Tao Te Ching s4b36

Tao Te Ching

Lao Tzu

© 2013 REA Edizioni

Via S. Agostino 15

67100 L’Aquila

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a cura di Piergiorgio Cantalini

Indice

1 - DEFINIRE IL TAO

2 - NUTRIRE LA PERSONA

3 - TENERE TRANQUILLO IL POPOLO

4 - QUEL CHE NON HA ORIGINE

5 - L'USO DEL VUOTO

6 - COMPLETA L'IMMAGINE

7 - OSCURARE LA LUCE

8 - TORNARE ALLE QUALITA’ NATURALI

9 - TENDERE ALL'INCOLORE

10 - SAPER AGIRE

11 - L'UTILITA' DEL NON-ESSERE

12 - REPRIMERE LE BRAME

13 - RESPINGERE LA VERGOGNA

14 - INTRODUCE AL MISTERO

15 - RENDI CHIARA LA VIRTU'

16 - RIVOLGERSI ALLA RADICE

17 - LA PURA INFLUENZA

18 – IL DEGRADO DEI COSTUMI

19 - TORNARE ALLA PUREZZA

20 - DIFFERENZIARSI DAL VOLGO

21 - SVUOTARE IL CUORE

22 - L'UMILTA' CHE ELEVA

23 – IL VUOTO NON-ESSERE

24 - LA PENOSA BENIGNITA'

25 - RAFFIGURA L'ORIGINE

26 – LA VIRTU' DEL PESANTE

27 - L'USO DELL'ABILITA'

28 - TORNARE ALLA SEMPLICITA'

29 - NON AGIRE

30 - LIMITARE LE OPERAZIONI MILITARI

31 - DESISTERE DALLE OPERAZIONI MILITARI

32 - LA VIRTU' DEL SANTO

33 - LAVIRTU' DELLA RAGIONE

34 - CONFIDARE NEL PERFETTO

35 - LAVIRTU' DELLACARITA'

36 - L'OCCULTO E IL PALESE

37 - ESERCITARE IL GOVERNO

38 - ESPONE LA VIRTU'

39 - UNIFORMARSI AL FONDAMENTO

40 - DOVE ANDARE E CHE ADOPERARE

41 - COMPARA LE DIVERSITA'

42 - I CAMBIAMENTI DEL TAO

43 - LO STRUMENTO UNIVERSALE

44 - IL FERMO AMMONIMENTO

45 - L'IMMENSA VIRTU'

46 - ESSER SOBRIO NEI DESIDERI

47 - VEDERE CIO' CHE E' LONTANO

48 - DIMENTICARE LA SAPIENZA

49 - CONFIDARE NELLA VIRTU'

50 - TENERE IN CONSIDERAZIONE LA VITA

51 - LA VIRTU' CHE NUTRE

52 - RIVOLGERSI ALL'ORIGINE

53 - TRARRE PROFITTO DALLE PROVE

54 – COLTIVARE E CONTEMPLARE

55 - IL SIMBOLO DEL MISTERO

56 - LA MISTERIOSA VIRTU'

57 - RENDERE PURI I COSTUMI

58 - ADATTARSI ALLE VICISSITUDINI

59 - MANTENERSI NEL TAO

60 - STARE NELLA DIGNITA' REGALE

61 – LA VIRTU' DELL'UMILTA'

62 - PRATICARE IL TAO

63 - L'INIZIO FAVOREVOLE

64 - RIMANERE AL PICCOLO

65 - LA PURA VIRTU'

66 - POSPORRE IL SÉ

67 - LE TRE COSE PREZIOSE

68 - RENDERSI UGUALE AL CIELO

69 - L'USO DEL MISTERO

70 - LA DIFFICOLTA' DI CAPIRE

71 - IL DIFETTO DELLA SAPIENZA

72 - AVER CURA DI SÉ

73 - QUEL CHE LASCIA AGIRE

74 - REPRIMERE GLI INGANNI

76 - GUARDARSI DALLA FORZA

77 - LA VIA DEL CIELO

78 - PORTARE IL FARDELLO DELLA SINCERITA'

79 - RISPETTARE I PATTI

80 - ISOLARSI

81 - FAR EMERGERE IL NATURALE

1 - DEFINIRE IL TAO

Il Tao che può essere detto non è l'eterno Tao, il nome che può essere detto non è l'eterno nome. Senza nome è il principio del Cielo e della Terra, quando ha nome è la madre delle molteplici creature. Perciò chi non ha mai desideri ne contempla il mistero, chi sempre desidera ne contempla la fine. I due hanno la stessa nascita anche se diverso nome ed insieme sono detti mistero, mistero del mistero, porta d’accesso di tutti i misteri.

2 - NUTRIRE LA PERSONA

Sotto il cielo tutti sanno che il bello è bello, così nasce il brutto, sanno che il bene è bene, così nasce il male. E' così che essere e non-essere si danno stimolo fra loro, facile e difficile si danno compimento fra loro, lungo e corto si danno misura fra loro, alto e basso si danno differenza fra loro, tono e nota si danno armonia fra loro, prima e dopo si alternano fra loro. Per questo il santo Persevera nel non agire e mette a frutto l'insegnamento non detto. Le molteplici creature sorgono ed egli non le rifiuta le fa vivere ma non le considera sue, opera ma nulla si aspetta da loro.

Compiuta l'opera egli non rimane e proprio perché non rimane non gli viene tolto nulla.

3 - TENERE TRANQUILLO IL POPOLO

Non esaltare i più capaci così il popolo non si darà battaglia, non esaltare i beni che con difficoltà s'ottengono così il popolo non diventerà ladro, non mettere in mostra ciò che può desiderarsi così il cuore del popolo non si sconvolgerà. Per questo il governo del santo svuota il cuore al popolo e ne riempie il ventre, ne indebolisce il volere e ne rafforza le membra sempre fa sì che non abbia certezza nè brama e che colui che sa non osi agire. Siccome egli pratica il non agire, nulla c’è che non sia già governato.

4 - QUEL CHE NON HA ORIGINE

Il Tao viene utilizzato perché è vuoto e non è mai pieno. Quale abisso! sembra il capostipite delle molteplici creature. Smussa gli angoli, dipana i suoi nodi, mitiga il suo splendore, si rende simile alla sua polvere. Quale abisso! sembra che da sempre esista. Non so di chi sia figlio, sembra nato prima dell'Imperatore del Cielo.

