Cancro: Malattia E Guarigione 136q3f

Otello Carli

Cancro: malattia e guarigione

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Table of contents

Premessa L'INSORGERE DELLA MALATTIA In cosa consiste il cancro? Cause interne o esterne? Fattori ereditari o acquisiti? Concause di malattia Mente, pensieri, sentimenti, azioni Il cavallo di Troia utilizzato La nostra complessa realtà MIGLIORAMENTO E GUARIGIONE Azione sulle concause esterne Azione sulle concause interne Noi pensatori e cocreatori La nostra capacità di guarigione BIBLIOGRAFIA

Premessa

Premessa Al fine di evitare errate interpretazioni, si sottolinea subito come i comportamenti fisici ed extra-fisici suggeriti in questo libro, finalizzati a giungere, nel migliore dei modi possibili, al superamento delle varie tipologie di malattie tumorali, non siano da intendere in alcun modo sostitutivi delle terapie mediche ufficiali (chirurgia, chemioterapia, radioterapia, immunoterapia). Queste ultime costituiscono il risultato dell'evoluzione medico-scientifica di tempo in tempo raggiunta, ata da protocolli operativi sottoposti a continui controlli a livello nazionale ed internazionale, contraddistinti da un adeguato grado di affidabilità. Le riflessioni esposte in questo libro (ed i comportamenti conseguentemente suggeriti), sono pertanto da intendere solo quali contributi al fine di integrare le anzidette terapie mediche ufficiali con il migliore utilizzo possibile dei naturali meccanismi difensivi dell'organismo. Nella stesura di questo libro si è tenuto conto sia della vasta letteratura scientifica e parascientifica esistente in argomento (cfr. la bibliografia in appendice), sia dei risultati degli studi e delle riflessioni compiuti dall'autore.

L'INSORGERE DELLA MALATTIA

L'INSORGERE DELLA MALATTIA

In cosa consiste il cancro?

IN COSA CONSISTE IL CANCRO?

Ogni forma di cancro deriva dalla crescita incontrollata di alcune cellule che riescono a raggirare i complessi controlli a cui le cellule stesse sono sottoposte nell'ambito dell'ordinario ciclo vitale di ogni organismo facente parte del cosiddetto "regno animale" (tra l'altro, anche gli animali talvolta si ammalano di cancro).

Nel caso dell'insorgenza di tumori, gli ordinari processi di riproduzione, nonchè di estinzione e rimpiazzo cellulare vengono completamente raggirati e sostituiti da altri sfrenati processi di riproduzione incontrollata delle cellule. Ciò che normalmente non ci viene detto è che ognuno di noi è portatore ordinario di varie forme potenziali di cancro. Queste ultime, peraltro, non riescono solitamente ad esplodere in quanto il nostro organismo è adeguatamente organizzato per contrastare e neutralizzare le eventuali situazioni anomale derivanti dai potenziali fattori di rischio presenti in ciascuno di noi. L'elemento scatenante del relativo rischio di esplosione cellulare (sovente presente anche sotto forma di originaria predisposizione genetica) è comunque amplificato dai nostri abituali atteggiamenti comportamentali, cioè dal nostro stile di vita e dall'ambiente, non sempre appropriato, in cui viviamo.

Cause interne o esterne?

CAUSE INTERNE O ESTERNE?

Generalmente riteniamo che gli elementi facenti parte del mondo a noi esterno (cioè i fattori materiali ed immateriali a noi circostanti) rappresentino l'elemento causale determinante da prendere in considerazione nel caso in cui venissimo colpiti da una malattia devastante quale è il cancro, con ciò confermando che il mondo esterno è normalmente il perno principale dei nostri abituali convincimenti e dei nostri conseguenti comportamenti. Nell’ambito di tale sistema comportamentale, noi generalmente cediamo la maggior parte del nostro divino potere creativo al suddetto mondo esterno e consentiamo che gli eventi che accadono fuori di noi esercitino un controllo su noi stessi, sui nostri convincimenti e sui nostri atteggiamenti. D’altra parte, a parziale giustificazione di tutto ciò, possiamo osservare che, sostanzialmente, noi esseri umani continuiamo a pensare e a ragionare così come ci è stato insegnato. Noi siamo essenzialmente un prodotto (o un sottoprodotto) della società in cui viviamo, con la conseguenza che la maggior parte delle fattispecie che noi consideriamo vere e reali sono il risultato delle convinzioni scaturenti dal contesto sociale in cui siamo immersi fin dalla nascita. In tale contesto, anche l’ordinario decadimento del nostro stato di salute può rappresentare una delle possibili conseguenze reattive all’interiorizzazione di insegnamenti esterni che accettiamo, consciamente o inconsciamente, radicandoli in noi sempre più profondamente, mediante la nostra capacità creativa. In altre parole, sovente le nostre malattie sono anche il risultato del protrarsi di atteggiamenti che noi stessi ci auto-costringiamo a reiterare nel tempo per paura

di non essere graditi agli altri, oppure per vergogna di ciò che potremmo commettere contro i canoni del “perbenismo”. In realtà, noi tutti siamo esseri spirituali rivestiti di vari involucri, fisici e non fisici e, quindi, di vari “veli”. A volte, proprio a causa di tali “veli”, la visione della nostra vita risulta offuscata e sembra non avere una precisa direzione, con la conseguenza che, sovente, noi vaghiamo allo sbando, senza una meta precisa. Ciò avviene soprattutto allorchè abbiamo perduto il contatto con la nostra essenza interiore e, come dapprima osservato, abbiamo ceduto il nostro potere alle forze del mondo esteriore. Inoltre, al fine di trovare una risposta agli interrogativi che talvolta ci pervengono dall’esterno, continuiamo sovente a rivolgerci ad elementi altrettanto esterni a noi, ottenendo, nella maggior parte dei casi, solo un sollievo temporaneo, ma, in realtà, non facendo altro che fossilizzare la situazione, rendendola sempre più incrostata e dipendente da ulteriori elementi esteriori. In effetti, a volte cerchiamo rimedi alle nostre malattie frequentando gruppi di guarigione fisica o spirituale, oppure intensificando l’osservanza di insegnamenti della “new age” o della “next age”, di meditazioni orientali od occidentali, del perdono generalizzato di tutto e di tutti, di intonazione di canti, preghiere omantra, di sedute energetico-vibrazionali, di agopuntura, digitopressione, apertura o riapertura di centri energetici subliminali (chakra) nonchè dei relativi canali di trasmissione (nadi), di alimentazione vegetariana o veganiana, di effettuazione di pratiche ritenute salvifiche o, perlomeno, auspicabilmente guaritrici. Talvolta, per risolvere i nostri problemi, andiamo anche a scomodare lontane religioni, filosofie e scienze, oppure vicini conoscenti, amici e parenti, nonchè professori e famosi luminari (che, in realtà, non sempre risultano sufficientemente illuminati). Pensiamo solitamente che il rimedio possa provenire essenzialmente dagli altri ma, attraverso tale ricerca sostanzialmente rivolta all’esterno, finiamo per confonderci sempre più. La verità è che le cause scatenanti le varie malattie - ed il cancro in particolare -

non sono riconducibili esclusivamente ad elementi esterni a noi, bensì sono ascrivibili sia all'esterno, sia all'interno e che tali concause operano in una continua e dinamica interrelazione reciproca. Conseguentemente, è possibile affermare che, così come non esiste una forma unica di cancro (attualmente, ne sono state classificate più di cento tipologie) allo stesso modo non esiste una unica causa che possa far scatenare le malattie oncologiche: vi è tutta una serie di concause, sia interne sia esterne, le cui caratteristiche non sono ancora ben definite. E' pertanto di fondamentale importanza, in argomento, tenere sempre presente la diversa natura delle varie concause di insorgenza dei tumori (ambientale, virale, batterica, genetica) e quindi, sia il diverso comportamento reattivo dei tumori manifestatisi, sia la migliore strategia difensiva da porre in atto per contrastarli.

Fattori ereditari o acquisiti?

FATTORI EREDITARI O ACQUISITI? Un'interessante risposta aggiuntiva all'interrogativo se le varie forme di cancro siano attribuibili prevalentemente a fattori ereditari, oppure a fattori ambientali, potrebbe essere fornita da quella nuova branca della biologia molecolare denominata "Epigenetica". Quest'ultima si differenzia dalla genetica classica in quanto si focalizza soprattutto sulle modificazioni che il materiale cellulare originario può subire nel corso dell'ordinario ciclo vitale. Proprio tali modificazioni potrebbero essere alla base dello scatenarsi di alcune forme di tumore, che si estrinsecano, come si è detto, in un eccessivo aumento della produzione cellulare, in una modifica delle sue originarie funzioni di controllo e in una devastante invasività di alcune cellule. I più recenti studi al riguardo hanno dimostrato che avversi fattori ambientali possono modificare in maniera determinante il nostro patrimonio genetico, introducendo nell'organismo informazioni distorte che alterano poi l'ambiente informativo-energetico originario. In concreto, tali avversi fattori ambientali derivano dai vari agenti tossici e dalle sostanze chimiche nocive a cui siamo quotidianamente esposti, tra cui si evidenziano, prevalentemente, pesticidi, erbicidi, derivati del petrolio, metalli pesanti, tabacco, sostanze radioattive, raggi gamma, oltre che virus e batteri. Tali fattori ambientali negativi hanno la capacità - con un grado più o meno elevato di efficacia - di far memorizzare all'interno delle cellule alcune informazioni distorte di cui sono portatori e di farle poi trasmettere anche alle successive riproduzioni cellulari. In sostanza, quindi, si ribadisce il concetto che il cancro non rappresenta una malattia (o, meglio, un complesso di malattie) dovuta ad un'unica causa, bensì ad

una serie di concause ascrivibili sia a fattori esterni, sia a carenze determinatesi all'interno del nostro sistema di controlli biologici: carenze che producono delle "falle" nelle procedure di contrasto delle cellule malate da parte delle nostre ordinarie difese immunitarie. Per tale motivo, sarebbe opportuno che la ricerca di nuove terapie anticancro tenesse conto anche delle più recenti ricerche rivolte allo studio di quell'epigenoma che potrebbe nascostamente orientare l'attività del sottostante genoma.

