mentale, ovvero il grado di conoscenze teoriche e tecniche, di esperienze acquisite sulla base del proprio studio e in via diretta o più in generale da tutto il bagaglio d’esperienza finanziaria del trader; il secondo riguarda il livello operativo, ovvero la conoscenza e comprensione precisa degli strumenti che si vorranno applicare durante l’attività pratica.

L’unione di questi due presupposti evidenzia l’importanza di un atteggiamento di forte responsabilità personale come la mentalità più corretta per approcciare il mercato. In via più semplice, i trader vincenti giudicano il proprio operato assumendosi le responsabilità dei propri errori, senza incolpare fattori esterni (che pure esistono e hanno un’influenza sulla propria attività). Un’interessante conseguenza dell’aver sviluppato un sufficiente grado di responsabilità personale consiste nella capacità di avere consapevolezza dei propri punti deboli e di agire di conseguenza. I trader che hanno acquisito una preparazione mentale e operativa adeguata sanno riconoscere quando le cose che hanno in mente potrebbero non produrre profitto e sono in grado di anticiparsi (o di fermarsi per tempo) rispetto a molte delle loro operazioni più impulsive.

Una mentalità del tutto opposta a quella “dello scommettitore”, ovvero del trader che s’improvvisa sul mercato con un’ottica simile a quella del giocatore d’azzardo. Diviene quindi interessante esaminare come si traducono i presupposti appena elencati a livello pratico. Una mentalità corretta pone al trader numerosi quesiti che vengono assolti prima di agire sul mercato. Ad esempio:

si sta per agire sotto l’impulso delle emozioni? Si possiede un self control adeguato per affrontare l’elevata volatilità del mercato? Si sta per chiudere una posizione sotto l’impulso della paura? Si sta per aprire una posizione sulla base delle sole aspettative di guadagno?

Molti trader vincenti hanno sviluppato dei rituali che li aiutano a rispondere in via inconscia a tali domande prima di agire. Nella pratica, sono in grado di entrare nella mentalità e nello stato emotivo più adatto per prendere decisioni responsabili rispetto al livello di rischio esistente. Il suggerimento consiste proprio nel fare un setup mentale prima d’iniziare ad operare, ricollegandosi ad un momento di lucidità e consapevolezza delle proprie risorse psicologiche vissuto in ato. L’idea è che il trader vincente debba essere in grado di costruire una mentalità positiva verso la propria operatività, che trovi solide fondamenta nel proprio know how e in un atteggiamento di responsabilità verso il mercato.

Le convinzioni alla base del trading vincente

Un altro argomento spesso sottovalutato ma piuttosto influente sui risultati che è possibile ottenere con la propria attività di trading riguarda le motivazioni e convinzioni di base che spingono le persone a diventare dei trader.

In merito al primo punto, quello delle motivazioni, una risposta immediata è tanto semplice quanto efficace e universalmente valida: s’inizia a fare trading per guadagnare denaro.

Chiunque se ne potrà convincere facilmente e basterà qualche domanda approfondita fatta a chi si sta per cimentare in quest’attività per comprendere che le aspettative di guadagno rappresentano la principale spinta all’apertura di un conto di trading e allo studio dei fondamenti della finanza.

Vi possono essere poi motivazioni di tipo secondario. Per alcuni, l’attività di trading consente di guadagnare una maggiore libertà o indipendenza anche all’interno di campi non direttamente connessi con il denaro. Si può ottenere, ad esempio, libertà di tempo, libertà dai colleghi e dai superiori oppure libertà dalle responsabilità che caratterizzano una tradizionale attività di tipo imprenditoriale.

Sfruttare l’opportunità del trading online non è però automatico e presenta numerose insidie. Alla base di tali difficoltà vi sono spesso le nostre convinzioni di base, ovvero quello credenze che introiettiamo in profondità e che possono influenzarci a livello operativo.

Vi sono convinzioni e credenze positive che ci possono aiutare a migliorare le nostre performance di trading. E’ il caso di tutte quelle credenze legate all’autocontrollo e alla consapevolezza di possedere gli strumenti teorici e tecnici adeguati per controllare la nostra attività, indipendentemente dalle condizioni del mercato.

Un altro esempio positivo è la convinzione posseduta dai trader vincenti di poter imparare dai propri errori e fallimenti, in modo da non deprimersi e da ristrutturare in chiave positiva una perdita o un’operazione non andata a buon fine.

Il problema con le convinzioni è che quando sono negative limitano fortemente l‘abilità di porre in essere dei cambiamenti. Per il trader operativo è inoltre molto difficile comprendere l’impatto delle credenze nel bilancio finale della propria attività, perché spesso le convinzioni che possiede sono inconsce e non direttamente accessibili alla mente razionale.

Per essere più precisi, ogni persona ap-prende in maniera indiretta e inconscia dal propria ambiente una serie di convinzioni che influenzeranno profondamente la propria attività di trading. Il fatto che in pochissimi dedichino del tempo allo studio del money management o del proprio sistema di gestione dei trade la dice lunga sulla zona grigia che spesso circonda questo importante aspetto dell’attività di trading.

Riconoscere che le convinzioni possono avere un impatto determinante sui profitti o sulle perdite della propria attività è quindi il primo o per individuare un’area d’intervento sottovalutata dal cosiddetto parco buoi e per migliorare sensibilmente i propri risultati, perché i nostri comportamenti sono il riflesso delle convinzioni e credenze inconsce.

Una volta presa la decisione d’intervenire in tal senso, il primo o consiste nel diventare consapevoli delle convinzioni che ci muovono durante una tipica giornata operativa. Bisognerà quindi prendere un blocnotes e tenerlo a portata di mano, in modo da poter annotare più appunti possibili circa le credenze che muovono le proprie azioni.