5 - L'USO DEL VUOTO

Il Cielo e la Terra non hanno pietà, trattano le molteplici creature come cani di paglia. Il santo non ha carità, usa i tanti cognomi come cani di paglia. Lo spazio tra Cielo e Terra come sembra un mantice! Si svuota ma non finisce, si muove ed ancora più ne esce. Parlar molto e ragionare vale meno che mantenersi vuoto.

6 - COMPLETA L'IMMAGINE

Lo spirito della valle non muore mai, è la misteriosa femmina. La porta della misteriosa femmina è l’origine del Cielo e della Terra. Per sempre senza interruzione come se esistesse viene usato ma non si stanca mai.

7 - OSCURARE LA LUCE

Il Cielo e la Terra sono perenni. La ragione per cui il Cielo e la Terra sono perenni è che non vivono per sé: perciò vivono a lungo.

Per questo il santo non mette davanti a tutto la sua persona e la sua persona viene dopo, nasconde la sua persona e la sua persona dura in eterno. È spoglio di interessi? Per questo può realizzare il suo interesse.

8 - TORNARE ALLE QUALITA’ NATURALI

Il sommo bene è come l'acqua: l'acqua fa bene alle creature e non contrasta, resta nel posto che gli uomini non vogliono. Per questo è quasi simile al Tao. Nello stare si adatta al terreno, nel volere s'adatta all'abisso, nel donare s'adatta alla carità, nel dire s'adatta alla sincerità, nel correggere s'adatta all'ordine, nel servire s'adatta alla capacità, nel muoversi s'adatta alle stagioni. Proprio perché non contrasta non viene mai trovata in fallo.

9 - TENDERE ALL'INCOLORE

Chi riempie ciò che possiede meglio farebbe a non insistere, chi batte in modo fino ciò che è appuntito non lo mantiene a lungo intatto. Un palazzo pieno d'oro e di gemme non si può tenere a lungo, chi si fa arrogante perchè ricco e nobile si crea da solo la sua fine. Ad opera compiuta ritrarsi è la Via del Cielo.

10 - SAPER AGIRE

Mantieni l'Uno dimorando nelle due anime: sei capace di non farle separare? Arriva all'estrema mollezza conservando il chi sei: sei capace d'essere un bambino? Purificato e libero abbi visione del mistero: sei capace d'esser senza peccato? Governa il regno amando il popolo: sei capace di non aver sapienza? All'aprirsi e al chiudersi della porta del Cielo sei capace d'esser come una femmina? Splendente e comprensivo penetra ovunque: sei capace di non agire? Fai vivere le creature e nutrile, falle vivere e non tenerle come tue, opera e non aspettarti nulla da nessuno, falle crescere e non governarle. Questa è la misteriosa virtù.

11 - L'UTILITA' DEL NON-ESSERE

Trenta raggi si uniscono in un solo mozzo e nel suo non-essere si ha l'utilità del carro, s'impasta l'argilla per fare un vaso e nel suo non-essere si ha l'utilità del vaso, s'aprono porte e finestre per costruire una casa e nel suo non-essere si ha l'utilità della casa. Perciò l'essere costituisce l'oggetto e il non-essere costituisce l'utilità.

12 - REPRIMERE LE BRAME

I cinque colori accecano l'occhio dell'uomo, le cinque note fanno assordire l'orecchio dell'uomo, i cinque sapori impastano la bocca dell'uomo, la corsa e la caccia fanno infuriare il cuore dell'uomo, i beni ottenuti con difficoltà rendono dannosa la condotta dell'uomo. Per questo il santo è per il ventre e non per l'occhio. Perciò respinge uno e va incontro l'altro.

13 - RESPINGERE LA VERGOGNA

Favore e sfavore fanno paura, lodare la propria persona è una grande disgrazia. Che significa favore e sfavore fanno paura? Il favore è un abbassarsi: nell'ottenerlo s'ha paura, di perderlo s'ha paura. Questo significa favore e sfavore fanno paura. Che significa lodare la propria persona è gran sventura? La ragione per cui ho gran sventura è che tengo alla mia persona, se non tenessi alla mia persona di quale sventura dovrei aver paura? Per questo a chi di sé fa pregio a favore del mondo si può affidare il mondo, a chi di sé ha cura a favore del mondo si può confidare il mondo.

14 - INTRODUCE AL MISTERO

A guardarlo non lo vedi, si chiama l'Incolore. Ad ascoltarlo non lo senti, si chiama l'Insonoro. Ad afferrarlo non lo prendi, si chiama l'Informe. Questi tre non consentono di vederlo a fondo, ma uniti insieme formano l'Uno. Non è brillante in alto non è oscuro in basso, nel suo evolversi incessante non gli puoi dar nome e di nuovo si riconduce all'immateriale. E' la figura che non ha figura, l'immagine che non ha materia: è l'indistinto e l'indeterminato. Anche se gli vai vicino non ne vedi l'inizio, anche se gli vai dietro non ne vedi la fine. Attieniti saldamente all'antico Tao per guidare gli esseri di oggi e potrai conoscere il principio antico. E' questa la strada del Tao.

15 - RENDI CHIARA LA VIRTU'

Quelli che in antico erano i migliori adepti del Tao conoscevano l'arcano e comunicavano col mistero, erano profondi da non poter essere compresi. Proprio perché non possono essere compresi io mi sforzerò di renderne chiari i tratti. Indecisi erano come chi d'inverno guada un fiume, guardinghi erano come chi teme i vicini ai quattro lati, rispettosi erano come chi è ospite, frammentati erano come ghiaccio che si va fondendo, sinceri erano come legno non ancora sgrossato, vuoti erano come valli, torbidi erano come acqua agitata. Chi è capace d'esser agitato per schiarirsi piano piano riposando? Chi è capace d'esser calmo per far vivere pian piano rimuovendo a lungo? Chi s'attiene a questa Via non brama d'esser pieno, e proprio perché non si riempie può vivere nell'ombra senza cambiar l'antico.

16 - RIVOLGERSI ALLA RADICE

Arrivare al nulla è il massimo, mantenere la quiete è sincerità: le molteplici creature insieme nascono ed io le vedo ritornare a quelle, quando le creature hanno avuto il loro sviluppo ognuna ritorna alla sua radice. Tornare alla radice è quiete, il che vuol dire restituire l’incarico, restituire l’incarico è eternità. Chi conosce l'eternità è illuminato, chi non la conosce provoca problemi. Chi conosce l'eternità tutto abbraccia, tutto abbracciando è giusto, essendo giusto è sovrano, essendo sovrano è Cielo, essendo Cielo è Tao, essendo Tao dura per sempre e non corre alcun pericolo.