Concause di malattia

CONCAUSE DI MALATTIA Abbiamo già osservato come una delle principali caratteristiche delle malattie tumorali sia la crescita incontrollata di alcune cellule che continuano a riprodursi senza freni, riuscendo ad evitare sia l'azione dei geni che ordinariamente non consentono la riproduzione di ulteriori cellule allorchè siano stati raggiunti alcuni obiettivi vitali prefissati, sia il normale meccanismo diautodistruzione che si attiva qualora una cellula venga improvvisamente danneggiata (e ciò al fine di impedire che essa provochi danni maggiori all'organismo), sia, infine, inormali processi di morte cellulare programmata che regolano l'intero nostro organismo. Alla base di ogni crescita tumorale vi sono, quindi, delle profonde mutazioni negli ordinari processi di controllo cellulare, stimolati da una serie di fattori, interni od esterni al nostro organismo. Tra i fattori "interni" possiamo ricordare, quali concause preminenti - oltre alla già citata predisposizione genetica ereditaria, nonchè alcuni ossessivi sentimenti e pensieri di rabbia, paura, vergogna ed egoismo - anche l'attuale progressivo invecchiamento medio della popolazione. E' ormai chiaro come quest'ultimosia tra i più rilevanti fattori di rischio che concorrono a determinare l'attuale esplosione delle malattie oncologiche: si è riscontrato, infatti, che la maggior parte dei tumori si sviluppa dopo i 55 anni di età. Proprio l'attuale progressivo aumento dell'età media della popolazione ha contribuito a far sì che, nonostante i notevoli progressi conseguiti nel contrasto delle malattie tumorali, queste ultime siano aumentate considerevolmente negli ultimi anni. Hanno concorso altresì al progressivo aumento dell'insorgenza delle varie affezioni oncologiche alcune nostre innaturali abitudini di vita (fumo, alcol, scorretta alimentazione, accentuata sedentarietà, nonchè eccessive esposizioni

alla luce solare). Il fumo, a cui sono ascrivibili più di un terzo delle morti complessive da tumori, contribuisce, in effetti, notevolmente allo sviluppo di questi ultimi, causando mutazioni di quei geni specifici che hanno il compito di sopprimere l'eventuale abnorme crescita di cellule ed ostacolando, in generale, le ordinarie risposte del nostro sistema immunitario. Per quanto riguarda l'eccessivo consumo di bevande alcoliche,è stato stimato che, in Europa, un tumore su dieci negli uomini, e più di uno su trenta nelle donne, siano da attribuire ad eccessi nel consumo di alcol. In argomento, sembra opportuno sottolineare come, in sostanza, nessuna bevanda alcolica possa essere ritenuta sicura, in quanto il fattore determinante del cancro non è riconducibile al tipo di bevanda ingerito, bensì alla quantità di alcol in essa contenuto: proprio per tale ragione sarebbe preferibile evitare qualsiasi tipo di superalcolici. Per quanto riguarda i casi di scorretta alimentazione, si può ricordare come alcunecattive abitudini alimentaripossano favorire la comparsa delle malattie in esame, sia apportando sostanze potenzialmente cancerogene come quelle prodotte dalla carne abbrustolita sulla griglia, o conservata a lungo sotto sale, sia privando l'organismo di fattori naturalmente protettivi come le fibre contenute nella frutta e nella verdura. In generale, si può affermare che una alimentazione che presenti eccessi di proteine e di grassi, nonchè di sale, ma risulti contemporaneamente povera di fibre vegetali, sia da annoverare tra quelle che più espongono al rischio di malattie cancerogene. Inoltre, non solo la qualità, ma anche la quantità ha la sua importanza, soprattutto perché un eventuale eccesso alimentare favorisce l'obesità, che, come noto, rappresenta un fondamentale fattore di rischio oncologico. Allo sviluppo del cancro può, inoltre, contribuire anche l'azione di ormoni come l'insulina, qualora essi vengano prodotti in quantità superiore alla norma, come si verifica proprio nei casi di eccessi alimentari. Oltre all'obesità, anche l'eccessiva sedentarietà costituisce uno dei fattori di possibile proliferazione del cancro.

Per combatterla adeguatamente, peraltro, sarebbe sufficiente una moderata attività motoria giornaliera (evitando quegli strapazzi e quegli eccessi che risulterebbero comunque dannosi). Per quanto riguarda, inoltre, i danni oncologici derivanti da una eventuale eccessiva esposizione ai raggi solari, è opportuno ricordare che, in generale,i raggi del sole sono molto utili in quanto determinano un notevole effetto benefico sull'intero organismo, ma, come sempre accade, eventuali eccessi possono generare vari problemi per la salute. In particolare, una esposizione eccessiva, d'estate, nelle ore centrali della giornata, può danneggiare la pelle ed esporla al rischio di tumori. Lo stesso problema può sorgere anche in caso di utilizzo di "lampade solari" e di "lettini solari"; utilizzo che, pertanto, a scopo precauzionale, sarebbe opportuno evitare. Oltre ai suddetti fattori di malattie, in qualche modo collegati con la nostra volontà ed i nostri comportamenti, potremmo ricordare, quali concause di malattie di cancro, anche alcuni fattori indipendenti sia dalla nostra volontà, sia dai nostri comportamenti emotivi, che potremmo, pertanto, ricondurre ai fattori spiccatamente "esterni". Rientrano in tale categoria soprattutto alcuni agenti chimici, fisici o, comunque, infettivi. Tra i suddetti agenti "esterni", i più recenti studi epidemiologici hanno consentito di porre in evidenza, quali pericolose sostanze cancerogene, soprattutto il benzene (contenuto in alcuni solventi e in componenti del lavaggio a secco), le diossine (generate da alcuni processi produttivi), i pesticidi (utilizzati in varie produzioni agricole), il cloruro di vinile (impiegato nella produzione di materie plastiche), gli idrocarburi aromatici policiclici (presenti nei gas di scarico delle automobili, nonchè nel fumo prodotto dalla combustione di stufe o camini). Tra gli agenti esterni, inoltre, ricordiamo anche l'amianto (talvolta usato in edilizia, soprattutto nel recente ato), nonchè alcuni metalli (tra cui arsenico, berillio, cio, cromo, piombo e nichel). Un cenno a parte merita il delicato argomento dell'influsso dei campi elettromagnetici sull'organismo umano e, conseguentemente, della eventuale

influenza degli stessi campi sull'insorgere di malattie tumorali. In proposito, occorre ricordare che i campi elettromagnetici possono essere generati sia da sorgenti naturali (ad esempio, l'elettricità presente nell'atmosfera dopo i temporali), sia da sorgenti artificiali (televisori, schermi di computer, forni a microonde, telefoni cellulari, rasoi elettrici, asciugacapelli, dispositivi sanitari per l'effettuazione di radiografie, tomografie computerizzate, o risonanze magnetiche). Premesso che tutte le onde generate dai suddetti campi elettromagnetici, di origine naturale o artificiale, penetrano nel corpo umano e possono talvolta causare un anomalo riscaldamento dei tessuti, va precisato che i livelli a cui siamo generalmente esposti sono mediamente piuttosto bassi: ciò che va evitato accuratamente, comunque, è ogni forma di eccessiva esposizione all'azione di detti campi. Come dapprima accennato, le cause delle nostre malattie, nonchè i rimedi per superarle, si trovano sia all'interno, sia all'esterno del nostro organismo, cioè sia nel nostro patrimonio genetico originario, sia in quello successivamente modificato a causa dell'ambiente fisico ed extra-fisico in cui viviamo: tali fattori si influenzano reciprocamente, tramite un dinamico rapporto tra di loro, nonchè tra loro e il Tutto. Solo allorchè noi riusciremo a sintonizzarci, sia nella nostra parte fisica. sia in quella extra-fisica, con ciò che la Fonte originaria ha inteso per noi - e che ci comunica continuamente, seppure inascoltatamente - riusciremo a tornare in connessione olistica con quella nostra essenza divina che non ci ha mai abbandonato. Soffermiamoci, ancora per un momento, su quelle cause immateriali ed "interne" delle nostre malattie che, pur non essendo le uniche concause delle nostre affezioni, sono peraltro molto importanti in quanto ogni materialità deriva, in ultima analisi, dall'immaterialità. Ricordiamo innanzitutto che i pensieri (soprattutto allorchè vengono sospinti a livello emozionale) sono dei formidabili catalizzatori della nostra realtà, caratterizzati come sono da una elevatissima capacità di attrarre e di co-creare quegli “esseri elementali” che sono il risultato - originariamente invisibile alla maggior parte delle persone - delle nostre creazioni mentali, positive, o negative.