Potrà essere utile porsi le seguenti domande ogni qual volta si prende una decisione operativa importante:

o quale tipologia di pensiero si presenta con maggiore frequenza prima dell’apertura o della chiusura di una posizione? o Che tipo di credenza o convinzione genera la paura di avere una perdita? o Quale forma di credenza è possibile individuare nella propria mente quando si pecca d’impazienza e si anticipano i tempi del mercato? o Quali credenze e convinzioni sono alla base del proprio sistema di gestione del denaro e dei trade? o Infine, più in generale, quali sono le nostre idee e opinioni profonde sul funzionamento del mercato?

Rispondendo a queste domande sarà possibile costruire un quadro sul nostro sistema di convinzioni e credenze relative al trading online. Una volta individuate le convinzioni negative e limitanti, il lavoro successivo consisterà

nell’intervenire per cambiarle o sostituirle con convinzioni potenzianti.

Per fare un esempio pratico, se si è intimamente convinti che il mercato “sia un luogo all’interno del quale solo i grossi player possono conseguire degli utili mentre gli operatori indipendenti vengono sfruttati fino alla perdita complessiva del loro capitale” risulterà molto difficile conseguire dei risultati interessanti anche qualora si possieda un’ottima preparazione tecnica e operativa.

Si può quindi intervenire sostituendo tale credenza con una potenziante, ad esempio convincendosi che il mercato “sia un luogo all’interno del quale l’intelligenza finanziaria e la flessibilità fanno la differenza, indipendentemente dalla grandezza del proprio capitale”.

Infine, sarà importante cominciare a ricercare riscontri esterni per le nuove credenze, in modo che possano realmente sostituirsi a quelle precedenti in maniera profonda e duratura. Le convinzioni dovrebbero essere messe alla prova dei fatti come qualsiasi teoria economica, in modo da essere mantenute nel proprio bagaglio finanziario solo quando sono realmente in grado di dare un contributo all’attività di trading.

Sviluppare il trading plan

I trader vincenti hanno una visione precisa della propria attività di trading, che differisce da quella del parco buoi. In particolare, molti dei trader in grado di ottenere risultati nel lungo periodo paragonano la propria attività d’intermediazione a quella di un vero e proprio business. Osservare il mercato finanziario da un punto di vista imprenditoriale è un atteggiamento mentale che possiede numerosi vantaggi, tanto a livello di capitale finanziario quanto di capitale psicologico. Nel primo caso permette di rendersi conto che il capitale a propria disposizione rappresenta l’unico strumento di produzione della propria impresa e come tale deve essere considerato il bene più importante da conservare. In secondo luogo, per quanto riguarda gli aspetti psicologici, presuppone un’assunzione di responsabilità da parte del trader – imprenditore verso il proprio operato, poiché se si vuole intendere il trading come un business allora sarà necessario organizzare il proprio operato secondo un modello di natura manageriale. Il primo strumento a disposizione del trader per applicare quanto detto sinora prende il nome di business plan o trading plan. Di cosa si tratta? Il business plan è definito generalmente come il documento, strutturato secondo uno schema rigido e preciso, che sintetizza i contenuti e le caratteristiche del progetto imprenditoriale [fonte wikipedia]. Nell’attività del trading si tratta di uno strumento utile per allineare la propria attività ai cambiamenti che avvengono tanto nel piano di vita del trader quanto a livello di mercato. Realizzare un trading plan è piuttosto semplice se si seguono le linee guida che verranno presentate in queste pagine. Ogni imprenditore o trader di successo sa

che un buon progetto di business deve possedere:

una missione precisa e circoscritta, ovvero un’idea della motivazione che spinge una persona a fare trading. Una chiarificazione delle credenze alla base della propria attività di trading, ovvero cosa si pensa del mercato e della propria attività. Gli obiettivi di trading di breve, medio e lungo termine. Le strategie di trading che si vuole mettere in pratica per raggiungere i propri obiettivi. Le azioni che si metteranno in atto quotidianamente o periodicamente per attuare le proprie strategie operative. Le metodologie che verranno utilizzare per gestire i trade e per conservare il proprio capitale, in modo da evitare il rischio di rovina. L’ammontare di denaro da dedicare al trading, quello da mettere a rischio quotidianamente e la quantità di denaro che ci si pone come obiettivo di guadagno.

I punti appena elencati possono fungere da base per la stesura di un buon piano di trading. Il consiglio è di dedicare del tempo a questa attività e di effettuare delle revisioni periodiche, in modo da allineare costantemente la propria operatività di trading alle capacità personali e agli obiettivi di lungo periodo.

Sviluppare il sistema di trading

I trading system rappresentano un insieme di norme e regole che il trader s’impegna a seguire durante la propria operatività, in modo da non farsi condizionare dagli sbalzi e dagli umori del mercato finanziario. Esistono trading system manuali, dove è il trader a eseguire fisicamente la maggior parte delle operazioni e trading system automatizzati, con i quali si demandano la maggior parte o la totalità dei compiti ad un computer. Per costruire un sistema di trading efficace è necessario partire dai propri obiettivi e dal proprio stile operativo. Esiste un numero infinito di possibilità nell’assolvere questo compito, pertanto sarà necessario trovare il metodo più adatto alla personalità del trader. In linea generale, sarà necessario pianificare diverse tipologie di operazioni, tra le quali risultano fondamentali:

le regole da seguire per il setup dei trade; le metodologie di entrata e di uscita; gli stop loss a protezione del capitale e i take profit a protezione dei profitti raggiunti; l’ampiezza delle posizioni rispetto al capitale totale.

