Virginia Austin
SOTTO LA SUPERFICIE
Youcanprint Self-Publishing
Titolo | Sotto la superficie Autore | Virginia Austin ISBN | 9788891144744 Prima edizione digitale: 2014
© Tutti i diritti riservati all’Autore
Youcanprint Self-Publishing Via Roma 73 - 73039 Tricase (LE)
[email protected] www.youcanprint.it
Questo eBook non potrà formare oggetto di scambio, commercio, prestito e rivendita e non potrà essere in alcun modo diffuso senza il previo consenso scritto dell’autore. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata costituisce violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla legge 633/1941.
1
Le luci dei lampioni illuminavano la via, dove le case disposte in una fila perfetta, con i loro prati curati, recintati da steccati bianchi, sembravano riposare in una quiete irreale. A rompere il silenzio, al 1845 di Oleander Lane, una voce di donna. " Tim puoi occuparti tu dei bambini mentre preparo la cena ?" chiese Caroline dalla cucina. Non ottenendo risposta ,si spostò in soggiorno . "Hai sentito quello che ti ho chiesto ?" ripeté irritata. "Caroline sono stanco , maledizione!! Mi sono spaccato la schiena tutto il giorno per finire quel maledetto steccato della signora Lance , potresti anche concedermi un po' di tregua ..in fondo chiedo solo di guardare la partita e trovare la cena in tavola al mio ritorno, "rispose suo marito senza distogliere lo sguardo dal televisore. " Anch'io non ho avuto una giornata rilassante Tim, anch'io vorrei un po' di tregua ... non ho fatto altro che dividermi tra i bambini e il locale per tutto il giorno ..in fondo ti chiedo solo di are del tempo con i tuoi figli , non mi pare un gran sacrificio." Tim si alzò di scatto dal divano senza concederle il tempo di terminare la frase, afferrò la prima giacca che trovò nell'ingresso e prese le chiavi dell' auto. "Vado al City Hall a farmi una birra, forse lì riesco a trovare un po' di pace" ..ribatté . " Certo ...una birra al pub…oramai questo è il tuo concetto di finire una giornata in bellezza!!" Dopo pochi istanti si era già pentita di aver pronunciato quelle parole e tornando in cucina cercò di calmarsi per evitare l' ennesima lite, mise le mani sotto l'acqua
fredda per lavare l'insalata nel tentativo di spegnere il fuoco che sentiva dentro, ma Tim la raggiunse deciso a concludere la conversazione. "Sono stanco delle tue continue lamentele ,quando ci siamo sposati sapevi che tipo di uomo ero ,tu.. sei venuta da noi in cerca di un luogo tranquillo dove vivere ed ora non perdi occasione per sottolineare la nostra mentalità provinciale e la mia mancanza di aspirazioni...sono stanco di cercare di comprenderti, di fare da mediatore nelle discussioni tra te e i miei o di ascoltare i tuoi sfoghi sui clienti dello Split Rail”. Infilò la giacca e uscì sbattendo la porta, lasciando Caroline senza parole sulla soglia del soggiorno. L' odore acre di fumo che proveniva dal forno le rammentò la cena ,o per lo meno quello che ne rimaneva. Il polpettone era bruciato e le patate non avevano un aspetto migliore, la sua cucina non era certo all'altezza di un ristorante stellato, ma certo non poteva propinare ai bambini i resti carbonizzati della cena ,così decise di ordinare la pizza . Prese il numero della pizzeria appeso al frigorifero e chiamò per l'ordinazione. Il tempo stimato per la consegna era venti-venticinque minuti e dal momento che per l'ennesima volta era rimasta da sola ad occuparsi dei bambini ,decise di salire al piano di sopra e fare loro il bagno. Una volta pronti, scesero tutti insieme in soggiorno a guardare la tv nell' attesa che il fattorino consegnasse la loro cena. "Papà non cena con noi ?" ..chiese Kathy. " No amore, è uscito " rispose Caroline cercando di dissimulare il proprio disagio. " Avete litigato ancora" replicò Jeremy mimando una scena di lotta con i suoi pupazzi dei supereroi. "Non preoccupatevi ragazzi, gli adulti a volte discutono, lo capirete quando sarete grandi."
Il suono del camlo tolse Caroline dall'imbarazzo, i bambini vedendo la pizza persero immediatamente interesse per la conversazione. Dopo aver mangiato ,soddisfatti della cena a sorpresa, Kathy e Jeremy corsero a vedere la tv in soggiorno. Caroline rigovernò la cucina, mise i piatti nella lavastoviglie e dopo averla avviata raggiunse i bambini. "Forza voi due è tardi !!! Domani c'è scuola .." disse loro fingendo un tono severo e minaccioso. I bambini corsero su per le scale per raggiungere le loro camere, tra risate e strepiti. Caroline li rincorreva con il pigiama in mano, mentre loro saltavano sui letti per sfuggirle. Dopo una decina di minuti, stanchi e soddisfatti si lasciarono catturare e mettere a letto. Rimboccate loro le coperte e dopo il bacio della buonanotte, spense le luci. Approfittando della pace che regnava in casa fece una doccia ,sperando di levarsi di dosso la stanchezza di quell'ennesima giornata uguale a tutte le altre . Dopo essersi asciugata prese da un cassetto una maglietta di Tim ,lo faceva sempre dopo un litigio con lui, l 'aiutava a sentire meno la distanza che si creava tra loro . Odiava litigare ,ma ultimamente le discussioni erano all'ordine del giorno, tanto che non ricordava l'ultima volta che avevano trascorso del tempo insieme felici e spensierati. Cercando di ignorare la sensazione di oppressione che aveva al petto e che si presentava ogni qual volta fosse stressata, si sistemò sotto le coperte e cercò di leggere un libro . Per quanto si sforzasse di rilassarsi, il pensiero tornava sempre alla discussione avuta e alle frasi che non era riuscita a trattenere . Si alzò e guardò fuori dalla finestra nella speranza di vedere il furgone di Tim
,ma il vialetto di casa era deserto. La sveglia sul comodino segnava le 00.32, la stanchezza della giornata iniziava a farsi sentire. Prese un paio di sonniferi per poter riposare almeno qualche ora e dopo una decina di minuti cadde in un sonno profondo .
Alle 6:00 ,il fastidioso suono della sveglia strappò bruscamente Caroline al suo pesante sonno. Il primo gesto che fece ,il più istintivo ,fu quello di allungare il braccio alla sua sinistra cercando dall' altra parte del letto suo marito...ma il letto era vuoto. Strofinandosi il viso si mise a sedere, guardandosi attorno cercò qualche traccia del rientro di Tim.. ma non trovò nulla ,né i vestiti che indossava la sera prima ,né altro che fe pensare al suo ritorno a casa. Dopo essersi alzata, cercò svogliatamente nell'armadio qualcosa da indossare. Si lavò il viso e tentò di coprire con il trucco le tracce della notte tormentata che aveva trascorso, poi scese a preparare la colazione ai bambini. Pancakes per Kathy e uova con pane tostato per Jeremy. Mentre i bambini mangiavano lei riuscì solo a bere un sorso di caffè , aveva lo stomaco stretto in una morsa. Controllò per l'ennesima volta il cellulare nella speranza di trovare un messaggio di Tim, dopodiché prese borsa e chiavi ed uscirono. Come ogni mattina percorse la Washington Avenue e dopo aver parcheggiato l'auto di fronte alla Middle School , salutò i bambini . " Fate i bravi, mi raccomando, attenzione ed impegno durante le lezioni ...mangiate tutto a pranzo... anche le verdure…"disse rivolgendosi a Jeremy che intanto si contorceva facendo smorfie di disgusto .."e ricordate che la mamma vi ama tantissimo!! " Scesi dall'auto, Jeremy e Kathy corsero verso l 'ingresso ,salutandola con le manine tese, lei mandò loro un bacio e riavviò l'auto.
Mentre guidava in direzione dello Split Rail caffè compose al cellulare il numero di Tim . Negli ultimi mesi era accaduto spesso che in seguito ad una discussione andasse al pub e dopo una birra di troppo si fermasse a casa dei suoi a dormire, ma questo non le impediva di preoccuparsi, l'ansia si placava solo quando riusciva a sentire la sua voce al telefono. Caroline lasciò squillare il cellulare a lungo ma l 'unica risposta che ottenne fu il messaggio registrato dalla compagnia telefonica che l 'avvertiva che l' utente ,al momento ,non era raggiungibile . Nel frattempo arrivata di fronte al suo locale parcheggiò, pensò che appena sbrigate le prime incombenze avrebbe chiamato sua suocera per assicurarsi che Tim fosse andato direttamente al lavoro, senza are da casa. Era una fresca mattina di primavera e mentre apriva la robusta porta di legno intarsiato udì una voce dall'atro lato della strada. Il signor Baker la salutò ,sollevando leggermente il cappello che indossava. "Buongiorno raggio di sole." "Buongiorno a lei signor Baker ,sempre mattiniero.." "Da quando la mia Susan se n'è andata non amo restare in casa più del necessario e poi la giornata inizia in modo migliore se faccio colazione con uno dei tuoi deliziosi bagels mia cara e con un buon caffè appena preparato" "In questo caso si accomodi , accendo la macchina del caffè "disse lei facendogli cenno di precederla. Lui raggiunse lentamente il suo tavolo preferito. Sedeva lì ogni mattina con la sua copia del Voice , il quotidiano locale e restava finché non lo aveva letto tutto . Sua moglie era morta pochi mesi prima per un tumore e lei rappresentava la sua unica compagnia. A Caroline piaceva la presenza costante dell' anziano signore, da giovane doveva essere stato un uomo decisamente attraente e conservava nei suoi modi garbati
un po' di quel giovanile fascino. Purtroppo non poteva dire lo stesso della maggior parte dei suoi clienti, che erano pretenziosi e sempre pronti ad elargire velate critiche ,nonostante l' indiscussa qualità dei suoi prodotti. Sempre più spesso le capitava di chiedersi come avesse potuto la sua vita prendere una tale piega e ripensando alle accuse che suo marito le aveva rivolto la sera prima tornò con la mente ai tempi di Yale.
* * *
A ventidue anni Caroline Bills era una brillante studentessa di sociologia alle prese con l' esame finale e la preparazione della sua tesi . Laurearsi in un college della Ivy league, le avrebbe certamente permesso di ottenere grandi opportunità dal punto di vista professionale. Era sempre stata molto competitiva ed intraprendente e dopo tanti anni di studio e sacrifici era ad un o dal realizzare il suo obbiettivo, doveva solo concentrarsi sulle sue ricerche e realizzare una tesi degna di nota. Aveva già ben chiaro il suo percorso ,avrebbe iniziato con l'affiancare il suo docente, l'illustre professor Ledger ,come assistente personale , in seguito sarebbe entrata nel suo programma di ricerca e la sua carriera sarebbe decollata. Un pomeriggio di fine primavera , prima della sessione finale degli esami , si era concessa una gita fuori porta con i suoi genitori, che non vedeva dalle vacanze di Natale. I coniugi Bills avevano una ione per l'antiquariato, in particolare per i mobili antichi della fine del XVIII secolo, per questo decisero di recarsi in Connecticut. L'itinerario prevedeva varie tappe.
Dopo essere ati a prendere Caroline a New Haven, presero l'interstatale in direzione nord e raggiunsero Windsor. ando in auto per Palisado Avenue, si fermarono a visitare la JOHN & SARAH STRONG HOUSE ,un'antica struttura che prendeva il nome dagli sposi che vi abitarono prima di partire per l' Ovest e che possedeva un'ottima collezione di mobili che riflettevano la storia della città. Accanto alla quale sorgeva la DR.HEZEKIAH CHAFFEE HOUSE ,un edificio in mattoni in stile georgiano-coloniale della metà del ' 700.La casa arredata con mobili d'epoca ,ospitava una mostra contemporanea. Proseguirono visitando il vicino Palisado Green, dove i coloni spaventati costruirono un muro difensivo durante la guerra del 1637 con gl'indiani Pequot. Lungo la strada c' era la casa georgiana, del 1780,del primo senatore dello stato l'OLIVER ELLSWORTH HOMESTEAD conteneva dettagli d'arredamento d'interni, tipici dell'epoca come la carta da parati originale. Dopo pranzo ripartirono alla volta di Farmington, nei pressi di Hartford, dove visitarono la STANLEY-WHITMAN HOUSE, un esempio ben conservato dello stile architettonico del New England. La casa arredata con pezzi coloniali, veniva spesso usata per dimostrazioni e in quei giorni era sede di una mostra di artigianato. Infine nel tardo pomeriggio sulla strada del ritorno fecero l'ultima fermata nella piccola e pittoresca cittadina di Woodbury, una perla in perfetto stile New England, nella contea di Litchfield. Woodbury era tra le più importanti città degli Stati Uniti per la vendita di mobili antichi. I turisti, i collezionisti e gli apionati ,la consideravano una tappa fondamentale per l'acquisto di antichità e complementi d'arredo. In città si potevano contare fino a 45 negozi e attività commerciali di questo tipo. Ancora prima di raggiungerla se ne erano già innamorati, strade panoramiche permettevano di godere di uno splendido scenario, i paesini pittoreschi erano pieni di chiese dai campanili bianchi, parchi immacolati, ponti coperti e vecchie case di legno circondate da muretti di pietra.
Giunti a Woodbury, Caroline fu folgorata. Questa ridente cittadina era il soggetto perfetto per le sue ricerche. Stava lavorando ad uno studio che esaltava la qualità della vita nella provincia, dove i valori famigliari e collettivi sono previlegiati rispetto alla vita competitiva e fortemente individualista della grandi città. Camminando per le vie e visitando i vari negozi , Caroline rimase affascinata dalla familiarità con cui le persone si relazionavano tra loro , per lei Newyorkese di origini, era come vivere in una piccola oasi di serenità. Mentre i genitori facevano acquisti prese a girare per le strade . Nel parco antistante al Municipio dei bambini giocavano a nascondino, mentre le loro madri lavoravano all'uncinetto sedute sulle panchine all'ombra degli alberi. Il sole filtrava attraverso le foglie creando giochi di luci. Ad un tratto ,la sua attenzione fu attirata da un uomo molto alto e distinto che veniva salutato ossequiosamente dai anti, alcuni dei quali lo fermavano per scambiare qualche parola. Si trattava del Sindaco , che dopo aver concesso attenzione a tutti coloro che lo avevano interpellato si fermò per aiutare una vecchietta ad attraversare. Caroline non credeva ai propri occhi, nel suo immaginario, il Paradiso era un luogo molto simile. Dopo aver ripreso la sua eggiata si fermò davanti all'ufficio postale per ammirarne l'architettura. Di fianco all'ingresso era posta una grande bacheca, sulla quale notò affisso un annuncio riguardo l 'affitto di un monolocale. Prese il cellulare e compose il numero. All'altro capo rispose una signora anziana, con uno strano accento, che le confermò la disponibilità di un locale sopra il suo garage.
Caroline non perse tempo, si fece dare l' indirizzo, e prima del suo ritorno a casa aveva già concluso l' accordo con la signora Van Olsen, una dolce vecchietta di origini olandesi. Avrebbe vissuto a Woodbury per tutta l' estate fino al completamento della sua tesi. Era convinta che il professor Ledger sarebbe stato fiero dei risultati da lei ottenuti , era solito ripetere ai suoi studenti, che non c' era miglior modo di comprendere un fenomeno sociologico se non quello di integrarsi completamente nel suo tessuto connettivo e lei lo aveva preso in parola. I suoi genitori rimasero sorpresi dall'impulsività di quel gesto, ma Caroline era giovane e aveva il diritto di fare le sue esperienze, a maggior ragione se giustificate da motivi di studio. Era la loro unica figlia, la ritenevano una ragazza seria e responsabile, quindi acconsentirono al suo trasferimento a Woodbury, pensando che farle visita sarebbe stata comunque un'opportunità per fare acquisti e coltivare la loro ione. Dopo aver superato con il massimo dei voti gli ultimi esami ,Caroline lasciò anticipatamente il suo alloggio a Yale per trasferirsi nel suo nuovo appartamento .
2
Al suono della camla appesa sopra la porta d' ingresso Caroline si voltò per accogliere il secondo cliente della giornata . " Sei in ritardo stamattina Lex..è stata una nottata impegnativa?" chiese guardando l'orologio sulla parete di fronte, ma mentre formulava la domanda si accorse che dietro le spalle dell' amico sostavano due agenti della polizia stradale con il distintivo della contea di Litchfield e due auto pattuglia erano parcheggiate davanti al suo locale . " Possiamo parlare Leni?" chiese Lex con un filo di voce. Caroline non lo aveva mai visto così teso e triste al tempo stesso. "Certo vieni..." rispose invitandolo a seguirla nel retro mentre gli agenti si accomodavano al bancone. Lex le sfiorò il braccio, facendole cenno di sedersi, ma lei rimase immobile. "Devo darti una brutta notizia Leni" le disse abbassando lo sguardo. "Stamattina presto, gli agenti di pattuglia al Mount Tom State Park hanno ritrovato il pick up di Tim nel Bantam Lake. Tim è morto sul colpo, probabilmente era ubriaco ed è uscito di strada . Alle prime luci dell' alba un pescatore ha avvertito gli agenti, dopo aver avvistato il furgone sulla sponda est del lago, non hai notato che questa notte non è rientrato?" chiese all' amica. Caroline sentì le gambe cederle, le sembrava di vivere un incubo. Cercando un appoggio trovò il pianale della cucina dove aveva appoggiato le torte appena sfornate, chiuse gli occhi per un istante e due pesanti lacrime le rigarono il volto, cadendo poi sul dorso delle sue mani.
"Ieri sera abbiamo discusso per l' ennesima volta ed è uscito per andare a bere una birra al pub, quando mi sono svegliata stamane pensavo che si fosse fermato dai suoi, è già capitato altre volte. L 'ho chiamato verso le 8:00, il cellulare era staccato, credevo fosse il suo modo di punirmi .... invece..." Caroline scoppiò in un pianto convulso mentre Lex la teneva stretta tra le braccia . "Su cerca di calmarti... siediti" le suggerì premurosamente. " Vado ad informare i clienti che il locale chiude... posso lasciarti sola qualche minuto?" Caroline non rispose. Teneva il viso affondato nelle mani e ripeteva tra sé che era solo un brutto sogno. Nel frattempo gli agenti avevano informato i clienti sopraggiunti ,del tragico incidente. Lex tornò nel retro a prendere Caroline e l' accompagnò alla centrale di Litchfield, seguito dagli agenti. Durante il tragitto Caroline tornò con la mente alla sera precedente. Non ci sarebbe stata la possibilità di chiarirsi, di riappacificarsi o di discutere di nuovo. Non sarebbe tornato mai più. Arrivati alla stazione di polizia , lei e Lex vennero scortati all'ufficio del primo piano. L' agente all' ingresso diede a Caroline un modulo da compilare con le generalità sue e del marito, ma le mani le tremavano e non riusciva a scrivere. "Ci penso io Leni ,quando avrò finito con queste dovrai solo mettere la tua firma in calce" le disse cercando di rassicurarla. Lei rimase seduta sulla sedia di plastica della sala d'attesa, fissando nel vuoto, finché un giovane agente non le indicò una porta, in fondo al corridoio, dove l'avrebbe ricevuta il medico legale per il riconoscimento del corpo, come prevedevano le procedure.
Nonostante Lex fosse al suo fianco e la sorreggesse Caroline faticava a camminare ,tutto sembrava girare vorticosamente . Entrata nella fredda camera mortuaria Caroline fu scossa da un brivido. Il medico le spiegò che la causa della morte era stato un forte trauma ricevuto alla testa in seguito all'impatto . Se poteva esserle di consolazione ,non aveva sofferto, era morto sul colpo. Nel sangue aveva un tasso alcolemico leggermente superiore a quanto era consentito per legge, questo probabilmente aveva rallentato i suoi riflessi e offuscato la sua lucidità alla guida. Caroline si rifiutava di credere agli avvenimenti di quella mattina , come avrebbe fatto a dire ai suoi bambini che il loro padre non c'era più? Com'era possibile che le ultime parole dette all'uomo che amava fossero di rabbia ?Aveva solo trentaquattro anni ,un' intera vita da dividere con lei . Il medico la invitò ad avvicinarsi. Quando sollevò il lenzuolo bianco che ricopriva il corpo senza vita di Tim si sentì come se una entità demiurgica avesse premuto il tasto pausa nel film della sua vita ,come se la forza che l'aveva ancorata saldamente alla sua esistenza l' avesse improvvisamente abbandonata e a quel punto la voce del medico e quella di Lex si fo in un brusio indistinto e perse i sensi. Al suo risveglio si ritrovò sul divano di casa Green e mentre un pianto sommesso proveniente dalla cucina la riportava lentamente alla realtà, vide la figura sfuocata del dottor Pick ,il medico di famiglia, poi udì il suono di un clacson e mentre immagini del ato si mescolavano nella sua mente, ricadde in un sonno pesante .