E’ anche vero, comunque, che è del tutto inutile cercare di contrastare mediante la nostra volontà tali pensieri, poichè la nostra mente inconscia (il nostro "Ego") ha l’innata capacità di farli ritornare, più forti di prima, sotto la stessa forma, o sotto un’altra forma ancora più raffinata rispetto alla versione precedente. La cosa migliore sarebbe quella di lasciare scorrere tali pensieri e di osservarli così come sono, accettandoli senza giudicarli. Se li privassimo, in tal modo di quell’energia giudicante che è alla base del loro nutrimento, un po’ alla volta essi si indebolirebbero e i loro connessi “veli” gradualmente si dissolverebbero. Si tratta, in particolare, di consentire anche ai nostri pensieri negativi di esistere così come essi si presentano normalmente, permettendo loro di fluire al nostro interno, piuttosto che contrastarli con forza (con ciò fornendo loro inconsciamente maggiore energia consolidante), riconoscendo, pertanto, che si tratta solamente di particolari modalità di attuazione di nostre fisiologiche fasi di contrazione, a cui faranno seguito altre normali fasi di espansione. Sarebbe molto utile che tale atteggiamento di “non giudizio” caratterizzasse l’intero svolgimento della nostra esistenza. Se noi imparassimo ad accettare totalmente noi stessi così come siamo, nel bene e nel male, senza giudicarci e senza riempirci di paura e di vergogna, avremmo ottenuto un risultato portentoso. Per poter amare gli altri e convivere con loro armoniosamente, dovremmo, infatti, prima di tutto amare noi stessi, semplicemente così come siamo. Ciò in quanto noi siamo tutti delle creature divine e non abbiamo alcunchè da rimproverarci. Si tratta solo di aver fiducia nella vita e di lasciarla scorrere naturalmente, con i suoi alti e con i suoi bassi, con le sue positività e con le sue negatività, senza crearle impedimenti bloccanti, o frapporle giudizi isolanti e preconcetti. Non serve a molto, ad esempio, fingere di essere positivi quando non lo si è veramente, così come non serve a gran che reprimere i pensieri, le emozioni e i sentimenti, magari anche solo per evitare di preoccupare gli altri, o per respingere dal nostro ambito personale eventuali, possibili, negatività.

Proseguendo nell'esame delle possibili concause "interne" delle nostre malattie si potrebbe osservare che, da un certo angolo visuale, queste ultime potrebbero risultare anche un effetto inconscio del nostro immenso potere creativo che stimolato dai pensieri e dai sentimenti di insoddisfazione, paura e vergogna che sovente ci attanagliano - può produrre quegli ostacoli che bloccano il flusso della nostra vitalità e costringono il nostro corpo fisico a mandarci dei segnali di sempre maggiori anomalie funzionali. In ultima analisi, quindi, molte delle nostre malattie potrebbero essere ritenute dei segnali del nostro progressivo allontanamento dalla “retta via” costituita da un’esistenza condivisa, amorevole e sgombra da ostacoli limitativi. Il nostro stato di salute, in altre parole, potrebbe essere ritenuto strettamente collegato al nostro stato interiore, sovente condizionato dai segnali di superiorità inviatici dal nostro “Ego” (o “Personalità”) e sospinto, a sua volta, da errati convincimenti scaturenti dalla costrittiva accettazione dei dettami del mondo esteriore in cui viviamo. Il nostro “Sè superiore” (o “Io superiore”), che è direttamente in contatto con lo Spirito Universale, sa benissimo tutto ciò e cerca in tutti i modi di ribadirlo al nostro “Io inferiore” (o “Ego”, o “Personalità”). Quest’ultimo, peraltro, essendo troppo coinvolto nelle vicende terrene, raramente lo ascolta e si disinteressa di quanto gli viene amorevolmente comunicato in via subliminale, continuando a trasmettere alla nostra mente messaggi di incessante ricerca di supremazia e prevaricazione. Ciò non fa altro che contribuire a far insorgere, dapprima, ed aggravare, poi, buona parte delle nostre malattie. Generalmente noi iamo, infatti, l’intera nostra vita a giudicare e criticare tutto e tutti, mantenendo poi comportamenti artificiosi dettati dalla paura di essere, a nostra volta, giudicati negativamente dagli altri componenti la collettività che ci circonda. Sovente, noi stessi ci giudichiamo inadeguati rispetto alle ordinarie esigenze (anche se non osiamo confessarlo apertamente) e nel nostro intimo ci rimproveriamo per alcune nostre inadeguatezze, in definitiva non accettandoci serenamente per quello che siamo.

Le nostre malattie possono essere ritenute, quindi, sovente accentuate anche da sentimenti di paura e vergogna: paura di non piacere, di deludere gli altri, di essere incapaci di portare a termine alcuni compiti, nonchè vergogna per l’eventuale emersione all’esterno di alcune sbavature rispetto ai vari dogmi comportamentali imposti dalla collettività. La paura, in particolare, è molto insidiosa e riesce ad insinuarsi nel nostro intimo senza che ce ne accorgiamo, favorita anche dal fatto che, ad ognuno di noi viene insegnato, fin da piccoli, ad avere paura. Per evitare il sentimento di vergogna, inoltre, noi cerchiamo prevalentemente di assecondare e compiacere gli altri, anche se, in cuor nostro, li giudichiamo negativamente. Ciò su cui noi raramente soffermiamo la nostra attenzione è rappresentato dalla circostanza che il dare eccessivo peso a ciò che sta fuori di noi - come normalmente suggerisce il nostro "Ego" - significa, in definitiva, incrementare il nostro senso di separazione dagli altri e dal resto del mondo ed accentuare, proprio per questo, le concause di molte nostre malattie mediante la rottura del nostro equilibrio interiore. In realtà, noi tutti dovremmo sempre far riferimento al nostro “Sè superiore”, che è costantemente connesso con il Tutto (o Consapevolezza universale, o Energia universale). Allorchè riuscissimo a connetterci con il nostro “Sè superiore”, infatti, formeremmo un tutt’Uno con la Coscienza Universale e, qualora accettassimo, conseguentemente, la vita così com’è, senza giudicarla o contrastarla, non creeremmo più artificiosi ostacoli al naturale fluire della nostra Energia vitale e saremmo efficacemente sostenuti dalla stessa Energia universale, al riparo dalle malattie indotte da nostri errati comportamenti.

Mente, pensieri, sentimenti, azioni

MENTE, PENSIERI, SENTIMENTI, AZIONI A questo punto, potrebbe essere interessante approfondire la tematica riguardante le “Idee”, la “mente”, i “pensieri”, i “sentimenti” e le “azioni”. Al riguardo, oltre a quanto sopra esposto, si potrebbe osservare che, da un ulteriore punto di vista, la “mente umana” può anche essere utilmente considerata come una sublime apparecchiatura rice-trasmittente che riceve ed elabora gli impulsi provenienti dal “Mondo delle Idee” (o “Mondo delle informazioni energetico-olografiche”), trasformandoli poi in “pensieri”, “sentimenti” ed “azioni”. Tale apparecchiatura mentale rice-trasmittente può operare su innumerevoli onde di frequenza che vanno dalla “intuizione” e, quindi, dalla comprensione immediata e globale delle “Idee” percepite tramite la mente “intuitiva”, alla comprensione parziale di tali “Idee” e al loro successivo affettamento ed impacchettamento effettuato da quella parte della mente umana definita “logicorazionale”. Le informazioni e gli impulsi celesti - ricevuti dalla mente umana e da quest’ultima elaborati sotto forma di pensieri - sono, comunque, sempre un’espressione dello “Spirito” e, come tali, non appartengono al piano terreno, bensì a piani infinitamente più elevati. I pensieri sono, pertanto, una elaborazione pratica di una parte di quella manifestazione spirituale che opera al di là delle leggi che regolano il mondo materiale e, quindi, anche al di là del tempo e dello spazio. Ciò che viene pensato, inoltre, ha la caratteristica di non rimanere nella mente del pensatore, bensì - non essendo soggetto ad alcuna limitazione spaziale, o temporale - di essere istantaneamente comunicato a tutte le altre stazioni mentali rice-trasmittenti che, pertanto, possono usufruirne, sia nel bene, sia nel male.

Particolarmente intensa risulta tale comunicatività tra coloro che hanno affinità di sangue, o di sentimento, come tra madre e figli, o tra parenti ed amici. In effetti, i legami di amore (ma anche quelli di odio), creano delle forti connessioni che uniscono le persone come fossero anelli di una stessa catena. In ogni caso, l’efficacia del pensiero è strettamente correlata alla sua intensità, alla sua energizzazione mediante il sentimento, al suo grado di focalizzazione su un punto ben preciso, al numero delle persone che si dedicano efficacemente a tali attività mentali. Tutto ciò può concorrere a spiegare perché gli innumerevoli, blandi e superficiali pensieri che vengono continuamente trasmessi dalle ordinarie menti umane concorrano a formare le confuse situazioni locali normalmente riscontrabili nella vita di tutti i giorni, ma non arrivino a determinare effetti estremamente dirompenti, né nel Bene, né nel Male (cioè non provochino, ad esempio, né eccelse ascese spirituali dell’intera umanità, né, al contrario, immani catastrofi globali). In pratica, gli effetti dei blandi pensieri positivi emessi vengono molto spesso neutralizzati dai corrispondenti pensieri di segno opposto ed il risultato che ne consegue non è altro che la manifestazione della sommatoria (indeterminata, variabile e prevalentemente confusa) delle opposte componenti utilizzate. Un aspetto che, sovente, non viene preso in sufficiente considerazione è che i pensieri che ci provengono dagli altri sono fortemente influenzati da ciò che noi stessi abbiamo precedentemente inviato loro: nella nostra realtà olistica interattiva torna, infatti, sempre a noi ciò che noi inviamo agli altri. Se rivolgiamo alle altre persone pensieri meschini, riprovevoli o, comunque, negativi, tutto ciò ritornerà a noi, inesorabilmente. Se poi siamo soliti formulare pensieri negativi nei confronti di molte persone, la quantità di pensieri acidi e distruttivi che ritornerà a noi, e che si esprimerà in noi, sarà tale da procurarci inevitabilmente molti danni alla salute (fisica, emozionale e mentale). Inoltre, sarebbe bene tener presente che, secondo alcune diffuse scuole di pensiero, allorché si utilizzano i propri poteri per danneggiare o sbeffeggiare gli altri, ci si accolla un “karma”assai pesante, che dovrà poi essere espiato fino in

fondo e che comporterà la sopportazione di corrispondenti dolori e sofferenze, nella vita attuale, o in quelle successive, oppure nelle nostre simultanee esistenze in universi paralleli.

