Skyline edizioni
Come addestrare il tuo cane
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Table of contents
Voi e il vostro cane, cenni di psicologia canina Il guinzaglio e i bocconcini I comandi: piede! Seduto! A terra! Resta! Vieni! La eggiata Superare le paure Raccomandazioni finali
Voi e il vostro cane, cenni di psicologia canina
Uno degli errori più comuni, nel rapporto padrone-cane, consiste nell'umanizzare il proprio migliore amico. Spesso ci comportiamo in questo modo, per dimostrare il nostro amore nei confronti dell'animale domestico, credendo di fare il suo bene, ora, non vorrei essere cosi melodrammatico da usare l'espressione “la via per l'inferno è lastricata di buone intenzioni”, ma renderebbe di certo l'idea! Dobbiamo riflettere molto bene sulle nostre azioni e sui nostri atteggiamenti, poiché ci stiamo rapportando ad un animale, che per quanto intelligente e sensibile, non ragiona secondo schemi logici umani, si può dire infatti, che utilizzi una lingua differente dalla nostra, in cui la stessa parola, può avere due significati diametralmente opposti. Lo sforzo maggiore per una persona, coincide con l'immedesimarsi nella personalità del proprio cane e interagire con lui, tramite stimoli e messaggi calibrati opportunamente. Un cane non agirà mai in modo arbitrario, ma sempre spinto da una precisa motivazione, seppure, spesso, non facilmente comprensibile secondo la nostra logica. A volte capita di leggere storie drammatiche, riguardanti l'aggressione di un uomo da parte di un cane, in questi casi è giocoforza immaginare, che l'animale sia improvvisamente impazzito, oppure che fosse aggressivo per natura o ancora peggio semplicemente cattivo. Simili affermazioni sono molto utili per liquidare velocemente il problema, senza dover riflettere attentamente, in fondo, il tema non è tanto interessante, né importante e non abbiamo certo tempo da sprecare! Invece è utile, anzi vitale, per chi abbia deciso di comprendere e di relazionarsi in modo sano con il proprio cane, investire una parte delle proprie energie, per comprendere questo punto focale. Se studiamo il caso ipotetico di un'aggressione, possiamo notare numerosi fattori, che avrebbero potuto fungere da miccia per l'esplosivo, ma che non sono facilmente intuibili:
-Il cane è di indole estremamente paurosa, in tal caso interpreta molti stimoli, anche innocui, come minacce vere e proprie. La reazione è ovviamente un'aggressione a scopo difensivo. -il cane è stato addestrato per interpretare certi stimoli, come aggressioni alle quali reagire. -Il cane fa parte di un branco -umano o animale- e il suo ruolo gli impone di agire in modo aggressivo. Se ciò accade in un branco formato da uomini, spesso è causato dalla mancanza di autorità della persona, che dovrebbe assumere il ruolo di capobranco. -il cane è vittima di forti stress, dovuti ad abitudini di vita non consone alla sua natura animale -tendenza a umanizzare il proprio animale domestico- e reagisce in modo squilibrato. Questi, sono solo alcuni punti su cui riflettere e prendere in considerazione, utili per entrare nell'ottica corretta e parlare un linguaggio comprensibile dal proprio cane. Come avrete capito, gran parte degli errori e delle mancanze del nostro cane, derivano direttamente dalle nostre mancanze e dai nostri errori nel relazionarci con lui. In realtà, se si attua una didattica di questo genere, si arriverà inevitabilmente al punto, in cui inizierà anche una sorta di autoanalisi personale, poiché solitamente il padrone tende a riflettere sul proprio animale, quando il rapporto è particolarmente stretto, le proprie nevrosi e paure; anche questo è un aspetto particolarmente rilevante che meriterebbe attenzione.