* * *
Un pomeriggio d' estate mentre lavorava agli ultimi ritocchi prima di consegnare
la tesi, Caroline senti suonare un clacson e scostando la tenda vide parcheggiato nel vialetto della signora Van Olsen un pick up verde scuro . " Mi scusi cerca qualcuno?" aveva domandato, affacciandosi alla finestra, al giovanotto sceso dal furgone. " Salve, sono Timothy Green, sono qui per sistemare la grondaia della signora Van Olsen." " Salve, io sono Caroline Bills ,studio a Yale e sono qui per la mia tesi , la Signora mi ospita sopra il suo garage." "Sì"...rispose Tim.." lo so , questa è una piccola comunità e le notizie sui forestieri viaggiano veloci." Caroline gli chiese di attendere un attimo, chiuse la finestra e scese. Mentre raggiungeva l'ingresso si sorprese a controllare nello specchio del corridoio che i suoi lunghi capelli castani ,raccolti in una coda, fossero in ordine. "Mi dispiace molto, ma la signora è uscita a fare delle commissioni ... probabilmente ha dimenticato l' appuntamento, perché non mi ha accennato nulla," disse sulla soglia. " Non si preoccupi, non avevamo un appuntamento, da queste parti non siamo così formali, quando trovo il tempo o a sistemare quello che non va. Non serve che il proprietario sia in casa, solitamente lavoro all'esterno ,in caso contrario non chiudono la porta d'ingresso per permettermi di entrare." Caroline non si era ancora abituata agli usi locali e in effetti per lei era impensabile uscire di casa senza chiudere la porta. " In questo caso " disse lei un po' imbarazzata.." faccia pure…se le occorre qualcosa mi chiami." Lui fece un buffo sorriso chinando la testa da un lato e poi...togliendo il cappello disse.." dal momento che ci siamo presentati, penso che ora possa darmi del tu, so che voi di città non amate dare confidenza agli sconosciuti…ma sono un bravo ragazzo, mi creda!!" Caroline fu contagiata da quel sorriso irresistibile.
" Certamente"…rispose.." ti auguro buon lavoro." Tim rimase a lavorare tutta la mattina ,mentre Caroline trascorse tutto il tempo a guardarlo dalla finestra della sua camera, sistemare la grondaia rotta ,sotto il sole. Tim era molto alto e con un fisico atletico ,era il paradigma del ragazzo cresciuto all'aria aperta, la sua pelle aveva un meraviglioso colore ambrato e i suoi occhi verdi era incorniciati da una chioma di folti capelli biondi. All'ora di pranzo ,la signora Van Olsen la chiamò ,come d'abitudine, per pranzare insieme. " Cara" le disse" fammi la cortesia di dire a quel povero ragazzo di fare una pausa per il pranzo , oggi fa un caldo infernale ,terminerà il lavoro più tardi." Caroline era assolutamente entusiasta di are del tempo con Tim, ma cercando di non darlo a vedere, si affacciò sul giardino posteriore, dove lui stava lavorando. " Timothy....Luise dice che potresti fare una pausa ed unirti a noi per il pranzo.. fa molto caldo e ti occorre un po' di riposo!" "Grazie " rispose lui" arrivo tra un momento." Scese dalla scala e mentre Caroline stava per richiudere la porta, lo vide togliersi la maglietta e aprire il rubinetto dell'acqua che alimentava l'irrigatore. Prese la canna e si rinfrescò, poi raggiunse il suo furgone, in cui teneva una maglietta pulita e dopo averla indossata si diresse alla porta sul retro. Prima di entrare in casa si pulì gli scarponi sullo zerbino mentre Caroline con le guance in fiamme lo attendeva sulla soglia della cucina. " Grazie della premura signora Van Olsen.. cosa ha preparato di buono? Sono affamato!" e sfoderò di nuovo un fantastico sorriso. " Ma il tuo piatto preferito naturalmente…il polpettone con puré di patate dolci" rispose la signora orgogliosa. " Lei è proprio un tesoro, oltre ad essere la mia cliente più bella è anche la cuoca migliore…"disse facendo l'occhiolino a Caroline, che trovava adorabile ogni suo
gesto. Si sedettero a tavola tutti e tre e trascorsero un' ora a chiacchierare amabilmente. Ogni minuto che ava in sua compagnia lo trovava più piacevole, Tim era molto diverso dalle sue abituali frequentazioni. Nonostante i suoi compagni di università fossero intellettivamente stimolanti, tra le giovani e brillanti menti di Yale non aveva mai trovato nessuno che al primo incontro le avesse fatto provare un simile turbinio di emozioni . Erano tutti troppo presi da sé stessi, mentre lui sembrava curarsi molto più degli altri che di sé. Al termine del pranzo Tim si alzò e ringraziò la Signora dandole un bacio sulla guancia. Lei sorrise compiaciuta come una liceale e gli accarezzò il viso dolcemente. "Sei proprio un bravo giovanotto Tim Green" disse augurandogli buon lavoro. Caroline trascorse il pomeriggio cercando di concentrarsi sulla sua tesi ,ma il pensiero di Tim non l' abbandonò neppur un secondo, e quella notte non riuscì a dormire, sapendo che lo avrebbe rivisto il giorno successivo. Tim tornò per tutta la settimana per completare i lavori . Una volta finito ,ò a salutare la signora Van Olsen che ringraziandolo lo ripagò con una crostata di pesche. Prima di andarsene bussò alla porta di Caroline. " Ciao..." le disse "ho finito il lavoro e ho pensato di are a salutarti." Caroline , ferma sulla soglia con un 'espressione triste riuscì solo a dire..." grazie, è stato davvero un piacere fare la tua conoscenza." Lui la guardò serio e poi rispose.." non è un addio .. non sto partendo per il fronte..Woodbury non è poi così grande ci vedremo spesso." "Ne dubito" balbettò lei imbarazzata "Sono molto impegnata con la tesi , non mi resta molto tempo, appena l'avrò conclusa tornerò a Yale per laurearmi."
" In tal caso..." rispose lui..." è meglio che non mi lasci sfuggire l'opportunità di conoscerti meglio.Hai da fare stasera?... E domani sera ? ...E la sera dopo ancora? Caroline scoppiò in una fragorosa risata...."Ero convinta che non ti piero le ragazze di città, troppo sospettose e poco inclini alla socializzazione ,credevo che non mi avresti mai chiesto di uscire..." rispose. "Al contrario, sin da bambino ciò che non conosco ha sempre esercitato su di me un grande fascino ,ma sono un gentiluomo del New England "...replicò lui.. "ogni cosa a suo tempo" e togliendo il cappello improvvisò un profondo inchino degno di un principe delle favole. Da quel giorno Caroline e Tim non si separarono più. Uscirono ogni sera per tutta l'estate . Andarono a cena , a eggiare sotto le stelle e lei si rese conto di quanto fosse piacevole frequentare un ragazzo semplice, senza pretese, con un profondo senso del dovere. Aveva studiato architettura alla Woodbury University, ma aveva scelto di lavorare per suo padre come manovale ,diceva che non avrebbe potuto sopportare di trascorrere la vita dietro una scrivania, amava l'azione ,la fatica e il contatto con la natura. Era istintivo, impetuoso e ionale, parlava della vita come di un'avventura da scoprire giorno dopo giorno e credeva profondamente nella famiglia, non si stancava mai di ripetere che l'unica cosa di cui un uomo ha bisogno è di una famiglia che lo ami e lo stimi da cui tornare la sera.
3
Mentre Caroline cercava di sistemare il nastro di raso nero del vestito di Kathy , nello specchio di fronte a loro vide riflesso il visino triste di sua figlia, somigliava incredibilmente a Tim. Istintivamente le mise le mani sulle spalle e voltandola verso di sé la strinse tra le braccia. Cercava di farsi forza, ma leggere negli occhi dei suoi figli lo smarrimento che lei stessa provava le risultava insopportabile. Kathy frugava con lo sguardo negli occhi velati di lacrime della sua mamma, in cerca di una risposta che lei non era in grado di darle. Cosa era accaduto al suo adorato papà? La dinamica dell' incidente non era molto chiara, ma ad una bimba di sette anni ,poco importano i dettagli tecnici, lei si chiedeva perché il suo papà fosse uscito di casa tre sere prima ,per poi non fare più ritorno. Caroline avrebbe voluto trovare delle belle parole ispirate per consolarla .. ma l'unica cosa che riuscì a dire fu..." il papà manca tanto anche a me." Furono interrotte da qualcuno che bussava . Ester, sua suocera entrò nella stanza e si richiuse la porta alle spalle. Con il suo fisico robusto e l'aspetto giunonico non riusciva a sembrare fragile neppure in un momento così difficile. Anche se perdere suo figlio era il più grande dolore che avesse provato nella sua vita ,manteneva un contegno quasi inumano. Era elegantemente vestita ,impeccabilmente truccata, e l'unico elemento di debolezza nella sua immagine era il fazzoletto bianco che stringeva nervosamente tra le mani.
" Sono arrivati in molti ,dovresti scendere e occuparti dei tuoi ospiti ,come si addice ad una buona padrona di casa," disse in tono solenne. "Io non credo di farcela ".. rispose Caroline, con la voce rotta dal pianto...."ad affrontare tutte quelle persone... la maggior parte le conosco appena "...e senza rendersene conto, con un filo di voce disse"…come faccio senza di lui." Ester trasse un profondo respiro le si avvicinò ,le tolse Kathy dalle braccia e stringendo a se la bambina replicò "non sei l'unica ad averlo perso, il nostro dolore non ci autorizza ad essere maleducate. Tutta Woodbury è venuta a rendere omaggio a mio figlio ,il minimo che tu possa fare è dimostrarti cordiale con coloro che ti hanno accolta come una di loro e sono qui per partecipare al nostro lutto. Mentre finisci di prepararti io farò gli onori di casa e se i tuoi genitori sono già arrivati affiderò loro i bambini." Dopodiché prese per mano Kathy e scese con lei, lasciandola a vestirsi. Caroline si accostò alla finestra. Era incredibile quanta gente ci fosse , un via vai ininterrotto di persone che venivano a porgere le loro condoglianze . In giardino alcuni bambini facevano capannello intorno a Jeremy che tenendo salda la mano del nonno salutava i suoi amici proprio come un vero ometto. Ad un tratto sentì bussare alla porta . Quando aprì trovo sua madre sulla soglia. " Mamma sei arrivata... finalmente!" Amy Bills, strinse forte la figlia tra le braccia. e nella sua mente maledisse ancora una volta di aver concesso a sua figlia di lasciare la sua vita promettente per quell'uomo. "Come ti senti tesoro?" disse asciugandole il viso "sei riuscita a dormire qualche
ora?" " Si non preoccuparti, il dottor Pick mi ha dato dei calmanti ." "E i bambini? Jeremy è ancora piccolo, ma Kathy è una bambina così sensibile, "disse asciugandosi le lacrime. " Mi dispiace non essere riuscita ad arrivare prima ,ma ho accompagnato tuo padre alla conferenza annuale che si tiene a Houston e appena ci hai chiamati abbiamo prenotato il primo volo disponibile ." " L'importante è che siate qui mamma, è tutto così surreale ...tre giorni fa mi preoccupavo del polpettone nel forno e la mattina seguente la mia vita è andata in pezzi. Mi sento così in colpa ... non ho potuto dirgli addio.. non ho potuto chiarire le cose con lui dopo la discussione, "disse in lacrime. "La polizia dice che dai rilevamenti sull'asfalto risulta che abbia sterzato bruscamente ,non ci sono segni di frenata. Io non posso e non voglio credere che lo abbia fatto di proposito, mio marito non ci avrebbe mai abbandonati, noi eravamo la cosa più importante della sua vita. Tutti pensano che io sia la causa di questa tragedia e anche se nessuno osa dirlo apertamente, lo leggo negli occhi della gente, come posso guardare in faccia i miei figli." "Tesoro mio non dire assurdità" intervenne Amy. "Tu non sei responsabile delle azioni di tuo marito. Papà ha letto il rapporto del coroner. Il tasso alcolemico era fuori dal limite consentito e tuo marito non ha mai bevuto molto , probabilmente anche una solo birra può aver rallentato i suoi riflessi, la polizia ha confermato che si è trattato di un incidente, una tragica fatalità. Tesoro devi trovare la forza di andare avanti per i tuoi bambini, loro hanno bisogno di te , non puoi lasciarti abbattere, non è da te."
"Non riesco a darmi pace mamma" rispose Caroline tra i singhiozzi" se le cose sono andate come dici... cosa ci faceva Tim sulla strada per Litchfield, dove stava andando ? O da chi?" Due tocchi leggeri alla porta interruppero la conversazione. " Tutto a posto Leni... sei vestita?" chiese lui dal corridoio.." Siamo pronti per andare in chiesa." "Scusa Lex....scendo tra un minuto, "rispose lei asciugandosi il viso. "E' tardi ..devo sbrigarmi non potrei tollerare anche i rimproveri di mia suocera.... aiutami mamma..." disse prendendo l'abito steso sul letto. Mentre indossava l'abito nero , l' intarsio che ornava la pietra del suo anello s' impigliò nel pizzo della manica e cercando di liberarlo senza danneggiare il vestito lo sfilò dal dito, pensando che era la prima volta da quando lo aveva ricevuto.
* * *
Dopo la laurea Tim aveva proposto a Caroline di festeggiare con un' escursione. Lui era un apionato di sport all'aria aperta, e la natura dei dintorni era davvero spettacolare. Ai piedi delle Berkshire Hills e delle Taconic Mountains, nella zona più a nordovest del Connecticut si trovava la regione delle Litchfield Hills. Percorsa dallo Housatonic River, regalava uno scenario bucolico di boschi, vallate, laghi, flora e fauna selvatiche da lasciare stupefatto qualunque turista. Caroline era rimasta semplicemente incantata dallo spettacolo naturale che le si era presentato, non riusciva a capacitarsi che a poche centinaia di km dalla
giungla d'asfalto e grattacieli, in cui era nata e cresciuta, potesse esistere un luogo di tale bellezza. Tim l 'aveva guidata tra i sentieri nei boschi, avevano percorso un tratto di strada panoramica in mountain bike e infine nonostante le riserve di Caroline, era riuscito a convincerla ad attraversare un tratto del fiume Housatonic in kayak . Pur non avendo alcuna esperienza di vita in mezzo alla natura si era sentita perfettamente a suo agio accanto a Tim.. lui faceva apparire tutto semplice . Era sempre stata una ragazza indipendente e non aveva mai provato il bisogno di affidarsi a qualcuno ma, mentre si arrampicavano lungo i sentieri, Tim le teneva la mano saldamente per evitare che cadesse e per la prima volta nella sua vita pensò che il sostegno di un altro essere umano non era un limite, ma un punto di forza. Fino a quel momento aveva vissuto con la convinzione di bastare a se stessa. Concentrata sulla sua formazione e la sua carriera, il pensiero di crearsi una famiglia e condividere la sua vita con un 'altra persona non l'aveva mai neppure sfiorata. Tim in breve tempo era riuscito a farsi strada nel suo cuore e nella sua mente spiazzandola completamente. Anche se lo conosceva solo da pochi mesi ,non aveva dubbi che sarebbe stata felice al suo fianco ,era un uomo semplice ma sembrava saper esattamente in quale direzione dovesse andare la sua vita, trasmetteva un senso di pace e forza al tempo stesso. Inoltre era dolce e spiritoso, da quando l'aveva conosciuto non ricordava di essersi mai annoiata in sua compagnia. Alla fine della giornata ,quando il sole stava per tramontare giunsero in cima alla collina. Tim le aveva riservato la veduta panoramica per il gran finale ...perché al tramonto ,in quei giorni d'inizio autunno era una visione mozzafiato. Le ultime calde luci del giorno colpivano il letto di foglie che iniziavano a
cadere dagli alberi, immergendo chi si fermava, in un atmosfera irreale, si aveva l'impressione di far parte di un quadro impressionista . Mentre Caroline incredula si godeva l' incanto del paesaggio circostante, Tim si era inginocchiato ai suoi piedi e con l'irresistibile sorriso che oramai lei conosceva bene le aveva detto...."Senza di te alla mia vita mancherebbe qualcosa .Voglio tornare a casa e sapere che ti troverò lì ad accogliermi ogni sera ,finché morte non ci separi.." e dalla tasca aveva estratto una piccola custodia rossa contenente un anello di antica manifattura. ."Non è prezioso "...le disse…"ma apparteneva a mia nonna ,per me ha un valore sentimentale, quando è morta mi ha fatto promettere di donarlo alla donna della mia vita." Caroline al colmo della felicità lo aveva infilato all'anulare sinistro e inginocchiandosi di fronte a Tim lo aveva stretto in un abbraccio sussurrandogli all'orecchio .."finché morte non ci separi...." poi lo aveva baciato a lungo in quella suggestiva cornice che riteneva la perfetta immagine della vita che l 'attendeva.
4
Il corteo funebre che accompagnò il feretro in chiesa era interminabile . Quasi tutta Woodbury era presente per dare l'estremo saluto all'unico figlio dei Green . La chiesa episcopale di St. Paul era gremita, il Reverendo dovette aprire le porte per permettere a tutti i cittadini di seguire la funzione . Caroline sedeva in prima fila con i suoi genitori, venuti da New York ,accanto ai Green. Mentre il Reverendo parlava, elogiando le qualità di Tim e cercando di confortare i suoi cari, lo sguardo di Caroline si soffermò sul pulpito da cui l' uomo di Dio stava parlando e non poté fare a meno di pensare all' ironia e alla crudeltà della sorte . Otto anni prima in quello stesso luogo ,davanti a tutti i cittadini di Woodbury, il reverendo Ambrose celebrava il suo matrimonio con Tim. La funzione fu semplice ,come avrebbe voluto lui, ma molto commovente. Si avvicendarono sul pulpito per dire qualche parola, compagni di scuola , amici, persino il suo vecchio allenatore di football del liceo, tutti d 'accordo nel sostenere che la sua scomparsa era una grave perdita per la comunità. Tim era un ragazzo straordinario, non aveva nemici e tutti lo amavano. Al termine della funzione si recarono al cimitero, nella parte nord della città, dove deposero le spoglie di Tim nella tomba della famiglia Green ,vicino alla nonna paterna. Infine le persone più vicine alla famiglia, si riunirono a casa di Caroline. Mentre i suoi genitori si occupavano dei bambini, lei ed Ester stringevano mani e intrattenevano gli ospiti.
C' erano tutte le persone importanti di Woodbury. Il direttore della Newtown Saving Bank ,Eric Staedler, un uomo basso e paffuto ,che sfoggiava in ogni occasione un abbigliamento ricercato e alla moda. Nonostante questo espediente ,non riusciva però a mascherare il senso d'inadeguatezza che provava in presenza d'altri, probabilmente per via della sua statura. Al contrario del Sindaco ,Robert Hamilton, un bell'uomo che a sessant'anni vantava ancora un fisico longilineo ed atletico e un bel viso da attore degli anni cinquanta ,che comunicava fascino e autorevolezza al tempo stesso. Non poteva mancare il dottor Solomon Pick ,medico di famiglia, che sembrava aver stipulato un patto col diavolo, sulla soglia dei settant'anni ,giocava regolarmente a tennis, nuotava, andava a pesca e in bicicletta, col risultato di sembrare più giovane di vent'anni. Tutti e tre erano naturalmente accompagnati dalle rispettive mogli, nonché migliori amiche di Ester. Eleanor Hamilton era una donna molto alta ed elegante, perfettamente in sintonia con il suo ruolo di prima donna della città . Abigail Staedler dietro il suo contegno e la sua pacatezza ,nascondeva invece un'espressione rassegnata e sofferente, al contrario di Savannah Pick, terza moglie del dottore, non ancora quarantenne che invece diffondeva energia ad ogni suo o . Gli uomini si strinsero intorno a suo suocero e si sistemarono in giardino a fumare sigari e bere whisky . Caroline sapeva che erano amici da sempre ma non li aveva mai osservati tutti insieme. Erano inquietanti, parevano appartenere ad una sorta di circolo esoterico, confabulavano a voce bassa e si capivano con uno sguardo. Le signore invece ,non facevano che asciugarsi gli occhi con i loro candidi fazzolettini ricamati e nei loro abiti eleganti, si scambiavano ricette e programmavano le varie attività di beneficienza che nel corso dell' anno avrebbero intitolato a Tim.