Il cavallo di Troia utilizzato

IL "CAVALLO DI TROIA" UTILIZZATO Come dapprima accennato, in ogni organismo vivente le cellule si riproducono normalmente mediante una continua suddivisione, al fine di sopperire sia alle naturali esigenze di evoluzione dell'organismo stesso, sia alle improvvise necessità di riparazione di alcune sue parti eventualmente lesionate. Le nuove cellule vanno, quindi, a sostituire sia quelle che sono già morte, sia quelle divenute semplicemente obsolete e, quindi, non più in grado di affrontare adeguatamente le mutevoli esigenze connesse con la naturale evoluzione dell'organismo. Nelle malattie oncologiche, il delicato equilibrio scaturente dai messaggi chimici organicamente presenti nell'intero organismo viene profondamente alterato e, conseguentemente, alcune cellule cominciano a riprodursi senza freno e senza alcun ordine, ignorando anche i meccanismi di morte cellulare programmata ordinariamente presenti in ciascuno di noi. E' opportuno rammentare, in proposito, che gli ordinari meccanismi di generazione e riparazione cellulare risultano assolutamente necessari al fine di garantire l'integrità di ogni organismo. Essi sono caratterizzati, oltre che da una complessa armonia con tutti i processi vitali, anche da una rigorosa capacità di autolimitazione che entra in atto non appena sono terminati i necessari processi di rigenerazione cellulare. In tutti gli organismi vitali, il meccanismo che sta alla base del suddetto processo di generazione in caso di danneggiamento cellulare è il processo infiammatorio. In effetti, non appena un tessuto viene danneggiato, la relativa lesione viene immediatamente rilevata dalle piastrine presenti nel sangue, che vengono pertanto opportunamente coagulate intorno alla parte danneggiata, provocando una specifica infiammazione che, tra l'altro, induce anche una necessaria,

maggiore ossigenazione. Tale accumulo di piastrine provoca, altresì, l'attivazione di altri mediatori chimici che dilatano i vasi sanguigni intorno alla lesione stessa: la relativa infiammazione, quindi, consente anche un più veloce afflusso di altre cellule immunitarie. Tali cellule immunitarie, a riparazione avvenuta, si rimettono poi normalmente in un ordinario stato di attesa al fine di non danneggiare, involontariamente, i tessuti ormai risanati. Proprio i suddetti normali, e necessari, processi infiammatori sono, in realtà, il "cavallo di Troia" di cui si serve il cancro per poter nutrirsi e crescere a dismisura, invadendo progressivamente l'intero organismo che lo ospita. Ciò accade in quanto, tra l'altro, viene notevolmente rallentato, se non addirittura eliminato, quell'ordinario processo di "suicidio programmato" che, in natura, è volto a impedire la proliferazione indiscriminata di nuove cellule. In effetti, le cellule tumorali hanno il potere di disorientare le normali cellule immunitarie presenti in ogni organismo vivente: una volta raggirate, tali cellule immunitarie perdono il loro ordinario potere di fronteggiare le emergenze per cui sono state create e, pertanto, le cellule tumorali possono sfruttarle subdolamente per poter crescere a dismisura. In tali condizioni, sarà l'organismo stesso, tramite il raggiro dell'ordinario ed indispensabile processo di infiammazione, a fornire il carburante necessario alle cellule tumorali per la loro abnorme riproduzione. Sono proprio le nuove cellule tumorali, infatti, a costringere progressivamente i vasi sanguigni circostanti a proliferare incessantemente per apportar loro sia nuovo ossigeno, sia nuovo nutrimento. Più il tumore cresce, più esso provoca nuove infiammazioni, che hanno poi l'effetto di autoalimentare il tumore stesso.

La nostra complessa realtà

LA NOSTRA COMPLESSA REALTA' Ritorniamo di nuovo, ad una constatazione fondamentale, già dapprima sottolineata. Siamo sostanzialmente noi gli artefici e i principali responsabili delle nostre condizioni e della qualità di vita terrena, nonché della nostra salute fisica, emozionale e mentale, ed anche delle variazioni del nostro D.N.A. e, proprio per tale motivo - accettando equilibratamente, senza giudicare e senza recriminare, anche le nostre ordinarie fasi negative - sarebbe bene che emanassimo il più possibile pensieri di amore, di pace e di fratellanza universale. In tal caso, saremmo noi i primi a beneficiarne in quanto - ricordiamolo sempre noi siamo oggi ciò che abbiamo pensato ieri e saremmo domani ciò che abbiamo pensato oggi: è sostanzialmente la qualità dei nostri pensieri che concorre a determinare la qualità della nostra vita, ata, presente e futura. Potremmo tener presente, al riguardo, come gli esseri umani, nel corso della propria vita terrena, non creino nuove “Idee”, ma, attraverso l’utilizzo della propria “mente” trasformino, più o meno correttamente, in “pensieri” una parte di quelle “Idee” eterne che giungono a loro, e ai propri simili, dai mondi superiori. Gli esseri umani trasformano, in effetti, una parte di tali “percezioni celesti” in “pensieri umani”, più o meno corretti, che poi, in qualità di co-creatori, utilizzano - consciamente o inconsciamente, singolarmente o in unione con i pensieri trasmessi da altri esseri umani - per creare la propria realtà individuale, nonché la coesistente realtà collettiva, sulla base delle ideologie di tempo in tempo imperanti. In tal modo, ogni realtà personale viene costruita non già sulla base di elementi sicuri, bensì sulla base di pensieri e sentimenti insicuri e talvolta contraddittori, collocati nell’ambito delle ideologie convenzionali prevalenti, a loro volta

formate progressivamente sulla base dell’educazione ricevuta e del contesto economico-sociale vissuto. Tali prodotti della mente umana, per effetto della ripetitività ossessiva con cui vengono proposti e riproposti, tendono a consolidarsi sempre più, fino a cristallizzarsi e a divenire difficilmente modificabili da parte degli stessi individui che li esprimono. Ognuno continua a credere che i pensieri che esprime siano i propri e sovente combatte per loro dicendo: "Queste sono le mie idee!" In realtà, nessuna Idea è nostra, così comenessunpensiero, costruito sulle Idee più o meno confusamente percepite, è del tutto originale. Tutti i pensieri umani, come dapprima accennato, traggono la loro origine dalle informazioni fornite dal mondo delle Idee e vengono espressi sulla base di quanto viene umanamente percepito, quasi sempre in maniera incerta ed offuscata, tramite ciò che viene riflesso dagli schermi rappresentati dai vari strati fisici ed extrafisici. Proprio per i suddetti motivi - collegati con l’incertezza della loro tramitazione i pensieri (così come i sentimenti e le azioni umane) possono essere ritenuti corretti da parte di una persona e, nello stesso momento, scorretti da parte di un’altra. Ci si può chiedere, allora, quali siano i pensieri umani realmente veritieri ed attendibili. La risposta é “tutti e nessuno”, in quanto la loro correttezza ed attendibilità dipende pressoché esclusivamente dal punto di vista assunto in proposito, di volta in volta. Tutto ciò concorre a rendere ancor più palese quanto risulti ardua la ricerca, e la conseguente accettazione ideologica, di quelle che possono essere ritenute le effettive cause - o semplicemente le possibili concause - delle varie malattie oncologiche attualmente riscontrabili. Come sovente accade, ciò che appare inconfutabilmente vero per alcuni di noi, può apparire sostanzialmente falso per altri, pur appartenenti alla nostra stessa comunità e cultura: tutto dipende dai rispettivi, e pur sempre legittimi, punti di

vista.

MIGLIORAMENTO E GUARIGIONE

MIGLIORAMENTO E GUARIGIONE

Azione sulle concause esterne

AZIONE SULLE CONCAUSE ESTERNE Nei paragrafi precedenti è stato osservato come l'attuale stato delle nostre conoscenze consenta di escludere l'esistenza di un'unica causa di manifestazione delle varie forme di cancro, e come queste ultime, invece, siano ragionevolmente da ricondurre ad una serie di concause - alcune di carattere interno ed altre di carattere esterno - reciprocamente interagenti. Partendo dalle concause delle affezioni tumorali di carattere "esterno" al nostro organismo, già dapprima accennate, possiamo ora are in rassegna le più importanti di esse, al fine di cercare di comprendere i modi migliori sia per evitarle dapprima, sia per favorire successivamente l'auspicata guarigione. Al riguardo, si ribadisce ancora una volta che tutto ciò che viene esposto in questo libro non intende in alcun modo sostituirsi alle necessarie cure mediche, bensì solo affiancarsi a queste ultime con finalità di sostegno e conoscenza aggiuntiva. In effetti, la chemioterapia e la radioterapia risultano molto utili nella lotta contro i tumori: la loro azione, peraltro, può essere ulteriormente rafforzata riattivando il potenziale di resistenza naturale dell'organismo umano. Si richiamano, al riguardo, le considerazioni già espresse, secondo le quali concorrono notevolmente al progressivo aumento dell'insorgenza delle varie affezioni oncologiche alcune nostre innaturali abitudini di vita (scorretta alimentazione, fumo, alcol, accentuata sedentarietà, nonchè eccessive esposizioni alla luce solare, o all'azione di campi elettromagnetici). Si può cominciare dall'esame dell'alimentazione, sottolineando innanzitutto il suo ruolo fondamentale nel prevenire dapprima, e nel contrastare poi, varie forme di malattie tumorali. Occorre innanzitutto ricordare, in argomento, che i cromosomi degli esseri