17 - LA PURA INFLUENZA

Dei grandi Re il popolo sapeva che esistevano, arrivarono poi quelli che amò ed esaltò, e poi quelli che temette, e poi quelli di cui si fece beffe: quando la sincerità scomparve arrivò la bugia. Com'erano esitanti i primi nel soppesare le loro parole! Ad opera compiuta e ad impresa riuscita dicevano i tanti cognomi: siamo così da noi stessi.

18 – IL DEGRADO DEI COSTUMI

Quando il grande Tao fu oscurato comparirono carità e giustizia, quando apparvero intelligenza e sapienza iniziarono i grandi inganni, quando i sei congiunti non furono in armonia s'ebbero pietà filiale e clemenza paterna, quando gli stati caddero nel caos arrivarono i ministri leali.

19 - TORNARE ALLA PUREZZA

Trascura la santità e ripudia la sapienza e il popolo s'avvantaggerà a lungo, trascura la carità e ripudia la giustizia e lo stesso tornerà alla pietà filiale e alla clemenza paterna, trascura l'abilità e ripudia il denaro e non ci saranno più ladri e briganti. Quelle tre regole reputa formali e insufficienti, perciò insegna che v'è altro a cui attenersi: mostrati semplice e mantieniti grezzo, cerca d’avere poco egoismo e scarsi desideri.

20 - DIFFERENZIARSI DAL VOLGO

Trascura lo studio e non avrai pene. Tra un pronto e un tardo risponder sì quanto intercorre? Quel che gli altri temono non posso non temere io. Oh, quanto sono lontani e ancor non s'arrestano! Tutti gli uomini sono senza senno come a una festa o un banchetto sacrificale, come se in primavera scendessero da una torre. Solo io quanto son calmo! Senza problemi come un pargolo che ancora non ha sorriso, quanto son dimesso! Come chi non ha posto dove ritornare. Tutti gli uomini hanno cose che non servono, solo io sono come chi tutto ha abbandonato. Oh, il mio cuore di folle quanto è confuso! L'uomo comune è così brillante sol io sono tutto ottenebrato, l'uomo comune tutto vuol sapere, solo io di tutto mi disinteresso, agitato sono come il mare, sballottato sono come chi non ha un punto di riferimento. Tutti gli uomini sono affaccendati solo io sono ebete come uno zotico. Solo io mi differenzio dagli altri e tengo in gran conto la madre che nutre.

21 - SVUOTARE IL CUORE

Si adatta al Tao chi ha la virtù del vuoto. Per le creature il Tao è informe e indeterminato. Oh, come indeterminato e informe nel suo seno racchiude le immagini! Oh, come informe e indeterminato nel suo seno racchiude gli archetipi! Oh, come profondo e misterioso nel suo seno racchiude l'essenza dell'essere! Questa essenza è pura, nel suo seno ne racchiude la certezza. Dai tempi antichi sino ad oggi il suo nome rimane e così sta alla base di tutti gli inizi. Come conosco tutti gli inizi? In questo modo.

22 - L'UMILTA' CHE ELEVA

Se ti pieghi resisti, se ti curvi ti raddrizzi, se t’inarchi ti riempi, se ti logori ti rinnovi, se miri al poco ottieni molto, se miri al molto rimani deluso. Per questo al santo sta a cuore l'Uno e diventa modello al mondo. Non da solo vede perciò è illuminato, non da solo approva perciò brilla, non da solo si vanta perciò ha merito, non da solo s'esalta perciò a lungo vive. Proprio perché non s’oppone al mondo può muovergli guerra. Quel che dicevano gli antichi: se ti pieghi resisti, erano forse parole vane? In verità, integri rimanevano.

23 – IL VUOTO NON-ESSERE

Parlare di ciò che non ha suono equivale alla spontaneità. Per questo un turbine di vento dura poco, un rovescio di pioggia non dura una giornata. Chi fa queste cose? Il Cielo e la Terra. Se perfino il Cielo e la Terra non possono insistere tanto più lo potrà l'uomo? Perciò fai le tue azioni come il Tao. Chi si dà al Tao diventa il Tao, chi si dà alla virtù diventa la virtù, chi si dà alla perdita diventa la perdita. Chi s'immedesima col Tao nel Tao è felice d'ottenere, chi s'immedesima con la virtù nella virtù è felice d'ottenere, chi s'immedesima con la perdita nella perdita è felice d'ottenere. Quando la sincerità vien meno arriva la bugia.

24 - LA PENOSA BENIGNITA'

Chi sta sulla punta dei piedi alla fine cade, chi sta a gambe larghe non riesce a camminare, chi da solo vede non è illuminato, chi da solo si loda non brilla, chi da solo si gloria non ha merito, chi da solo s'esalta non va avanti a lungo. Nel Tao queste cose sono avanzi e protuberanze, che le creature hanno sempre odiato. Per questo non rimane chi vive il Tao.

25 - RAFFIGURA L'ORIGINE

C'è qualcosa che completa nel caos, il quale esiste prima del Cielo e della Terra. Come è silenzioso, come è vuoto! Se ne sta da solo senza cambiare, dovunque s'aggira senza correre pericolo, si può dire la madre di ciò che è sotto il cielo. Io non ne conosco il nome e lo chiamo Tao, impegnandomi a dargli un nome lo dico Grande. Grande quindi errante, errante quindi distante, distante quindi pronto a far ritorno. Perciò il Tao è grande, il Cielo è grande, la Terra è grande ed anche il sovrano è grande. Nell'universo ci sono quattro grandezze ed il sovrano sta in una di queste. L'uomo si adegua alla Terra, la Terra si adegua al Cielo, il Cielo si adegua al Tao, il Tao si adegua alla spontaneità.

26 – LA VIRTU' DEL PESANTE

Pesante è la radice del leggero, quieto è il signore dell'irrequieto. Per questo il santo vaga tutto il giorno senza allontanarsi dal bagaglio, anche se possiede palazzi regali quietamente se ne sta lontano. Che sarà se il signore di diecimila carri leggero si fa nel mondo? Se è leggiadro perde il fondamento, se è irrequieto perde la sua sovranità.