Quando il sole tramontò e gli ospiti iniziarono finalmente a congedarsi, Caroline faticava a reggersi in piedi. Non aveva toccato cibo per tutto il giorno e il suo unico sostegno erano stati i calmanti del dottor Pick, il quale, più volte nel corso della giornata, le aveva fatto presente che se avesse avuto bisogno di lui, non avrebbe dovuto esitare a contattarlo a qualsiasi ora. Gli ultimi ad andarsene furono il Sindaco e la moglie. Avvicinandosi a lei, Robert Hamilton la strinse in un abbraccio formale e le sussurrò all'orecchio "Tim era uno di noi, ed ora lo sei anche tu, noi ci prenderemo cura di te e dei bambini, non temere." La capacità di reazione di Caroline era oramai ridotta a zero ,ma quella frase le lasciò un profondo senso di disagio. Viveva a Woodbury da quasi nove anni e nessuno degli abitanti l'aveva mai considerata parte della comunità, quindi un simile commento ,in quel frangente risultava quanto meno falso ed ipocrita. Immersa nei suoi pensieri udì a malapena il saluto dei suoi suoceri che raccomandavano ai bambini di fare i bravi e ai suoi genitori auguravano un buon ritorno a casa. Era stata anche per loro una giornata molto pesante, ma con la compostezza e la dignità che erano soliti mostrare in pubblico, si avviarono alla loro auto per fare ritorno a casa. Caroline si chiuse la porta alle spalle nel tentativo di lasciare fuori il resto del mondo. Aveva un disperato bisogno di allontanarsi da tutti, se solo avesse potuto sarebbe scappata lontano, invece cercando di calmarsi andò in cucina si mise a riordinare, cercò di fare spazio nel frigorifero a tutto il cibo che le avevano portato. Non ricordava i volti di tutti coloro ai quali aveva stretto la mano durante quell'interminabile giornata, però ,dopo tutte le cose spiacevoli che aveva pensato ultimamente degli abitanti della città , in questa occasione, doveva
ammettere che le si erano stretti intorno per farle sentire il loro calore e il loro appoggio . I suoi genitori sarebbero ripartiti il giorno seguente per tornare a N.Y e ai loro rispettivi lavori, ma quella notte avevano deciso di fermarsi a dormire da lei. "Tesoro ho messo a letto i bambini .. erano sfiniti... se mi dici dove posso trovare le lenzuola pulite, preparo il letto nella stanza degli ospiti" " Sono nell'armadio al piano di sopra mamma.. grazie di tutto.." " E di cosa tesoro... in circostanze come queste ...non c'è modo di rendersi utili, se non nelle piccole cose.." le disse Amy. Sua padre invece era seduto in salotto, si era tenuto in disparte per tutta la giornata. Era un uomo molto introverso, aveva difficoltà a manifestare i propri sentimenti in presenza d'altri, Kathy aveva ereditato da lui il suo carattere, ma ora erano soli, si alzò dal divano, e senza dire una parola, strinse forte la figlia. Quell' abbraccio valido più di mille parole, fece sciogliere Caroline in lungo pianto liberatorio. "Sfogati piccola mia... vedrai che andrà meglio. Mi dispiace molto che la vita ti stia mettendo così duramente alla prova, ma io ti conosco , so quanto sei forte e determinata. Io e tua madre non ti abbiamo mai nascosto di non aver condiviso la scelta che hai fatto, ma ti amiamo e per questo abbiamo rispettato la tua decisione. Prenditi tutto il tempo che ti occorre, ma oramai nulla ti lega più a questo posto. Se vorrai tornare a N.Y. con i bambini, noi vi accoglieremo a braccia aperte." "Lo so papà ... grazie .. ci penserò.. ora ho bisogno di riprendere le forze, non sono lucida e non sono in grado di prendere decisioni.
Devo pensare anche al bene dei bambini, questa è la loro casa , qui ci sono i loro punti di riferimento, non hanno bisogno di altri cambiamenti destabilizzanti in questo momento." "Come vuoi tesoro ..non c'è alcuna fretta ... sai tu cosa è meglio per i tuoi figli. E' tardi, ora dovresti cercare di dormire, io e la mamma siamo di sopra se ti serve qualcosa." E dandole un bacio sulla fronte ,come faceva quando era bambina, le augurò la buonanotte. "Buonanotte papà"…rispose lei asciugandosi il viso con le mani. Era esausta, ma non se la sentiva di salire in camera sua , dove avrebbe dovuto dormire in quel grande letto che oramai non avrebbe più diviso con Tim, anche se a dire il vero in ogni angolo della casa il silenzio era assordante, la sua mancanza era tangibile ovunque. Fece il giro delle stanze per chiudere le imposte e rimboccare le coperte ai suoi bambini, quando sentì suonare il camlo. Aprì la porta e trovò Lex. "Buonasera Leni, disturbo? Immagino che tu sia molto stanca." " Non preoccuparti Lex... tu non disturbi mai" " Sono ato per assicurarmi che non avessi bisogno di nulla" le disse fermo sulla soglia. "Ho bisogno del mio amico .."disse lei e dopo averlo stretto in un abbraccio lo invitò ad entrare. "Mi dispiace di non essere stato di grande aiuto oggi, avrei desiderato starti più vicino nella giornata peggiore della tua vita, ma temevo di risultare inopportuno... sai come sono le persone qui, riescono sempre a trovare il marcio anche dove non c'è. Inoltre tua suocera è stata al tuo fianco come un mastino per tutto il giorno.
Non so se l'hai notato ,ma ho avuto l'impressione che cercasse di controllarti. A stento ha permesso ai tuoi genitori di avvicinarsi a te, non oso immaginare come mi avrebbe liquidato se solo avessi provato io, ad avvicinarmi. Non mi ha mai sopportato....tale madre tale figlio." Caroline si accorse di aver ascoltato Lex senza neppure proferire parola. Era così stanca e pensieri confusi si agitavano nella sua mente. "Non preoccuparti ,ho capito che ti sei tenuto a distanza per evitare i commenti cattivi della gente. Qui è pensiero comune che l'amicizia tra un uomo e una donna sia inconcepibile" lo rassicurò Caroline "e... a proposito di mia suocera".. continuò......"Figurati!! Sei il mio migliore amico, come potresti piacerle, tutto ciò che mi riguarda è negativo a prescindere, non è un fatto personale. Per quanto riguarda Tim... è diverso...lui è solo...era.. solo un po' geloso. Non mi sono ancora abituata a parlare di lui al ato" Di nuovo i suoi occhi si riempirono di lacrime. Lex detestava il senso d' impotenza che provava davanti alla sofferenza di Caroline. " Non c'è nessuna fretta Leni, anche in un momento così difficile pensi a cosa sia corretto o non corretto fare. Devi concederti un po' di tempo ,la vita che hai condotto per otto anni è stata spazzata via in un istante, non puoi pensare che tutto si aggiusti in pochi giorni. Devi riposare, staccare la spina e recuperare le forze, con il tempo andrà meglio, ma non devi pensarci ora" la rimproverò stringendola tra le braccia. "Per una volta nella vita... prova ad occuparti di te stessa!" "So che hai ragione ...ma non ci riesco... penso ai miei bambini... come faranno a superare un dolore del genere... questo evento ha cambiato la loro vita ...
porteranno i segni di questo lutto per sempre." "Capisco le tue preoccupazioni, ma tu non puoi far altro che star loro vicina .Sono piccoli, riusciranno a dare una dimensione al dolore, ma se dovesse mancare loro il tuo sostegno allora sarebbe un disastro! Quindi devi stare bene soprattutto per potertene occupare al meglio." "Io mi sento così vuota ...sento che dentro di me qualcosa si è rotto .E' il mio cuore Lex... è andato in frantumi... non si può vivere senza cuore. Inoltre io... " Caroline s' interruppe... le girava la testa e respirava a fatica. "Che succede?" chiese Lex avvicinandosi a lei. "Non preoccuparti...è solo un capogiro, "rispose affannata. Lex si alzò e andò verso il frigorifero. "Sono certo che oggi tu non sia riuscita a toccare cibo... dev'essere un calo di pressione. Ma sono altrettanto sicuro che a un po' di gelato non dirai di no, "disse sorridendole e mostrandole una confezione di gelato al caramello, il suo preferito. Mentre Caroline lo osservava grata, muoversi nella sua cucina, Lex prese dalla credenza due ciotole e due cucchiai da un cassetto. "Prego Signora!" le disse, e lei pensò che dopo tutte le volte in cui lo aveva servito nel suo locale , negli ultimi otto anni, questa era la prima volta che accadeva il contrario.
* * *
Sin dal primo giorno in cui aveva aperto la caffetteria il suo più assiduo e affezionato cliente era stato Alexander Cartraite un agente della polizia locale
che andava pazzo per la sua torta di lamponi. Ogni mattina ...prima d' iniziare il suo giro di pattuglia ava a fare colazione e ordinava sempre la stessa tazza di caffè nero con una fetta di torta. Mangiava di gusto ,poi lasciava soldi e mancia sul bancone a fianco dei quali sistemava un tovagliolino su cui scriveva: PERFETTA!!! Col tempo, lui e Caroline erano diventati buoni amici. Contrariamente a quanto si potesse pensare ,era lui ad accogliere a fine giornata gli sfoghi dell' amica e a cercare di sollevarle il morale raccontandole qualche buffo aneddoto della giornata di pattuglia. In fondo Woodbury era una piccola cittadina molto tranquilla e difficilmente accadeva qualcosa di più grave di un gattino bloccato su un albero o di qualche bravata causata dai ragazzini della città. Raramente si era reso necessario condurre qualcuno in centrale. Gli unici a sostare nelle celle del dipartimento erano stati, negli ultimi anni, i reduci da una rissa post sbronza. Con il are degli anni il giovane agente timido e schivo ,si era trasformato in un affascinante e autorevole tenente. Integerrimo e irreprensibile nello svolgimento delle sue funzioni, quando indossava la divisa , ma dolce e sensibile quando, smetteva i panni dell'uomo di legge e diventava semplicemente Lex , pronto a ridere e farsi due chiacchiere con la sua amica Leni, davanti ad una tazza di caffè . Entrambi avrebbero voluto are più tempo insieme ,ma Caroline, tra famiglia e lavoro, riusciva a stento a trovare il tempo di mangiare e bere, mentre Lex era sposato col suo lavoro, senza contare che Tim non vedeva di buon occhio la loro amicizia. Caroline pensava che la mentalità ristretta dei cittadini di Woodbury influenzasse l 'opinione di suo marito, ma Tim aveva più volte sottolineato che il tenente Cartraite non gli era mai piaciuto. Non erano mai stati amici neppure da piccoli, pur essendo cresciuti insieme, frequentavano persone diverse e amavano cose diverse.
Fatta eccezione per lei. Caroline a quel punto della conversazione andava su tutte le furie. "Lex ed io siamo solo amici... sei come tutti gli altri!"…ribatteva indignata..." voi dovete trovare il male anche nelle cose migliori." Pur essendole sempre vicino, Lex non aveva mai neppure accennato a sentimenti differenti dall' amicizia nei suoi confronti e non aveva mai avuto verso di lei atteggiamenti sconvenienti, altrimenti lei per prima lo avrebbe allontanato. Questo era una garanzia della sincerità dei suoi sentimenti. Il suo rapporto con Lex era un altra ragione per detestare il luogo in cui viveva.
5
I due giorni che avevano seguito il funerale di Tim erano un ricordo confuso , quasi lattiginoso, forse a causa dei farmaci. I Bills erano partiti la mattina successiva al funerale e l'avevano chiamata per confermare il loro arrivo qualche ora dopo. Caroline aveva scaldato avanzi di cibo per se e i bambini ,i quali avevano ricevuto dalla preside Cooper il permesso di saltare le lezioni per qualche giorno. Aveva compiuto gesti automatici che non rammentava, come avviare la lavatrice, mettere il bucato nell'asciugatrice, lavare e vestire i bambini. Ma ora che l'effetto dei farmaci iniziava a scemare e la sua mente riacquistava lucidità , non riusciva a smettere di chiedersi cosa ci fe suo marito sulla strada diretta a Litchfield. Durante gli ultimi mesi il loro rapporto si era deteriorato a causa delle continue discussioni , lui usciva sempre prima la mattina e rincasava sempre più tardi la sera. Aveva preso l'abitudine di sfogare le sue frustrazioni nel fondo di una bottiglia di birra ,ma nonostante questo era sempre stato un uomo responsabile, non si metteva alla guida dopo aver bevuto ,si fermava a casa dei suoi, che abitavano vicino al pub o tornava a casa accompagnato da un amico. Cosa l 'aveva spinto a guidare per chilometri in quello stato? Lei non riusciva a trovare una spiegazione plausibile e quando aveva rivolto questa domanda a sua suocera, in risposta aveva ottenuto una frase carica di sottintesi. "Quando ci si sente feriti a volte ci si comporta in modo irrazionale!! "le aveva detto Ester . "Ora dobbiamo pensare ai bambini ,non serve rimuginare su quanto è accaduto ,non c'è più modo di rimediare, mio figlio non tornerà indietro!"
Il locale sarebbe stato chiuso fino alla fine della settimana per lutto e la sua vicina Elisabeth si era offerta di accompagnare i bambini a scuola per lasciarla riposare. Nei giorni successivi Caroline iniziò a sistemare gli armadi e i documenti di Tim, per riempire le sue giornate. Non voleva liberarsi delle cose appartenute a suo marito ,ma aveva deciso di riporle in alcuni scatoloni da mettere in soffitta ,perché aprire l'armadio ogni mattina per vestirsi e trovare le sue camicie e i suoi jeans appesi per lei era straziante. Inoltre non era abituata all'inattività, sistemare le dava stabilità. In una sorta di delirio freudiano, l'ordine esteriore l'aiutava a ricomporre i frammenti della sua vita e a tenere l'ansia sotto controllo. Scese in garage a recuperare degli scatoloni. Il garage era il regno di Tim, la sua presenza era tangibile in ogni angolo, i suoi attrezzi da lavoro, la sua bicicletta, il suo kayak appeso alla parete, gli zaini e la tenda che usava per il campeggio, le canne da pesca. Caroline afferrò gli scatoloni che si trovavano sotto il bancone da lavoro, spense la luce e corse al piano di sopra. Prese dalla sua borsa il flacone delle compresse prescrittele da Pick e ne inghiottì una nella speranza che soffocasse quel dolore lacerante. Si addormentò sul suo letto piangendo, senza neppure accorgersene. Al suo risveglio era trascorsa circa un'ora e il diazepam iniziava a produrre i suoi effetti. Si alzò dal letto e andò in bagno a rinfrescarsi il viso e poi si mise al lavoro. In alcune scatole ripose gli abiti ben piegati, tranne qualche maglietta che voleva tenere per sé, in altri ripose scarpe e accessori vari, mentre gli indumenti e i giacconi da lavoro li mise in una scatola da destinare alla parrocchia. L'impresa più difficile fu svuotare il cassetto del suo comodino. Tim non era un tipo ordinato, la sera gettava in quel cassetto tutto ciò che aveva
nelle tasche e lei periodicamente era costretta a ripulirlo per eliminare le cose inutili. C'erano monetine, scontrini, braccialetti che i bambini confezionavano per lui. Conservava anche i post-it che lei gli lasciava con indicazioni o cose da comprare. In una scatola nel fondo del cassetto invece ,c'erano quelli che lui chiamava i suoi tesori. Trovò dei bigliettini che si erano scritti in occasione di anniversari e feste di San Valentino, le foto del primo minuto di vita di Kathy e di Jeremy, che lui stesso aveva scattato in ospedale, l'orologio da panciotto che gli aveva lasciato suo nonno e una foto del loro matrimonio. Guardandola le tornò in mente quella meravigliosa giornata d' estate.
* * *
I Green avevano organizzato una cerimonia in grande stile ,alla quale naturalmente avevano invitato tutte le persone più influenti della città, con le rispettive famiglie. Per non parlare dell' intera Woodbury, che aveva riempito la via principale, come accade in occasione dei matrimoni reali nelle grandi capitali europee. L'abito di Caroline ,regalo dei suoi genitori per le nozze, era composto da due parti, il corpetto con lo scollo a cuore che lasciava scoperte le spalle e un'importante gonna di raso resa voluminosa e sorretta da vari strati di tulle, impreziosita da uno strascico su cui erano ricamati delicati fiorellini grigioperla. Tim invece indossava un frac blu scuro con panciotto e un elegante cilindro. Dopo la cerimonia in chiesa gli invitati avevano partecipato ad un sontuoso ricevimento alla Curtis House. Erano seguite le fotografie di rito e il resto del pomeriggio gli sposi lo avevano trascorso a ballare e salutare gli amici. Al
termine della giornata com'era tradizione ,la novella coppia aveva fatto un giro panoramico della contea in mongolfiera. Non era esattamente così che Caroline aveva immaginato il suo matrimonio. Aveva sempre desiderato una cerimonia raccolta ,tra i parenti stretti e gli amici più intimi di entrambi, magari sulla spiaggia ,al tramonto, con un impalpabile abito di seta stile impero, ma quello, fu solo il primo di una serie di compromessi a cui sarebbe scesa negli anni successivi per l' uomo che amava. Nonostante tutto, nella sua mente era ancora vivo il ricordo dell' immensa felicità che aveva provato percorrendo la navata della chiesa e vedendo Tim che l' attendeva all'altare, in quel momento aveva dimenticato il resto. Il ricordo più bello di quel giorno, immortalato in una fotografia scattata da un amico di Tim, era stato il loro primo ballo insieme, lei nel suo abito principesco volteggiava tra le braccia di Tim con lo sguardo sognante. Dopo il matrimonio Caroline decise che avrebbe fatto la pendolare tra Woodbury e Yale per poter continuare a lavorare come assistente del professor Ledger. L'impegno preso però, si rivelò col tempo, più oneroso del previsto. Spesso rimaneva in facoltà fino a tardi e rientrava a casa quando Tim già dormiva. Lui si alzava presto per andare a lavorare e raramente riusciva a vederlo al suo risveglio ,se non di domenica. Era capitato inoltre che per via di conferenze o aggiornamenti a cui dovevano partecipare lei e il professore, addirittura non rincasasse per giorni. Dopo sei mesi, Tim iniziò a lamentarsi che il loro matrimonio non era esattamente come lo aveva immaginato, non riuscivano a vedersi che per poche ore alle settimana e lui voleva trascorrere più tempo con sua moglie. Caroline si trovò di fronte ad un bivio, la vita accademica era inconciliabile con la visione che Tim aveva della vita matrimoniale, così di nuovo scese ad un compromesso. Si assunse solo gli incarichi che poteva svolgere da casa, riducendo
notevolmente il suo apporto alla ricerca. Per lei era frustrante apprendere le novità e i progressi attraverso i bollettini accademici e quando rimase incinta di Kathy ,dopo pochi mesi, decise di comunicare l'abbandono del progetto da parte sua, con grande delusione del professore e del team. La nascita della sua bambina ,che decise di chiamare Katharine, in onore della sua attrice preferita (Katharine Hepburn),l'aveva colmata di una gioia così inaspettata, che ancora una volta, mise a tacere il ricordo doloroso della vita che si era lasciata alle spalle. Dopo un anno Caroline rilevò l'attività di un ristoratore locale che aveva raggiunto l'età della pensione, facendone un caffè-tavola calda che serviva specialità locali. In questo modo poteva contribuire alle spese familiari e seguire Kathy. Ad un anno dall'apertura nacque Jeremy, e la perfetta famiglia che Tim aveva sognato fu al completo.
* * *
Lo squillo del telefono la riportò alla realtà. In quel momento non se la sentiva di rispondere e lasciò partire la segreteria. Si sedette sul letto per ascoltare, era un messaggio della lavanderia da cui si serviva abitualmente, che con totale mancanza di tempismo le ricordava che il giaccone da lavoro lasciato la settimana prima da lavare ,era pronto. Infastidita Caroline infilò impulsivamente le scarpe e decise di are a ritirarlo immediatamente ,in modo da sistemarlo insieme al resto della roba da portare al reverendo. Uscì senza chiudere la porta a chiave, percorse il vialetto costeggiato dalle azalee in fiore,
attraversò la strada e camminò a o rapido per un isolato, fino alla lavanderia. Quando entrò ,il commesso dovette capire dalla sua espressione quanto era stato inopportuno e scusandosi con tono dimesso disse "Mi dispiace molto signora di averla importunata in un momento così penoso ... non è per il giaccone ... può ritirarlo quando preferisce... ma nella tasca ho trovato questa chiave e ho pensato che fosse importante farle sapere al più presto che non l' aveva persa... noi controlliamo sempre prima di lavare gli indumenti ." Caroline sorpresa, cambiò espressione e disse al ragazzo di non preoccuparsi , poi prese dal bancone la chiave e la osservò. Si trattava di una piccola chiave con una scritta incisa nella parte superiore ...Fleet Bank di Litchfield. Non ricordava che Tim avesse un conto in quella banca né a titolo personale né legato all'impresa di famiglia. I Green si erano sempre vantati dello stretto rapporto che li legava al direttore della banca di Woodbury sottolineando in più di un occasione che i soldi degli abitanti di Woodbury dovevano restare in città. Si ripromise di cercare nei documenti del marito informazioni riguardo la misteriosa chiave. Ritirò il giaccone, pagò il conto e presa la ricevuta uscì ,salutando distrattamente il commesso. Una volta rientrata ,cercò nel secrètaire posto nell'ingresso, tra le carte di Tim, un qualsiasi documento che potesse collegare suo marito alla chiave, iniziava a dubitare che appartenesse a lui. Non trovando nulla ,accese il portatile che si trovava sul tavolo del soggiorno e cercò informazioni sulla Fleet Bank. Google la collocava al 115 di Talent Road in Litchfield.