Quando avrete definito le regole del vostro sistema di trading, sarete pronti per metterlo alla prova dei mercati. Il consiglio è di testare il trading system sulle quotazioni storiche degli strumenti

finanziari nei quali desiderate investire, in modo da vedere quali tipi di risultati avreste realizzato applicando tale metodo d’investimento nel ato. Vi sono poi alcuni punti chiave che potete approfondire per accertarvi che il vostro sistema di trading sia realmente funzionale rispetto all’andamento del mercato. In particolare, potete verificare non solo le percentuali di profitto ma anche i tempi medi necessari alla realizzazione di quest’ultimi. Un altro importante parametro d’analisi consiste nella media esistente tra i profitti e le perdite; può essere calcolata in senso numerico (ovvero contando il numero delle operazioni positive rispetto a quelle negative) ma anche in senso di guadagno percentuale, calcolato alla fine di precisi campionamenti temporali (ad esempio alla fine di ogni mese). Questo permette al trader di rendersi conto di eventuali influenze stagionali che possono impattare sull’andamento del sistema di trading. Idealmente, dovreste ricerca il trading system che vi offre maggiori garanzie su tutti i punti di criticità appena elencati. Non si tratta di un auspicio banale, perché molti trader inesperti sfuggono alla psicologia di trading del lungo periodo e cercano di avere ragione sul mercato nel maggior numero di casi possibili, mentre quello a cui bisogna puntare è la sostenibilità del money management e degli utili nel tempo. Investire denaro senza un trading system adeguato (e testato con oculatezza sul mercato) significa rischiare di vaporizzare una parte troppo elevata del proprio capitale complessivo, con il risultato che non sarà più possibile continuare a fare trading senza una ricapitalizzazione.

Le assicurazioni mentali

Le assicurazioni mentali servono a delimitare l’area operativa della propria attività di trading, in modo da minimizzare i rischi e massimizzare le opportunità di guadagno. In borsa è comune sentir dire che per guadagnare realmente bisogna lasciar correre i profitti e tagliare nell’immediato le perdite; questo è esattamente ciò di cui stiamo parlando. Ma come spesso accade quando si parla di trading, spesso la teoria risulta molto distante dal lato pratico. La prima forma di assicurazione che un trader dispone contro il rischio di rovina è composta dalle regole e dalle limitazioni all’esposizione. I trader più esperti ricercano sempre le opportunità di mercato nelle quali si mantiene la massima probabilità di profitto garantendosi al contempo un rischio limitato. Esistono infatti molteplici strategie di questo genere e possono essere utilizzate tanto mettendo in pratica le teorie dell’analisi tecnica quanto quelle dell’analisi fondamentale. Senza addentrarci in questioni che esulano il tema di questa guida, nel primo caso si pensi ad esempio alla possibilità di acquistare azioni o altri strumenti finanziari (caratterizzati da uptrend di lungo periodo) su importanti i e vendere in prossimità di resistenze storiche. Nel secondo caso si consideri l’importanza di scadenze di bilancio o di comunicazioni societarie e la relativa influenza che queste possono avere sulle quotazioni. Proseguendo nel nostro approfondimento, creare una disciplina personale che si sappia adattare alla propria operatività e al carattere del trader è un’ulteriore assicurazione psicologica che il trader deve possedere prima di operare sul mercato. Questo punto si scontra solitamente con molte resistenze inconsce, perché l’idea

di una rigida best practice da seguire va a scontrarsi con il bisogno di libertà e d’indipendenza che spesso ambisce chi sceglie di dedicarsi al trading online. Significa ammettere che abbiamo sempre a disposizione tutte le risorse che ci sono necessarie per gestire correttamente una perdita. Quando questa diventa troppo grossa o ingestibile, si tende solitamente a dare la colpa al mercato o a condizioni esterne. Purtroppo tale atteggiamento si traduce, presto o tardi, in un vero e proprio disastro sul proprio conto di trading. Quando si opera al di fuori di confini e regole ben definite, è sempre troppo facile incolpare dei risultati negativi fattori esterni, perché la casualità del mercato porta a continui e repentini cambiamenti di paradigma. La mancanza di metodicità nelle possibili direzioni del mercato deve essere riequilibrata dalle regole personali e dalla disciplina del trader. Il problema relativo alla mancanza di regole predefinite riguarda il rischio di trovarsi in un’operatività del tutto casuale, che non tenga conto dei due contrabbassi del mercato: la limitatezza delle proprie risorse finanziarie e l’illimitatezza dei possibili scenari che possono verificarsi.

Le assicurazioni operative

Le assicurazioni operative consistono in una serie di strumenti utili a gestire le proprie posizioni e il capitale di trading, in modo da evitare il rischio rovina e limitare le perdite lasciando correre i profitti. Sebbene questo tema meriterebbe da parte del lettore un’attività di studio e approfondimento mirato (si veda ad esempio la guida “IL MONEY MANAGEMENT RESO SEMPLICE” disponibile su Kindle e nei principali bookstore), è importante delineare tali aspetti anche in questa trattazione perché possiedono una forte influenza sullo stato psicologico del trader. La tranquillità psicologica che il trader può acquisire utilizzando i seguenti accorgimenti è alla base di molti risultati di successo nel campo del trading online. Traducendo quanto detto finora dal punto di vista degli strumenti operativi, i primi elementi che devono essere considerati come assicuratori della propria attività di trading sono:

stop loss; take profit; trailing stop.

Vediamo di cosa si tratta approfondendo ognuno di questi meccanismi di protezione. Gli stop loss sono degli ordini di chiusura di una posizione che entrano in funzione qualora le nostre previsioni di mercato si rivelino fallimentari.