27 - L'USO DELL'ABILITA'

Chi ben viaggia non lascia tracce, chi ben parla non ha rimorsi, chi ben conta non utilizza bastoncini, chi ben chiude non usa sbarre di ferro eppure non si riesce ad aprire, chi ben lega non usa corde né vincoli eppure non si riesce a sciogliere. Per questo il santo sempre va incontro agli uomini e perciò non vi sono uomini che vengono respinti, sempre soccorre le creature e perciò non vi sono creature messe da parte: questo si chiama trasmettere l'illuminazione. Così l'uomo che è buono è maestro dell'uomo che non è buono, l'uomo che non è buono è utile all'uomo buono. Chi non apprezza un tal maestro, chi non ha caro un tal guadagno, anche se è sapiente cade in grave errore: questo si chiama il mistero essenziale.

28 - TORNARE ALLA SEMPLICITA'

Chi sa d'esser maschio e rimane femmina è la gola del mondo, essendo la gola del mondo la virtù non si allontana mai da lui ed egli ritorna ad essere un bambino. Chi sa d'esser puro e si mantiene oscuro è il modello del mondo, essendo il modello del mondo la virtù non si allontana mai da lui ed egli ritorna all'infinito. Chi sa d'esser glorioso e si mantiene nella miseria è la valle del mondo, essendo la valle del mondo la virtù sempre rimane in lui ed egli ritorna ad esser grezzo.

Quando quel ch'è grezzo viene tagliato allora si realizzano strumenti, quando l'uomo santo li usa allora ne fa i primi tra i ministri. Per questo il gran governo non nuoce.

29 - NON AGIRE

Chi vuole governare il mondo, a mio parere non ci riuscirà mai. Il mondo è un vaso soprannaturale che non si può governare: chi governa lo distrugge, chi dirige lo svia, poiché tra le creature alcune precedono ed altre seguono, una è calda e l’altra è fredda, una è forte e l’altra è debole, una è tranquilla e l’altra è pericolosa. Per questo il santo scappa dall'eccesso, scappa dallo sperpero, scappa dal fasto.

30 - LIMITARE LE OPERAZIONI MILITARI

Chi con il Tao sostiene il sovrano non fa danno al mondo con le armi, nelle sue imprese preferisce controbattere. Là dove stanziano le milizie nascono sterpi e cespugli, dopo i grandi eserciti arrivano anni di miseria. Chi ben li utilizza soccorre e basta, non osa con essi accrescer potenza. Soccorre e non si esalta, soccorre e non si gloria, soccorre e non si vanta, soccorre quando non può farne a meno, soccorre ma non fa nessuna violenza. Quel che rinvigorisce poi decade: vuol dire che non è conforme al Tao. Ciò che non è conforme al Tao ha i giorni contati.

31 - DESISTERE DALLE OPERAZIONI MILITARI

Ecco cosa sono le armi: strumenti del maligno che le creature detestano. Per questo non rimane chi segue il Tao. Il saggio, che è pacifico, tiene in considerazione la sinistra, chi usa le armi tiene in considerazione la destra. Ecco cosa sono le armi: strumenti del maligno non strumenti del saggio, il quale li usa solo se non può farne a meno. Avendo per sommi valori pace e tranquillità, egli vince ma non se ne gloria, chi se ne gloria gioisce nell'uccidere gli uomini. Ora chi gioisce nell'uccidere gli uomini non può mettere in pratica i suoi intenti nel mondo. Nelle gesta onorevoli si tiene in conto la sinistra, nelle gesta disonorevoli si tiene in conto la destra. Il luogotenente sta alla sinistra, il duce supremo sta alla destra: assume il posto del rito funebre. Chi ha ucciso tanti uomini li piange con cordoglio e con tristezza: la vittoria in guerra gli assegna il posto del rito funebre.

32 - LA VIRTU' DEL SANTO

Il Tao in eterno è senza nome, è grezzo per quanto sia piccolo, nessuno al mondo è capace di fargli da ministro. Se principi e sovrani fossero capaci di seguirlo, le molteplici creature da sole si sottometterebbero, il Cielo in mutuo accordo con la Terra farebbe piovere soave rugiada e il popolo, senza alcuno che lo comandi, da solo troverebbe la retta via. Quando si iniziò a spezzare si ebbero i nomi. Tutto quello che ha nome viene trattato come proprio, perciò devi contenerti. Chi sa contenersi non corre pericolo. Paragona la presenza del Tao nel mondo ai fiumi e ai mari a cui concorrono fiumi e valli.

33 - LAVIRTU' DELLA RAGIONE

Chi conosce gli altri è saggio, chi conosce sé stesso è illuminato. Chi vince gli altri è potente, chi vince sé stesso è forte. Chi sa accontentarsi è ricco, chi opera con costanza mette a frutto i suoi intenti. A lungo dura chi non si allontana dal suo essere, ha vita perenne quello che muore ma non perisce.

34 - CONFIDARE NEL PERFETTO

Come è universale il grande Tao! può andare a sinistra come a destra. In lui confidando vengono alla vita le creature e lui non le rifiuta, non chiama sua l'opera finita. Veste e nutre le creature ma non se ne fa signore, lui che sempre non ha desideri può esser nominato Piccolo. Le creature a lui guardano ma lui non se ne fa signore, può esser nominato Grande. Poiché giammai si fa grande può realizzare la sua grandezza.

35 - LAVIRTU' DELLACARITA'

Verso chi serba in sé la grande immagine il mondo accorre, accorre e non riceve danno ma grande calma e pace. Attratto da musiche e bevande deliziose si ferma il viandante che a, ma quel che al Tao esce di bocca com'è insipido! non ha sapore. A guardarlo non riesci a vederlo, ad ascoltarlo non riesci a sentirlo, ad usarlo non riesci ad esaurirlo.

36 - L'OCCULTO E IL PALESE

Quel che vuoi che si comprima devi farlo allargare, quel che vuoi che s'indebolisca devi farlo rafforzare, quel che vuoi che rovini devi farlo crescere, a quel che vuoi che sia tolto devi dare. Questo è l'occulto e il palese. Il molle e il debole vincono il duro e il forte. Al pesce non conviene abbandonar l'abisso, gli strumenti utili al regno non conviene farli vedere al popolo.

37 - ESERCITARE IL GOVERNO

Il Tao in eterno non agisce e nulla c'è che non sia fatto. Se principi e sovrani fossero capaci d'attenervisi, le creature cambierebbero da sole. Quelli che per trasformarle desiderassero operare io li calmerei con la semplicità di quel che non ha nome anch'esse non avrebbero desideri, quando non hanno desideri stanno calme e il mondo da solo s'assesta.