umani si sono formati e consolidati in tempi antichissimi, allorchè i nostri progenitori erano cacciatori, pescatori e raccoglitori delle varie forme di frutta e verdura allora esistenti. Nella preistoria non esistevano, ovviamente, nè le odierne farine bianche, nè gli zuccheri raffinati, nè gli oli vegetali di soia, girasole o mais e nemmeno le bevande alcoliche. In effetti, buona parte degli alimenti che attualmente ingeriamo non esistevano al tempo dei nostri antenati: conseguentemente, i loro cromosomi si sono formati in ambienti alimentari totalmente diversi dall'attuale. E' vero, al riguardo, che tutto evolve (e, quindi, anche i cromosomi), ma occorre ricordare che i tempi di evoluzione dei componenti la struttura molecolare umana necessitano di alcuni millenni per potersi adattare ai mutamenti che intervengono nelle condizioni di vita circostanti, mentre le nostre abitudini alimentari sono drasticamente mutate soprattutto di recente, nel corso dell'ultimo secolo. Ci troviamo, quindi, di fronte a un sistema genetico che, pur in corso di evoluzione, non è ancora in grado di assimilare pienamente i cambiamenti che si sono verificati nell'ambito della nostra moderna tipologia di alimentazione. Ciò vale, ad esempio, per quanto riguarda l'odierno consumo di zuccheri, farine bianche e bevande alcoliche. Potrebbe essere utile ricordare, in proposito, che nostri antenati consumavano, quali dolcificanti, circa due chili di miele all'anno pro-capite, mentre oggi, nei paesi occidentali industrializzati, si è già mediamente superata l'ingestione, sotto varie forme alimentari, di 70 chili di zuccheri raffinati. Uno dei tanti problemi da tenere in considerazione, al riguardo, è che buona parte del metabolismo dei tumori maligni dipende dal loro consumo di glucosio (la forma che assume lo zucchero dopo essere stato digerito). In effetti, in presenza di un aumentato del tasso di glucosio - stimolato anche dal consumo di farine bianche e dalla ingestione di bevande alcoliche - il nostro organismo libera sempre maggiori quantità di insulina, il che consente, da un lato, di nutrire adeguatamente le varie tipologie delle nostre cellule (tra cui, però, anche quelle tumorali) e, d'altro lato, di agire da stimolante dei necessari ed

ordinari fattori di infezione (che, peraltro, come abbiamo già osservato, possono essere raggirati dalle neoplasie ed utilizzati quali subdoli fertilizzanti dei tumori stessi). In relazione a tutto ciò, non sarebbe male ritornare alla sana tipologia alimentare dei nostri antenati, soprattutto mediante una riduzione dei consumi di zuccheri, nonchè di farine bianche (pasta, pizza, dolciumi) e di bevande alcoliche, controbilanciata da un adeguato aumento del consumo di carne, pesce, frutta, verdure ed alimenti biologici naturali ed integrali. A questo punto, peraltro, occorre tener conto di un ulteriore elemento non ancora esaminato. Per garantire in modo ottimale la propria sopravvivenza il nostro organismo è costantemente alla ricerca del miglior equilibrio possibile tra le proprie componenti alcaline e quelle acide. Si ricorda, in proposito, che il grado di alcalinità (basicità), oppure di acidità di una qualsiasi sostanza viene normalmente misurato attraverso l'evidenziazione del suo grado di pH, calcolato in base alla concentrazione degli ioni di idrogeno (H+) presenti in una soluzione della sostanza esaminata: la scala dei valori ordinariamente presa in considerazione varia da zero a quattordici (anche se sono talvolta riscontrabili valori esterni a tale fascia). In pratica, qualora una soluzione risulti caratterizzata da un pH uguale a zero, ciò significa che la stessa costituisce un acido forte (si tratta cioè di una sostanza molto acida), mentre se la stessa ha un pH uguale a 14 ciò significa che è una sostanza fortemente basica (è cioè molto alcalina). Una soluzione con pH pari a 7 è, pertanto, considerata neutra (né acida, né alcalina) ed un esempio al riguardo potrebbe essere rappresentato dall'acqua distillata. Il nostro sangue è, per propria natura, lievemente alcalino, cioè presenta un pH normalmente oscillante intorno ad un valore medio di 7,4. Le frequenti, seppur lievi, deviazioni da tale valore (7,3-7,5)vengono riportate alla norma tramite una serie di meccanismi posti in essere dallo stesso nostro organismo, i principali dei quali sono costituiti dalla respirazione e dall'azione dei reni.

Attraverso l'espirazione, infatti, noi eliminiamo la maggior parte delle sostanze acide volatili presenti in eccesso nel nostro organismo, mentre i reni hanno il compito di eliminare quella parte di sostanze acide che i polmoni non sono in grado di espellere in quanto sono costituite da liquidi. Partendo dalla constatazione che un ambiente acido risulta particolarmente favorevole alla proliferazione dei tumori, in quanto corrode i tessuti sani e crea spazio per l'espansione dei tessuti malati, la ricerca scientifica (e parascientifica) di questi ultimi anni ha affrontato con sempre maggiore impegno la tematica della ricerca di efficaci modalità di riduzione dell'eccessivo grado di acidità riscontrabile negli organismi ammalati di cancro. In argomento, si è sempre più confermata l'efficacia, sia a fini preventivi, sia a fini curativi, di una dieta alimentare prevalentemente basica (cioè ricca di frutta e verdure, ma povera di oli fritti e grassi animali). Come sempre accade, "il giusto sta nel mezzo" in quanto se, da un lato, appare clinicamente testato l'effettivo pericolo derivante da una alimentazione scorretta basata su un eccessivo consumo di grassi, oli fritti, composti di farine bianche, zuccheri e alcolici - soprattutto in presenza di fattori aggravanti quali l'obesità e la sedentarietà - d'altro lato non è del tutto provata la tesi opposta, cioè la possibilità di creare un ambiente alcalino (basico) prevalentemente sulla base di una alimentazione strettamente vegetariana, o veganiana. In argomento, occorre infatti ricordare che i succhi gastrici emessi per digerire i cibi sono, per propria natura, fortemente acidi (con un pH compreso tra 1 e 2) in quanto contengono acido cloridrico (una sostanza che è anche conosciuta con il nome commerciale di "acido muriatico"). Occorre altresì ricordare che, allorchè ingeriamo una qualsiasi sostanza, sia acida sia basica, il nostro corpo mette immediatamente in moto degli appositi recettori i quali avvertono l'eventuale squilibrio che tale sostanza crea nel nostro organismo e si attivano immediatamente al fine di consentire al sangue di ritornare ai livelli medi di pH oscillanti intorno a 7,4. Se così non fosse, il nostro corpo, ad ogni assunzione di sostanze acide o basiche, entrerebbe in uno stato di acidosi metabolica, oppure, al contrario, di alcalosi metabolica, il che ci porterebbe alla morte in breve tempo. Tutto ciò ci consente di capire meglio come anche forti dosi di sostanze alcaline

ingerite tramite un'alimentazione strettamente vegetariana, o veganiana, non possa, in definitiva, consentire risultati risanatori eccezionali in quanto essa viene contrastata tramite i meccanismi riequilibratori suddetti (in sostanza, gli elementi basici di volta in volta ingeriti vengono contrastati dagli elementi acidi contenuti nei succhi gastrici). Le considerazioni sopra accennate, se da un lato ci consentono di capire come anche una dieta alimentare del tutto corretta non sia in grado, da sola, di annullare le cause del cancro, d'altro lato il nostro elementare buon senso ci induce ad adottarla comunque, almeno in via precauzionale, in quanto una sana ed equilibrata alimentazione non può che contribuire ad aiutare l'organismo sia in fase di prevenzione, sia in fase di contrasto delle malattie, in generale, e del cancro, in particolare. In effetti, una dieta alimentare ben equilibrata può consentire all'ammalato di recuperare parzialmente le proprie forze, di affrontare al meglio le necessarie terapie curative, di ottimizzare l'effetto dei farmaci, di contrastare alcune infezioni e di far funzionare nel miglior modo possibile il proprio sistema immunitario. Per quanto riguarda l'azione di contrasto nei confronti di altre concause di affezioni tumorali di carattere "esterno", occorre sottolineare come, finora, le ricerche epidemiologiche e di laboratorio effettuate non abbiano fornito prove certe di una relazione diretta di causa-effetto tra i campi elettromagnetici e l'insorgenza del cancro. In ogni caso - se non altro, ancora una volta, per motivi precauzionali - sarebbe opportuno astenersi da un uso eccessivo delle anzidette apparecchiature o, comunque, adottare alcuni accorgimenti protettivi (ad esempio, l'utilizzo di auricolari durante l'uso dei telefoni cellulari al fine di mantenere una certa distanza degli stessi dal corpo, distanza che dovrebbe anche essere mantenuta nei confronti di televisori, schermi di computer, forni a microonde e, ove possibile, anche di qualsiasi altra fonte di radiazioni elettro-magnetiche). Per quanto riguarda le azioni di contrasto più opportune da svolgere nei confronti di altre concause tumorali "esterne", ricordiamo poi, in generale, che vanno sempre evitati tutti gli eccessi, che risultano, in ogni caso, dannosi per il nostro organismo.

