LA DIZIONE ...è l'eleganza verbale. CHIAREZZA + VERITÁ = ELEGANZA La CHIAREZZA la si ottiene con una esatta e nitida pronuncia (Si può pronunciare bene e articolare male e viceversa). Elementi base sono la voce e il respiro. La VERITÁ è l'essere credibile; non allontanarsi perciò dal proprio naturale, ma esercci- tarsi al suo miglioramento, rispettando la pausa ed evitando il birignao, la cantilena e l'enfasi. L'ELEGANZA la si ottiene sommando la chiarezza alla verità.
LA VOCE L'organo sul quale bisogna spingere per ottenere una buona sonorità è l'addome.Fare esercizi tendendo il plesso come un tamburo cercando di ottenere suoni nella più bassa tonalità possibile. Le corde vocali, che sono due appaiate, per realizzare suoni gravi producono vibrazioni lente e brevi. Si evita così la frustata delle corde col relativo sfregamento dell'una contro l'altra che crea seri guai come lo sgranamento della voce, afonie, formazione di polipi sulle corde stesse. La voce con tono basso, contrariamente a quello che si può credere, ha una resa maggiore anche sul piano dell'ascolto che non il falsetto o l'acuto, raggiungendo con la pressione sull'addome spazi più distanti. ...E non si creda che per esprimere grande potenza vocale sia necessario produrre una fuoriuscita esorbitante di fiato. Questo è un altro errore: la sonorità, ripeto, è determinata soprattutto dalla pressione che si esercita sull'addome e su tutti i muscoli dell'apparato vocale, cioè quelli dell'esofago, della glottide e dell'epiglottide, per non parlare di quelli della zona retropalatale. Le donne per natura non possiedono la voce d'addome, anzi sfuggono per istinto dall'impararla proprio perché la natura si preoccupa in anticipo di proteggere l'eventuale figlio che si collocherà nel ventre e che per questo ha spostato l'apparato vocale più in alto. Per la donna, quindi, gli esercizi per riattivare il plesso e ripristinare l'impiego dovranno svolgersi senza forzare, per gradi, e logicamente sarà difficile apprenderne la tecnica. Per educare e sviluppare la potenza e l'incisività vocale, oltre che la chiarezza dei suoni ("masticando" le parole in modo che risultino il più intelligibili possibile) non ci si può affidare a metodi stabiliti e applicabili schematicamente a tutti i soggetti. Ognuno deve preoccuparsi di arrivare a conoscere come è strutturato il proprio apparato vocale e cercare caso per caso la pratica più corretta e gli esercizi più efficaci per ben ARTICOLARE e sviluppare SONORITÁ e POTENZA partendo sempre dal proprio naturale.
... ma attenzione a quanto diceva Sarah Bernhardt: « La belle voix est souvent un don funeste, si l'artiste ne s'en sert que pour donner du son »
RESPIRANDO Bisogna imparare a prendere i respiri rapidamente eseguendo le prese di fiato mentre si parla senza doversi arrestare e magari spalancando la bocca. Tecnica che bisogna acquisire facendo esercizi che vedono coinvolti anche il naso. All'inizio questa tecnica crea qualche difficoltà, poi si riesce senza che uno nemmeno se ne renda conto. E' una tecnica d'effetto che va usata però con parsimonia, spesso è meglio prendere i respiri del tutto naturalmente ed anzi sottolinearli invece che mascherarli.
PAUSE Soprattutto nella lettura e nella recitazione distinguerei due tipi di pausa: pausa LOGICA e PSICOLOGICA Senza la pausa logica si parlerebbe scorrettamente, senza la pausa psicologica si parlerebbe senza vita. La prima è formale, al servizio dell'intelligenza. La seconda è sempre attiva e ricca di contenuto interiore.
BIRIGNAO Il consiglio è quello di far sempre mente locale, anche quando si parla con amici o parenti a casa: premere costantemente sull'addome cercando toni bassi, anche quando si legge il giornale farlo a voce alta proiettando il suono a costo di farsi are per pazzi. Dopo un po' che si va d'addome, ci si accorge che anche la voce di "maschera" e quella di "testa" e di "falsetto" riescono meglio Bisogna cercare di impiegare tutte le gamme possibili, ma sempre con molta misura e mai a sproposito ...e soprattutto bisogna evitare il BIRIGNAO
...Cos'è il Birignao? E' termine gergale che indica quel dire lagnoso, zeppo di saliscendi contratti e stucche- voli.
LA CANTILENA E L'ENFASI
Evitare cantilene ed enfasi schiacciando il tono ...uniformarlo evitando anche i fiati contro tempo, solo così la recitazione o la lettura diventa intonata. Non bisogna colorare, dare cadenze vistose. No, per essere credibili bisogna appiattire, togliere ogni andamento cantato o cantilenante. Caricare di enfasi è difetto che apprendiamo direttamente a scuola. Come si fa ad evitare questi sballi ? Bisogna imparare a comunicare le intenzioni che stanno dietro un discorso non le parole.