38 - ESPONE LA VIRTU'

La virtù somma non si fa virtù per questo ha virtù, la virtù inferiore non manca di farsi virtù per questo non ha virtù. La virtù somma non agisce ma non ha necessità di agire, la virtù inferiore agisce ma ha necessità di agire. La somma carità agisce ma non ha necessità di agire, la somma giustizia agisce ma ha necessità di agire, il sommo rito agisce e se non viene corrisposto tira fuori le braccia e trascina a forza. Fu così che lasciato il Tao venne poi la virtù, lasciata la virtù venne poi la carità, lasciata la carità venne poi la giustizia,

lasciata la giustizia venne poi il rito: il rito è lo spazio della lealtà e della sincerità e foriero di confusione. Chi per primo conosce è fiore nel Tao e principio di ignoranza. Per questo l'uomo grande resta in ciò che è stabile e non si sofferma in ciò che è labile, resta nel frutto e non si sofferma nel fiore. Perciò respinge l'uno e preferisce l'altro.

39 - UNIFORMARSI AL FONDAMENTO

In principio c’era l'Uno:

il Cielo lo prese e con lui fu puro, la Terra lo prese e con lui fu tranquilla, gli esseri sovrannaturali lo presero e con lui furono potenti, la valle lo prese e con lui fu riempita, le creature lo presero e con lui vissero, principi e sovrani lo presero e con lui furono retti nel governare il mondo. Costoro ne furono resi perfetti. Se il Cielo non fosse puro con lui avrebbe paura di squarciarsi, se la Terra non fosse tranquilla con lui avrebbe paura di rompersi, se gli esseri sovrannaturali non fossero potenti con lui avrebbero paura d'annullarsi, se la valle non fosse riempita con lui

avrebbe paura d'inaridirsi, se le creature non vivessero con lui avrebbero paura di spegnersi, se principi e sovrani non fossero nobili e alti con lui avrebbero paura di cadere. Il nobile ha per fondamento il vile, l'alto ha per fondamento il basso. Perciò quando principi e sovrani chiamano sé stessi l'orfano, lo scarso di virtù, l'incapace, non è perché considerano loro fondamento il vile? Ahimé, no! Quando hai finito d’elencare le parti del carro ancor non hai il carro. Non voler essere pregiato come giada né disprezzato come pietra.

40 - DOVE ANDARE E CHE ADOPERARE

Il tornare è il movimento del Tao, la debolezza è quel che utilizza il Tao. Le molteplici creature che sono sotto il cielo hanno vita dall'essere, l'essere ha vita dal non-essere.

41 - COMPARA LE DIVERSITA'

Quando il gran saggio apprende il Tao lo pratica con tutte le sue forze, quando il medio saggio apprende il Tao ora lo conserva ed ora lo perde, quando l'infimo saggio apprende il Tao se ne fa grandi risate: se non fosse deriso non sarebbe degno d'essere il Tao. Perciò alcuni motti dicono: illuminarsi nel Tao è come spegnersi, avanzare nel Tao è come regredire, spianarsi nel Tao è come incurvarsi, la virtù suprema è come la valle, il gran candore è come l’ignominia, la virtù vasta è come l’insufficienza, la virtù salda è come l’esser volgare, la naturale genuinità è come l’esser sciatto, il gran quadrato non ha angoli, il gran vaso tardi si completa, il gran suono è una sonorità inascoltabile, la grande immagine non ha forma. Il Tao è nascosto e senza nome, ma proprio perché è il Tao ben si adatta e completa.

42 - I CAMBIAMENTI DEL TAO

Il Tao generò l'Uno, l'Uno generò il Due, il Due generò il Tre, il Tre generò le molteplici creature. Le creature voltano le spalle allo yin e girano il volto allo yang, il chi indotto le rende armoniose. Ciò che l'uomo detesta è l'essere orfano, privo di virtù, incapace, eppur sovrani e duchi se ne vantano. Perciò tra le creature qualcuna diminuendosi s'accresce, altre accrescendosi diminuiscono. Ciò che gli altri insegnano anch'io l'insegno: quelli che fanno violenza non muoiono di morte naturale. Questo concetto è l'avvio del mio insegnamento.

43 - LO STRUMENTO UNIVERSALE

Ciò che v'è di più debole al mondo vince ciò che v'è di più duro al mondo, quel che non ha esistenza penetra là dove non vi sono spazi. Da questo so che è meglio non agire. All'insegnamento non detto, al profitto del non agire, solo in pochi lo comprendono.

44 - IL FERMO AMMONIMENTO

Tra fama e persona cosa è più importante? Tra persona e beni cosa è meglio? Tra acquistare e perdere cosa è più penoso? Per questo chi ciecamente desidera certo assai sperpera, chi molto accumula certo assai perde. Chi sa accontentarsi non subisce danno, chi sa contenersi non corre pericolo e può durare a lungo.

45 - L'IMMENSA VIRTU'

La grande pienezza è come un frammentarsi che nell'utilizzo non si rompe, la grande pienezza è come un vuoto che nell'uso non si esaurisce, la grande fermezza è come sinuosità, la grande abilità è come inettitudine, la grande eloquenza è come un balbettio. L'agitazione finisce nella quiete, la calma finisce nel calore: la pura quiete è la regola del mondo.

46 - ESSER SOBRIO NEI DESIDERI

Quando nel mondo governa il Tao i cavalli veloci sono mandati a concimare i campi, quando nel mondo non governa il Tao i cavalli da battaglia se ne stanno al confine. Colpa non v'è più grande che assecondare i desideri, disgrazia non v'è più grande che non saper accontentarsi, difetto non v'è più grande che desiderare d'acquistare. Chi conosce la gioia dell'accontentarsi sempre è contento.

47 - VEDERE CIO' CHE E' LONTANO

Senza uscire dalla porta conosci il mondo, senza guardare dalla finestra contempla la Via del Cielo. Più lontano vai meno conosci. Per questo il santo non va in giro eppur conosce, non vede e più capisce, non agisce ma è efficace.

48 - DIMENTICARE LA SAPIENZA

Chi si dedica allo studio ogni giorno aggiunge, chi pratica il Tao ogni giorno toglie, toglie ed ancor toglie fino ad arrivare al non agire: quando non agisce non c’è nulla che non sia realizzato. Chi governa il mondo sempre lo faccia senza apprendere, se poi apprende non è fatto per governare il mondo.