Azione sulle concause interne

AZIONESULLE CONCAUSE INTERNE

A volte, frequentando gruppi di spiritualità, ci viene detto che, se siamo ammalati, o se nasciamo con qualchehandicap, la colpa è soprattutto nostra, perchè proprio noi abbiamo scelto tale impervio percorso umano allorchè eravamo nell’Aldilà (cioè - a seconda degli insegnamenti delle varie scuole filosofiche/religiose - o nel periodo tra la precedente morte e la successiva rinascita, oppure mentre eravamo “in cielo” in attesa dell’unica nascita terrena possibile). Altre volte ci viene detto che tale stato di malattia (oppure delle disfunzioni di cui eventualmente soffriamo) non è altro che un’inevitabile conseguenza nel karma negativo che abbiamo accumulato in vite precedenti e che ora dobbiamo necessariamente espiare. Qualora si seguano tali insegnamenti, molto spesso ci si impegna a perdonare tutto e tutti, a purificarsi nel corpo e nello spirito, a pregare e praticare yoga, taichi, aikido, o altre pratiche orientali: ma tutto ciò si rivela di difficile attuazione, nonchè di incerto risultato. Quasi sempre, comunque, continuiamo a non capire razionalmente perchè ciò sia capitato proprio a noi. Allorchè riuscissimo a percepire taluni barlumi di verità, potremmo comprendere, invece, come le nostre malattie non siano una punizione inflittaci dall’alto, bensì degli opportuni segnali terrestri di allarme conseguenti alla presenza di ostacoli che, a volte, noi stessi abbiamo contribuito a creare con alcuni nostri errati comportamenti, fisici od extra-fisici, sovente innescati da reazioni di paura, o di vergogna. Allorchè arrivassimo al cosiddetto “risveglio spirituale” percepiremmo, invece,

che il solo fatto di esistere ci rende degni di essere compresi ed amati da noi stessi e dagli altri, senza bisogno di alcun particolare adempimento finalizzato alla conquista di tale amore e comprensione. A volte, in proposito, ci viene anche detto da qualche guru che una condizione necessaria per essere amati - e con ciò superare tutte le malattie - è quella dell’utilizzo costante del pensiero positivo. In realtà, è sufficiente, a tal fine, semplicemente riconoscere che noi tutti siamo delle Entità Divine, senza dover poi giudicare alcunchè (sia positivamente, sia negativamente). Per raggiungere il "Risveglio" servirebbe solo riuscire a mantenersi in uno stadio di pura consapevolezza, al di là delle varie forme di pensiero razionale, positivo o negativo, ed ancor prima che tale pensiero sorga, cresca e diventi sempre più veicolo delle nostre problematiche terrene, nonchè ostacolo al libero fluire delle forze vitali. Il pensiero positivo, in ogni caso, non è sufficiente, da solo, ad eliminare le nostre malattie e le connesse problematiche in quanto la ricerca di ogni “positività”, implica dapprima una valutazione dello stesso pensiero, poi una successiva scelta tra il “positivo” e il “negativo” e, infine, un giudizio sulle qualità risanatrici del pensiero positivo. Inoltre, se, complessivamente, riteniamo “positivo” un pensiero è perchè esso risulta prevalentemente conforme alle nostre comuni convinzioni, accettazioni e modalità di vita e, quindi, per valutare un pensiero quale “positivo”, dobbiamo ricadere nelle vecchie modalità di preventivo esame e conseguente giudizio. Il pensiero positivo, al massimo, può servire per riequilibrare temporaneamente lo stato di alterazione conseguente ad un eventuale eccesso di pensiero negativo. Se non si eliminano, comunque le preesistenti abitudini di pensiero negativo, ci si ritroverà ben presto nella situazione anomala da cui si è partiti. Ciò che serve veramente, invece, è il ripristino della semplice consapevolezza della vita cosi come essa è: quella innata consapevolezza di vita che hanno, ad esempio, tutti i bambini. E’ la consapevolezza pura che rende possibile, oltre che alcune remissioni

spontanee, anche eventuali guarigioni "miracolose". Ricordiamo, al riguardo, che, statisticamente, alcune remissioni spontanee di tumore si verificano costantemente, pur se abbastanza raramente (circa un caso su diecimila). In relazione a tutto ciò, si può riconoscere che, per migliorare dapprima il nostro stato di salute ed eventualmente per guarire del tutto poi, occorre - oltre che far ricorso alle necessarie cure mediche, indispensabili soprattutto nell'immediato abbandonare molte delle nostre convinzioni pregresse, dei nostri stereotipati dogmi e delle nostre vecchie credenze al fine di fare ritorno alla pura consapevolezza di esistere, senza alcun pensiero valutativo al riguardo. Le ideologie acquisite sono, in realtà, proprio esse stesse tra i più forti ostacoli alla nostra guarigione definitiva in quanto ci costringono a rimanere nell’ambito di ciò che per noi è “normale”, impedendoci di percepire la "Totalità" senza confini. Finchè rimaniamo nel nostro ambito ordinario, continuiamo a rimanere in uno stato di sogno, in un mondo limitato, duale e ingannevole, controllato dal nostro "Ego". Se riuscissimo, invece, a ritrovare il nostro originario stato di pura consapevolezza, una dimensione di infinite possibilità ci si dispiegherebbe davanti, una dimensione in cui il positivo e il negativo convergerebbero nel Tutto, trovando il loro giusto equilibrio. Se si vuole concorrere a superare definitivamente uno stato di malattia occorre, quindi - oltre che ricorrere alle necessarie cure mediche - lasciar andare non solo l’attaccamento ai nostri dogmi e convinzioni, ma anche alla nostra stessa, caparbia, volontà di guarire, che ci fa reagire conflittualmente con la malattia insorta. I nostri normali e stereotipati comportamenti di risanamento possono eventualmente portarci ad un allontanamento temporaneo dalla malattia, la quale però si ripresenterà puntualmente allorchè ritorneremo al nostro precedente stile di vita senza aver rimosso le vere cause della malattia stessa. Occorrerebbe, invece, per ottenere la migliore soluzione possibile ai nostri problemi di salute, riuscire a ritrovare l’originaria consapevolezza di tutto ciò che ci circonda ed il riconoscimento di ciò che è la vera essenza di tutte le cose.

Occorrerebbe permettere agli avvenimenti, positivi o negativi, di verificarsi secondo la loro natura, senza giudicarli, o tentare di cambiarli forzatamente. Non occorrerebbe nemmeno tentare di sforzarsi di amare, di perdonare e di comprendere gli altri, in quanto ogni sforzo verso una finalità prefissata comporterebbe un ritorno alla dualità terrena. Il bisogno di perdonare, infatti, nasce sostanzialmente dall’aver preventivamente giudicato, positivamente o negativamente, gli avvenimenti occorsi e dalla successiva ricerca di eliminazione degli avvenimenti e delle circostanze che avessimo giudicato come negativi. In realtà, invece di giudicare - creando, così, anche la conseguente necessità di perdonare - sarebbe molto più utile (sebbene molto più difficile) osservare senza giudicare, rispettando i ruoli che ognuno di noi ricopre nell’ambito del dispiegarsi dell’Energia universale. Tutti gli universi possibili sono sempre intrisi di Amore incondizionato e, pertanto, non è necessario sforzarci artificiosamente di amare sia noi, sia il prossimo. Ogni problema di salute, in realtà, trova la sua origine nel fatto che noi riteniamo che, alla base di tutto, ci sia sempre qualcosa che deve essere cambiato. Occorre, invece, lasciare andare l’attaccamento a qualsiasi convinzione e permettere che tutto accada secondo l’Ordine universale, il quale deve solamente essere lasciato scorrere entro il Tutto e, con ciò, anche dentro di noi. L’atto di inseguire le cose, deriva dalla nostra ordinaria paura che le cose, così come sono, non funzionino efficacemente e dalla nostra conseguente intenzione di piegarle ai nostri convincimenti acquisiti. Da tale punto di vista, non occorre nemmeno considerare la malattia come qualcosa da eliminare, o come un nemico da combattere, poichè queste sono solo reazioni basate sulla paura. In realtà, le manifestazioni della malattia possono essere considerate, da un certo punto di vista, essenzialmente quali modalità attraverso le quali il nostro corpo reagisce, segnalando la presenza di ostacoli al libero fluire della Forza vitale divina.

Se noi cercassimo di eliminare la malattia attraverso un atteggiamento ostile e repressivo, non faremmo altro che ottenere il contrario di ciò che cerchiamo, in quanto radicheremmo la malattia stessa sempre più dentro di noi, rendendo così più difficile la sua estirpazione. Ciò non significa che non ci si debba far visitare da un medico, o andare in ospedale, o farsi curare nel migliore dei modi possibili. Significa solo non farsi ossessionare dal pensiero della malattia e non farsi trascinare dalla paura fino al punto di utilizzare tutte le nostre forze nel tentativo di sconfiggere la malattia stessa. Più ci sforziamo di far accadere le cose come vogliamo (con la modalità, quindi, del “fare”), più ci impantaniamo nei nostri stessi sforzi. Lasciar accadere le cose (quindi, con la modalità dell’ “essere”) non richiede, invece, alcuno sforzo e consente il meraviglioso dispiegarsi della Consapevolezza Universale, che ci accompagna sempre e ci aiuta costantemente anche nel processo di guarigione. Tutto ciò che dobbiamo fare, dal punto di vista extra-fisico, è solo vivere consapevolmente la nostra divinità, senza inseguire alcunchè di limitato, separato o artificiale. Non c’è niente da eliminare, da perdonare, da ottenere: noi, in quanto Divinità, siamo già tutto quanto vorremmo idealmente essere. Dobbiamo solo imparare ad esprimerci liberamente, fiduciosamente ed amorevolmente, senza paure, o vergogne represse, anche quando prendiamo in considerazione concetti contrari all’opinione pubblica prevalente.