Il guinzaglio e i bocconcini
I nostri migliori alleati, durante l'addestramento saranno proprio loro: il guinzaglio e i bocconcini. Bisognerebbe far famigliarizzare sin da subito il proprio cane con il guinzaglio. Per non traumatizzarlo, si può agire in modo graduale, per qualche giorno basterà farglielo vedere e annusare, poi si potrà cominciare a metterglielo nella cuccia, cosicché diventi per lui un oggetto comune che conosce, infine si proverà a farglielo indossare, associandolo sempre a un evento piacevole, come può essere la eggiata oppure tramite un rafforzativo positivo. Il rafforzativo positivo per eccellenza è il bocconcino, va bene qualsiasi tipo purché sia particolarmente apprezzato, non consiglio cibi che possano ungere o che siano difficilmente portabili con sé, poiché è sempre bene averne una scorta quando si esce. Ogni volta che il cane si comporterà come vogliamo, dovremo premiarlo, i cani sono molto abitudinari e se riusciamo a instaurare un'abitudine positiva, tenderanno a ripeterla autonomamente. Il guinzaglio è estremamente utile, non solo per rendere più sicure le persone che ci circondano e che sono timorose del nostro cane, specialmente se di taglia grande, ma anche perché è uno strumento di comunicazione, che se usato bene si rivelerà molto efficace. Spetta a noi comprendere in quale situazione ci troviamo e quali possono essere gli elementi di pericolo, in grado di far scattare il nostro cane, cosi da poter comunicare anticipatamente, al nostro amico, qual'è l'atteggiamento idoneo da mantenere. In generale, per cominciare, consiglio di usare un guinzaglio non troppo lungo e abbastanza robusto, solo quando avremo raggiunto un grado maggiore di confidenza si potranno usare i guinzagli estensibili, che permettono al cane maggiore libertà e indipendenza dal padrone.
I comandi: piede!
La prima cosa da insegnare al cane, è quella di camminare al nostro fianco, seguendo il nostro ritmo. Per intenderci è assolutamente da evitare che il cane strattoni il proprio padrone, obbligandolo a una camminata troppo veloce e forzata, anche questo, è sintomo che il padrone, non viene riconosciuto come appartenente a un gradino superiore nella scala sociale del branco. Cominciamo a camminare con il cane al guinzaglio, ogni volta che comincia ad allontanarsi troppo oppure ad andare troppo veloce, richiamatelo con un fischio o altro stimolo sonoro, se si riavvicina premiatelo con un bocconcino. Se al contrario, nonostante il richiamo, non ritorna da voi date un leggero strappo verso l'alto al guinzaglio, non dovete infliggergli del dolore, che potrebbe avere conseguenze controproducenti, quanto, più che altro, esprimervi con uno stimolo chiaro e deciso, che provochi al massimo un leggero fastidio. Se nonostante questo, il cane non risponde positivamente, è evidentemente in uno stato di sovreccitazione, in cui l'insegnamento risulta difficoltoso da portare avanti. Fermatevi per un minuto, bloccando in tal modo anche il vostro cane e aspettate che si calmi per riprendere, se ciò non avviene, sospendete per quel giorno l'addestramento e continuate il giorno dopo. Lo stato mentale del cane è estremamente importante, un giorno di addestramento in uno stato di calma, vale quanto cento in uno stato di eccitazione. Prendetevi il vostro tempo, non pretendete troppo dal vostro cane e agite gradatamente un o alla volta, aumentando lentamente ma costantemente la difficoltà dell'addestramento, in questo modo avrete sicuramente delle belle soddisfazioni. Quando avrete raggiunto un buon livello, aggiungete i giri a destra e a sinistra. Girando non strattonate il vostro cane, ma prima dategli uno stimolo sonoro e dite “piede!” e solo dopo stimolatelo se necessario con il guinzaglio.
Non dimenticate mai di premiarlo con dei bocconcini quando si comporta bene. Rendete l'addestramento un momento gioioso e giocoso, il cane deve divertirsi in vostra compagnia. Incitatelo spesso in modo allegro e complice, i cani possiedono grandissime doti empatiche e comprendono benissimo quando sono apprezzati e amati, divenendo in tal caso più collaborativi e reattivi.
Seduto!
Quando il proprio cane è in grado di seguirvi rimanendo al vostro fianco tranquillamente, si può aggiungere un ulteriore insegnamento: il comando seduto. Questo tipo di comando è la base per quelli successivi, quindi, bisogna che il cane lo assimili molto bene, ciò renderà molto più facile il lavoro che seguirà. Mentre camminate con il vostro amico al guinzaglio fermatevi, tenete nella mano qualche bocconcino e posizionatevi di fronte al cane, a questo punto fategli annusare la mano, per fargli capire cosa impugnate e disegnate con quest'ultima un arco in avanti, che parte dal naso e finisce circa dietro il collo del cane. Eseguite il movimento molto lentamente, il fine è far seguire al vostro cane con il muso l'odore del bocconcino, portandosi cosi inevitabilmente in posizione seduta. Se ciò avviene complimentatevi con lui e premiatelo come al solito, se invece il cane compie altri movimenti pur cercando il premio, indirizzatelo con le mani, premendo per esempio la sua schiena verso il basso, mentre state disegnando l'arco con l'altra mano. Quando per il vostro cane sarà abituale compiere questo movimento, provate a ripetere l'esercizio togliendo lo stimolo del cibo e infine con il solo stimolo della voce, pronunciando il comando “seduto!”.