49 - CONFIDARE NELLA VIRTU'

Il santo non ha un cuore stabile, ha per cuore il cuore dei molteplici cognomi. Per me è bene ciò che hanno di buono, ed è bene anche ciò che hanno di non buono, la virtù li rende buoni; per me è puro ciò che hanno di sincero, ed è puro anche ciò che hanno di non sincero, la virtù li rende sinceri. Il santo sta nel mondo pieno di dubbi e per il mondo contamina il suo cuore. I molteplici cognomi in lui affiggono occhi e orecchi e il santo li tratta come bambini.

50 - TENERE IN CONSIDERAZIONE LA VITA

Uscire è vivere, entrare è morire. Sostenitori della vita sono pochi, sostenitori della morte sono pochi, gli uomini che la vita convertono in disposizione alla morte son pur essi pochi. Per quale motivo? Perchè vivono l'intensità della vita. Or io ho capito che chi ben nutre la vita va per deserti senza incontrare rinoceronti e tigri, va tra gli eserciti senza prendere corazza e armi: il rinoceronte non ha dove infilzare il corno, la tigre non ha dove affondare l'artiglio, il guerriero non ha dove infilzare la spada. Per quale motivo? Perchè costui non ha intenzione di morire.

51 - LA VIRTU' CHE NUTRE

Il Tao le fa vivere, la virtù le fa crescere, con la materia dà loro la forma, con le vicende dà loro la sostanza. Per questo tutte le creature venerano il Tao e onorano la virtù: venerare il Tao e onorare la virtù nessuno lo impone ma viene spontaneo. Quindi il Tao fa vivere, la virtù alleva, fa crescere, sviluppa, completa, matura, nutre, ripara. Le fa vivere ma non le tiene come sue opera e nulla s'attende, le fa crescere ma non le governa. Questa è la virtù nascosta.

52 - RIVOLGERSI ALL'ORIGINE

Il mondo ha un principio la madre del mondo. Chi è arrivato alla madre conosce il figlio, chi conosce il figlio torna a conservar la madre fino alla morte non corre pericolo alcuno. Chi blocca il suo varco e chiude la sua porta per tutta la vita non ha problemi, chi spalanca il suo varco ed aumenta le sue imprese per tutta la vita non ha scampo. Illuminazione è vedere il piccolo, forza è attenersi alla debolezza. Chi fa uso della vista e getta lo sguardo introverso non abbandona la persona alla rovina.

Questo vuol dire praticar l'eterno.

53 - TRARRE PROFITTO DALLE PROVE

Se avessimo grande conoscenza cammineremmo nella grande Via e solo di agire temeremmo. La gran Via è assai dolce, ma la gente preferisce i sentieri. Quando il palazzo reale è troppo ben curato i campi son del tutto incolti e i granai son del tutto vuoti. Indossar vesti eleganti e preziose, portare alla cintura spade acuminate, abbuffarsi di vivande e di bevande e ricchezze e aver beni oltre il necessario, è sfarzo da ladrone. È contrario al Tao, ahimé!

54 – COLTIVARE E CONTEMPLARE

Chi ha solide fondamenta non viene distrutto, a chi ben stringe nulla vien preso: con questa Via figli e nipoti gli offriranno sacrifici per sempre. Se la coltiva nella persona la sua virtù è la sincerità, se la coltiva nella famiglia la sua virtù è la pienezza, se la coltiva nel villaggio la sua virtù è l’obbedienza, se la coltiva nel regno la sua virtù è la prosperità, se la coltiva nel mondo la sua virtù è l'universalità. Per questo contempla le persone dalla sua persona, contempla le famiglie dalla sua famiglia, contempla i villaggi dal suo villaggio, contempla i regni dal suo regno, contempla il mondo dal suo mondo. Come so che il mondo è così? Da tutto questo.

55 - IL SIMBOLO DEL MISTERO

Chi racchiude in sé la vastità della virtù è paragonabile ad un pargolo, che insetti e serpenti velenosi non attaccano, belve feroci non mordono, uccelli rapaci non graffiano. Deboli ha le ossa e flaccidi i muscoli eppur la sua mano è salda, ancor non sa dell'unione dei sessi eppur tutto comprende: è la perfezione dell'essenza, tutto il giorno piange eppur non diventa fioco: è la perfezione dell'armonia. Conoscere l'armonia è eternità, conoscere l'eternità è illuminazione, vivere senza misura la vita è come prepararsi alla sventura, con la mente comandare al chi significa irrigidirsi. Quel che s'invigorisce allor decade: questo vuol dire che non segue il Tao. Ciò che non segue il Tao presto finisce.

56 - LA MISTERIOSA VIRTU'

Chi sa non parla, chi parla non sa. Chi chiude il suo varco, blocca la sua porta, smussa le sue punte, dipana i suoi nodi, mitiga il suo splendore, si rende simile alla sua polvere, si avvicina al mistero. Per questo motivo non può essere attirato né può essere respinto, non può essere avvantaggiato né può essere danneggiato, non può essere nobilitato né può essere umiliato. Per questo è il più nobile del mondo.

57 - RENDERE PURI I COSTUMI

Quando con la forza si governa il mondo con la falsità si utlizzano le armi: il mondo si basa sul non intraprendere. Come so che è così? Dal presente. Più numerosi ha il sovrano i giorni bui e le parole proibite più il popolo cade in disgrazia, più numerosi ha il popolo gli strumenti utili più i regni sprofondano nel disordine, più numerosi hanno gli uomini gli artifici e le abilità più appaiono cose strane, più si fa sfoggio di belle cose più numerosi si fanno ladri e briganti. Per questo il santo dice: io non agisco e il popolo da solo si trasforma,

io amo la pace e il popolo da solo si corregge, io non intraprendo e il popolo da solo s'arricchisce, io non desidero e il popolo da solo diventa umile.

58 - ADATTARSI ALLE VICISSITUDINI

Quando il governo di tutto si disinteressa il popolo è unito, quando il governo in tutto vuol metter bocca il popolo è diviso. La fortuna si origina dalla sfortuna, la sfortuna si nasconde nella fortuna. Chi ne conosce la fine? Chi non corregge. La correzione si tramuta in falsità, il bene si tramuta in sventura e ogni giorno lo sconcerto del popolo si fa più profondo e più intenso. Per questo il santo è quadrato ma non taglia, è puro ma non ferisce, è diritto ma non ostenta, è luminoso ma non splende.