6
Dopo l'ennesima notte trascorsa sul divano, Caroline si alzò a preparare la colazione per i bambini. Salì nelle loro camere a svegliarli aprendo le imposte e facendo entrare la debole luce del mattino. Dalla morte di Tim aveva preso l' abitudine di svegliarli un po' prima del consueto per poter rimanere qualche minuto accanto al loro letto e coccolarli prima che si alzassero per affrontare una lunga e difficile giornata. Prima si fermava nella camera di Kathy ,la maggiore, si sedeva sul ciglio del suo letto ,le scostava dal viso i lunghi capelli ribelli ,del colore del sole, che aveva ereditato dal padre, le ricopriva il visino di baci finché non apriva gli occhi assonnati. Kathy era sempre stata una bambina chiusa e molto sensibile , per questo Caroline temeva che per lei sarebbe stato ancora più difficile superare la perdita del padre. A soli sette anni aveva capito perfettamente la sofferenza e le difficoltà della sua mamma in quel frangente e cercava quindi di aiutarla nelle faccende domestiche o si occupava di suo fratello quando lei era occupata. Aggirava gli argomenti che potevano portare alla mente della mamma ricordi dolorosi e quella che fino a poco tempo prima ,era stata una bambina timida ,ma sempre sorridente e felice ,si era trasformata in un' adulta in miniatura ,che nascondeva dietro una maschera di apparente ingenuità e inconsapevolezza ,una grande sofferenza. "Buongiorno topolina, hai dormito bene?" le chiese stringendola tra le braccia. " Ho sognato papà" rispose la piccola sbadigliando "eravamo al lago e abbiamo pescato un pesce enorme " disse con un mezzo sorriso, che però si spense rapidamente . " Non potrò mai più andare a pescare con Jemy e il papà , mi piaceva così tanto!" disse con un filo di voce.
"So bene che non sarà la stessa cosa amore, ma appena arriverà la bella stagione andremo noi a pescare e cercheremo tutti insieme di ricordare quello che ci ha insegnato lui. Purtroppo dobbiamo abituarci all'idea che non tornerà e le cose che prima facevamo insieme, ora dovremo trovare il modo di farle da soli" Strinse la bambina tra le braccia e la riempì di baci cercando di distrarla . Dopo averla accompagnata in bagno e averle preparato i vestiti da indossare ,Caroline andò a svegliare Jeremy, il cucciolo della famiglia. Jemy come tutti erano soliti chiamarlo era esattamente l 'opposto della sorella ,cinque anni di energia vulcanica. Tenerlo fermo per qualche minuto era un' impresa. Sempre alla ricerca di luoghi da esplorare, era stato un assiduo frequentatore del pronto soccorso nella sua breve vita ...tagli ,ossa rotte , punture d'insetto ,dove c 'era la possibilità di farsi male lì c' era Jeremy ,non poteva resistere al richiamo dell' avventura . Fisicamente somigliava a lei, era molto più alto e robusto dei suoi coetanei, ma caratterialmente era schietto e diretto come il padre. Spesso non rifletteva prima di parlare e questo era motivo di litigio con la sorella o con i compagni, ma come i suoi suoceri non perdevano occasione di ricordarle, lui era un vero Green.. sempre dritto al punto. Dopo averlo svegliato, doveva trattenerlo a forza per vestirlo, perché lui con gli occhi ancora semi chiusi già si divincolava per correre al piano di sotto ,uscire e controllare quale tempo ci fosse per poter organizzare le sue attività quotidiane. "Dopo la scuola vado in cantiere col nonno "disse mentre Caroline cercava di farlo stare seduto a consumare la sua colazione. "Non se ne parla Jemy.. oggi c'è in programma la demolizione della casa dei Simpson è troppo pericoloso"....lo redarguì Caroline.
"Ma il nonno mi ha promesso di farmi vedere la casa che crolla " disse mimando la detonazione con gesti teatrali e producendo buffi suoni con le sue piccole labbra. " Non importa cosa ti ha detto il nonno , io non sono d' accordo e sono tua madre quindi tu ubbidisci a me," ribatté Caroline esasperata dalle continue intrusioni dei suoi suoceri. Quando si trattava di Jeremy , la sua opinione non veniva mai presa in considerazione si rivolgevano a Tim per qualsiasi cosa, come se lui ne fosse l 'unico genitore e alle sue rimostranze obbiettavano con un .."Sono cose da uomini... non vorrai che il bambino cresca come uno yuppie newyorkese che non distingue un martello da una sega... diventerebbe lo zimbello di amici e compagni di scuola." Lo consideravano fondamentalmente l'erede dei Green, avevano già pianificato che un giorno l'impresa di famiglia sarebbe stata sua e agivano perseguendo l' obbiettivo di prepararlo a tale vita sin da quando era nato. Questo elemento era stato un motivo di attrito nel rapporto con i suoi suoceri, che senza considerare il suo punto di vista trattavano Jeremy come se fosse loro figlio. Nonostante Caroline si fosse sempre dimostrata condiscendente per evitare di inquinare i rapporti familiari, detestava non avere il controllo sull'educazione dei suoi figli. Prima Tim interveniva per mediare le controversie ma ora, era rimasta sola a combattere contro i Green.
7
Dopo aver accompagnato i bambini a scuola Caroline aveva appuntamento alla Newtown Saving bank di Woodbury per sbrigare col Direttore alcune formalità riguardo il conto corrente. Lei e Tim avevano sempre gestito tutto in comunione di beni, ma ora che lui non c' era più, andava corretta l' intestazione del conto e dei depositi a nome dei bambini ,che loro due avevano creato per l' università dei ragazzi. Al suo arrivo in filiale venne accolta da Maggie Swan, la giovane segretaria del signor Staedler. Compensava la scarsa altezza con dei tacchi vertiginosi, masticava nervosamente un enorme chewing-gum rosa, diffondendo ad ogni sua parola un forte aroma di fragola e il vestitino primaverile che indossava era confezionato con un tessuto quasi trasparente, il tutto unito ad una voce squillante e leggermente stridula che la rendeva più adatta ad una televendita che ad accogliere clienti nella principale banca della città. "Prego signora Green ,il Direttore l'attende!" disse con una sorta d' inchino degno di una debuttante al ballo, e prima di aprirle la porta dell' ufficio si avvicinò a lei con una espressione che doveva simulare uno sguardo affranto e le sussurrò.. " Mi spiace per suo marito era davvero un bell'uomo...." e con un rapido gesto spalancò la porta lasciandola incapace di rispondere a quell'assurdo tentativo di condoglianze. L'ufficio di Staedler era poco luminoso, austero, una stanza arredata con antichi mobili di colore scuro e priva di orpelli di qualunque genere. Di fronte all'imponente libreria che fungeva da archivio, il signor Staedler l 'attendeva in piedi, a lato della massiccia scrivania. " Benvenuta mia cara, colgo quest' occasione per esprimerti di nuovo tutto il mio
cordoglio" disse con quel suo modo affettato di parlare, che lo faceva risultare poco sincero. "Ho visto crescere Tim ,sai che il legame tra le nostre famiglie è di antica data, quindi comprendo appieno il senso di vuoto che provi, ma ricorda che così come Timothy era uno di noi ,ora lo sei anche tu, per cui non esitare a chiedere se hai bisogno di qualcosa" disse stringendole le mani in una presa poco salda e leggermente umida. Incredula e stanca di sentire quella frase per l' ennesima volta Caroline accennò un sorriso e facendo appello a tutta la cortesia di cui fosse capace in quel momento si mise a sedere . "Lei è molto gentile ,ho apprezzato la partecipazione di tutti al funerale, per me e soprattutto per i bambini è stato molto importante". "Ma naturalmente cara ,Tim era amato da tutti e anche se questa tragica fatalità ce lo ha portato via è giusto che i suoi figli sappiano che tutti noi continueremo ad amarlo." "Ora veniamo al motivo della tua visita , non voglio tediarti con noiose spiegazioni sull'iter burocratico, se hai con te il certificato di morte lasciami pure la tua copia, provvederò io stesso a sbrigare tutte le formalità senza crearti ulteriori incomodi." Mentre parlava prese l'originale del documento e lo ripose in una cartellina che sull'intestazione riportava il nome di Tim e porse a Caroline dei fogli vuoti, in calce ai quali le chiese di apportare la sua firma. "Scusi " esordì Caroline " dovrei firmare dei fogli bianchi? Credevo che mi avesse dato appuntamento perché i documenti già pronti richiedevano la mia firma." "Stai tranquilla cara" le disse rivolgendole un sorriso condiscendente come quello che si propina ad un bambina che desidera una spiegazione che non potrebbe comprendere.." poi farò stampare dalla mia segretaria il testo del documento, è un lavoro un po' lungo e Maggie non è esattamente un fulmine quando si tratta di scrivere documenti." Dando qualche nervoso colpo di tosse le disse con un mellifluo tono di voce.
" Siamo in famiglia cara, di solito non ci preoccupiamo troppo delle formalità, davo per scontato che questo trattamento andasse bene anche per te." Caroline in quel momento era ancora troppo frastornata per ingaggiare una diatriba dialettica con quell'uomo ma si ripromise di tornare dopo qualche giorno per avere una copia del documento e controllare che tutto fosse a posto. "Certo ,non si preoccupi" rispose" le darò il tempo che le occorre ..rierò la prossima settimana, per sapere se ha bisogno d'altro". Staedler nel frattempo l' aveva raggiunta e porgendole la mano l' aveva invitata ad alzarsi. Come se comunicassero per via telepatica proprio in quell'istante Maggie entrò nella stanza e facendole strada l'accompagnò all' uscita. Caroline si avviò al parcheggio e una volta entrata nella sua auto , non riuscì più a trattenere le lacrime . Negli ultimi anni la sua vita a Woodbury era divenuta sempre più difficile, non sopportava lo sguardo indagatore dei suoi abitanti ogni volta che la incrociavano per la strada o la totale mancanza di privacy. Quello che anni addietro le era sembrato un paradiso dove far crescere i suoi figli si era lentamente trasformato in una prigione. La sua insofferenza aveva minato il rapporto con suo marito, e probabilmente se quella sera non avessero discusso, ora Tim sarebbe stato al lavoro . Il senso di colpa era così opprimente che non le permetteva di respirare, inoltre in fondo al suo cuore sentiva che qualcosa non quadrava , non riusciva a spiegarsi questa strana sensazione, ma questo pensiero non le dava pace. Ad un tratto sentì bussare al finestrino dell' auto. Asciugandosi alla meglio il viso, azionò l 'abbassa cristalli e si voltò. "Ciao Leni, tutto a posto? Ti senti bene?" " Sì Lex ,scusa non ti ho visto arrivare, sei di pattuglia?"
" Ho quasi concluso il turno di notte... cosa fai qui?" " Avevo appuntamento col signor Staedler.....detesto quell' uomo" osò borbottare sottovoce. " Senti se non hai altri impegni riporto l' auto in centrale e poi vengo da te così facciamo due chiacchiere". " Non ti preoccupare .... per stamattina ho ancora delle commissioni da sbrigare e poi vado a prendere i bambini a scuola." " Ma non se ne doveva occupare Elisabeth?"ribatté lui. " Non sono invalida Lex, ho deciso di andare io, hanno già perso il padre, non voglio che si sentano abbandonati anche dall' unico genitore che è rimasto loro" rispose infastidita. "Anche tu hai bisogno di tempo ,anche le tue ferite devono rimarginarsi e se continuerai a farti sopraffare dal senso di colpa non sarai d'aiuto a nessuno!" " Senti ora devo andare , che ne dici se ci vediamo stasera per cena? Metto a letto i bambini e poi preparo qualcosa per noi”...chiese Caroline addolcendo il tono che aveva usato poco prima in preda allo sconforto. "Non cucinare nulla ...porto la pizza così potrai rilassarti un po'. " " Ok, grazie, a stasera!" " Ma figurati!!!"sorrise e voltandosi la salutò, toccandosi la punta del cappello d 'ordinanza. Caroline adorava quel gesto e guardandosi nello specchietto retrovisore per sistemarsi vide sul suo volto, un accenno di sorriso.
8
Guidando in direzione di Litchfield ,Caroline notò che il cielo si stava oscurando . Nuvoloni grigi e minacciosi riempivano l'orizzonte, non doveva percorrere molti chilometri ,ma se avesse iniziato a piovere a dirotto ,il mal tempo l' avrebbe rallentata e non poteva permetterselo. Nessuno sapeva dove fosse diretta ,si era assentata senza avvertire . La pioggia iniziava a cadere più intensamente , Caroline strinse il volante con più forza, doveva concentrarsi sulla strada che in quel tratto era più pericolosa ma a mala pena riusciva a vedere la strada. Ad un certo punto rallentò, guidava praticamente a o d' uomo, quando al miglio 17 li vide. I segni sull'asfalto di una brusca sterzata e il parapetto alla sua destra divelto. Quello era il punto in cui Tim era precipitato. Un dolore lancinante le trafisse il petto. "Perché? Perché lo hai fatto?"...gridò..." A cosa pensavi ?Cosa ti è successo? Dove stavi andando?" Poi con un filo di voce disse "Perché mi hai lasciata sola ... senza risposte ?" Mentre piangeva si accorse dei cartelli di segnalazione, era quasi arrivata. Cercò di asciugarsi il viso con la manica della giacca ,per fortuna l'impeto della pioggia stava calando. Entrata in Litchfield, iniziò a cercare indicazioni per raggiungere la Fleet Bank.
Estrasse dalla borsa l'indirizzo che aveva trovato in internet e accostandosi chiese delucidazioni ad un ante. "Mi scusi cerco la sede della Fleet Bank, può indicarmi dove si trova Talent Road?" "E' quasi arrivata Signora... avanti ancora un paio di isolati e poi giri alla sua sinistra...è un grosso edificio a vetri ..è impossibile non notarlo." Rispose l'uomo che sferzato dal vento e dalla pioggia cercava di ripararsi con la cerata che indossava. " La ringrazio" rispose Caroline e si avviò. In effetti le indicazioni si rivelarono precise e come le era stato detto l' edificio era perfettamente riconoscibile. Caroline si fermò nel parcheggio riservato ai clienti e si sistemò il trucco, guardandosi nello specchietto retrovisore. Prese la borsa, controllò che la chiave fosse ancora nella tasca con la zip, dove l' aveva riposta e traendo un profondo respiro scese. Chiuse l'auto e s 'incamminò verso l' entrata. Superate le porte scorrevoli l'ambiente che le si parò davanti era decisamente più grande di quanto si aspettasse. Per un attimo si aggirò per l'ingresso senza sapere dove andare , poi vide alla sua destra uno sportello informazioni e decise di mettersi in fila. Arrivato il suo turno un giovane la salutò distrattamente ma con un tono cordiale. "Buongiorno, come posso aiutarla?" " Mi scusi io sono in possesso di una chiave di una cassetta di sicurezza che apparteneva a mio marito a chi devo rivolgermi?" Il ragazzo la guardò perplesso e rispose..." Signora le cassette sono personali, può accedervi solo il titolare...mi dispiace... " "Capisco ... ma vede mio marito è deceduto in un incidente"...disse Caroline con
la voce incrinata ..." e vorrei solo..." " In questo caso attenda un attimo...le chiamo il direttore!" Il giovanotto dall' impeccabile taglio di capelli prese il telefono, compose il numero e si fece are l'interno . Durante l' attesa alzò lo sguardo e le fece cenno di aspettare sui divanetti antistanti. "Il Direttore la raggiungerà tra poco" le disse prima di riagganciare il ricevitore. " La ringrazio è stato molto gentile " Trascorsi all'incirca una decina di minuti , fu raggiunta da un uomo molto alto, in abito scuro . "Buongiorno Signora "disse porgendole la mano," sono Jay Butler, il Direttore...come posso aiutarla ? Michael mi ha parlato di un problema con le cassette di sicurezza se vuole seguirmi nel mio ufficio, vedrò cosa posso fare." " La ringrazio per la sua disponibilità, sono Caroline Green" rispose stringendogli la mano. Sentendo il suo nome il direttore si bloccò. "Mi scusi, come ha detto?" "Mi chiamo Caroline Green" ripeté lei. " Mi perdoni lei è la moglie di Timothy Green?" "Si perché?" chiese Caroline sorpresa. "Mi chiedevo cosa fosse accaduto .Vede, essendo il direttore, molto spesso mi trattengo oltre l'orario d' ufficio e i miei clienti speciali, ovvero quelli che possiedono una cassetta di sicurezza sono al corrente di questa mia abitudine e spesso mi chiedono di accedervi proprio quando la banca è oramai chiusa...sa per ragioni di discrezione. Una settimana fa ho ricevuto da suo marito una telefonata in cui mi pregava di permettergli l' accesso alla cassetta... era un po' agitato e mi disse che si trattava di una cosa importante, io naturalmente ho accettato.... ma poi lui non si è presentato .
In questi giorni ho provato a rintracciarlo al recapito che mi aveva lasciato ma non sono riuscito a trovarlo." "Mi scusi ...credo di non aver capito bene" chiese tremante. "Lei mi sta dicendo che mio marito l' ha chiamata ? Quando esattamente?" "Sette giorni fa .. erano circa le 20.00 .. me lo ricordo perché quella sera ho terminato di lavorare molto tardi Si sente bene signora?" "Non molto ...avrei bisogno di un bicchiere d' acqua." " Provvedo subito " le rispose sollecito il direttore e aprendo la porta del suo ufficio chiese alla segretaria di portare dell'acqua. La ragazza entrò qualche secondo dopo e porto il bicchiere a Caroline ,si congedò chiudendo la porta dietro di sé. "Mi scusi.. mi scusi tanto..." disse con un filo di voce. " Vede mio marito è morto quella stessa sera in un incidente , sulla strada panoramica che porta qui ,da Woodbury, la città in cui abitiamo, è uscito di strada precipitando nel lago Bantam." "Sono davvero addolorato Signora, mi creda, non sapevo nulla" disse l'uomo incredulo. "Quando un cliente apre una cassetta qui da noi ,a tutela della privacy ,non chiediamo informazioni sul domicilio o sulla famiglia , abbiamo solo un recapito , solitamente un numero cellulare di riferimento. Non potevo immaginare.. ho pensato ad un contrattempo." Caroline sentiva la testa girare vorticosamente. "Senta posso vedere il contenuto della cassetta per cortesia? So che le chiedo molto, ma la prego è davvero importante ...mio marito è morto per venire qui, devo capire cosa è accaduto. Il Signor Butler si tolse gli occhiali e si strofinò gli occhi ,assorto. " D' accordo Signora , ma non dovrà farne parola , suo marito è morto e nessuno è al corrente del fatto che possedeva questa cassetta e le cose dovranno rimanere
così. Capisce che se dovesse trapelare una simile informazioni io mi troverei in grossi guai." " Non si preoccupi, svuoterò la cassetta e lei non mi rivedrà mai più". Il direttore si alzò e la invitò a seguirlo . Percorsero un lungo corridoio illuminato dai neon, presero un ascensore che li portò al piano di sotto ed entrarono in una sorta di caveau. "Ha con se la chiave?" " Certo eccola.." rispose mostrando il piccolo oggetto luccicante al direttore. Lui estrasse dalla tasca un mazzo di chiavi e ne scelse una che infilò nella parte superiore di un piccolo sportello. Una volta aperto estrasse dall' interno una lunga cassetta. " Prego" le fece cenno di seguirlo. La condusse in una stanza adiacente e posò la cassetta su un tavolino. " Potrà aprirla appena sarò uscito" le disse richiudendosi la porta alle spalle. Caroline attese qualche secondo ,avrebbe voluto sedersi ma non c'erano sedie, le tremavano le gambe. Cosa avrebbe trovato lì dentro? Perché per Tim era così importante nascondere il contenuto di quella cassetta? Strinse la chiave così forte che il suo palmo ne portava i segni. Poi si fece coraggio...infilò la chiave nella serratura e girò. Dopo un leggero scatto la cassetta si aprì, Caroline sollevò il coperchio rivelandone il contenuto.
A prima vista si trattava di documenti, fotocopie per la precisione, rendiconti bancari , permessi , pagine di libri contabili. Sembravano riguardare l' impresa di famiglia, niente che giustificasse una cassetta di sicurezza o l'urgenza di entrare in possesso di quei fogli alle otto di sera. Era così confusa che infilò tutto nella borsa e una volta richiusa la cassetta uscì dalla stanza. Il signor Butler riprese la cassetta e la ripose nel vano da cui l'aveva estratta rivolgendosi a Caroline le chiese indietro la chiave. "Spero che abbia trovato ciò che cercava Signora. Ora la saluto e le porgo ancora le mie condoglianze. Per uscire deve salire al primo piano e ripercorrere il medesimo corridoio dell' andata." "La ringrazio di tutto, è stato un piacere conoscerla…addio.." Senza accorgersene strinse tra le braccia la borsa come se contenesse la refurtiva di una rapina , ripercorse la strada che aveva fatto poco prima col Direttore, fino all'uscita ,dove si rese conto di aver trattenuto il respiro fino allo stremo della sua capacità polmonare. Raggiunse rapidamente la sua auto ,salì e partì per tornare a casa. Durante il tragitto non riusciva a credere a ciò che era appena accaduto. Ecco dov'era diretto suo marito. Aveva fatto così tante ipotesi, aveva persino pensato che Tim avesse un' amante a Licthfield e invece era questo il suo segreto....dei documenti. La chiave scoperta per puro caso aveva risposto ad una delle sue domande sulla morte di Tim, ma ebbe l'impressione che questo fosse solo l'inizio. Se Tim aveva preso un appuntamento col Direttore , allora un altro interrogativo trovava risposta., lei non aveva colpa per quanto era successo, Tim non si era gettato dalla scogliera in un attimo di disperazione. Ma cosa era accaduto davvero quella notte?