Grazie agli stop loss (traducibile letteralmente come blocchi alle perdite) il nostro broker venderà la nostra posizione lunga o acquisterà la nostra posizione corta in modo del tutto automatico al raggiungimento di un prezzo prefissato, senza che il trader debba essere fisicamente presente davanti al monitor. Il fatto di poter inserire degli ordini di vendita in grado di limitare la nostra massima perdita realizza un importante vantaggio psicologico nella mente del trader, perché permette di gestire la propria attività operativa senza dover essere presenti davanti al monitor per tutta la durata dei trade. Inoltre, l’inserimento degli stop loss porta il trader a soppesare con anticipo le possibilità d’insuccesso di ogni operazione, aiutandolo di fatto a soppesare il livello di rischio generale del proprio portafoglio. Un altro strumento di grande interesse per i suoi risvolti psicologici è il take profit (traducibile letteralmente come presa di profitto). Si tratta di un meccanismo complementare a quello degli stop loss, il cui scopo è aiutare il trader a chiudere una posizione di profitto prima che il mercato possa rintracciare, vanificando il guadagno dell’operazione. Anche in questo caso, il vantaggio primario a livello psicologico consiste nella possibilità di staccarsi dallo schermo del computer, lasciando che il mercato faccia il proprio corso. Il secondo vantaggio consiste (come per lo stop loss) nella necessità di programmare con anticipo il possibile esito positivo dell’operazione, fatto che porta il trader a valutare l’effettiva sostenibilità del trade prima che questo venga aperto. A completezza delle informazioni relative agli ordini condizionati è necessario parlare di trailing stop. Si tratta di stop loss e take profit che sono in grado di seguire il mercato, immettendo gli ordini di acquisto o di vendita sul mercato non al raggiungimento di un certo livello di prezzo ma piuttosto al verificarsi di una particolare situazione tecnica. Ad esempio, l’aumento o la diminuzione della volatilità oltre una certa percentuale, fattore che presuppone un grande cambiamento nello scenario operativo. In questo modo, i trailing stop sono in grado di lasciar correre i profitti fino a quando non si verifica la rottura di un’importante linea tecnica di o. Anche in questo caso, si tratta di un’opportunità offerta al trader per programmare con anticipo la propria attività sul mercato, riducendo lo stress

operativo dovuto all’incertezza dei mercati finanziari.

La gestione del cash flow

Il cash flow e l’attività di budgeting sono degli elementi fondamentali per mantenere profittevole la propria attività di trading. Si tratta di due strategie necessarie per pianificare con attenzione la propria attività e soprattutto per garantirsi che questa sia sostenibile nel medio e lungo periodo. Cash Flow è traducibile in lingua italiana come flusso di cassa e rappresenta l’attività di ricostruzione dei flussi monetari che intervengono durante la gestione dei propri trade. Per essere ancora più espliciti consiste nella differenza tra le entrate che un trader accumula e le uscite, rappresentate da costi di varia natura. Avere sotto controllo i flussi della propria attività di trading permette di non farsi cogliere impreparati dal mercato e anche d’investire il proprio denaro avendo maggiore consapevolezza su quali saranno i risultati operativi, a seconda dei vari scenari che potrebbero verificarsi. Esistono differenti metodi per acquisire il controllo del cash flow nell’attività di trading e potete liberamente scegliere quello che si adatta maggiormente al vostro stile operativo. Una buona strategia di verifica e accertamento scegliate, deve saper rispondere correttamente a domande come quelle seguenti:

quali sono i costi bancari mensili che si devono sostenere per mantenere in essere il proprio conto di trading? Quali sono i costi per gli strumenti informatici? Sono adeguati alle reali necessità o bisogna prendere in considerazione ulteriori investimenti nel breve periodo?

Quali sono i costi di connessione che è necessario sostenere per l’accesso a internet? E’ compreso un abbonamento per operare in mobilità? Quali costi si sosterranno per i canoni delle piattaforme avanzate di trading, per le iscrizioni alle newsletter di segnali tecnici o fondamentali? E così via.

Avere un’idea precisa di questi costi è importante. Si tratta di spese fisse a cui bisogna necessariamente saper fare fronte, ovvero che non possono essere evitate se si vuole fare trading online. Ma in realtà questi dati vi saranno di grande aiuto anche per determinare la soglia minima di guadagno mensile da raggiungere per ottenere il break-even, in modo da mantenere l’attività in guadagno.

Il trade management

Il trade management consiste nell’attività di pianificazione, gestione e controllo delle operazioni che il trader pone in essere per raggiungere i propri obiettivi di profitto. Anche in questo caso si tratta di un argomento dalle forti connotazioni operative, che viene trattato all’interno di questa guida per le implicazioni psicologiche. Quando si decide di aprire un’operazione di trading, le modalità con cui la si attua possono influire profondamente sui risultati attesi. Per prima cosa, è necessario investire solo quella parte di capitale che da sola non rischia di compromettere l’operatività complessiva futura. Bisogna sempre ricordare che l’entità percentuale di una perdita sarà inferiore alla percentuale di guadagno necessario per riappianarla. Così, a titolo di esempio, qualora un trader realizzi una perdita del 50% sul proprio capitale sarà necessario un gain del 100% per ritornare alle disponibilità di partenza. Questo aspetto viene spesso sottovalutato nella gestione dei trade, con conseguente demoralizzazione e sfiducia psicologica nelle proprie possibilità di ritornare competitivi sul mercato. Un altro importante aspetto del trade management riguarda la gestione stessa delle posizioni. Alcuni trader utilizzano ad esempio l’accorgimento di entrare sempre con un minimo di due contratti sul mercato, in modo da poter rivendere uno dei due non appena si realizzerà un guadagno accettabile, alzando contemporaneamente lo stop loss della posizione rimanente. Quando ho interrogato i trader che utilizzavano questa strategia, mi è stato risposto che in questo modo cercavano di ottenere fin dall’inizio un trade gratuito, sterilizzando i rischi di perdita. Analizzando questa risposta, è possibile vedere immediatamente che il vero vantaggio di questa strategia consiste nella tranquillità psicologica che si può

guadagnare realizzando subito il 50% della propria posizione. Così, sarà possibile lasciar correre i profitti senza lo stress dovuto alla paura di un rintracciamento, fattore che spesso condiziona l’operatività del trader. Da questi esempi è possibile delineare alcuni assiomi del trade management:

ogni trade deve essere pianificato misurandone la sostenibilità sul capitale complessivo; l’apertura e chiusura di un trade può essere frazionata in modo da gestire al meglio le opportunità di mercato; il modo in cui vengono gestiti i trade (trade management) ha una forte influenza sul morale e sulla tranquillità psicologica del trader e non deve pertanto essere demandato all’improvvisazione.