59 - MANTENERSI NEL TAO

Nel governare gli uomini e nel servire il Cielo nulla è meglio dell’umiltà, perchè solo l’umiltà antepone l'ottenere. Anteporre l'ottenere significa acquisire virtù. Chi accumula virtù tutto controlla, quando tutto si controlla nessuno conosce il suo fine, quando nessuno conosce il suo fine egli può possedere il regno. Chi possiede la madre del regno può rimanere a lungo. Questo si chiama affondare le radici e rinsaldare il tronco, via della lunga vita e dell'eterna giovinezza.

60 - STARE NELLA DIGNITA' REGALE

Governare un gran regno è come friggere piccoli pesciolini. Quando si asseconda il mondo con il Tao i mani non mostrano tutta la loro potenza. Non che i mani non abbiano potenza ma la loro potenza non è dannosa agli uomini, non che la loro potenza non nuoce agli uomini ma è il santo che non fa danni. Questi due non si fanno del male fra loro, per questo le loro virtù insieme convergono.

61 – LA VIRTU' DELL'UMILTA'

Il gran regno che si tiene in basso è la confluenza del mondo, è la femmina del mondo. La femmina sempre sconfigge il maschio con la calma, poiché mestamente se ne stà sottomessa. Per questo il gran regno che si pone sotto il piccolo regno attrae il piccolo regno, il piccolo regno che sta sotto il gran regno attrae il gran regno: l'uno si abbassa per attrarre, l'altro attrae perchè sta in basso. Il gran regno non vada oltre per i desideri di nutrire ed unire gli altri, il piccolo regno non vada oltre per il desiderio d'essere accettato e servire gli altri. Affinchè ciascuno ottenga ciò che desidera al grande conviene tenersi in basso.

62 - PRATICARE IL TAO

Ecco svelato il Tao: è il riparo delle creature, il tesoro per il buono, la protezione per il malvagio. A parlarne bene si può competere con tutti, a seguirlo con rispetto si può emergere su tutti. Degli uomini malvagi quale può essere rifiutato? Per questo si pone sul trono il Figlio del Cielo e si nominano i tre gran ministri. Anche se questi hanno il gran pi per ottenere precedenza alla loro quadriga, è meglio che se ne stiano buoni ad avanzare in questo Tao. Quale era la ragione per cui gli antichi apprezzavano questo Tao? Non dicevano forse: ottiene chi cerca con lui, con lui sfugge chi è in colpa? Per questo motivo è la cosa più preziosa al mondo.

63 - L'INIZIO FAVOREVOLE

Pratica il non agire, inizia a non cominciare, gusta l'insapore, considera grande il piccolo e molto il poco, rendi il torto con la virtù. Costruisci il difficile nel suo facile, opera il grande nel suo piccolo: le imprese più difficili sotto il cielo certo iniziano con il facile, le imprese più grandi sotto il cielo certo iniziano nel piccolo. Per questo il santo non fa cose grandi e così può completare la sua grandezza. Chi promette alla leggera trova scarso credito, chi reputa tutto facile trova tutto difficile. Per questo al santo tutto sembra difficile e così nulla gli è difficile.

64 - RIMANERE AL PICCOLO

Quello che è calmo con facilità rimane, quello che non è iniziato con facilità si divide, quello che è fragile con facilità si spezza, quello che è piccolo con facilità si disperde: agisci quando ancora non è in essere, ordina quando ancora non è in disordine. Un albero che a braccia aperte si misura nasce da una piccola foglia, una torre di nove piani inizia con un pugno di terra, un viaggio di mille chilometri inizia da sotto il piede. Chi governa corrompe, chi dirige svia. Per questo il santo non governa e perciò non corrompe, non dirige e perciò non svia. La gente nel portare avanti le proprie imprese

sul punto di compierle sempre le rovina, se curasse la fine come il principio allora non vi sarebbero imprese sbagliate. Per questo il santo desidera quello che non è bramato e non tiene da conto i beni che con difficoltà si ottengono, studia quello che non viene studiato e ritorna su quello che gli altri hanno superato. Per favorire la spontaneità delle creature non osa agire.

65 - LA PURA VIRTU'

Tempo fa chi ben praticava il Tao non rendeva saggio il popolo, ma si sforzava di renderlo ottuso: il popolo con difficoltà si governa poiché troppa è la sua sapienza. Perciò governare il regno con la sapienza è la rovina del regno, governare il regno con la non sapienza è la prosperità del regno. Chi sa queste due cose diviene simile al modello eterno, saper divenire simile al modello eterno è la misteriosa virtù. Profonda e misteriosa è la virtù e distante dalle creature, ma alla fine arriva alla grande conformità.

66 - POSPORRE IL SÉ

La ragione per cui fiumi e mari possono essere sovrani di cento valli è che si tengono in disparte: perciò possono essere sovrani di cento valli. Così chi vuole dominare il popolo con i detti se ne pone al disotto, chi vuol stare davanti al popolo con la persona ad esso si pospone. Per questo il santo sta sopra il popolo senza nessun peso, sta davanti al popolo e non ne è ostacolato. Così il mondo gioisce di portarlo davanti e mai ne è sazio. Poiché non contrappone nessuno al mondo può dargli battaglia.

67 - LE TRE COSE PREZIOSE

Tutti al mondo dicono che il Tao è grande ma sembra non esser uguale a niente. Proprio perché è grande sembra che non sia simile a nulla, se fosse simile a qualcosa sarebbe d’ostacolo la sua piccolezza. Io ho tre cose preziose che mi tengo ben strette e custodisco: la prima è la misericordia, la seconda è la frugalità, la terza è il non credere d'essere il più bravo al mondo. Sono misericordioso e perciò posso essere intrepido, sono frugale e perciò posso essere generoso, non credo d'esser primo nel mondo e perciò posso esser capo degli strumenti perfetti. Oggi si è intraprendenti trascurando la misericordia, si è generosi trascurando la frugalità, si è primi trascurando l’umiltà.

È la morte! Chi è misericordioso nella battaglia è vittorioso, nel difendere è saldo. Quello che il cielo vuol salvare facendolo misericordioso lo libera.

68 - RENDERSI UGUALE AL CIELO

Chi ben fa il capitano non è impulsivo, chi ben fa la guerra non è impetuoso, chi ben vince il nemico non dà battaglia, chi bene governa gli uomini se ne pone al di sotto: questa è la virtù del non contendere, questa è la forza del governare gli uomini, questo è rendersi uguali al Cielo, il culmine per gli antichi.

