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Rosalia Loro

Gli acquerelli di Lila

Illustrazioni dell’autrice

Rosalia Loro

Gli acquerelli di Lila

Edizione digitale: novembre 2013

ISBN: 9788868558383

Edizione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl

Indice

Capitolo

A Lila non piaceva la notte che colorava tutto di nero. Preferiva la luce del giorno che rendeva il mondo brillante e variopinto. Lila amava osservare come i colori di tutte le cose cambiavano secondo le ore ed il tempo.

Nel suo album dipingeva ogni volta un cielo diverso: azzurro, con immense nuvole bianche, quando era sereno; grigio quando era gonfio di pioggia, rosso al tramonto; poi prati verdi e giardini fioriti.

Quando le nuvole scure coprivano il cielo ed i colori si facevano opachi, Lila diventava triste e malinconica.

Un giorno in cui era particolarmente giù perché cadeva una pioggia pungente e fitta e tutto aveva un colore nebbioso, Lila ricevette in regalo una grande scatola di acquerelli. “Con questi potrai colorare il mondo con tutte le tinte che vorrai!” le dissero i genitori.

Così Lila pensò di creare i colori più adatti ad ogni circostanza. Quando si annunciava un temporale e il cielo si tingeva di nero, Lila mescolava i colori e preparava il celeste.

“Cielo, CELESTE!” sussurrava ed improvvisamente un cielo azzurro intenso avvolgeva il mondo. Oppure, quando tra le nuvole faceva capolino un timido sole, Lila stemperava il rosso ed il giallo: “Sole, ARANCIONE!” esclamava ed una pioggia di raggi dorati inondava ogni cosa.

Nei giorni freddi d’inverno, quando cadeva la neve, Lila si sbizzarriva a creare tonalità molto speciali. “Neve, ARCOBALENO!” mormorava. Ed i fiocchi si coloravano di mille tinte diverse e volteggiavano come sciami di farfalle sospinte dal vento.

La storia di Lila e dei suoi acquerelli ben presto si diffuse. “Mi piacerebbe un mare calmo e trasparente, affinché io possa fare una buona pesca” chiedeva il pescatore .

“Vorremmo un cielo sereno e senza vento” dicevano le rondini che dovevano migrare.

“Avrei bisogno di una pioggerellina gentile che aiuti a germogliare il grano che ho seminato” diceva il contadino. E Lila preparava colori straordinari per chiunque.

“Il buio mi fa paura”…

“Lo potresti colorare?” le chiese un giorno un bambino.

Allora Lila miscelò il rosso con il bianco, diluì tutto con un po’ d’acqua e quando il sole tramontò, bisbigliò: “Notte, ROSA!” e tutto cominciò a cambiare. La luna, le montagne e qualsiasi cosa in cielo ed in terra si tinse di rosa in sfumature diverse. Ma ahimè! Pur sempre solo e soltanto rosa.

La notte rosa disorientò non poco le operose formiche che, dopo un’intensa giornata spesa a cercare cibo, non videro calare il buio e continuarono senza tregua il loro lavoro, finché non caddero dal sonno.

Senza il buio anche la vita degli animali notturni diventò complicata . Un pipistrello, tormentato dai morsi della fame, lasciò la sua buia grotta ma la luce rosa lo accecò completamente. “Come farò a tornare a casa?” si chiese disperato il volatile, ma l’eco della voce lo guidò ed il pipistrello riuscì ad infilarsi nella grotta senza sbattere contro le pareti.

Il ghiro dormiglione si stancò di poltrire e scese dal suo albero. Era così affamato che non fece caso a quello che metteva in bocca. Scambiò un sasso per una nocciolina e si ruppe i denti.

Il gufo si riparò gli occhi con un’ala e tentò di volare con l’altra, ma il frullare dell’ala finì col rovinare il nido del povero uccello che ci rimise pure qualche piuma.

La notte rosa fu una brutta sorpresa anche per il gallo che era solito annunciare il sorgere del sole con il suo squillante Chicchirichi. Il re del pollaio non capì più quando fare il suo canto perché non riusciva a distinguere il giorno dalla notte.

Così, gli animali tennero un’assemblea per discutere e giunsero alla conclusione che tutto doveva tornare com’era: la notte buia e silenziosa ed il giorno luminoso e vivace.

Inviarono da Lila un’ape come rappresentante: “Abbiamo bisogno che di notte il buio ricopra la terra”, disse. “Gli animali che vivono di notte stanno morendo di fame, mentre quelli che vivono di giorno stanno morendo di sonno” continuò l’ape.

Anche le mamme protestarono, perché i bambini facevano i capricci per andare a dormire. Il loro sonno era disturbato dai raggi rosa che penetravano dalle finestre e solleticavano le palpebre chiuse e dal cinguettare degli uccelli che si chiedevano dove fosse andata a finire la notte nera.

Così Lila rinunciò a cambiare il colore alle cose ed usò i suoi acquerelli per dipingere meravigliosi paesaggi nel suo album di disegno.

A presto con

“Il coniglietto Lollo”