Noi pensatori e cocreatori

NOI PENSATORI E CO-CREATORI Noi siamo un prodotto del Pensiero Divino e, conseguentemente, possiamo agire potentemente con i nostri pensieri umani - in qualità di eredi della Fonte Originaria e, quindi, in qualità di co-creatori - sugli ambienti terreni, sulle cose, sulle persone, sulla parte razionale ed irrazionale presente sia in noi, sia negli altri. Ricordiamo, tra l’altro, che i pensieri umani sono in grado di muovere anche la materia. In effetti, ogni opera fisica costruita dagli esseri umani trae la sua origine da un pensiero, che viene poi progressivamente materializzato, ma che, prima di divenire un prodotto tangibile, consisteva in un'intangibile elaborazione mentale. Nel caso in cui non si arrivasse all’espressione finale di un pensiero nell’ambito della materialità terrena, ma si continuasse a fissare intensamente la mente su una determinata immagine, avverrebbe, comunque, la creazione di alcune “forme-pensiero” immateriali (i cosiddetti “esseri elementali”) aventi la caratteristica di esprimere una primitiva oggettivazione eterico-vitale, tra l'altro effettivamente visibile, in particolari situazioni, da parte di persone particolarmente sensibili. Questa è l’origine, fra l’altro, di molte “apparizioni”, o “visioni”, mistiche, artistiche e psichiche. Ogni pensiero umano, quindi, ha enormi capacità creatrici, oppure distruttrici, in ambito terreno e può operare in ogni contesto, anche quello più condensato fisico-materiale, soprattutto allorché venga sospinto intensamente dalle emozioni. L’elemento essenziale della sua forza è costituito, infatti, sia dalla carica emotiva che lo sospinge, sia dal grado di concentrazione che lo caratterizza.

In ogni caso, dal pensiero dipende lo svolgimento dell’intera nostra vita terrena, i nostri stati d’animo, la nostra salute, le nostre parole, le nostre azioni. L’impiego scorretto della forza-pensiero, soprattutto allorchè viene sospinto da una intensa forza-emozionale, può produrre danni incalcolabili a se stessi e agli altri, ad esempio, sotto forma di contrasti, liti, conflitti, guerre. La possibilità di farci ammalare, o guarire, è tra l’altro, una delle prerogative del nostro pensiero. L’essere umano, infatti, attira, oppure respinge, il bene o il male, la salute o la malattia per il tramite dei propri pensieri, soprattutto qualora essi siano sospinti da forti sentimenti. Egli, quindi, modifica continuamente, seppure impercettibilmente, il proprio D.N.A., il funzionamento del proprio corpo, nonchè il proprio stato generale di salute. Buona parte delle malattie sono favorite da quell’affannosa ricerca egoistica del proprio benessere che produce logorio fisico, nonché tensione psicologica estress, sovente motivati da vergogne e paure. Sarebbe, quindi, assai utile che la direzione del nostro pensiero - pur nell’intima accettazione delle alternative fasi di espansione e di contrazione - venisse indirizzata verso quel maggiore equilibrio che si potrebbe ottenere attraverso un utilizzo altruistico, amorevole, condiviso e, soprattutto, senza giudizio, del pensiero stesso. In tal modo, ognuno di noi potrebbe utilizzare le proprie innate capacità creative non per favorire nuove malattie (come, purtroppo, avviene sovente), ma per creare, al contrario, nuove opportunità di guarigione dalle malattie stesse, rimuovendo talune concause che hanno concorso a provocarle. A questo punto si potrebbe affrontare un importante interrogativo che sovente attanaglia la mente di molti di coloro che sono interessati ai vari processi di guarigione. L'ulteriore interrogativo che ci si potrebbe porre è il seguente: è possibile contribuire a guarire solo se stessi, oppure esiste la possibilità di guarire anche gli altri?

La risposta in proposito deve essere il più possibile chiara, al fine di non lasciare alcun dubbio: noi non guariamo nessuno! Nè noi stessi, nè gli altri! E' sempre e solo la Fonte della Vita che guarisce! Ciò che noi possiamo fare è solamente - oltre che ricorrere alle necessarie cure mediche - utilizzare le nostre capacità creative per ripulire al meglio quell'incrostato e talvolta addirittura ostruito ponte di collegamento - comunque sempre esistente - tra l’infinita Potenzialità Divina e le altrettanto infinite Sue forme di estrinsecazione nella materia. In tal modo, così come noi, con i nostri errati comportamenti, contribuiamo sovente ad ostruire quel "ponte di transito" utilizzato dalle perenni forze vitali, riempiendolo di rifiuti e di ostacoli - e con ciò costringendo il nostro corpo fisico a inviarci sempre più consistenti segnali di pericolo - allo stesso modo, mediante l’adozione di corretti comportamenti, noi siamo in grado di contribuire a rimuovere tali rifiuti ed ostacoli, permettendo, in tal modo, alla vita di poter nuovamente fluire nelle sue forme più naturali. Il suggerimento che si può dare in proposito è quello di cercare innanzitutto di ripulire accuratamente il proprio “ponte vitale”, mentre, per quanto riguarda gli altri esseri umani, si può cercare di aiutarli amorevolmente indicando loro la strada da percorrere, senza peraltro cercare di operare al posto loro, con ciò sostituendosi alla loro autonomia. Ciò per vari motivi. Innanzitutto, è opportuno ricordare che ognuno di noi, con i propri comportamenti e con i propri pensieri, sentimenti e azioni, è sostanzialmente il co-artefice del proprio stato di salute (o di malattia) e che, quindi, non è affatto opportuno sostituirci agli altri per eliminare quei segnali di allarme che sono emessi dai corpi altrui. Un nostro eventuale intervento in tal senso potrebbe anche dare apparenti risultati positivi nel breve periodo, ma nel medio-lungo periodo la reiterazione dei comportamenti errati da parte dei diretti interessati non farebbe che riproporre i precedenti (se non peggiori) segnali di malattia. In effetti, non riusciremmo comunque a risolvere il problema della guarigione definitiva in quanto, se l’interessato non cambiasse i propri atteggiamenti ed i propri comportamenti, la malattia gli si riproporrebbe assai presto, magari sotto

forme più profonde e insidiose. Tutto ciò a prescindere dai pericoli, a cui noi stessi andremmo incontro, di essere a nostra volta infettati ed infestati da quegli "esseri elementali" che costituiscono l’essenza di varie malattie e nei cui confronti non sempre siamo adeguatamente immunizzati, oppure ai pericoli di consentire al nostro Ego di instaurare in noi un progressivo senso di superiorità quali "eccezionali guaritori". Non si tratta quindi, di una forma di egoismo volta ad impedire ad ognuno di noi di aiutare il prossimo, bensì al contrario, di una efficace forma di stimolo affinchè ciascuno possa prendere in mano le redini della propria situazione al fine di poter ottenere la migliore guarigione possibile dalle proprie malattie, anzichè ottenere, invece, nel migliore dei casi, solo un sollievo temporaneo. A parte ciò, occorrerebbe poi sempre ricordare che, nel sistema di regole, convenzioni e comportamenti sociali in cui siamo immersi, qualora noi cercassimo di guarire gli altri, senza averne i prescritti requisiti ufficiali, verremmo immediatamente accusati di esercizio abusivo della professione medica, con le conseguenze che si possono facilmente immaginare.

La nostra capacità di guarigione

LA NOSTRA CAPACITA' DI GUARIGIONE Come è stato più volte affermato, ognuno di noi è un Essere unico, irripetibile, che fa parte integrante della Coscienza Universale e che è intimamente e dinamicamente connesso con tutti gli universi possibili, mediante infinite sfumature olografiche ed energetico-informative. Proprio perchè la Coscienza Universale dà luogo a Coscienze Individuali uniche ed irripetibili (seppur sempre interconnesse tra loro), sarebbe inutile ricercare una soluzione generalizzata che sia valida comunque, per tutte le problematiche di malattia che si presentano ad ogni creatura umana. Ognuno di noi ha la possibilità di trovare la propria soluzione personale, che è sempre la migliore possibile, tenendo conto delle varie condizioni spaziotemporali in cui ognuno di noi è immerso fin dalla nascita. Solo a livello Divino-Spirituale esiste una perfezione infinita e generalizzata, che vale per tutto e tutti. Ciò premesso, non può che richiamarsi quanto è già stato accennato precedentemente e cioè che ogni essere umano è dotato di diversi “corpi” (“fisico”, “vitale”, “emozionale”, “mentale”), organizzati e coordinati dallo “Spirito” (o “Mente Universale”, o “Energia Universale”). E’ chiaro come ognuno di tali “corpi”, qualora venga usato impropriamente, possa creare degli ostacoli al libero fluire della Vitalità Universale, dando così luogo a dei segnali di allarme, manifestantisi soprattutto sotto forma di malattie o disfunzioni, sia fisiche, sia extra fisiche (ad esempio, psico-somatiche). E’, altresì, altrettanto chiaro che, per ripristinare l’originario stato di salute è necessario sgretolare le specifiche cause di quegli squilibri energeticoinformativi che impediscono all’Energia Universale di continuare sostenerci adeguatamente, nonchè di assisterci nel migliore dei modi.