Progettare una serie di regole da seguire per gestire le proprie posizioni ha un grandissimo vantaggio: permette di sterilizzare la grande maggioranza degli errori dovuti agli aspetti emozionali della propria operatività, poiché si potrà gestire i propri stati d’animo conoscendo sempre in anticipo il massimo rischio ed il tipo di azione da intraprendere per minimizzarlo.

Il money management

Quanto esposto in precedenza ci porta a concludere la carrellata sugli strumenti di gestione della nostra attività di trading con il money management, ovvero con una serie di strategie operative mirate al controllo del rischio. L’idea più interessante connessa a questo argomento riguarda un preconcetto molto diffuso tra i trader alle prime armi. Generalmente si pensa che per guadagnare bene con l’attività di trading sia necessario anticipare correttamente il mercato in modo quasi perfetto. Al contrario, questo falso mito ha condizionato (negativamente) l’operatività di molte persone inesperte, perché quello che conta realmente è avere un sistema di trading che permetta di ammortizzare le naturali perdite che s’incontrano quotidianamente. Chi possiede un eccellente money management è in grado di guadagnare dal proprio capitale anche con percentuali di successo per ogni trade inferiori al 50%. D’altra parte, quando s’investe continuamente la totalità del proprio capitale, è possibile andare incontro alla rovina anche se si è in grado di performare nel 99% delle proprie operazioni, perché il restante 1% è in grado di azzerare completamente il proprio conto. Queste considerazioni ci fanno comprendere che il trading è un’attività rischiosa, pertanto necessita di un sistema di gestione del rischio che deve essere adeguato contemporaneamente al capitale iniziale e alla psicologia del trader. In linea generale, vi sono alcune regole di money management che ben si adattano a qualsiasi stile di trading e che dovrebbero essere considerate per il loro potenziale di preservazione del capitale:

se si è alle prime armi, è meglio iniziare a fare pratica sfruttando un conto di trading in modalità demo;

non investire mai più del 5% del proprio capitale; avere sempre un piano generale sulla gestione del trade e su come comportarsi nei possibili scenari di mercato; utilizzare gli ordini automatici per distaccarsi dal mercato, sterilizzando gli aspetti emozionali dell’attività di trading; prelevare periodicamente parte dei gain dal conto per monetizzare i propri guadagni.

A partire da queste linee guide, ognuno dovrebbe prendersi del tempo per costruire e testare il proprio sistema di money management, in modo da guadagnare serenità e tranquillità psicologica nella propria attività di trading.

Il concetto di rischio

Il rischio è certamente un elemento che merita un’analisi approfondita all’interno di un manuale di psicologia del trading. Per sviluppare in modo proficuo questo argomento, il primo o non può che essere una definizione operativa. Il rischio viene solitamente definito come la potenzialità che un’azione o un’attività scelta (includendo la scelta di non agire) porti ad una perdita o ad un evento indesiderabile [rif. Wikipedia]. Questa definizione, già da sola, è in grado di anticipare molte delle problematiche che connettono il trading al concetto di rischio. E’ facile pensare all’indecisione prima di un importante ordine di acquisto, oppure alla difficile scelta di tagliare un investimento in perdita. Dal punto di vista pratico, la prima cosa che il rischio dovrebbe indurre nel trader è una maggiore consapevolezza verso il caos che governa i mercati finanziari. Questo perché imparare a gestire il rischio significa prima di tutto imparare ad accettare che le proprie scelte si possano dimostrare come fallimentari. Può sembrare un pensiero piuttosto semplice da far are tra le righe di un libro sulla psicologia del trading, ma qualsiasi persona con una buona esperienza finanziaria può testimoniare che su questo concetto si basa il punto di svolta di molte carriere di successo. Quando si è alle prime armi spesso avviene una sottovalutazione del rischio, perché è molto più facile concentrarsi sull’opportunità di guadagno e sulle conseguenze positive di un trade particolarmente azzeccato piuttosto che sui rischi di perdita. Esiste quindi una pragmatica che è bene conoscere e che bisogna cercare di seguire fin dalle prime operazioni in paper trading, in modo da introiettarla all’interno delle proprie abilità operative.

I trader di successo che conoscono i segreti per evitare una sottovalutazione del rischio di rovina sono soliti adottare una o più strategie di protezione dal rischio. Ad esempio:

hanno adottato una serie di strategie e modelli d’azione che li aiutano a mantenere il controllo delle proprie emozioni; sanno riconoscere i conflitti interiori e prendono la decisione di risolverli prima di entrare o uscire dal mercato; analizzano con anticipo i rischi di perdita e le relative conseguenze sul proprio capitale finanziario e psicologico; hanno acquisito l’abilità di mettersi in terza persona, cercando di capire cosa sta accadendo dal punto di vista del mercato; evitano proiezioni del mercato personalistiche, emotive, viscerali e comunque non attinenti con quanto avvenuto a livello storico.

Quanto appena esposto dovrebbe far riflettere il lettore verso la propria idea di rischio. Se in genere questo concetto viene visto come qualcosa di negativo, nella pratica i trader vincenti hanno saputo trasformare il rischio in qualcosa di positivo, ovvero in uno stimolo ad analizzare con maggiore razionalità il mercato e ad adottare degli strumenti di protezione contro il verificarsi di situazioni inattese.