9
Rientrata a casa ,si accorse di avere gli abiti bagnati e approfittando dell'assenza dei bambini decise di fare un bagno caldo. Riempì la vasca , si spogliò e s' immerse nell' acqua . Nonostante la prima parte della giornata l' avesse messa a dura prova ,in quel momento, nell'intimità del suo bagno ,sola con i suoi pensieri si sentì pervadere da una strana sensazione di quiete, come se si fosse liberata da un peso terribile. Dalla morte di Tim ,oltre naturalmente alla sua mancanza e ad una profonda tristezza, aveva provato un senso di colpa così opprimente da non permetterle di valutare obbiettivamente la situazione. Ora ,anche se le circostanze che le avevano portato via suo marito erano lungi dall' essere chiarite, per lo meno era certa di non essere lei la diretta responsabile. Nei giorni precedenti ,aveva fatto le ipotesi più assurde, il tradimento ,il suicidio di suo marito... ora le pareva tutto frutto di un viaggio allucinogeno causato dai farmaci di Pick. L'immagine della vita che conosceva aveva ripreso dei contorni definiti, anche se ancora risultava un po' sgranata. Tim l'amava e amava i suoi figli, qualcosa lo aveva spinto ad allontanarsi nell' ultimo periodo, forse preoccupazioni di carattere finanziario di cui non l' aveva messa al corrente, ma niente più di questo ,nessuna fantomatica relazione, nessun gesto estremo dovuto all'incapacità di gestire la loro relazione. Restava da capire perché quei documenti fossero tanto importanti per lui. Jasper, Jasper Gilmore. Il nome del suo amico ai tempi dell' università le attraversò la mente come un lampo a ciel sereno.
"Dovrei avere ancora il suo numero da qualche parte" ... pensò mentre usciva dalla vasca. "Lui era un brillante studente di economia " disse tra sé" sicuramente saprebbe darmi spiegazioni più precise riguardo il contenuto di quei documenti." Assorta nei suoi pensieri si asciugò, indossò rapidamente dei jeans e una maglietta e prese l' agenda dalla sua borsa per cercare in rubrica il numero dell' amico. "Eccolo!! "Esclamò euforica ,come se una scossa di adrenalina l' avesse riportata in vita dopo la morte apparente di quei giorni. Scese velocemente le scale e dopo aver raggiunto il telefono in cucina, compose il numero. Il telefono squillò per qualche secondo.. "Pronto.." rispose una voce profonda . " Jasper ..ciao sono Caroline Bills... come stai? " " Caroline.. davvero sei tu? Non ci sentiamo da tempo ..io sto bene ... sto per sposarmi ..e ora lavoro per una grande multinazionale canadese, anche se spesso collaboro ancora con Yale. Ma dimmi di te.. come stai?" " Purtroppo non è un bel momento per me ,mio marito è morto qualche giorno fa in un incidente , quindi sono ancora sotto shock !" " Mi dispiace tantissimo.. ti faccio le mie condoglianze... " "Grazie Jasper .... perdonami, non era mia intenzione guastare il momento di gioia che ti appresti a vivere... ma ti ho chiamato perché ho davvero bisogno del tuo aiuto, mi occorre la tua consulenza per decifrare dei documenti importanti, come ben sai l' economia per me è sempre stata una materia ostica. Vivi ancora a New York?" "Sì vivo ancora qui, anche se spesso sono lontano per lavoro. Senti se per te non è un problema possiamo incontrarci domani , come ti ho accennato prima ,sono a Yale per qualche giorno per tenere una conferenza di Sales Management ,se
riesci a raggiungermi qui pranziamo insieme e mi spieghi di cosa si tratta .. sei d' accordo?" " Grazie Jasper sei davvero un amico, non sai quanto sia importante per me.. domani andrà benissimo! " " Ok allora a domani " " Perfetto il mio numero di cellulare è sempre lo stesso... se ci fossero problemi puoi contattarmi così... grazie ancora Jasper a domani." Terminata la telefonata Caroline chiamò sua suocera per chiederle di tenerle i bambini l'indomani. " Non preoccuparti , sono felice di occuparmi di loro....mi mancano," rispose Ester..." anzi sai cosa ti dico... potrei andare a prenderli a scuola nel pomeriggio, potrebbero restare qui a dormire e domani dopo il tuo appuntamento i a riprenderli. Mi sento così sola ... mi darebbero un po' di conforto." " D' accordo ... vengo a prenderli domani.. ma stasera fammi chiamare dopo cena ...così do loro la buonanotte," acconsentì "ti ringrazio della disponibilità ci vediamo domani." "Di nulla cara a domani" concluse Ester chiudendo la comunicazione. A Caroline non piaceva che i bambini dormissero fuori casa, ma era costretta a fare un eccezione, inoltre aveva promesso a Lex che avrebbero cenato insieme e preferiva che i bambini non ci fossero ,non voleva che la presenza di un altro uomo in casa acuisse la mancanza del loro papà e inoltre lo avrebbero subito detto alla nonna ,che naturalmente avrebbe trovato da ridire. Avendo a disposizione il pomeriggio andò a prendere la sua borsa e ne estrasse i documenti di Tim. Come aveva notato la prima volta che li aveva visti , non si trattava di originali, erano tutte fotocopie. Molti erano estratti conti, su cui Tim aveva evidenziato delle cifre molto alte che venivano prelevate con una certa regolarità.
Altri erano contratti di concessioni di terreni e proprietà a favore di Harold Green e altri ancora sembravano permessi edilizi e appalti per la costruzione di abitazioni o edifici adibiti a negozi. Nonostante avesse guardato e riguardato quei fogli per mezza giornata francamente non era riuscita a capire perché fossero così importanti. L'unica cosa che le pareva strana erano i prelievi in denaro ,che erano sempre dello stesso importo e venivano trasferiti sempre agli stessi tre numeri di conto. A giudicare dalla data degli estratti, erano anni che venivano effettuate queste transazioni. Perché allora, Tim aveva ritenuto necessario fissare un appuntamento col direttore e recuperarli a quell'ora della sera? Caroline si rese conto di avere un gran mal di testa e quando sollevò lo sguardo ,vide che l'orologio del soggiorno segnava le 18.00…Lex sarebbe arrivato di lì a un 'ora al massimo. Decise di riordinare tutto. Desiderava mostrargli ciò che aveva scoperto, ma prima di fare la figura dell'incompetente o peggio della stupida ,sollevando un inutile vespaio, voleva avere informazioni più precise. Sistemò i documenti nel cassetto del suo comodino ,al piano superiore e poi si cambiò per la cena. Alle 19.00 in punto Lex suonò il camlo e quando aprì, lo trovò sulla porta con una pizza gigante che diffondeva il suo profumo per tutto il vialetto. " Spero tu abbia appetito.. "disse sollevando la scatola come un trofeo. "Si direi che il mio stomaco brontola già da un po'...dai entra stasera fa freddo " Si diressero in cucina e dopo essersi serviti a vicenda , mangiarono parlando del più e del meno. " Lo prendi un caffè ?" chiese Caroline "anche se quello di casa non regge il confronto con quello dello Split
Rail." "Non preoccuparti.. la mia dipendenza da caffeina non mi consente di fare troppe distinzioni" rispose Lex . "Per fortuna sei cosciente di bere ettolitri di caffè..." sottolineò Caroline sorridendo. " So che è contro i miei interessi ma ... dovresti ridurre le dosi... sei un vero drogato!" "Ne sono perfettamente consapevole ,ma è l'unico vizio che mi concedo nella vita e poi con i turni e miei orari assurdi è l 'unica cosa che mi permette di non addormentarmi in auto e di essere sempre vigile e attento!" "Come si addice ad ogni supereroe che si rispetti!" Esclamò Caroline. Lex la osservò ridere per qualche istante e poi ...sfiorandole la guancia con un dito le disse "E' successo qualcosa Leni?" " Perché?" replicò lei , mascherando un leggero imbarazzo. " Perché stamane quando ti ho incontrata eri a pezzi ,non dico che ora tu sia il ritratto della salute e della felicità ,ma stai decisamente meglio ... se il merito non è degli antidepressivi allora dev'essere accaduto qualcosa." Caroline realizzò in quell'istante che Lex doveva conoscerla davvero bene. Le dispiacque mentirgli , ma si sarebbe fatta perdonare dopo aver parlato con Jasper. Cercando di cambiare argomento tornò all'osservazione sui farmaci. " Lascia perdere... ho smesso di prendere quella roba, il dottor Pick li elargisce come caramelle .. dovrebbe essere meno prodigo, non sono mai stata d' accordo con l 'uso di psicotropi ,figuriamoci un uso smodato ,mi è sembrato di vivere un incubo in questi giorni. Mio marito mi manca da morire ,i farmaci mi aiutano a tollerare il dolore ,ma offuscano la mia capacità di giudizio , mi sentivo così in colpa, ho persino
pensato che Tim avesse un'altra donna... assurdo!!! "Cosa? Ma come ti è venuta un 'idea simile? Io non ho mai stimato molto tuo marito, ma se ti avesse tradita, oltre a considerarlo un vero idiota lo avrei preso a calci fino a Litchfield." Rispose Lex con un tono leggermente rancoroso. " Tu sei una donna straordinaria e averti conosciuta è di per sé un privilegio, ma la possibilità di sposarti e dividere con te la propria vita è una fortuna che un uomo dovrebbe tenere ben presente in ogni momento.... per trovare di meglio avrebbe dovuto andare sulla luna," disse infine accorgendosi di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo . lo sfogo di Lex la lasciò decisamente senza parole ,sapeva che le voleva bene, ma che la considerasse in questi termini la sorprese. Per la seconda volta si ritrovò a cambiare discorso per evitare l'imbarazzo. Si alzò dallo sgabello e si diresse verso il frigorifero. " Visto che tu hai pensato alla cena ,io ho provveduto al dolce" disse posando la torta di lamponi sul bancone della cucina. " La mia preferita !!!" esclamò sorridendo Lex. Caroline prese i piatti , mentre Lex ne tagliava due fette. Dopo aver mangiato la sua porzione ,Lex fece il bis e infine soddisfatto ,com'era sua abitudine scrisse sul tovagliolo," PERFETTA" ,poi si alzò e mise i piatti nel lavello. " Sono contenta che ti sia piaciuta .. ma non devi sistemare.. lo farò io più tardi." In quel momento squillò il telefono . Erano i bambini che chiamavano per darle la buonanotte. Quando tornò in cucina, Lex aveva già sistemato i piatti sporchi nella lavastoviglie e rigovernato la cucina. " Non è possibile.. supereroe quando indossi la divisa e angelo del focolare tra le
mura domestiche... sei incredibile !" disse Caroline arrivandogli alle spalle. "Smettila di prendermi in giro.. io vivo solo, non ho una bella moglie che mi aspetta con la cena in caldo, ho imparato a fare da me," rispose ironico. "Non sono abituata a vedere un uomo in cucina tra piatti e lavastoviglie. Tim era un uomo all'antica" replicò lei con una punta di tristezza nella voce. Lex si avvicinò e la strinse delicatamente tra le braccia sussurrandole.. " io non sono Tim e quando avrai bisogno di me ,per qualunque cosa, ci sarò." Caroline si lasciò stringere e lasciò scorrere le lacrime che aveva cercato invano di trattenere. Dopo averla lasciata sfogare, Lex prese della carta assorbente e gliela porse perché si asciugasse il viso e poi le chiese.. "Chi era al telefono?" "Erano i bambini , sai che non voglio che dormano fuori , ma domattina ho un appuntamento con un vecchio compagno di scuola a Yale e mia suocera ha insistito per tenerli con sé anche stanotte, non sono riuscita a negarglielo, credo che soprattutto Jemy sia per lei un succedaneo di Tim, però l'ho pregata di farmi chiamare per dare loro la buonanotte." " Pensavo che fossero già a dormire.. ma meglio così almeno non riferiranno ad Ester che sono stato qui, sono sicuro che non perderebbe l'occasione di farti notare quanto sia disdicevole per una giovane vedova intrattenersi a cena con un uomo, da sola." " E' esattamente quello che ho pensato io ...Ester Green vive ancora nel medioevo, una donna senza marito o consanguinei che la proteggano è facile preda del peccato" disse con un sorriso amaro. "E questo la dice lunga sull'opinione che ha di me ..." rispose Lex. "Non farei mai nulla che ti esponesse al pettegolezzo ,la gente di Woodbury sa essere molto crudele...a proposito.. " disse guardando l'ora.. "è tardi ,è meglio
che vada... devo farmela a piedi fino a casa. " "Perché?... Cosa è successo alla tua auto?" " Nulla... sono venuto a piedi perché temevo che qualcuno vedendola parcheggiata nel tuo vialetto fino a quest'ora potesse malignare " disse abbassando lo sguardo. " Sei proprio un uomo eccezionale Alexander Cartrite !" disse Caroline restituendogli almeno in parte i complimenti che le aveva fatto durante la serata. "Grazie della cena ... hai riportato un po' di normalità nella mia vita così caotica di questi giorni e come sempre ,hai sopportato i miei sfoghi." " Non ti preoccupare Leni, quando hai bisogno di me ..chiama, " le disse indossando la giacca e preparandosi ad uscire. " Il tuo dono Lex, è che arrivi quando ho bisogno di te, senza che io ti chiami...grazie di tutto.." gli disse baciandolo sulla guancia. " Di nulla , buonanotte Leni" disse lui avviandosi e mentre lo guardava allontanarsi nel buio ,ferma sulla porta , notò che si stava toccando la guancia che lei aveva appena baciato.
10
Al suono della sveglia Caroline si alzò, si vestì e si preparò un caffè che mise nel thermos. Fuori c'era una bella giornata tiepida e profumata. La primavera era sempre stata la sua stagione preferita ,le piacevano il profumo di fiori che riempiva l'aria, la brezza fresca ,il sole caldo dopo il grigiore invernale e i colori che parevano più intensi. Rimase per qualche secondo al centro del vialetto ,con gli occhi chiusi per godersi il tepore del sole,le mancava moltissimo condividere queste esperienze con suo marito. Strinse le braccia intorno al proprio corpo come a ricordare l'abbraccio di Tim, poi aprì gli occhi e si accorse che la sua vicina ,Elisabeth , la guardava in silenzio. "Ciao Caroline.. tutto bene? Hai bisogno che porti i bambini a scuola?" "No ,ti ringrazio, ci pensa mia suocera questa mattina." rispose lei ricomponendosi. "Figurati ,se ti occorre altro...fammi sapere" disse Elisabeth ,rientrando in casa dopo aver raccolto la copia del quotidiano dal prato. "Grazie ..lo farò.. buona giornata.." disse congedandosi. Dopo aver preso le chiavi dell' auto nella tasca della giacca ,salì in macchina e si diresse a Yale. Durante il tragitto ,ripensò ai documenti che giacevano sul sedile posteriore. Ci aveva riflettuto tutta la notte, le erano sorti dubbi anche riguardo le concessioni delle proprietà.
Il signor Simpson era morto due settimane prima, e in mattinata Harold si apprestava a demolire la proprietà per costruirne una nuova. Era una vecchia casa in effetti, ma perché fare tutto così rapidamente? Forse nei piccoli centri la burocrazia era minore e i tempi per ottenere permessi più rapidi rispetto alla città ma le pareva comunque che tutto si fosse svolto decisamente troppo in fretta. Il tragitto da percorrere non era breve, così decise di accendere la radio e ascoltare un po' di musica ,cercò qualcosa di rilassante ,perché si sentiva inspiegabilmente in ansia. Cos'altro sarebbe emerso dal suo incontro con Jasper? In alcuni momenti temeva che l'aggrapparsi ai risvolti sconosciuti di questa vicenda fosse un espediente per non lasciare andare Tim, in altri invece temeva di scoprire che suo marito le avesse nascosto qualcosa e che lei non se ne fosse accorta perché troppo assorbita dal lavoro e dai bambini ,a quel punto riemergeva il senso di colpa. Aveva sempre creduto di conoscere bene l'uomo che aveva sposato e che tra loro ci fosse un legame molto stretto ,come le era potuto sfuggire che lui avesse delle preoccupazioni riguardo il lavoro ?Come aveva fatto a non capire che il suo atteggiamento scostante degli ultimi mesi era la conseguenza delle preoccupazioni che lo tormentavano? Dopo circa un' ora di tragitto vide l'uscita per New Haven ,s'incanalò nella corsia alla sua destra e guadagnò l'uscita . Aveva appuntamento con Jasper per l'ora di pranzo, essendo in anticipo, pensò di fare un giro per il campus e di andare a salutare il professor Ledger. Dal parcheggio ,percorse parte di Chapel Street , e svoltò a destra lungo College Street in direzione della Connecticut hall ,il più antico edificio di Yale e l'unico rimasto di una fila di edifici georgiani dell'Old Campus, in cui si trovava l'ufficio del professore. Come immaginava ,le abitudini dell'uomo non erano cambiate ,era nel suo ufficio a correggere le tesine dei suoi studenti, e quando la sua segretaria gli annunciò la visita di Caroline si alzò e la accolse con un caloroso abbraccio.
"Mia cara ,come sono felice di vederti!" esclamò . "Sentiamo tutti la tua mancanza... cosa ti porta qui?" " Sono molto felice anch'io di vederla sempre in forma Professore!" disse rispondendo a sua volta all' abbraccio. " Ho un appuntamento con un vecchio amico per pranzo, ho bisogno della sua opinione in merito ad alcuni documenti di cui sono venuta in possesso dopo la morte di mio marito" disse con un filo di voce, ricordando all'ultimo momento che il Professore non era al corrente degli ultimi avvenimenti. " Come dici mia cara, tuo marito è morto ?" chiese sorpreso Ledger. "Sì Professore, poco più di una settimana fa ha avuto un incidente stradale .Sono rimasta sola con i bambini." rispose con gli occhi pieni di lacrime. " Sono tanto dispiaciuto ,sembra che la vostra storia non sia nata sotto una buona stella ,nonostante le premesse eccellenti..." disse stringendola di nuovo a sé in un abbraccio paterno. "Così pare.." rispose lei asciugandosi gli occhi con un fazzoletto. "Cosa hai intenzione di fare ora? Hai già dei progetti per il futuro?" " Sto valutando l'opportunità di tornare a vivere con i miei a New York, anche se a dire il vero imporre loro un cambiamento così radicale non mi entusiasma." " Caroline , sai che qui sarai sempre la benvenuta, tu eri il fiore all'occhiello della mia classe di sociologia, nonostante sia trascorso quasi un decennio ,non ho più avuto occasione di trovare una studentessa dotata come te. So che ti sei imposta delle rinunce per amore, anche se io non le ho mai condivise ,ma ora sei libera di tornare a percorrere la strada che avevi intrapreso anni fa. Ti basterebbe frequentare qualche seminario e dei corsi di aggiornamento per colmare le tue lacune, e potresti tornare a far parte della squadra ." "La ringrazio dal profondo del cuore per le sue parole ,professore, non immagina quanto abbia desiderato in questi anni tornare al mio lavoro." disse illuminandosi.