A questo punto, può apparire chiaro come la prima cosa da fare al fine di ottenere il più velocemente possibile l'auspicata guarigione, sia quella di individuare le cause "interne" ed "esterne" che hanno prodotto quella specifica malattia, in modo da poterle superare nel migliore dei modi possibili, senza forzature ed in piena sintonia con le cure mediche tradizionali. Una volta rimosse le specifiche concause della malattia (ed il miglior metodo di rimozione è innanzitutto quello dell’auto-osservazione con sereno distacco, senza alcun giudizio, al fine di riuscire ad individuare e, quindi, a sgretolare i relativi ostacoli), sarà poi compito del Supremo Spirito quello di riequilibrare l’insieme dei nostri “corpi”, più o meno sottili, così da addivenire al risanamento complessivo ed alla conseguente guarigione psico-fisica. Se non si rimuovono tali cause (cioè gli ostacoli frapposti al libero scorrere delle correnti risanatrici spirituali-vitali, generati da insani contesti ambientali o da nostri errati comportamenti psico-fisici), la guarigione indotta anche dai migliori farmaci e dalla migliore assistenza medica possibile (a cui, si consiglia, comunque, di ricorrere sempre), non potrà che portare a dei risultati decisamente migliorabili. In argomento, partendo dal più denso e viscoso dei “corpi umani”, cioè dal “corpo fisico”, si può osservare che esso, oltre che a malattie, è esposto anche a ferite fisiche, contusioni e lacerazioni dovute a cause puramente materiali (ad es. per incidenti, o per comportamenti fisici inappropriati). In tali casi, dopo l’allontanamento dalla causa delle ferite, è sufficiente lasciare che lo Spirito Vitale svolga la propria opera di risanamento. A volte (ad esempio, nel caso di fratture ossee, o cartilaginee, o contusioni) non è nemmeno necessario l'utilizzo aggiuntivo di particolari farmaci: è sufficiente, infatti, per raggiungere la guarigione, un’ingessatura, o un busto, un bendaggio, o un’altra forma di sostegno fisico, nonchè la paziente attesa che le forze naturali compiano la propria opera risanatrice nel corso del tempo. La stessa cosa accade anche per le varie malattie che affliggono il nostro “corpo vitale”, il nostro “corpo emozionale”, e quello “mentale”: per eliminarle definitivamente è necessario innanzitutto rimuovere gli ostacoli che intralciano il ponte di collegamento con il nostro "Sè Superiore" e, quindi, con il "Supremo Spirito".

In proposito, si può osservare che, qualora al nostro “corpo fisico” non arrivino regolarmente i flussi energetici perennemente inviati dal Supremo Spirito, in quanto gli stessi risultano ostacolati da blocchi esistenti a livello del nostro "corpo vitale", del nostro "corpo emozionale", o del nostro "corpo mentale", dovremmo innanzitutto fermare la nostra convulsa corsa verso l’ottenimento di qualcosa che soddisfi il nostro egoismo e, quindi, cercare di valutare con serenità quali siano i nostri effettivi impedimenti, emozionali o mentali. In particolare, gli ostacoli emozionali che noi stessi frapponiamo al libero fluire delle nostre forze vitali non sono solo quelli più evidenti - che risultano pertanto abbastanza facili da individuare e poi da contrastare - ma anche quelli che sgorgano, a nostra insaputa, dal profondo del nostro inconscio e di cui noi non siamo, pertanto, razionalmente consapevoli. La loro osservazione, distaccata e senza giudizio, è, comunque, anch'essa necessaria per togliere le relative radici e consentire, quindi, di facilitarne l’estirpazione. Ma proprio questo è il punto fondamentale: per osservare qualcosa dobbiamo essere in grado di “vederla”. Se non la "vediamo", infatti, come potremo poi osservarla serenamente e senza pregiudizi? Nel caso degli ostacoli emozionali e sentimentali, la prima cosa da fare è, quindi, renderli a noi stessi visibili. E’ inutile, ad esempio, cercare di sopprimere forzatamente la nostra rabbia cieca (conscia o inconscia che sia): dovremmo, invece, consentirle di esprimersi attraverso forme visibili che non ci danneggino, o che non danneggino i nostri rapporti con gli altri. Potremmo, ad esempio, rinchiuderci in una stanza, o in un qualsiasi altro posto da cui non sia possibile essere visti od uditi da alcuno, e lì potremmo cominciare a manifestare la nostra rabbia. In tal caso, potremmo, ad esempio, urlare tutti gli improperi che ci provengono dal nostro subconscio, oppure potremmo, eventualmente, battere i pugni sulla porta, o sul muro, o su un tavolo, o su un cuscino, e sfogarci in libertà.

Nel caso, invece, dell’emergere di altre forme emozionali, potremmo, ad esempio, lasciare che le nostre angosce si esprimano con urla e lacrime, oppure che alle nostre gioie si accompagnino urla e risate. Dopo tale sfogo visibile dei nostri sentimenti, potremo lentamente calmarci ed osservare il comportamento che abbiamo tenuto per esprimerli liberamente. Proprio l’estrinsecazione della nostra rabbia nella forma più conforme alla nostra indole, ci consentirà, ad esempio, dapprima di osservarla in maniera distaccata, e successivamente di lasciarla scorrere naturalmente affinchè possa andarsene autonomamente. Non è, ovviamente, sufficiente un’unica osservazione distaccata dei nostri ricordi, sentimenti ed emozioni per poter ottenere immediatamente il risultato ricercato: occorrerà ripetere tale procedimento più e più volte, ma, alla fine il nostro Ego sarà costretto a mollare la presa in quanto non sarà più alimentato da oscuri giudizi e attaccamenti di parte. Tutto ciò non sarebbe possibile qualora noi continuassimo a reprimere i nostri sentimenti, oppure a nasconderli artatamente all'interno del nostro inconscio, da cui, comunque, esploderebbero nuovamente, prima o poi, maggiormente rinforzati e, quindi, più potenti di prima. Tutto ciò vale non solo per la nostra rabbia, o tristezza, o rancore, bensì per tutti gli elementi facenti parte del nostro “corpo emozionale”, cioè per tutti i nostri sentimenti, emozioni e pulsioni. Per poterli osservare con sereno distacco, occorre, quindi, prima di tutto consentir loro di esprimersi a livello consapevole e di poter pertanto affiorare in superficie in modo da poter essere “visti”, osservati e lasciati poi andare. La stessa cosa è necessario fare per i vari componenti del nostro “corpo mentale”, cioè per i nostri pensieri, positivi o negativi che siano. Anche in tal caso, è necessario lasciarli affiorare in superficie, per poi osservarli con calma e lasciarli quindi andare, senza alcuna forma di giudizio o di attaccamento. Anche nel caso dei pensieri, così come per le emozioni, potrebbe essere molto utile, per esempio, esprimerli liberamente attraverso parole, sia sussurrate, sia

urlate, oppure attraverso canti, o litanie, o vocalizzi, intonati o stonati, ritmati o melodici che siano. Dovremmo sempre ricordare, infatti, la formidabile potenza espressiva del suono, che è alla base sia della creazione del nostro universo (“All’inizio era il suono. E il suono era presso Dio. E il suono era Dio”), sia del crollo e distruzione di alcune sue parti, ad esempio, delle mura dell’antica città di Gerico. Riepilogando, qualora noi ci avvalessimo dei suddetti accorgimenti, scopriremmo, in definitiva, che gli ostacoli che noi normalmente frapponiamo al libero fluire delle forze vitali, una volta riconosciuti ed accettati per quelli che sono (cioè ostacoli temporanei e, soprattutto, rimuovibili), se ne andrebbero sostanzialmente da soli, sgretolati dalla nostra osservazione senza giudizio e senza attaccamento, permettendo così a ciascuno di noi di consentire, nuovamente, il libero rifluire delle forze vitali nell'ambito del nostro naturale ciclo esistenziale. In definitiva, non è ignorando il nostro ordinario stato di comportamentale e le vere cause delle nostre malattie che noi potremmo guarire definitivamente dai nostri mali: l’importante sarebbe, invece, osservarli senza giudicare e poi lasciarli andare. Dovremmo cercare di “vedere” la vera natura della realtà, pur se essa è accuratamente nascosta da molteplici veli, tenendo presente che, per vedere la vera natura delle cose, è necessario superare la loro natura illusoria. Dovremmo, quindi, essere disponibili ad arrivare alla chiarezza attraversando la confusione, nella convinzione che anche le nostre ordinarie credenze potrebbero, all’occasione, trasformarsi in insoliti aggi verso la nostra interiore libertà e verso nuove forme di guarigione. “Vedere” e “lasciar andare” dovrebbe diventare, un po’ alla volta, il nostro naturale modo di “fare” oltre che, soprattutto, il nostro naturale modo di “essere”. In tale nuovo stato esistenziale - saldamente ancorato al presente e privo dei vecchi condizionamenti legati ai ricordi ed alle costrizioni del ato, oppure ad egoistiche aspettative per il futuro - noi sperimenteremmo sempre più la grandiosità del fluire della vita, in cui tutto è già perfetto così com’è, senza bisogno di alcun cambiamento ed in cui noi saremmo pienamente consapevoli di

essere una parte fondamentale ed integrante del Tutto, in quanto la nostra Natura Umana è già parte fondamentale ed integrante della complessiva Natura Divina Universale. In definitiva, quindi, dopo aver riconosciuto che le cause delle varie malattie umane in generale, e di quelle oncologiche in particolare, possono essere sia materiali, sia immateriali, sia "esterne" sia "interne", è necessario riconoscere la primaria importanza che esse rivestono in argomento. E' pertanto necessario affiancare alle indispensabili cure mediche materiali l'adozione di altrettanto indispensabili sostegni integrativi, rappresentati soprattutto da atteggiamenti comportamentali, emozionali e mentali rivolti a riequilibrare ed a riarmonizzare i nostri corpi con lo Spirito Universale, che sempre ci permea, ci aiuta e ci assiste. ---ooo---

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