Il management delle probabilità

Se un trader è realmente intenzionato a sviluppare competenze e abilità riguardanti la gestione del rischio, allora il management delle probabilità diventa una materia di o di grandissima efficacia. I trader di maggior successo sono in grado di analizzare correttamente le probabilità che si possa effettivamente verificare un evento futuro, e prendono decisioni operative solo quando questo fattore si trasforma in un vantaggio. Partiamo quindi da una definizione di probabilità. Il concetto di probabilità affonda nella storia della matematica, ma per questa trattazione può ritenersi sufficiente la definizione classica, attribuibile a Pierre Simon Laplace: per probabilità s’intende il rapporto tra il numero dei casi favorevoli ad un evento e il numero dei casi possibili [fonte Wikipedia]. Ne risulta che per essere realmente in grado di agire correttamente sui mercati, dobbiamo possedere una visione d’insieme la più possibile esaustiva sugli strumenti finanziari con i quali operiamo (il numero dei casi possibili). A partire da tale presupposto possiamo stimare le probabilità di successo (il numero dei casi favorevoli) sulla base dello storico dei prezzi ati. Il calcolo delle probabilità è utilizzato in moltissimi settori industriali della nostra moderna economia. Si pensi al campo pensionistico, medico, assicurativo o anche al gioco d’azzardo; le aziende investono miliardi di euro per assicurarsi che le probabilità siano dalla loro parte. Se questo vale per le multinazionali, a maggior ragione ha un senso per il lettore; ogni trader responsabile dovrebbe fare lo stesso. Dal punto di vista del trading operativo, la regola base consiste nel cercare di tenere il maggior numero di probabilità a proprio favore quando si decide di aprire un trade.

Questo significa, per esempio, decidere dei criteri di trading laddove le probabilità statistiche di guadagno siano doppie rispetto a quelle di perdite. Al contrario, i trader perdenti tendono a operare in modo seriale e automatico, ovvero anche quando le probabilità di guadagno non risultano particolarmente promettenti. Imparare a gestire le probabilità per portarle a proprio favore significa scoprire come ricercare la certezza nel campo dell’incertezza. E’ un compito difficile, ma che non può essere rimandato da chi deve guadagnare rischiando il proprio denaro. Sebbene non vi sia modo di sapere con anticipo cosa accadrà in futuro, si può sempre riconoscere l’aleatorietà del mercato e acquisire di conseguenza un know how adeguato per proteggersi. I trader di successo assolvono a questo compito imparando a riconoscere con anticipo le probabilità di successo delle loro operazioni.

Trading e aspettative di guadagno

Le aspettative possiedono una profonda influenza sull’esito dell’attività di trading e meritano pertanto un approfondimento all’interno di questa guida. Se volessimo offrire una prima definizione potremmo dire che rappresentano le attese dei soggetti a fronte di un evento o di un comportamento che può influire sulle loro decisioni [fonte wikipedia]. In linea generale possiamo distinguere le aspettative in razionali e irrazionali; quest’ultime sono quelle a cui i trader operativi devono prestare maggiore attenzione. Attraverso degli esempi concreti è facile comprendere l’importanza delle aspettative per la psicologia del trading; si pensi alle numerose distorsioni che possono verificarsi riguardo la propria attendibilità d’analisi in un mercato particolarmente euforico o depresso, nel quale ogni notizia sembra suffragare in modo irrevocabile il trend generale. Mentre la serie storica dei prezzi ati è inconfutabile, le attese future spingono la borsa verso comportamenti irrazionali, creando spesso le famigerate quanto temute bolle speculative. Il problema delle aspettative è quindi nella mancanza di attendibilità, perché sono basate su un terreno fumoso e poco solido. Un secondo errore commesso frequentemente consiste nell’utilizzare le quotazioni storiche per cercare di prevedere l’andamento futuro dei prezzi. Anche in questo caso si rischia di perdere di vista un punto fondamentale, ovvero che il ato non può essere garanzia dei rendimenti futuri (una formula che avrete sicuramente già letto all’interno dei documenti informativi previsti dalla Consob per qualsiasi forma d’investimento). Ma anche quando le aspettative del trader dovessero venire confermate si rischia di andare incontro a problemi. E’ il caso di un eccesso di fiducia nelle proprie capacità d’analisi, che potrebbe portare al rischio di rovina.

La soluzione consiste nel razionalizzare sempre le proprie aspettative, attraverso il mantenimento di una buona consapevolezza circa l’inafferrabilità del mercato. In questo senso, porsi delle domande come quelle seguenti potrebbe risultare di grande aiuto:

i risultati attesi dai miei investimenti sono compatibili con le reali condizioni del mercato? Quali sono i segnali deboli del mercato che potrei non aver considerato e che devo aggiungere alle mie analisi per renderle più attendibili? Quali informazioni non sto percependo dal mercato a causa delle mie aspettative?

Questo genere di domande è utile per arginare le aspettative che dovessero risultare irrazionali rispetto al reale andamento del mercato, pur tenendo sempre in considerazione che sono proprio loro a generare i cambiamenti di volatilità più repentini. Acquisendo un atteggiamento razionale e neutrale sarà più semplice riconoscere le aspettative per il loro reale valore ed evitare così di prendere decisioni impulsive, dettate dalla paura delle perdite o dall’avidità di un potenziale grosso guadagno.

Il diario di trading

Il diario di trading è un esercizio poco conosciuto e messo in pratica raramente dai trader operativi, ma che si è rivelato utile da chi l’ha utilizzato con la necessaria costanza e lungimiranza. Si tratta, in effetti, di una strategia di auto miglioramento davvero efficace. Lo scopo è costringersi nell’osservazione della propria operatività, in modo da individuare gli errori più comuni e da correggerli, migliorando così le proprie performance. Il meccanismo di funzionamento è piuttosto semplice: si effettua un’analisi della propria attività registrando ogni singola operazione, perché osservare se stessi è il primo o verso una reale opera di comprensione del proprio stile di trading. Per risultare efficace, l’osservazione deve essere il più possibile oggettiva, visto che eventuali giudizi di merito o derivanti da uno stato emozionale possono suggerire conclusioni erronee. In particolare, l’osservazione non deve portare a esprimere rimorsi, frustrazioni o angosce, perché il reale obiettivo non è l’autocommiserazione ma piuttosto il miglioramento delle proprie performance operative. Quando si tiene un diario di trading per abbastanza tempo, si ci rende conto che i disastri non derivano da un singolo errore plateale ma da tanti piccoli errori, commessi in modo seriale per un periodo di tempo sufficientemente lungo. Il diario di trading può aiutare a comprendere che nell’attività del trading online compiere errori è del tutto naturale e può divenire addirittura parte del nostro percorso di crescita personale quando:

siamo in grado di riconoscere gli errori e di accettarli come parte di un processo più vasto e generale di miglioramento;

siamo in grado di ristrutturare gli errori per trasformali in un fattore positivo o nella promessa di un successo futuro.