69 - L'USO DEL MISTERO

Sul guidare gli eserciti c'è un detto: non oso far da padrone e faccio l'ospite, non oso avanzar d'un pollice e indietreggio di un piede. Questo vuol dire che non vi sono truppe da schierare, che non vi sono braccia da spogliare, che non vi sono armi da prendere. Disgrazia non v'è maggiore che combattere alla leggera. Se combatto alla leggera sono vicino a perdere quel che m'è più prezioso. Perciò quando gli eserciti si schierano per la battaglia, quello che è più misericordioso vince.

70 - LA DIFFICOLTA' DI CAPIRE

Le mie parole facilmente si capiscono e facilmente si mettono in pratica, ma nessuno al mondo sa capirle, nessuno al mondo sa metterle in pratica. Le mie parole hanno un capostipite, le mie imprese hanno un cavaliere, ma appunto perchè non le capiscono non capiscono me. Poiché quelli che mi capiscono sono rari quelli che mi imitano sono da tenere in gran conto. Per questo il santo indossa vesti sgualcite e nasconde nel seno i tesori.

71 - IL DIFETTO DELLA SAPIENZA

Grande cosa è l'ignoranza del sapiente, malattia è la sapienza dell'ignorante. Solo chi si affligge di questa malattia non è malato. Il santo non è malato perchè si affligge di questa malattia. Per questo non è malato.

72 - AVER CURA DI SÉ

Quando il popolo non teme la tua autorità allora s’impone la grande autorità. Non trovare piccolo ciò che ti dà pace, non lamentarti di ciò che ti fa vivere, poiché solo chi non se ne dispiace non disgusta. Per questo il santo di sé conosce ma non si mette in evidenza, di sé ha cura ma di sé non fa pregio. Perciò respinge l'uno e preferisce l'altro.

73 - QUEL CHE LASCIA AGIRE

Muore chi nell'osare ci mette il coraggio, vive chi nel non osare ci mette il coraggio: di questi due l'uno è utile e l'altro è dannoso. Di quel che il cielo ha in spegio chi ne conosce il motivo? Per questo il santo reputa improbabile il primo. La Via del Cielo è di vincere senza combattere, è di provocare risposta senza parlare, è di far venire a sé senza chiamare, è di dividere con ampiezza. La rete del Cielo tutto avvolge, ha maglie larghe ma nulla sfugge.

74 - REPRIMERE GLI INGANNI

Quando il popolo non teme di morire a cosa serve impaurirlo con la morte? Se faccio in modo che il popolo sempre tema di morire e chi induce in inganno possa prenderlo e metterlo a morte, chi sarà tanto sfrontato? Sempre mandi a morte chi ne ha l’autorità, mettere a morte al posto di chi ne ha l’autorità significa prendere l'ascia invece del fioretto. Quelli che prendono l'ascia invece del fioretto raramente non si fanno del male.

75 - I DANNI DELLA CUPIDIGIA

Il popolo soffre la fame perché chi comanda mangia troppe tasse: ecco perché soffre la fame. Il popolo con difficoltà si governa perché chi governa si dà troppo da fare: ecco perché con difficoltà si governa. Il popolo dà poca importanza alla morte perché chi governa cerca l'intensità della vita: ecco perché da poca importanza alla morte. Solo chi non si affaccenda per vivere è più saggio di chi la vita tiene in gran conto.

76 - GUARDARSI DALLA FORZA

Alla nascita l'uomo è piccolo e debole, alla morte è grande e forte. Tutte le creature, l'erba e le piante quando vivono son molli e tenere quando muoiono son aride e secche. Durezza e forza sono compagne della morte, mollezza e debolezza sono compagne della vita. Per questo chi si fa forte con le armi non vince, l'albero che è forte viene buttato giù. Quel che è forte e robusto sta in basso, quel che è piccolo e debole sta in alto.

77 - LA VIA DEL CIELO

La Via del Cielo come è simile all'arco! Quel che sta in alto viene portato giù, quello che sta in basso viene portato su, quello che è grande viene ridotto, quel che è poco viene accresciuto. La Via del Cielo è di diminuire a chi ha tanto e di aggiungere a chi ha poco. Non è così la Via dell'uomo: egli diminuisce a chi ha poco per donare a chi ha tanto. Chi è capace di donare al mondo ciò che ha in eccedenza? Solo colui che pratica il Tao. Per questo il santo opera ma nulla s'aspetta compiuta l'opera non rimane, non vuole mostrare di essere il migliore.

78 - PORTARE IL FARDELLO DELLA SINCERITA'

Nulla al mondo è più debole dell'acqua eppur nell’accendere ciò che è duro e forte nessuno riesce a batterla, nell'uso nulla può modificarla. La debolezza vince la forza, la mollezza vince la durezza: al mondo non c'è nessuno che non lo sappia, ma nessuno v'è che sia capace di metterlo in atto. Per questo il santo dice: chi prende su di sé le cosa brutte del regno è signore dell'altare della terra e dei grani, chi prende su di sé i mali del regno è sovrano del mondo. Un detto giusto che appare contraddittorio.

79 - RISPETTARE I PATTI

Se cancelli un'offesa, ma un po' offeso rimani ancora, credi che sia un bene? Se, per contratto, il saggio è creditore, dal debitore non vuole più nulla. Compie il proprio impegno chi è virtuoso; sta attento agli impegni altrui chi non è virtuoso. La Via del cielo non fa parentele, ma sta sempre con il buono.

80 - ISOLARSI

Piccoli regni con pochi abitanti: attrezzi da lavoro al posto d'uomini (sian dieci o cento) il popolo non usi. Tema la morte e via non vada. Se anche vi sono navi e vi sono carri, il popolo non tenti di salirci sopra; se anche vi sono armature e vi sono armi, mai e poi mai le tiri fuori il popolo. E ritorni ad usar nodi di corda; e trovi gusto in cibi e vestiti suoi; ed ami la sua casa, i suoi costumi. Se stati vi vedessero così vicini che cani e galli si riescono a sentire, invecchino così, fino alla morte quei due popoli: senza alcun contatto.

81 - FAR EMERGERE IL NATURALE

Parole autentiche non sono decorate; parole decorate autentiche non sono. Colui che è buono, non sfoggia parole, e chi sfoggia parole, non è buono. Chi sa tutto non è saggio; chi è saggio non sa tutto. Il vero saggio a sé non bada: se si spende negli altri, per sé acquista; e, più dona, più avvantaggia sé stesso. La Via del cielo aiuta, non fa danni; la Via del saggio agisce senza lotta.