" Allora rifletti sulla mia proposta e poi fammi sapere ,potresti metterti in pari durante le vacanze estive e tornare a lavorare per l'inizio dei corsi in autunno." " Lo farò professore, grazie della fiducia che sta riponendo in me ,in questo momento così cupo avevo proprio bisogno di una buona notizia, le farò sapere al più presto." Prese la sua giacca e prima di congedarsi abbracciò di nuovo il suo mentore. " La saluto professore , vado al mio appuntamento ,le auguro buon lavoro." "Buona giornata mia cara, e fammi avere tue notizie al più presto!!" " Lo farò... arrivederci e grazie ancora." disse uscendo dall' ufficio. Si richiuse la porta alle spalle ,salutò la segretaria del Professore e si avviò all'uscita del padiglione. Dopo l'incontro con Ledger, si sentiva scossa da una moltitudine di sentimenti diversi ,era felice di avere l'opportunità di riprendere le fila della sua vita, ma al tempo stesso, il pensiero che per ritrovare se stessa aveva dovuto perdere Tim,le provocava un profondo dolore. L'idea di dare una svolta alla vita di cui si era sentita prigioniera per anni ,la rendeva euforica, ma di nuovo emergeva un aspetto negativo, i suoi figli avrebbero dovuto sopportare altri cambiamenti in un momento così difficile. E poi c'era Lex, come avrebbe fatto a vivere lontano da lui? E i suoi suoceri? Come avrebbero reagito alla notizia della sua partenza da Woodbury? Il suo cuore era in tumulto , aveva molte decisioni da prendere e non sapeva da dove iniziare. Lo splendido suono del carillon della Harkness Tower ridestò Caroline dai suoi pensieri e le annunciò che erano le 12.00 in punto. Ai tempi in cui studiava al campus quel motivo aveva scandito le sue giornate ,alle 12 e alle 18 in tutta New Haven riecheggiava la melodia proveniente
dall'opera di James Gamble Rogers ,progettata sulla base della St.Botolph's Tower in Inghilterra. Percorrendo Chapel Street, vide Jasper venirle incontro. " Ciao straniera, quanto tempo è ato!" disse lui abbracciandola. " Troppo ,hai ragione!" ribatté Caroline. "Mi dispiace di aver perso i contatti con tutti gli ex amici , ma la mia vita a Woodbury non mi ha lasciato alternative.... cercherò di rimediare in futuro." "Hai qualche progetto di cui non sono a conoscenza ?" chiese lui con un sorriso malizioso. " Stamattina sono arrivata in anticipo e ho pensato di are a salutare il professor Ledger, sai l'ho molto deluso in ato abbandonando il progetto di ricerca per ritirarmi a vivere di caffé e bagels ,ma lui è un uomo straordinario, non portando alcun rancore, mi ha chiesto di tornare a lavorare con la squadra il prossimo autunno." " Dici davvero? Ma è fantastico! E' un'incredibile opportunità, alla tua età forse l'ultima ,di poter prendere parte ad un progetto accademico così prestigioso!" "Ne sono consapevole, per questo non vorrei deluderlo di nuovo. Sai ora che sono rimasta sola con due bambini piccoli ,sarà ancora più complicato gestire la vita accademica, ma non voglio farmi sfuggire l'ultima occasione di riappropriarmi della mia vecchia vita." "Sono certo che riuscirai a trovare il modo di conciliare tutti i tuoi impegni!!Sei sempre stata una ragazza in gamba!" "Grazie Jasper ,per oggi ho ricevuto troppo complimenti , non mi capitava più da anni, ma veniamo al motivo del nostro incontro non voglio farti perdere altro tempo." "Certo andiamo , ho pensato di farti ritrovare l' atmosfera di Yale andando a
pranzo allo ZINC, se non ricordo male era il tuo locale preferito..." disse lui indicandole l' antico edificio. " Ricordi bene, Jasper, spero che non sia cambiato molto in questi anni." Quando Jasper le aprì la porta Caroline venne proiettata nel ato, il locale era esattamente come lo ricordava, uno stupendo arredamento minimalista , un miscuglio di new american con influssi asiatici che creava un risultato davvero unico ,perfetto per il cibo vivace che servivano. Una volta seduti ordinarono due Cobb Salad e Caroline estrasse dalla borsa i documenti che aveva portato. Jasper li osservò e lesse attentamente tutte le voci riportate sui rendiconti bancari. "In effetti "disse" ci sono delle anomalie ,da quanto riportato in questi documenti ,tuo suocero subito dopo l'acquisizione della proprietà , demolisce la casa ricevuta in dono ,e riedifica in tempi brevissimi in modo da rivendere case di lusso a nuovi proprietari che pagano cifre altissime in contanti .Posto che io non m'intendo di diritto e di concessioni edilizie, mi sembra che i tempi burocratici siano troppo brevi ,ma oltre a questo l'aspetto più strano è che le cifre incassate vengono poi ripartite equamente tra quattro conti correnti, sempre gli stessi da anni." disse mostrandole le voci evidenziate. " Esatto, avevo riscontrato anch'io questa stranezza .Perché dovrebbe dividere i soldi che guadagna con altri quattro fantomatici collaboratori? Harold lavora da solo, prima aveva Tim ,ma mio marito si è sempre occupato del lavoro manuale, percepiva un regolare assegno mensile che io andavo a versare e nessuno di quei conti è intestato a noi." "Oltre alla domanda legittima che ti sei posta, ovvero perché tuo suocero dovrebbe dividere i suoi introiti con altre persone senza avere una documentazione che giustifichi il pagamento di un qualsiasi tipo di prestazione, il problema reale è che i versamenti vengono fatti su conti che portano un codice iniziale che non corrisponde ai conti correnti degli Stati Uniti d'America. Intendiamoci avere conti all'estero non è un reato per un uomo d'affari, ma per una persona che possiede una piccola impresa edile nel Connecticut ,e che non è mai uscito dallo stato in vita sua, è effettivamente un po' sospetto," affermò Jasper ,pensieroso.
"C'è anche un altro aspetto poco chiaro" ribatté Caroline "perché mio marito ha fotocopiato questi documenti e li ha poi messi al sicuro in una cassetta di sicurezza di una banca in un'altra città rispetto a quella in cui viviamo? A questo punto temo che lui abbia scoperto ,che sua padre usi la sua attività per coprire un giro d'affari illeciti" "Tra i suoi complici c'è sicuramente il sindaco di Woodbury , Robert Hamilton ,grazie al quale può ottenere i permessi più rapidamente e superare gli ostacoli burocratici, ma non riesco ad immaginare chi possano essere gli altri ." "Per quanto concerne il mio campo ,io penso che questo periodico spostamento di ingenti somme di denaro , se fatto alla luce del sole per anni, avrebbe insospettito il fisco," disse Jasper avvicinando la sedia a quella di Caroline per poterle parlare con un tono di voce più basso. "Avrebbero sicuramente mandato degli ispettori a verificare che i lavori e i pagamenti venissero effettuati nei limiti della legalità . Se questo non è avvenuto, temo che il direttore della banca ,o qualcuno nelle alte sfere dirigenziali abbia coperto le tracce ,mascherando le transazioni finanziarie." " Ma certo " esclamò Caroline " come ho fatto a non pensarci? Il direttore della Newton Saving Bank è un amico d'infanzia di mio suocero , anzi fa proprio parte di quell'inseparabile quartetto di amici che comprende anche il nostro dottore di famiglia.! Non posso credere di essere stata così cieca, avevo tutti gli elementi sotto gli occhi e non sono riuscita a vedere il quadro d'insieme ." "Non essere così severa con te stessa" le disse affettuosamente Jasper. " Sono stati giorni davvero terribili per te, con tutto quello di cui hai dovuto occuparti , non è facile mantenere la lucidità che occorre per leggere tra le righe!" "Ti ringrazio molto, il tuo aiuto si è rivelato prezioso" "Ma figurati, sono molto felice di aver avuto l'occasione di rivederti e di esserti utile! Spero di pranzare di nuovo con te il prossimo autunno... ora devo andare a tenere la mia lezione!"
" Lo spero anch'io" disse Caroline stringendo il vecchio amico in un abbraccio. " Ti saluto Caroline , hai il mio numero in memoria, tienimi al corrente sugli sviluppi" disse Jasper rispondendo all' abbraccio" ma sii prudente, scoperchiare i vasi di Pandora comporta sempre delle conseguenze." "Grazie di tutto, ti aggiornerò... e non ti preoccupare sarò prudente, ma voglio andare in fondo a questa storia." Due ore erano volate in compagnia di Jasper, Caroline pagò il conto, e poi fece un giro per l'università, in parte per nostalgia di quel luogo che aveva amato e poi per consultare alcuni testi di diritto alla Sterling Memorial Library,la biblioteca più grande del campus, con i suoi quattro milioni di volumi. Nel pomeriggio, considerando che l'attendeva quasi un'ora di tragitto in auto ,ripartì alla volta di casa.
11
Era quasi buio , in lontananza si vedevano le luci di Woodbury, sembrava così bella da lontano. Caroline non poteva credere di essere stata così cieca , si era fatta incantare dalla bellezza esteriore di quell' incantevole comunità, nonostante tutti i suoi studi non era riuscita a vedere cosa si celava sotto la superficie. Si era lasciata affascinare dal miraggio di una vita perfetta nella sua semplicità, era caduta nel tranello psicologico di una vita patinata, come quelle delle riviste e delle pubblicità ,una bella casa con lo steccato bianco, un marito bravo ,sano e bello ,che rincasa dal lavoro e trova il cane che gli corre incontro nel suo giardino col prato curato, la sua graziosa moglie che lo accoglie in cucina con uno sformato profumato nel forno e i suoi perfetti bellissimi ed educati bambini che gli gettano le braccia al collo . Si sentiva così stupida! Tutto ha un prezzo. Arrivata davanti alla casa dei Green ,spense il motore ,ma non aveva la forza di scendere, era furiosa. Con il are degli anni i suoi suoceri e gli abitanti della città l'avevano sempre fatta sentire così diversa. Si era sentita in colpa per così tanto tempo , per non essere riuscita ad adeguarsi alla loro mentalità chiusa e provinciale , aveva rifiutato con ogni fibra del suo essere quella molesta mancanza di privacy. Aveva lottato ogni giorno con gli sguardi di disapprovazione mascherati dietro eleganti sorrisi e falsi complimenti, con l'invidia malcelata che traspariva dai volti delle altre madri e mogli della comunità, che ad un certo punto aveva smarrito se stessa . Sentiva grazie alla vita che aveva scelto di condurre, di non appartenere più al mondo da cui proveniva ,i suoi vecchi amici e compagni universitari impegnati
nelle loro carriere ,avevano preso le distanze dal momento che presto i loro interessi erano divenuti così differenti. La sua famiglia era lontana e si vedevano solo in occasione di feste ,ricorrenze e cerimonie. Non apparteneva certo alla comunità , era troppo diversa da loro, ma col tempo Woodbury l'aveva comunque fagocitata negli ingranaggi dei suoi meccanismi e dei suoi ritmi. Chi era ora Caroline Bills Green? Aveva temuto che la ragazza di un tempo fosse perduta ,invece una sola giornata nel suo ambiente naturale le aveva ricordato chi era stata e chi poteva ancora essere, se solo avesse avuto la forza di fare le scelte giuste. Mentre le lacrime le salivano agli occhi ,le luci del portico di casa Green si accesero. Doveva farsi forza, ma come avrebbe affrontato ora quel che rimaneva della sua famiglia? Sua suocera aprì la porta d' ingresso e perplessa l' attese sulla soglia . Si strofinò il viso con la mani , poi prese la sua borsa e uscì dall' auto. "Tutto bene cara? Iniziavo a preoccuparmi ,ho provato a chiamarti ma non sono riuscita a rintracciarti" le disse Ester con un tono un po' risentito. "Mi dispiace, stavo guidando e non ho portato con me l'auricolare ,la strada a quest' ora è buia ho ritenuto più prudente concentrarmi sulla guida," rispose Caroline con un tono di sfida in cui non si riconobbe e notò la sorpresa anche negli occhi della suocera. " L'importante è che tu stia bene, in questo momento non ci occorrono davvero altre preoccupazioni" aggiunse in tono paternalistico. Ester non si arrendeva mai. Al suo ingresso i bambini le corsero incontro, sul viso di Kathy lesse la preoccupazione per il suo ritardo e stringendola in un abbraccio ,le sussurrò
all'orecchio" mi dispiace amore , la mamma ha avuto un pomeriggio impegnativo ,va tutto bene ,sta tranquilla". Jemy invece , saltellava euforico nell'ingresso cercando di raccontare alla mamma il suo fantastico pomeriggio al cantiere e di rubare la scena alla sorella. " E stato mitico mamma!! Boom!!! Dishhh!!" urlava incontenibile. A quel punto Caroline rammentò la demolizione e il senso di frustrazione e la rabbia ebbero il sopravvento. " Mi sembrava di essere stata chiara a riguardo , non volevo che Harold lo portasse in cantiere oggi , ma come sempre avete ignorato le mie indicazioni!" Ester esterrefatta dalla sfogo della nuora , a fatica riuscì a rispondere. "Ho detto ad Hal che non eri d' accordo , ma sai com' è fatto , il bambino era così entusiasta, ha risposto che non è un idiota e che lo avrebbe messo in condizione di assistere ad una distanza di sicurezza , pensi che metterebbe mai il piccolo in pericolo?" "Non è questo il punto, io sono sua madre , e quando prendo una decisione che riguarda la vita di mio figlio pretendo di essere ascoltata Ester. Tu non hai mai il coraggio di opporti al volere di quel despota di tuo marito , ma questo è un tuo problema," esplose alzando il tono della voce. Sua suocera visibilmente offesa dalle sue parole , incoraggiò i bambini ad andare di sopra a prendere le loro cose e appena si furono allontanati non si lasciò sfuggire l'occasione di redarguirla . "Non dovresti comportarti così davanti ai bambini ,non è educativo che ti sentano dire certe cose del loro nonno" disse cercando di farla apparire disdicevole , come aveva l' abitudine di fare ogni volta che si sentiva con le spalle al muro e pur avendo torto non voleva cedere. A quel punto Caroline non riuscì più a trattenersi. " Eh no Ester, sai cosa non è educativo ? Che voi mettiate in discussione quello che dico davanti ai miei figli, non è educativo che miniate la mia autorità
volutamente e ripetutamente da anni, non è educativo che vi nascondiate sempre dietro l'apparente educazione e correttezza che fingete di avere nei confronti di chi non fa come volete , per poi sottolineare comunque gli errori altrui . Ho cercato in ogni modo di piacervi, di farmi capire e conoscere da voi, di farmi accettare, ma per voi è impossibile tollerare chi è diverso, vivete nella presunzione di essere perfetti , che il vostro stile di vita debba andare bene per tutti , ma in realtà il vostro mondo perfetto è mera apparenza!! Siete solo prigionieri delle vostre convenzioni e della vostra superficialità , pensate con un unica grande mente, non avete gusti , pensieri, desideri o aspirazioni che non siano omologati e approvati dalla visione comune! L' essere umano Ester è certamente un essere sociale, ha bisogno per sopravvivere della comprensione ,dell'accettazione e dell' approvazione degli altri , ma per essere felice, deve esprimere la propria individualità .La diversità , è ciò che ci rende liberi ed unici, non è una malattia, non è una colpa! Prima c'era Tim a prendere sempre le vostre difese e per non litigare con mio marito ho sempre ingoiato umiliazioni e critiche ... ma ora è finita... da ora in poi si giocherà secondo le mie regole , che vi piaccia o no!" Non appena ebbe terminato , si rese conto che l'ultima frase aveva fatto sanguinare una ferita che non poteva rimarginarsi e quando sua suocera scoppiò a piangere per un attimo non credette ai suoi occhi. Le pareva di aver distrutto la chiusa di una diga , e il suo contenuto, intrappolato da tempo sotto la superficie liscia e calma ,con una violenza inaspettata ,si apprestava a travolgere tutto ciò che la circondava . " So cosa pensi di me , non sono una donna colta, di sicuro non sono in grado di esprimere le mie ragioni con il tuo linguaggio da laureata di Yale, ma non sono stupida, so perfettamente che mi credi incapace di imporre la mia volontà a mio marito, e che da provinciale casalinga quale sono, sfogo su di te le mie frustrazioni di donna e moglie incompresa ,ma anche tu non sei perfetta mia cara! E' vero , noi fatichiamo ad accettare la diversità, purtroppo o per fortuna , siamo
abituati al nostro stile di vita da generazioni, noi difendiamo i valori della famiglia, dell' educazione e delle buone maniere , non vedo cosa ci sia di terribile. In un mondo dove oramai tutto è soggettivo e il bene il male si confondono, noi ci teniamo a preservare le tradizioni, ma a parte questo ,siamo anche noi degli individui , non pretendo di dire che abbiamo la complessità dei soggetti che hai studiato per anni , ma abbiamo caratteri e personalità diverse , solo bisogna scavare più a fondo per trovarle. Per quanto riguarda mio marito , magari è un vecchio padre rigido e ai tuoi occhi maschilista, ma io ho imparato ad amarlo e rispettarlo negli anni, ho un debito che mi lega a lui , e anche se tu lo troverai incomprensibile ,io gli sono grata per la vita che mi ha offerto . Come hai potuto constatare sulla tua pelle, le regole della civile convivenza e del pubblico decoro qui sono più rigide, ti lascio solo immaginare come fosse la vita qui a Woodbury trentacinque anni fa. Io lavoravo nel negozio di antiquariato di mio padre, davo una mano con le pulizie , allestivo la vetrina ,organizzavo aste e vendita di beneficenza. Conoscevo Harold dai tempi della scuola e dopo un lungo corteggiamento e un paio d' anni di fidanzamento ci sposammo. La nostra vita era tranquilla , finché un'estate , non arrivò in città un giornalista , lavorava per una rivista di arredamento a New York , ed era qui per un servizio sulla Glebe House di Hollow Road, stava preparando un inserto speciale sul Gertrude Jekyll Garden, dato che in America questo è l'unico giardino della celebre paesaggista inglese. Era un uomo così affascinante , tutti in città parlavano di lui, era così moderno nel parlare, nel vestire, aveva viaggiato in tutto il mondo per il suo lavoro e nonostante la sua giovane età lasciava trasparire una grande maturità e competenza.
Ero stregata da quell'uomo , non avevo mai conosciuto nessuno come lui in tutta la mia vita, io che non avevo mai varcato le soglia della contea , mi perdevo nei racconti delle meraviglie che aveva visto nella sua breve ma intensa vita . Non mi vergogno di aver ceduto al fascino di ciò che non conoscevo , io mi ero perdutamente innamorata di quell' uomo," disse riprendendo a piangere. "Ebbi una breve relazione con lui , finché un giorno , dopo aver terminato il suo articolo, lui se ne andò , facendomi comprendere che io avevo rappresentato per lui solo l' ennesimo porto in cui sostare prima di ripartire , non aveva mai avuto intenzioni serie. Mi lasciò qui , a sprofondare nella disperazione , nella vergogna, con il cuore infranto e la consapevolezza di quanto la mia ingenuità fosse stata ridicola ai suoi occhi. In alcuni momenti , pensai di togliermi la vita, ma , il destino mi concesse un 'altra occasione , non potevo morire , aspettavo un figlio." Caroline l'ascoltava trattenendo il respiro. Dopo essersi asciugata il viso Ester riprese a parlare. "Nonostante non potessimo sapere a quel tempo chi fosse il padre ,Harold, mi intimò di non farne parola con nessuno, disse che nessuno avrebbe dovuto sapere la verità, io sarei divenuta una reietta e lui avrebbe fatto la figura dell'idiota di fronte a tutti. Così quando il bambino nacque, Hal presentò a tutta la comunità il suo erede...Timothy Green!" Dopo aver raccolto le memorie di Ester ,Caroline era senza parole, si sentiva frastornata, non avrebbe mai potuto immaginare una cosa del genere, non credeva a ciò che aveva appena udito dalla bocca della madre di suo marito. Il suo primo pensiero fu per lui...
"Ma Tim sapeva?" chiese con un filo di voce. "No, non gli abbiamo mai detto nulla , a cosa sarebbe servito? Mio figlio è cresciuto sano,equilibrato e felice, perché avremmo dovuto turbare la sua serenità, a che scopo? " disse stringendo al petto una cornice che conteneva la fotografia di suo figlio dopo aver vinto una partita di football. Però ora potrai comprendere , che quando Tim ci annunciò che si era innamorato della forestiera venuta da Yale, per me e Harold è stato un duro colpo. A quanto pare aveva ereditato da me il gusto dell' evasione e a noi era costata un prezzo decisamente alto . Come tu ritieni che il nostro modo di vivere , sotto l'apparenza si riveli imperfetto, credimi io ho imparato a mie spese che anche il tuo mondo nasconde dietro il fascino e la grandezza i suoi limiti." Caroline si sentiva svuotata, aveva sfogato la rabbia accumulata negli anni, ma ora percepiva il suo limite, i suoi sentimenti , avevano offuscato la sua capacità di giudizio, sua suocera non era la donna che credeva . A quel punto spinta dalle recenti confessioni si fece coraggio , e rivelò alla donna ciò che aveva scoperto. " Io capisco che tu ti senta in debito con tuo marito , ma non lo vedi per ciò che è , non ha taciuto la cosa per amore tuo , ma per non are da idiota davanti agli altri , inoltre tu non sai in cosa sia coinvolto, come ti spieghi il suo monopolio riguardo gli appalti in città? Non ti sei mai chiesta ,nonostante tutto il lavoro che c'è nel settore edilizio , come mai qui non ci siano altre imprese di costruzioni?" domandò. " Non mi sono mai intromessa in queste cose, sono, affari da uomini" rispose Ester non riuscendo a comprendere dove volesse andare a parare sua nuora. "Mettendo in ordine gli abiti di Tim ho trovato una chiave nella tasca di un suo giaccone da lavoro, che ho scoperto essere di una cassetta di sicurezza .Tim vi aveva nascosto le fotocopie di documenti , rendiconti bancari , permessi , tutti riguardanti l'impresa di famiglia ,aveva scoperto che qualcosa non andava ." "Senti cara, io posso solo dirti di non interessarti di queste cose" rispose Ester apparentemente confusa. Proprio in quel momento sentirono nel vialetto il
rumore del furgone di Harold. Ester le fece cenno di fare silenzio ,portando l'indice alle labbra. Quando Harold entrò in casa, lo accolsero fingendo di parlare della giornata dei bambini che nel frattempo erano scesi e si erano sistemati davanti alla tv nell' attesa di tornare a casa. " Buonasera Harold " disse Caroline con la giacca in mano, in procinto di uscire e per la prima volta da quando lo aveva conosciuto, incrociò il suo sguardo e lo sostenne in segno di sfida , poi prese i bambini e uscì da quella casa senza aspettare un minuto di più.