Questi presupposti forniscono il necessario o teorico e pratico all’importanza di tenere un diario di trading. Ci fornisce una memoria sulle nostre operazioni andate a mercato, che spesso compiamo con più routine di quanto sarebbe opportuna se non in modo automatico e inconscio. Un trader senza memoria di se stesso è un operatore destinato a ripetere continuamente gli stessi errori; in questo senso, è opportuno ricordare che difficilmente saremo in grado di ottenere risultati migliori se ci ostineremo a compiere sempre ed esattamente le stesse azioni. Dal punto di vista metodologico, grazie ai moderni strumenti informatici a nostra disposizione, è piuttosto semplice realizzare il proprio diario di trading. Si può scegliere, ad esempio, di adoperare un foglio di calcolo che contenga alcuni tra i seguenti elementi:

data; trade; direzione (long o short); quantità o lotto; prezzo di acquisto; prezzo di vendita; valutazione del rischio; aspettative; commissioni;

esito (profitto o perdita) esito indicato in ordine percentuale (%).

Alcuni broker offrono la possibilità di scaricare i propri ordini eseguiti sul mercato sotto forma di tabella Excel; in questo caso potremo intervenire direttamente sul file, per adattarlo ai nostri scopi. E’ importante che il diario di trading sia tenuto assiduamente; se si prende l’impegno con se stessi, è necessario mantenerlo per almeno tre mesi, in modo da saggiarne effettivamente la validità sui propri risultati.

Ultimi consigli operativi

Imparate ad osservarvi e a studiare la vostra psicologia personale ed il modo in cui questa influisce sui vostri rendimenti. Evitate sempre di operare quando siete in stati emotivi alterati o quando riconoscete di non avere il pieno controllo sulle vostre emozioni. Imparate a gestire i vostri trade al meglio. Studiate delle strategie operative che vi permettano di operare con la massima tranquillità psicologica e che siano in grado di portare le possibilità di successo dalla vostra parte. Studiate il money management e applicate alla vostra operatività un sistema di gestione del rischio che vi permetta di non esporvi con troppo denaro su pochi o addirittura su singoli trade. Create un vostro personale sistema di trading che sia ritagliato in maniera sartoriale sul vostro carattere, sul vostro sistema di conoscenze e sulle vostre disponibilità. Assumetevi sempre la responsabilità di ciò che fate e dei vostri errori. E’ il primo o per trasformarli in agenti di cambiamento verso il successo. Mantenete sempre la mente aperta e disponibile alle novità e ai cambiamenti che si verificheranno nel mercato. Concentratevi sulla sostenibilità delle vostre strategie di guadagno sul lungo periodo e non sul guadagno percentuale (anche elevato) realizzabile nel breve con singoli trade.

Conclusione

Siamo giunti alla conclusione del nostro percorso d’introduzione alla psicologia trading, un viaggio che ci ha portato alla scoperta di molteplici tecniche e strategie mentali da utilizzare per migliorare le proprie performance finanziarie. La psicologia ha un impatto profondo sui mercati e può avere un riscontro altrettanto incisivo nei vostri guadagni. La mia speranza è che questa guida possa essere stata per voi abbastanza semplice da chiarirvi i principali concetti di base e allo stesso tempo sufficientemente esauriente per permettervi d’iniziare una proficua attività di approfondimento. Un approfondimento che può essere rappresentato non solo da nuove opportunità di studio ma anche e soprattutto dalla lunga attività d’introspezione che è necessaria per comprendere i propri punti di forza e miglioramento. Questa guida vi ha offerto in modo veloce e pratico la possibilità di concentrarvi su di un aspetto della vostra operatività che viene troppo spesso trascurato. Qualora decidiate d’impegnarvi in questo lavoro sarete chiamati a fare degli sforzi prolungati, ma avrete anche a disposizione degli strumenti (come il trading plan o il diario di trading) per semplificare e automatizzare il vostro lavoro. Il mio augurio è che ognuno di voi possa sfruttare le tecniche e le strategie della psicologia del trading per realizzare i propri obiettivi di libertà finanziaria in modo sempre più semplice e naturale.

Appendice

Nelle seguenti pagine troverete una serie di esercizi pratici progettati con l’obiettivo di aiutarvi ad apprendere le nozioni offerte in questa guida. Ogni singolo training si appoggia alla teoria presentata in questa guida ed è richiamato in modo specifico all’interno delle pagine precedenti di questo testo.