A terra!
Con il comando “seduto!” diamo al nostro cane uno stop. E' utile quando dobbiamo fermarci per parlare con qualcuno o se dobbiamo fare altre attività, cosi facendo è come se dicessimo “aspetta un attimo devo fare una cosa”. Il comando “a terra!” serve invece per uno stop prolungato, in particolar modo quando ci sono situazioni che potrebbero degenerare, come bambini molesti al parco, altri cani potenzialmente aggressivi in avvicinamento e cosi via. Si può considerare un modo, per porre il nostro cane in uno stato di calma, tale da farlo reagire in maniera temperata nelle situazioni critiche. Partendo dalla posizione seduta, portate ora la mano con i bocconcini verso il basso a livello del terreno e in avanti sempre raso terra. Ancora una volta il principio, è che il cane faccia il movimento corretto influenzato dal profumo del premio, in questo caso si dovrebbe trovare pancia a terra, con le zampe anteriori distese. Come al solito premiatelo quando agisce correttamente, mentre se indugia o compie altri movimenti aiutatelo a comprendere con le mani, in questo caso prendetegli le zampe anteriori e distendetele in avanti.
Resta!
“Resta” è forse uno dei comandi più difficili da insegnare a un cane. Certamente la difficoltà o meno si deve in gran parte al carattere dell'animale e al tipo di rapporto instaurato con il suo padrone. Per i cane molto insicuri o paurosi, il comando “resta” risulterà davvero molto difficile, mentre a cani indipendenti e dalla spiccata personalità, sarà più arduo insegnare il successivo comando “vieni”. Come avrete capito non esistono cani perfetti o al contrario irrecuperabili, si tratta solo di individuare il tallone d'Achille specifico e lavorare duramente per risolvere la problematica. Una volta che il cane si trova in posizione “a terra”, bisogna guardarlo e con fermezza dire “resta!”, diamogli un premio e poi sempre guardandolo e camminando all'indietro allontaniamoci di qualche o. Se il cane non si muove, abbiamo ottenuto un grande successo, possiamo quindi complimentarci con lui, se invece ci segue, dobbiamo, con estrema pazienza riportarlo dove si trovava e ripetere l'esercizio, sino a quando non notiamo miglioramenti. Lentamente dobbiamo rendere l'esercizio sempre più difficile, quindi aumentiamo la distanza tra noi e il nostro cane, dopodiché possiamo togliere il collegamento visivo voltandoci quando ci allontaniamo. L'ultimo stadio, che ci assicura l'assimilazione dell'esercizio, consiste nel creare diversivi una volta impartito l'ordine, calciate una palla oppure fate si che un vostro amico faccia rumori molesti o movimenti imprevedibili. Se il cane rimarrà fermo nonostante tutto, avrete entrambi dato prova di grandi capacità.
Vieni!
I comandi “vieni” e “resta” servono a costruire un rapporto di fiducia tra uomo e cane e a comprendere meglio su quali aspetti lavorare. In realtà, ogni esercizio, può essere considerato un test per capire quali sono i punti deboli dell'animale. In questo modo ogni successo porta con sé un effetto positivo, perché aiuta a rendere più equilibrato e sano a livello emotivo e psicologico il nostro migliore amico. In pratica sia il cane che il padrone ne beneficiano grandemente. Una volta che ci siamo allontanati sufficientemente e il cane è rimasto fermo e mansueto, possiamo incitarlo a raggiungerci. Questo sembra infinitamente più facile, ma come sempre dipende da cane a cane. Infatti se quest'ultimo non ritorna, ma preferisce perdersi in altri stimoli, soprattutto in un luogo pubblico, questo può significare che non abbiamo ancora raggiunto lo status di punto di riferimento per lui. Se da un lato questo denota forte indipendenza e da un certo punto di vista può essere considerato positivo, dall'altro si presenta il rischio di non riuscire a influenzarlo in maniera costruttiva nei momenti di pericolo, momenti cruciali in cui essere riconosciuti come capobranco è vitale. Se trovate delle difficoltà, aiutatevi con l'uso dei bocconcini e incitatelo in modo complice e giocoso, questo aspetto non deve mai essere sottovalutato, in particolar modo curate il suo atteggiamento durante il resta. Se mentre rimane fermo notate che dona più attenzione a ciò che lo circonda rispetto a voi, fate un o indietro e lavorate per catalizzare la sua attenzione.