12
La mattina successiva Caroline riaprì il locale di buon ora. Dopo una settimana di chiusura necessitava di una bella pulita ,inoltre doveva infornare muffin ,torte e bagels per la colazione e accendere la macchina del caffè . Mentre era intenta a preparare l' impasto per i muffin sentì bussare alla porta sul retro. Scostando la tendina vide sua suocera che si guardava intorno con circospezione. "Ester, cosa ci fai qui a quest' ora ..è successo qualcosa ?"disse facendola entrare. " No , avevo bisogno di parlarti e volevo farlo in un luogo appartato , ero sicura che saresti arrivata presto stamattina, così appena Harold è uscito per andare in cantiere ti ho raggiunta "rispose assorta, come se stesse scegliendo con cura le parole adatte. " Ieri sera siamo state interrotte, inoltre stanotte non sono riuscita a dormire dopo ciò che mi hai detto .Non mi sono mai curata degli affari ,Harold è un ottimo imprenditore ,sa il fatto suo .Non ho mai ritenuto necessario intromettermi ,non abbiamo mai avuto difficoltà o problemi.. ma negli ultimi anni , adesso che hai portato alla mia attenzione la cosa, ho notato alcune stranezze. Eric,Robert e Solomon, si conoscono sin dall'infanzia ,ma come ben sai ,le loro professioni non hanno molto in comune, nonostante questo si riuniscono spesso a casa nostra per parlare di lavoro ,si chiudono nello studio e parlano per ore. Non sono neppure mancate le occasioni in cui li ho sentiti discutere, ma come ti ho detto non avevo dato importanza alla cosa." Caroline notò che Ester stava facendo violenza a sé stessa pronunciando quelle parole ,come se nel proprio intimo le considerasse un tradimento. " Dalle informazioni che ho ricevuto dal mio amico" rispose Caroline "pare che
tuo marito e i suoi amici abbiano messo in piedi un bel giro di affari poco chiari Ester. Ogni volta che un anziano muore a Woodbury, non si sa come, la proprietà appartenete al defunto finisce nelle mani di tuo marito .Lui deposita la richiesta in Municipio, e il suo amico Sindaco gli concede l' appalto per la demolizione della vecchia casa e la concessione per costruirne una nuova. In questi anni un forte afflusso di ricchi nella zona ,ha portato alla nobilitazione di tutte le cittadine che fanno parte di Litchfield Hills. In questo modo vengono eliminate le case vecchie e al loro posto edificate proprietà di lusso che poi tuo marito rivende a chi vuole stabilirsi qui o acquistare una casa per la villeggiatura, guadagnando cifre da capogiro. Dopo tutto questo ,i quattro amici si spartiscono i proventi in parti uguali." " Non posso credere a quello che dici.. so che mio marito e gli altri amano moltissimo questa città e farebbero qualsiasi cosa per aiutarla a prosperare ,ma quanto dici è al limite della legalità, non contando poi che ,stando alle tue ipotesi mio marito dovrebbe essere in grado di convincere gli anziani di questa città senza parenti ancora in vita a donargli la loro proprietà in punto di morte ,è semplicemente assurdo! E inoltre se le tue ipotesi fossero corrette perché dividere i proventi in quattro? Che parte hanno gli altri in questa vicenda ?"chiese confusa. " I tempi burocratici sono troppo brevi, i permessi e l' esclusività riguardo le gare d'appalto, fanno pensare che il Sindaco sia coinvolto ,è lui a rilasciarli." "D'accordo ,posso capire che Robert voglia essere ricompensato ma gli altri?" Ester guardava Caroline incredula ,mentre proseguiva il suo resoconto. "Il mio amico esperto in economia ,dice che per far sparire le tracce di somme ingenti di denaro ,è necessario anche il coinvolgimento del direttore Staedler ,rimane da capire che ruolo abbia il dottor Pick." " Senti cara io spero che tu non abbia messo al corrente di questa storia nessun 'altro,
non sai fino a che punto la gente di Woodbury tiene ai propri segreti, farebbero qualunque cosa per proteggerli, non devi fidarti di nessuno, non farne parola , neppure col tenente che ti gira sempre attorno come un avvoltoio pronto ad avventarsi sulla preda" le disse Ester con una punta di rancore nella voce. " Non cominciare Ester, adesso cosa c'entra Lex? " "Sono al corrente che l'altra sera è stato a casa tua, in questa città le mura hanno occhi e orecchie" "Lo so benissimo! Ma io non ho nulla da nascondere ,siamo solo amici, perché ti è così difficile capire che in questo momento la sua presenza mi è di grande conforto? Non c'è nulla di male nel confidare il proprio dolore ad un amico." " E per te invece , come mai è così difficile capire che quell' uomo non ti considera un'amica .Perché pensi che in questi anni non si sia mai sposato ? Credimi, ha parecchie ammiratrici, ma nonostante questo non l'ho mai visto in compagnia di una donna, i casi sono due mia cara o ha gusti "diversi" e questo non mi sembra, oppure ha già l' unica donna che desidera vicino e ora che non c'è più mio figlio deve solo avere un po' di pazienza ed offrirti una spalla su cui piangere, il tempo farà il resto." "Fantastico!! Che grande considerazione hai di me, se tu sei andata col primo che è ato ,non significa che io farò lo stesso, " disse Caroline piangendo. "Io amavo mio marito, lo amo ancora e lo amerò sempre e non ti permetto d'insultare me o la sua memoria insinuando che appena il suo corpo sarà freddo lo sostituirò con un altro." "Non intendevo dire questo, come al solito fraintendi le mie parole, io comprendo il tuo stato d' animo ,e so che amavi mio figlio, ma sei vulnerabile , e chi non ha intenzioni onorevoli può approfittarne. Sono certa che tu non voglia ascoltare i miei consigli, ma ti prego , almeno per una volta ,fidati di me.
Conosco questa città e la gente che vi abita meglio di te, devi darmene atto, non metterti in situazioni pericolose, o vuoi che i tuoi bambini perdano un altro genitore per questa storia?" disse a quel punto Ester perdendo ogni freno. " Come sarebbe.... tu pensi forse?..." Caroline lasciò in sospeso la frase ,era spaventata al solo pensiero di pronunciarla. " Non lo so.. nessuno può sapere cos'è accaduto davvero quella notte , ma se Tim aveva tanta fretta di recuperare quei documenti, forse si sentiva minacciato .Non sappiamo chi altro sia coinvolto e quali interessi ci siano in gioco ,dobbiamo essere prudenti, per favore promettimelo!" " Va bene, va bene" promise Caroline " farò come dici, non dirò nulla a Lex finché non avremo chiarito questa situazione. Ma anche tu devi farmi una promessa," replicò " devi tenere occhi e orecchie ben aperte, cerca di carpire il maggior numero di informazioni dalle riunioni di tuo marito con i suoi compari , e poi decideremo cosa fare!" " Ma allora non sono stata chiara , devi dimenticare questa vicenda, a cosa servirebbe indagare oltre, cosa vuoi che faccia che denunci mio marito perché dei vecchietti gli hanno lasciato la loro casa? Harold è un uomo stimato e rispettato in questa città, non ha fatto altro che renderla un luogo migliore in cui vivere per tutti, se ne ha ricavato del denaro, pazienza non è una cosa così terribile ,quei soldi serviranno a far vivere te e i bambini agiatamente, e ora che sei sola , sono ancora più utili. Metti fine a questa crociata inutile, che benefici potresti trarne?" le disse con un espressione sofferente la suocera. " Stai scherzando vero, " Caroline alzò il tono della voce "tuo figlio....mio marito è morto, mi hai appena detto che forse è stato spinto in quella scarpata da qualcuno che temeva che rivelasse questa storia alle autorità e secondo te io dovrei continuare la mia vita come se non fosse accaduto nulla ?"disse sbattendo la teglia che aveva in mano sul pianale. "Io devo sapere chi è coinvolto e in che misura ,non m'importa delle conseguenze, scoprirò perché mio marito è morto e farò in modo di distruggere la vita di chi me lo ha portato via ,dov'esse essere l'ultima cosa che faccio! Non
posso credere che tu non desideri la stessa cosa." " Certo che desidero punire chi ha fatto del male a mio figlio, ma purtroppo in questa storia è coinvolto anche mio marito, quindi andando avanti rischierei di perdere anche lui. Tu cosa faresti al posto mio? Inoltre , per quanto questo possa sorprenderti ,è mio dovere proteggere anche te e i miei nipoti, non posso lasciare che tu ti metta nei guai." Le due donne rimasero una di fronte all' altra stremate da quella conversazione così surreale, ma ancora una volta furono interrotte, l'orologio batté le 6.00, e Caroline doveva ancora infornare i dolci. " Scusami Ester, ma ora devo darmi da fare o non avrò nulla da servire ai miei clienti ,all'apertura manca solo un 'ora ." " Certo , certo " rispose la suocera" ora vado, mi raccomando cara, sii prudente , non fidarti di nessuno." " Non preoccuparti , non l'ho mai fatto, non mi sono mai fidata di nessuno in questa città, e di sicuro non inizierò a farlo ora."
13
I giorni successivi trascorsero lenti e uggiosi, diluviava e Caroline non sapeva da dove iniziare a sbrogliare la matassa intricata degli avvenimenti emersi. Un pomeriggio, dopo aver chiuso il locale, decise che il primo o , sarebbe stato capire cosa sapeva il direttore Staedler e dato che aveva promesso di are a controllare la documentazione riguardo al suo conto corrente decise di approfittarne per dare un occhiata in giro. Appena rientrata a casa telefonò a Jennifer, la ragazza che l'aiutava al caffè , le disse che la mattina seguente avrebbe tardato, tutti gli impasti erano pronti nel frigorifero, avrebbe dovuto solo infornare i dolci per la colazione e aprire alla solita ora. L'indomani si alzò presto , fece una doccia , si trucco e indossò un vestito corallo ,che neppure ricordava di avere. Si trattava probabilmente di un regalo di Tim. Caroline era molto alta e formosa e tendeva ad acquistare sempre abiti scuri che snellissero la sua figura ,ma Tim la incoraggiava invece a usare più colore nel suo guardaroba e in occasione di compleanni e anniversari le regalava capi improbabili che poi finivano in fondo all'armadio. Ultimamente però la drastica perdita di peso e il viso scavato dalla sofferenza e dalle notti insonni poco si conciliavano con il" total black",un po'di colore faceva al caso suo. Raccolse i capelli in uno chignon ,finì di prepararsi e scese per accompagnare i bambini a scuola. Jemy e Kathy vedendola in una mise così diversa dal solito esclamarono in coppia :"Come sei bella mamma !!!Dove vai vestita così?"
Caroline trattenendo a stento una risata rispose che dopo averli accompagnati a scuola aveva appuntamento in banca . Una ventina di minuti più tardi si presentò nell'ufficio di Staedler. " Buongiorno, cara "disse lui sorpreso, " non ricordavo che avessimo un appuntamento" sottolineò lasciando trapelare un leggero fastidio. " In effetti il nostro incontro non era in programma" rispose con fare innocente" ma come mi ha detto lei giorni fa, siamo in famiglia, giusto, non badiamo molto alle formalità." . Preso in contropiede Staedler accennò un sorriso . " Certamente cara, il mio non voleva essere un rimprovero , solo in questo momento non ho con me la tua documentazione, se avessi saputo del tuo arrivo te l'avrei fatta preparare " replicò piccato. " Non si preoccupi , ho tempo, posso attendere qui mentre lei recupera la mia pratica, nel frattempo, se non le è di troppo incomodo, potrei avere gentilmente un caffè ? In questi giorni la pressione mi gioca brutti scherzi " " Ma certamente , nessun problema " rispose Staedler , questa volta fulminandola letteralmente con lo sguardo. " Torno tra qualche minuto." Appena l'uomo fu uscito, Caroline si spostò dall'altra parte della scrivania ,il computer era e lei cercò di accedere alle informazioni che vi erano contenute. Per prima cosa scoprì una cartella che portava il nome della sua segretaria , nella quale trovò foto della ragazza in bikini, in biancheria intima e infine nuda, a testimoniare che Maggie non aveva ottenuto il lavoro per le sua brillante intelligenza, o per le sue doti di dattilografa. Poi facendo scorrere il cursore sullo schermo si fermò su una cartella nominata [Cayman]tentò di aprirla ma era criptata, doveva farsi venire un idea, quale poteva aver utilizzato Staedler per bloccare l' accesso a quei file?
Provò il nome della moglie, dei figli , della sua amante, ma nulla. Il tempo a sua disposizione stava per scadere, il direttore sarebbe rientrato a momenti. Guardò sulla scrivania in cerca di ispirazione ,frugò nei cassetti , quando ad un tratto scorse attaccato sul fondo del cassetto un post-it sul quale era scritto un codice alfanumerico. Provò a digitarlo e voilà.. il computer le diede libero accesso alle cartelle documenti, riportò rapidamente il cursore sulla cartella che aveva individuato e aprendola vide quattro sotto-cartelle che recavano i nomi del Sindaco, di suo suocero ,del dottor Pick e la sua. Le aprì e rivelarono tutte lo stesso contenuto, estratti conti bancari che ammontavano tutti alla stessa cifra. Erano conti off -shore aperti nel paradiso fiscale delle isole Cayman, in cui il direttore aveva nascosto il denaro accumulato negli anni con i loro traffici illeciti . A quel punto sentì la voce del direttore che richiamava Maggie e uscendo dal programma rimise il salvaschermo e si sedette al suo posto. "Eccomi cara, scusa se ci ho messo molto ma Maggie non riusciva a trovare la tua pratica" e porgendole la cartellina colorata, le disse.. " prego controlla pure se è tutto a posto ." Caroline sentiva le gocce di sudore scorrerle lungo la fronte , cercò di concentrarsi su quanto stava leggendo ma comprese sì e no la metà delle parole lette. " Bene "disse poi asciugandosi con un gesto rapido la fronte" direi che è tutto a posto ,mi dispiace averla disturbata, è stato molto disponibile ,ma ora che sono rimasta sola , devo essere più scrupolosa, prima di queste cose si occupava Tim." " Lieto di essere stato d' aiuto" disse chinando leggermente il capo ,"ma ti senti bene? Ti vedo un po' accaldata" " Come le ho accennato prima è la mia pressione " ribadì Caroline cercando di tenere a bada i nervi.
" Mi spiace per il tuo caffè cara, Maggie ci sta mettendo più del previsto, vado a controllare" "No, non si preoccupi ,ora devo andare, mi basterà prendere una boccata d' aria .. grazie di tutto direttore" disse stringendogli la mano " Buona giornata!" "Buona giornata cara, se ti occorre qualcos'altro ,sono a tua disposizione". Caroline uscì dall' ufficio dando fondo alla poca lucidità che le era rimasta ,ma una volta entrata in macchina, mise in moto e partì con le mani che le tremavano. Non riusciva a credere di essersi comportata come un'agente di un film di spionaggio ,ma adesso era chiaro il ruolo di Staedler , lui serviva per nascondere il denaro in conti che avrebbero garantito loro la sicurezza di non essere esposti alla curiosità dei familiari e al tempo stesso li avrebbero tenuti al sicuro da possibili controlli fiscali. Inoltre se qualcosa fosse andato storto, avrebbero potuto fuggire e vivere con le loro rendite fino alla fine dei loro giorni. Mentre Caroline guidava in direzione dello Split Rail pensò che oramai il quadro era quasi completo, Harold Green si occupava delle proprietà , il sindaco Hamilton forniva all' amico i permessi e gli permetteva di sbaragliare la concorrenza nelle gare d' appalto, il direttore Staedler si occupava dei conti offshore ,rimaneva da capire che ruolo avesse il dottor Pick, ma Caroline era intenzionata a scoprirlo al più presto.
* * *
Dopo aver trascorso il resto della giornata al lavoro, ò a prendere i bambini a casa di sua suocera. Dopo un bel bagno , cenarono ,trascorsero qualche ora a giocare insieme dopodiché li mise a letto. Dalla morte di Tim ,non aveva più dormito in camera sua, solo qualche ora sul divano ,ma questa nuova abitudine, unita al suo lavoro che la costringeva in piedi tutto il giorno, le aveva provocato un terribile mal di schiena, prima di
andare a dormire decise di prendere un antidolorifico. Cercò in bagno, nell'armadietto dei medicinali, il flacone contente le pillole che prendeva Tim in queste occasioni. Con il suo lavoro, gli capitava spesso di avere mal di schiena o dolori articolari. Il contenitore però era quasi vuoto , rimanevano solo due pillole , le prese con dell' acqua e poi cercò ,seppur con fatica, di stendersi nel suo letto. Sul cuscino di Tim c'era ancora il suo profumo, Caroline lo strinse tra le braccia come se fosse suo marito, e pianse fino a quando stremata non si addormentò. L'effetto dei farmaci non durò a lungo , trascorsa qualche ora si svegliò, erano le 2.00 del mattino, la schiena le impediva di muoversi, ma il dolore più forte era provocato dal senso di vuoto che sentiva. Per la prima volta dall' incidente ebbe la consapevolezza di essere rimasta sola. I primi giorni erano stati così caotici, poi la scoperta di quei documenti e l' adrenalina che ne era derivata l' avevano sorretta. Aveva dato fondo a tutta la dignità e la forza d' animo che possedeva per non farsi compiangere dai suoi concittadini, e per non caricare i bambini di altra sofferenza, ma adesso ,con i genitori lontani, senza il sostegno di Lex e non potendo contare su nessuno , si rese conto di quanto avesse investito nel suo rapporto con Tim. Lui era stato il centro del suo mondo, era l'amico, il compagno, l'amante ed ora aveva perso tutto . Sentì il bisogno di chiamare Lex ,ma Ester le aveva fatto promettere di non parlare con lui di ciò che aveva scoperto e lei non se la sentiva di mentirgli ancora, l'ultima volta che avevano cenato insieme si era trovata in difficoltà. Inoltre ,per la prima volta da quando lo conosceva ,le parole di Ester l'avevano fatta riflettere sul loro rapporto. Posto che quanto le aveva detto sua suocera fosse vero, non era mai andata a fondo dei sentimenti che provava per lui ,gli voleva molto bene e sapeva che non avrebbe mai rinunciato alla sua amicizia ,ma il suo amore per Tim l'aveva forse resa cieca . Possibile che non si fosse mai accorta di nulla ? Lui era sempre gentile e
disponibile ma non era mai andato oltre gesti di sincera amicizia. Però in tutti questi anni , ad onore del vero era sempre stato solo, mai una fidanzata o una compagna fissa. E' vero ,era sposato con il suo lavoro, lo prendeva oltremodo sul serio, ma quasi tutti i poliziotti di Woodbury avevano famiglia, quindi perché lui aveva scelto un esistenza così solitaria? Possibile che la causa fosse lei? Immersa nei suoi pensieri ,non si accorse che oramai era quasi l' alba. Incapace di riaddormentarsi decise di alzarsi e di chiamare Jennifer per dirle che avrebbe tardato, era bloccata dal mal di schiena e doveva vedere il dottore per farsi prescrivere degli antinfiammatori. Qualche ora dopo ,giunta nello studio del dottor Pick , si sistemò in sala d' attesa. Di fronte a lei sedeva un anziana signora , Caroline notò con dispiacere che aveva fatto cadere più volte la rivista che teneva tra le mani, si limitava a sfogliare avanti e indietro le pagine senza neppure leggerla. In quel momento pensò che invecchiare da soli era davvero la cosa peggiore che potesse capitare ad una persona. Quando si è giovani e di bell' aspetto è facile trovare una compagnia, ma da vecchi quando forze ,corpo e a volte mente ti abbandonano , nessuno vuole occuparsi di te, e se non si ha più un compagno o una compagna accanto con cui condividere i problemi dell' età che avanza ,allora si diviene un peso. Dallo studio del dottore uscì una paziente , così Savannah che era solita aiutare il marito in ambulatorio ,venne ad aiutare la signora seduta per accompagnarla all'interno della stanza . "Prego signora Beaufort, si accomodi è il suo turno," le disse " venga si appoggi al mio braccio" La signora si aggrappò incerta al braccio di Savannah e a i malfermi ed incerti raggiunse la stanza in cui l' attendeva il dottore.