DISTINGUIAMO ARTICOLARE: Esprimere chiaramente, distintamente le varie sillabe in modo che la parola sia comprensibile e nitidamente pronunciata. LEGGERE: Seguire con gli occhi quanto è scritto, sia tacitamente, sia esprimendo le singole frasi con la forza e la limpidezza necessaria per farle intendere agli altri. RECITARE: Dire ad alta voce e a memoria brani in prosa in versi, o interpretare intere opere teatrali con colori espressivi e stile intonato. DECLAMARE: Recitazione enfatica di poesie, drammi, orazioni. Recitazione e Declamazione sono di solito accompagnate da gesti e movimenti efficaci e adatti.
Lettura: Alcuni Esercizi Pratici 1) Leggere molto lentamente scandendo il più possibile soprattutto in finale di parola. 2) Nei primi tempi lettura completamente inespressiva per concentrarsi meglio sulla dizione, sulla articolazione e sulla pronuncia. 3) Ginnastica pratica delle labbra per renderle agili e pronte: pronuncia re prima le vocali una a una; unirle poi a consonanti labiali come P - B, e a dittonghi. Naturalmente l'esercizio (utile per l'articolazione) va esteso a tutte le possibili consonanti, abbinate alle diverse vocali: ma - me - ga gu - la - lu ecc; e prr - brr - drr - trr ecc. 4) Abbassare ritmicamente la mandibola, tenendo la testa ferma, allargare e tendere le labbra al limite del riso e restringerle fino alla u ; smorfie, gonfiamento delle guance: tutto ciò ecciterà il dominio dei muscoli facciali. 5) Non chinarsi troppo sul libro che si legge; una posizione eretta lascerà libera la respira- zione diaframmatica tanto utile per i fiati rubati. 6) Portare lentamente la lettura in clima più espressivo: colorire, variare inflessione di voce,, crescere e diminuire le tonalità, affrettare, rallentare frasi facili e difficili; lettura di testi dialogati e di versi.
Recitazione: Alcuni Consigli 1) Per meglio recitare è necessario sapere la parte a memoria. 2) Bisogna recitare come se noi stessi creassimo in quel preciso momento la frase, il pensiero da esprimere. 3) Sillabazione chiara, dizione corretta; varietà di inflessioni, di modulazioni di intonazioni, di accenti, di espressioni, di colori. Crescendi e diminuendi alternati a pause, improvvisi silenzi e riprese di voce sulla stessa tonalità o su tonalità diverse: la monotonia è la morte della recitazione. Segniamo il brano da leggere utilizziamo questa tecnica: a) tratto verticale ( | ) dopo la parola = pausa lunga b) tratto orizzontale ( — ) sulla parola = rafforzamento c) forchette divergenti e convergenti ( < > ) = crescendi - diminuendi d) grande X = improvviso cambiamento d'intonazione della parola o di tutta la frase e) parentesi quadra aperta = affrettando della frase seguente f) parentesi quadra chiusa = rallentando della frase seguente
APPUNTI DI DIZIONE Regola principale Quando su una sillaba contente una e o una o non cade l'accento tonico, la e o la o si deve pronunciare sempre chiusa. Esempio: tàvolo, lìbro, volànte, dìsco, bottìglia
Tutta la nostra attenzione sarà perciò ora rivolta alle parole che contengono una sillaba con e o con o sulla quale cade l'accento tonico. In questo caso dovremo chiederci se la vocale e o o si deve pronunciare aperta o chiusa.
Il contatto Il “sentire” (dentro e fuori) rinnovato perché reinventa il linguaggio di pensieri, emozioni e gesti. La creazione del “vuoto” e lo sviluppo delle emozioni. La famiglia immaginaria
L’esplorazione dei miti che appartengono alla propria esistenza per avviare un processo di recupero e cura della relazione con il bambino interiore Il movimento e lo spazio Lavoro
sul
centro:
il
proprio
centro,
il
centro
del
gruppo.
Il movimento come costruzione dello spazio teatrale.
Processo creativo e struttura drammatica La
struttura
drammatica
La presenza scenica, l’osservazione di sé nel qui ed ora per integrare i diversi personaggi che abitano
la
propria
personalità
e
sviluppare
la
coscienza.
La narrazione di sé per accrescere la consapevolezza e l’accettazione della propria storia, la possibilità
di
ritrovare
un’unità
dell’esperienza.
L’improvvisazione Partire da un solo elemento dato, la realtà! Chi e cosa mi sta attorno, quali impulsi arrivano (esterni
ed
interni).
La Lucida.
mente Pensiero
orizzontale,
spaziale,
cinestesico
e musicale - ritmico.
Il Corpo dell’attore e del personaggio
Il Qualità
corpo del
movimento
(differenti
tipi
Il il Attenzione cogliere proprie Voce,
di
energie/qualità
peso: proprio,
materiali).
saper accogliere
lasciare quello
alle
altrui.
sensazioni
l’opportunità
di
corporee: moltiplicare
superfici
le
di
consapevolezza
sensibilità.
e
trasformazione
Il suono che nasce dal corpo, la ricerca del suono che appartiene alla propria storia.
Comportamenti
automatici
e
nuove
soluzioni
Il copione di vita e i personaggi automatici della propria storia di vita
La
Maschera
Il lavoro sul copione, sugli automatismi quotidiani per acquisire padronanza dei propri mezzi psichici e consentire alle barriere di cadere.
e
fisici