La eggiata
Eccoci finalmente giunti a un o fondamentale. Una volta che il nostro cane, è riuscito a compiere diligentemente il proprio lavoro di apprendimento, possiamo inoltrarci più serenamente nel mondo esterno, ovvero quel territorio che il nostro amico non riconosce come esclusivamente proprio. Quando vi apprestate ad uscire di casa per la eggiata, è normale che il cane sia molto eccitato e difficilmente controllabile, tutto ciò è fisiologico e dovete aspettare con pazienza che famigliarizzi con l'ambiente circostante, una volta calmato potete contare sulla sua maggiore ricettività ai vostri stimoli. Se dopo dieci o quindici minuti nel cane persiste lo stato di febbrile eccitazione, cercate di calmarlo imponendogli dei brevi stop con il comando seduto, intervallati da brevi eggiate, sino a quando non si calma. Mentre camminate ricordatevi di non stringere mai nessun ante tra il cane e i muri degli edifici, poiché in presenza di persone paurose o moleste potreste avere difficoltà a intervenire, tenete il cane nel lato opposto rispetto a quello in cui camminano le persone. Durante la eggiate dovete essere il punto di riferimento principale del vostro migliore amico, quindi apparire insicuri o timorosi renderà il vostro cane instabile, infatti, tramite le sue elevate doti empatiche, riuscirà a comprendere subito in quale stato emotivo vi ritrovate, quindi ponete particolare attenzione a questo aspetto. Badate bene a dare i giusti stimoli al vostro cane, ricordate di usare il suo linguaggio per comunicare e non il vostro, se siete in una situazione potenzialmente pericolosa, per esempio, vedete un cane di grossa taglia che avanza con fare aggressivo, non tirate verso di voi il guinzaglio cercando di fare indietreggiare il vostro amico. Infatti se comunemente nel nostro linguaggio vuol dire “aspetta, non voglio che litighi, rimani qui”, nel loro linguaggio viene
interpretato come “aspetta, rimani qui vicino a me perché ho paura”. In questo caso potreste esasperare la sua aggressività invece di calmarla, perché è come se lo incitaste a difendervi. Sarebbe quindi più opportuno indossare i panni del capobranco, camminando serenamente, ma decisi, prima del vostro cane e più vicini di lui al nuovo arrivato, cosi facendo dimostrerete che non avete paura e siete sereni, in tal modo renderete altrettanto sereno il vostro compagno di eggiate. Con questo non voglio affatto dire che non dobbiate far socializzare il vostro animale, anzi, è indispensabile che conosca i suoi simili e giochi con loro, cosi come deve conoscere altri essere umani e luoghi differenti dai soliti, ma cercate di vestire i panni del capobranco durante queste esperienze.
Superare le paure
Sentendo la parola addestramento, verrebbe da pensare, che il grosso del lavoro debba essere fatto dal cane e che a lui spetta esclusivamente il ruolo di discente. Se avete ben compreso quanto ho scritto, ora sapete che non è affatto cosi. Una tra le cose più belle e gratificanti di avere un cane, consiste nel lavoro che ci costringe a fare su noi stessi, se seguiamo questa ottica scopriremo che molte paure o nevrosi appartengono in primo luogo a noi, siamo infatti noi a trasmetterle al nostro cane. Coltivate quindi l'opportunità di sviluppare una sana dose di autocritica e di introspezione, migliorerete la qualità di vita vostra e del vostro cane. In questo scoprirete nel vostro amico, un grande maestro da cui prendere esempio.
Raccomandazioni finali
Gli esercizi e i suggerimenti proposti hanno bisogno di tempo e dedizione adeguata, consiglio di dedicare almeno tre o quattro ore alla settimana all'addestramento, per diversi mesi consecutivi. E' importante bilanciare il gioco con il lavoro, per non rendere l'esperienza noiosa e opprimente, sia per noi che per il nostro cane. Una volta che avete ottenuto dei successi, ricordatevi di rinfrescare la memoria del vostro amico ogni tanto. Il modus operandi proposto ha volutamente un taglio generale, che può non adattarsi in tutto alla personalità di ogni singolo animale, siate consapevoli delle peculiarità tipiche del vostro cane. Prendete in esame per esempio se ha vissuto o meno delle esperienze traumatiche o ancora a quali dinamiche è stato soggetto da cucciolo. Tutti questi fattori, cosi come negli esseri umani, rendono unica la sfaccettatura psicologica del vostro amico e proprio su queste singolarità, si può intervenire in modo costruttivo.