Il modello dell'auto-

Il modello dell’auto- deve essere applicato al termine di ogni operazioni con l’obiettivo di migliorare costantemente le proprie performance operative. Per prima cosa, date un rating al vostro trade. Come definireste l’operazione appena conclusa? o Deludente o Mediocre o Buona o Ottima Sulla base dell’esperienza appena vissuta, nel caso in cui l’operazione sia risultata deludente o mediocre, descrivete ora in modo sintetico quali sono i punti di debolezza o gli errori da evitare nelle prossime operazioni: ________________________________________

Al contrario, nel caso in cui il rating del vostro trade sia risultato buono od ottimo, descrivete le strategie vincenti adottate e riflettete sulle modalità per replicare tale know how nelle prossime operazioni: ________________________________________

Test Auto Valutativo

Il seguente test autovalutativo nasce con lo scopo di aiutare il lettore nel consolidare le nozioni teoriche e pratiche esposte in questa guida, con un esercizio dalle modalità ludiche ed allo stesso tempo formative. Troverete di seguito una serie di domande a risposta multipla, a cui dovrete rispondere indicando la frase corretta. Al termine del test potrete leggere le chiavi di risposta. Buon divertimento! Che tipo di ruolo possiede la psicologia nei risultati che un trader può ottenere sul mercato? o Un ruolo marginale; o Nessun ruolo; o Un ruolo che differisce in base all’operatività del trader, ma sempre e comunque incisivo; o Possiede un ruolo solo se il trader glielo attribuisce. Come si ottiene un vantaggio psicologico nell’attività del trading? o Spaventando gli altri investitori con la propria operatività; o Ricercando strumenti operativi migliori rispetto a quelli utilizzati da altri; o Ottenendo le migliori condizioni commissionali possibili; o Progettando con cura la propria strategia operativa e raggiungendo la consapevolezza dei propri limiti come delle risorse di cui si dispone;

In cosa consiste lo svantaggio psicologico dei trader perdenti? o Nella visione tunnel, ovvero nell’incapacità di ammettere scenari operativi rispetto a quelli previsti; o Nelle penalizzazione ricevuto dal mercato; o Nella sospensione della propria attività quando questa è dovuta alla scelta di mercati troppo volatili; o Nell’impossibilità a seguire i mercati per tutto il tempo necessario; Come si acquisisce il know how psicologico? o Non si acquisisce, perché deve risultare innato nella mentalità del trader; o Attraverso almeno dieci anni di esperienza; o Sfruttando un circolo virtuoso che permette l’apprendimento tramite l’operatività e che alimenta l’auto-; o Concentrandosi su di un numero ridotto di strumenti finanziari per diventarne degli esperti; Quali sono i due livelli logici presenti nella mentalità di un trader vincente? o Il livello mentale e il livello operativo; o Il livello primario e il livello secondario; o Il livello tecnico e il livello fondamentale; o Il livello statistico e il livello probabilistico; Quali sono le due tipologie di motivazioni che spingono verso la pratica del trading? o Attive e ive; o Teoriche e operative;

o Analitiche e strategiche; o Primarie e secondarie; Che cos’è un trading plan? o Il piano di commissioni che un broker applica ai propri clienti; o Il documento che sintetizza i contenuti e le caratteristiche del progetto di trading; o Una forma di assicurazione contro il rischio di perdita; o Il piano di money management del proprio capitale; A cosa servono le assicurazioni mentali? o A garantirsi contro il rischio insolvenza della controparte; o Vengono utilizzate dai broker per verificare la comprensione del livello di rischio di un investimento; o Sono il presupposto per poter stipulare le assicurazioni finanziarie; o Servono a delimitare l’area operativa della propria attività di trading, in modo da minimizzare i rischi e massimizzare le opportunità di guadagno; In cosa consistono le assicurazioni operative? o In una serie di strumenti utili a gestire le proprie posizioni e il capitale di trading; o In una serie di vincoli al proprio capitale posto in essere dal broker; o In delle raccomandazioni degli organi di controllo del mercato per garantire la correttezza degli scambi; o In contratti assicurativi posti a tutela del trader che entrano in funzione al verificarsi di eventi di mercato sfavorevoli; In cosa consiste la gestione del cash flow?

o Nel verificare che il broker abbia verificato correttamente tutti i conteggi relativi alla propria attività di trading; o Rappresenta l’attività di ricostruzione dei flussi monetari che intervengono durante la gestione dei propri trade.; o Nella possibilità di ottenere cash aggiuntivo impegnando obbligazioni a lunga scadenza; o Rappresenta l’attività di migliore allocazione delle proprie risorse sulla base del rapporto tra minimo rischio e massimo rendimento; Che cos’è il trade management? o E’ l’attività di scambio che si realizza durante l’apertura e la chiusura di un trade; o E’ la normativa che tutela il trader contro eventuali comportamenti scorretti da parte degli istituti finanziari; o E’ la normativa a cui si deve attenere un trader per poter accedere ai mercati finanziari maggiormente speculativi; o E’ l’attività di pianificazione, gestione e controllo delle operazioni che il trader pone in essere per raggiungere i propri obiettivi di profitto; Cos’è il Money Management? o L’analisi dell’andamento storico delle operazioni di un trader; o L’insieme di tecniche e di strumenti il cui scopo è la gestione del rischio e la protezione del capitale; o Un insieme di tecniche utili a predire l’andamento futuro dei prezzi di uno strumento finanziario; o La gestione degli utili ottenuti attraverso l’attività di trading;

Soluzioni

1) Un ruolo che differisce in base all’operatività del trader, ma sempre e comunque incisivo. 2) Progettando con cura la propria strategia operativa e raggiungendo la consapevolezza dei propri limiti come delle risorse di cui si dispone. 3) Nella visione tunnel, ovvero nell’incapacità di ammettere scenari operativi rispetto a quelli previsti. 4) Sfruttando un circolo virtuoso che permette l’apprendimento tramite l’operatività e che alimenta l’auto-. 5) Il livello mentale e il livello operativo. 6) Primarie e secondarie. 7) Il documento che sintetizza i contenuti e le caratteristiche del progetto di trading. 8) Servono a delimitare l’area operativa della propria attività di trading, in modo da minimizzare i rischi e massimizzare le opportunità di guadagno. 9) In una serie di strumenti utili a gestire le proprie posizioni e il capitale di trading. 10) rappresenta l’attività di ricostruzione dei flussi monetari che intervengono durante la gestione dei propri trade. 11) Il trade management consiste nell’attività di pianificazione, gestione e controllo delle operazioni che il trader pone in essere per raggiungere i propri obiettivi di profitto.

12) L’insieme di tecniche e di strumenti il cui scopo è la gestione del rischio e la protezione del capitale.