Trascorsi una decina di minuti il dottore chiamò la sua giovane moglie, che si prodigò di nuovo per aiutare l' anziana a raggiungere la sua scrivania. "Ecco signora Beaufort questa è la sua ricetta , vada in farmacia e ritiri le sue medicine " le disse scandendo le parole lentamente e a voce alta. Caroline osservava la scena incredula, la signora faticava a reggersi in piedi ,come avrebbe fatto a raggiungere la farmacia e poi a tornare a casa, sostenuta solo dal suo deambulatore? Presa dai suoi pensieri non sentì il dottore, che dovette chiamarla una seconda volta. " Prego Caroline ,accomodati" ripeté Pick sulla porta del suo studio. " Scusi ... arrivo.. ero distratta "rispose lei alzandosi. " Non preoccuparti cara, nella tua situazione è normale avere la mente altrove , dimmi pure...hai già finito le medicine che ti avevo prescritto? " chiese in tono condiscendente. " No a dire il vero le ho sospese, perché non credo mi siano di grande aiuto. Sto cercando di superare il lutto senza l'aiuto dei farmaci , preferisco affrontare la situazione con le mie forze "rispose un po' sconcertata. " Sono venuta a chiederle qualcosa per il mal di schiena , in questi giorni ho dormito poco e male e sono bloccata, purtroppo al lavoro devo stare in piedi parecchie ore e proprio non ce la faccio." " Ma certo cara, ti prescriverò un antinfiammatorio, però cerca lo stesso di riguardarti e di riposare il più possibile, quando si subisce una perdita si tende ad investire tutte le proprie forze nel lavoro per evitare di pensare, ma poi si rischia di esagerare e di compromettere la propria salute. Terminata la cura potrai riprendere con gli altri farmaci che ti avevo prescritto ,è troppo presto per cavarsela da sola, se ti procurano dei disturbi ti cambierò il dosaggio," insistette l'uomo. "Non si preoccupi cercherò di riposare di più....grazie dottore buona giornata"
"Buona giornata anche a te, ritira pure la prescrizione all'ingresso, mia moglie ti stamperà tutte le indicazioni" e salutandola la accompagnò alla porta. Caroline si fermò alla scrivania di Savannah la quale le porse un foglio fresco di stampa, su cui erano indicati orari e dosi di somministrazione. " Grazie Savannah arrivederci." " Grazie a te Caroline e buona giornata." Uscendo dall'ambulatorio decise di recarsi subito in farmacia e prendere le medicine da assumere dopo pranzo. Nonostante il suo o non fosse proprio rapido a causa del dolore, superò la signora che aveva incontrato nello studio medico e che lentamente si dirigeva verso la farmacia. "Mi scusi signora le serve aiuto? " chiese a voce alta. "Si dovrei andare in farmacia " disse lei...." ma temo che di questo o mi ci vorrà tutto il giorno" rispose ansimando. " Non si preoccupi anch'io devo andarci se desidera posso prenderle io le medicine lei si sieda qui e mi aspetti ci metterò solo qualche minuto ,"le disse indicando una panchina alle sue spalle. " Grazie cara, tu sei la moglie di Timothy vero? Che caro ragazzo era , sono tanto dispiaciuta per te, anch'io sono rimasta senza il mio Jeremia , e la vita è così dura da soli," disse asciugandosi gli occhi con un fazzolettino. " Ti aspetto qui" le disse cercando di riprendere fiato. Caroline sbrigò rapidamente la sua commissione e tornando porse le medicine all' anziana signora . " Ecco le sue compresse per il cuore Signora, mi raccomando cerchi di fare qualche sosta durante il tragitto, le auguro una buona giornata." " Ti ringrazio tanto , ma abito dall'altra parte della strada " le disse indicando una vecchia casa con la vernice scrostata. "Non devo camminare molto ,arrivederci"
Caroline attese qualche minuto e aspettò che la signora attraversasse la strada. Si senti più tranquilla appena la vide varcare la soglia di casa. Andò a riprendere l'auto ,mise i soldi nel parchimetro e tornò al lavoro.
* * *
Arrivata allo Split Rail, trovò Lex seduto al solito posto che faceva colazione. "Ciao, dove sei stata? E' la seconda mattina che arrivo e non ti trovo, va tutto bene?" " Si non preoccuparti, ieri sono stata in banca, e stamattina dal dottore" disse spostandosi nel retro per cambiarsi. Lex, inaspettatamente la seguì, e abbassando il tono della voce per evitare che i clienti lo sentissero, disse ansioso" Tutto bene Leni, cosa c'è che non va ? Mi nascondi qualcosa?" " Ma no figurati , cosa dovrei nasconderti? Sai che in queste notti ho dormito sul divano, ho solo un terribile mal di schiena" rispose tradendo un po' d'imbarazzo. " Ho l'impressione che tu mi stia evitando , ti conosco bene ...c'è lo zampino di Ester vero ? Ha scoperto che abbiamo cenato insieme e ti ha dato il tormento per questo. Se vuoi che ti stia lontano devi solo dirmelo non c'è bisogno che mi eviti , sai che non farei mai nulla che potesse crearti dei problemi , se questa città vuole che mi tenga a distanza lo farò, ma devi essere tu a dirmi che lo vuoi !" Le parole di Lex la colsero alla sprovvista e dimenticando Ester e Woodbury ,lo strinse in un abbraccio che sorprese anche lei . " Non dire assurdità, come puoi pensare che io non ti voglia nella mia vita.
La città ed Ester possono andare al diavolo, io non ho nessuna intenzione di perdere anche te." Dopo averla lasciata sfogare Lex la strinse come non aveva mai fatto, le sorrise , ma in modo diverso ,le diede un bacio sulla fronte e le disse" nessuno può tenermi lontano da te, né i Green, né Woodbury ... io ci sarò sempre, ogni volta che avrai bisogno di me, non importa chi dovrò sfidare." Caroline si allontanò e si voltò cercando il suo grembiule. " Ora devo tornare al lavoro ,altrimenti Jennifer si licenzierà se continuo a lasciarla sola!!" disse evitando lo sguardo di Lex " Non era mia intenzione metterti a disagio , scusa, ma sono giorni che penso a questa storia, temevo che avresti ceduto alle loro pressioni, e ..nemmeno io posso immaginare la mia vita senza di te!" disse lui sistemandosi la divisa e rimettendo il cappello . " Nessun problema , ma dobbiamo tenere a freno le nostre manifestazioni d' affetto o nel giro di qualche giorno diverremo i reietti della città." disse lei. "Ora devo andare , ci vediamo domattina per colazione, riguardati, buona giornata, Leni " disse salutandola poi con il solito gesto che lei adorava. " Buona giornata anche te Lex, sta attento là fuori".
14
I giorni seguenti Caroline ridusse al minimo le attività , per dare alla schiena il tempo di recuperare , sua suocera venne a casa per darle una mano coi bambini . Scendendo dopo una doccia calda, trovò Ester in cucina che dopo aver preparato la colazione ai bambini stava leggendo il Voice. "Buongiorno Ester" "Buongiorno a te cara, come va il mal di schiena oggi?" " E' quasi ato ,da lunedì potrò riprendere la mia vita normale." "Bene, io ho trascurato la casa in questi giorni , da lunedì mi aspettano le grandi pulizie." "Certo ti ringrazio di tutto, cosa dice il giornale di oggi?" "Non molto ,Woodbury non è una metropoli a parte nascite e morti, la cronaca locale non riporta granché .E' nato il figlio di Jessica Stanford ,un bel maschietto di quasi 4 kg, e ci ha lasciato la signora Beaufort, la vedova di Jeremia Beaufort, uno dei più vecchi abitanti di questa città, non credo che tu la conosca. Non aveva più parenti in vita , quindi erò dal reverendo Ambrose per sapere quando celebreranno il funerale." "Come hai detto scusa? La signora Beaufort, la conosco, l' ho vista alcuni giorni fa dal dottore quando sono andata a farmi prescrivere l' antinfiammatorio per la schiena. Hai detto che non aveva altri parenti? No nessuno, suo figlio è morto molti anni fa in missione ,era un marines e suo marito è morto l' anno scorso , lei probabilmente si è lasciata andare. E' impensabile vivere da soli a quell'età!" "Mi dispiace molto ,fammi sapere quando faranno il funerale, verrò volentieri .
Ora devo andare al lavoro, ci vediamo nel pomeriggio." Disse infilandosi la giacca a fatica. Diede un bacio ai bambini e uscì avviandosi verso il garage. Ester dopo aver accompagnato i bambini a scuola tornò verso casa sua a piedi, erano giorni che avvertiva una sensazione di affanno e oppressione al petto , aveva bisogno di camminare e schiarirsi le idee, gli avvenimenti delle settimane precedenti avevano messo a dura prova il suo cuore. Poteva capire benissimo la signora Beaufort, il suo unico figlio era morto appena trentaquattrenne, e una madre non dovrebbe sopravvivere ai propri figli è contro natura. Suo marito era coinvolto in affari illeciti, e anche se aveva convinto Caroline a lasciar perdere tutto, la sua coscienza era rimasta scossa da quanto aveva appreso. In che misura era coinvolto Harold? Possibile che sapesse la verità sulla morte di suo figlio e riuscisse a portare questo fardello senza crollare sotto il peso della sua coscienza? Dopo aver visto i documenti fotocopiati da Tim era stata in banca a controllare il suo estratto conto ma non aveva rilevato nulla di sospetto. Il saldo ammontava a circa 100.000 dollari, i risparmi di una vita. Nessuna traccia dei milioni che Caroline aveva insinuato si spartisse con i suoi complici. Probabilmente sua nuora aveva ingigantito il problema, ma non riusciva a togliersi questa storia dalla testa, senza dirle nulla avrebbe comunque cercato di saperne di più. Prima di tornare a casa fece una sosta in chiesa per dire una preghiera e incontrando il reverendo si fermò a parlare con lui della signora Beaufort. " Sono dispiaciuta che ci abbia lasciato, ma per lei è meglio così finalmente si ricongiungerà ai suoi cari" disse Ester con un velo di tristezza.
" Penso anch'io che fosse il suo più grande desiderio, il paramedico che l'ha soccorsa quella notte mi ha detto che aveva un dosaggio elevato di digitossina nel sangue, probabilmente non ha seguito correttamente il dosaggio della sua prescrizione, oramai non era più in grado di badare a se stessa. Comunque la funzione è in programma per sabato pomeriggio, l' aspetto per dare l'ultimo saluto a Bridget." " Non tema ci sarò, arrivederci reverendo e preghi per tutti noi."
* * *
Arrivata nei pressi di casa, Ester vide che il furgone di Harold era parcheggiato nel vialetto, cosa faceva a casa a quest'ora? Infilò le chiavi nella serratura, e lentamente aprì senza fare rumore. Entrando in casa sentì il marito parlare al telefono dal suo studio , in tono concitato. "Me ne frego Eric, siamo ad un o dalla pensione, questa è l'ultima proprietà, e poi potremo ritirarci, vivere da re e al diavolo tutto. Questa città è al suo apice e lo deve a noi, appena Rob avrà firmato i documenti , procederò con la demolizione. " Ester non riusciva a crederci, trattenendo il respiro raggiunse la cucina e sollevò il ricevitore dell'altro telefono per ascoltare la conversazione. " Harold , non capisci, tua nuora è entrata nel mio computer ,com' è possibile che le sia venuta in mente una cosa del genere? Sei sicuro che Tim non abbia detto qualcosa a sua moglie ?"chiese Staedler preoccupato. "Taci Eric, vuoi che quell'idiota della tua sciacquetta ti senta? Cerca di calmarti, stasera ci troviamo al pub per fare il punto della situazione, mia moglie ha il bridge con le amiche. Non hai niente da temere ,tutto procede secondo i piani e di mia nuora mi
occupo io," rispose Green . "Va bene , ma stamattina è venuta qui anche tua moglie a chiedere l' estratto conto , non l'aveva mai fatto prima d'ora, stai in campana Hal." "Non preoccuparti ci vediamo stasera" Ester era letteralmente paralizzata ,con cautela riagganciò il ricevitore e uscì dalla porta sul retro. Il cuore le batteva all' impazzata, attese che Harold tornasse in cantiere. Quando sentì il furgone partire, entrò in casa, si sedette sul divano del soggiorno e con le mani tremanti cercò di chiamare sua nuora. Era così scossa che non riusciva a comporre il numero, ripeté il tentativo più volte prima di avere successo e mentre attendeva che qualcuno rispondesse sentì le guance rigarsi di lacrime. Quando Caroline rispose, stava ormai singhiozzando. " Split Rail caffè ,buongiorno..." Non ricevendo risposta, riformulò la domanda "Pronto, chi parla?" Ester riprese fiato e con la voce rotta dal pianto si sforzò di parlare. "Caroline ...sono io ho bisogno di parlarti, possiamo vederci da te per pranzo?" "Ester , cosa succede ,perché piangi, stai bene ?"rispose Caroline scossa. "No, mi devi delle spiegazioni, ho bisogno di vederti" Caroline non sapendo a cosa si riferisse esitò un attimo. "Va bene vieni qui, tra poco faccio una pausa" e riagganciò.
Ester andò in bagno a sistemarsi il trucco e uscì di casa , prese l' auto e raggiunse sua nuora al caffè . Erano le 11.30, il locale era immerso nella quiete che precedeva l' arrivo dei clienti per consumare il pranzo. Jennifer apparecchiava i tavoli e Caroline era in cucina a preparare hamburger e patatine che avrebbe servito poco dopo,. Quando Ester entrò , sembrava sconvolta, era rossa in viso, e accaldata come se fosse reduce da una corsa. Caroline si pulì le mani in un canovaccio e le fece cenno di raggiungerla in cucina. " Mi spieghi cosa succede? Se è per Lex.. non fare scenate per favore e lasciami spiegare prima di azzannarmi alla gola.. "disse sulla difensiva. " Non so di cosa parli " rispose lei togliendosi la giacca e versandosi un bicchiere d' acqua. "E' terribile Caroline, ho sentito Harold parlare al telefono con Eric.. cosa hai combinato? Ti aveva detto di non metterti nei guai ." Ester parlava in modo concitato e confuso e Caroline faticava a seguire il discorso. " Calmati Ester , non capisco, spiegati meglio per favore" e chiuse la porta della cucina facendo segno a sua suocera di abbassare la voce. " Dopo aver accompagnato i bambini a scuola sono ata in chiesa e poi sono tornata a casa .Rientrando ho visto il furgone di Hal nel vialetto, lui è sempre in cantiere fino a sera , difficilmente torna a casa durante la giornata, così sono entrata senza far rumore e l'ho sentito parlare al telefono con Eric Staedler. Per capire meglio cosa diceva ho sollevato il ricevitore dell' apparecchio in cucina . L' ho sentito dire a Eric che questa sarà l'ultima casa , hanno in programma un' altra demolizione, e poi finalmente sarà tutto finito. Eric era terrorizzato e gli ha detto che dopo la tua visita in banca dell'altro giorno ha trovato il suo computer manomesso, crede che tu sia responsabile dell' apertura di qualche file che possa smascherarli." Ester era praticamente senza
fiato. Perché sei andata in banca ?Non puoi essere stata davvero così incosciente.. ti avevo detto di starne fuori!" Caroline per un attimo non riuscì a proferire parola, la salivazione azzerata e le gambe che le tremavano le impedivano di rispondere. "Mi ...mi dispiace" balbettò" sono andata da Staedler per controllare che i documenti del mio conto corrente fossero a posto.. e mentre lui è uscito ho dato un 'occhiata al suo computer, ma non capisco cosa ho sbagliato, ho chiuso tutto e rimesso tutto in ordine come ha fatto ad accorgersene?" "Evidentemente non é così ....e poi perché non me l' hai detto ? Non capisci cosa hai scatenato?" "Mi dispiace ..volevo solo avere le idee più chiare prima di dirti tutto." Caroline fece un profondo respiro nel tentativo di tenere sotto controllo l'ansia. "Ma dirmi cosa, sono andata in banca a chiedere il saldo del nostro conto ,ed è tutto a posto, ci sono i nostri risparmi e nient' altro, nessuna fantomatica somma di denaro a sei zeri." "E' proprio questo che ho scoperto nel computer di Staedler...oltre al fatto che lui e la sua segretaria hanno una relazione. Ho trovato la ragione del suo coinvolgimento in questa storia. Ha creato dei conti off-shore alle isole Cayman, hai presente il paradiso fiscale nelle Antille? I loro soldi sono al sicuro in questi conti in modo che se dovesse trapelare qualcosa e le autorità dovessero fare degli accertamenti non troverebbero nulla." " Non posso credere a quello che dici, ci sono dentro tutti fino al collo ,come ho potuto essere così cieca , com' è possibile che non abbia capito nulla in tutti questi anni? E poi Tim, il mio Timothy, Staedler era preoccupato che ti avesse messo al corrente di qualcosa... quindi mio figlio li aveva scoperti e loro ne erano al
corrente." Ester ricominciò a piangere a dirotto. "Se sono i responsabili della morte di mio figlio ,non avrò pace finché non saranno tutti in galera!" " Adesso cerca di calmarti " le disse Caroline vedendola respirare a fatica. "Li fermeremo, dobbiamo solo lasciare che le acque si calmino e poi mi farò aiutare da Lex. Gli porterò tutte le copie dei documenti fatte da Tim, e gli chiederò di far mettere sotto sequestro il pc di Staedler...vedrai col suo aiuto ce la faremo." In quel momento Jennifer bussò alla porta . " Caroline i clienti iniziano ad arrivare, queste sono le prima ordinazioni...."disse la ragazza guardando perplessa le due donne. " Si certo Jenny, i tuoi hamburger sono in arrivo..." Appena la ragazza lasciò la cucina Caroline raccomandò a Ester di tornare a casa e comportarsi normalmentte. " Vai pure a giocare a bridge, fai finta di non sapere nulla e se ti chiede del saldo in banca inventa una scusa plausibile ci vediamo domattina a casa mia." " D'accordo a domattina, ma la prossima volta che scopri qualcosa non tenermi all' oscuro e poi lascia perdere Alexander, quell'uomo farebbe carte false per compiacerti, potrebbe essere pericoloso per lui , aspettiamo a coinvolgerlo, porta a me i documenti , ho un amico che mi deve un favore "e congedandosi , abbracciò Caroline per la prima volta da quando l'aveva conosciuta e lei fece lo stesso.
15
Appena rientrata a casa dopo il lavoro Caroline chiamò Lex e lo pregò di raggiungerla da lei alla fine del turno, era così sconvolta dalle rivelazioni di Ester che aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno. Circa un 'ora dopo Lex si presentò alla sua porta. "Buonasera Leni, che cosa è successo , mi sembravi agitata al telefono, stai bene?" disse togliendosi la giacca. "Più o meno....oggi mia suocera è venuta al caffè , abbiamo avuto una discussione assurda e avevo bisogno di vederti." Caroline lasciò la frase in sospeso , avrebbe voluto dirgli così tante cose ma Ester in fondo aveva ragione, quelle persone senza scrupoli, non avrebbero esitato a fargli del male , se avessero sospettato un suo coinvolgimento, quindi doveva soppesare bene quali informazioni fornirgli e cosa tacere, per evitare che il poliziotto dentro di lui avesse il sopravvento. Vedendola titubante, Lex si sbilanciò ..."Hai fatto bene a chiamarmi , Ester non si arrende mai, capisco le sue preoccupazioni riguardo i pettegolezzi che potrebbero girare in città, ma ora sta esagerando, non siamo due adolescenti. Tu hai appena subito una perdita devastante, avere bisogno di una spalla su cui piangere è normale, non stai facendo nulla di male, inoltre di cosa ha paura che potrei approfittarmi di te ora che sei vulnerabile? Non ti conosce bene, a quanto pare, e di sicuro non conosce me, anche se crede il contrario!" Per un attimo Caroline fu tentata d' interromperlo e spiegargli che questa volta il loro rapporto non era stato la causa della discussione, ma Lex le aveva voltato le spalle come per raccogliere tutto il coraggio che possedeva. Ad un tratto si voltò, si avvicinò a lei e dopo un profondo respiro le disse "Io ti amo dal primo istante in cui ti ho vista Caroline Bills, ma tu eri sposata e amavi Tim. Non mi sono mai intromesso, ti ho ascoltata quando avevi bisogno di un amico e
ti ho offerto conforto quando tuo marito è morto, non mi sembra di aver mai tenuto nei tuoi confronti un comportamento disdicevole, e questo perché ti rispetto e ti conosco. So che non sai mentire e non potresti mai amare due persone , quindi mi sono fatto da parte , mi sono aggrappato all'unica parte di te che potevo avere, non è stato facile, ma pur di non perderti ho preferito così. Io ti starò accanto finché lo vorrai, e nel modo in cui tu deciderai, quindi Ester può iniziare a preoccuparsi degli affari suoi." Alla fine di quello sfogo sembrava non avere più forze. Caroline non lo aveva mai visto così vulnerabile, Lex dava sempre l'impressione di avere la situazione sotto controllo ,mai un cedimento , mai una debolezza. Scossa dalla sua rivelazione cercò di giustificarsi. "Grazie, grazie di tutto, e perdonami per non aver capito, sono stata così egoista. Se penso a tutte le volte in cui ti ho parlato di Tim e tu invece..... mi dispiace tanto... non ho mai sospettato nulla, come hai detto tu ,il tuo comportamento nei miei confronti è stato sempre irreprensibile. Forse mia suocera ha ragione ,sono stata cieca perché non tolleravo l'idea di rinunciare ad averti nella mia vita, me ne rendo conto solo ora che ho , più che mai, bisogno di te. Sento di non avere più punti di riferimento, ma se per te starmi accanto è diventato troppo difficile ti capirò , non posso approfittare oltre dei tuoi sentimenti per me." Si portò le mani al volto e piangendo rimase immobile in mezzo alla stanza ,pregando in cuor suo che lui non decidesse di andarsene. Lui le scostò delicatamente le mani dal viso ,le asciugò le lacrime e le diede un leggero bacio sulle labbra. " Ma allora non mi ascolti"... disse sorridendole..." ti ho già detto che non vado da nessuna parte, come potrei abbandonarti ora che hai più bisogno di me. Sono anni che aspetto di sentirti dire questa frase, intendo approfittarne ."
Caroline, mettendo da parte la ragione ,lo abbracciò stretto ,da una parte si sentiva terribilmente in colpa ,come se stesse tradendo suo marito, ma dall'altra sentiva che la vicinanza di Lex le faceva lentamente ritrovare se stessa. Con Tim aveva scoperto la serenità di affidarsi a qualcuno ,ma questo l'aveva resa vulnerabile e dipendente. Accanto a Lex si sentiva più forte ,si riappropriava del suo modo di essere e di reagire alle avversità. Lex le sorrise cercando di rassicurarla ,la conosceva bene e sapeva che era combattuta tra il senso di colpa e quello che sentiva per lui. Le sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio ed estrasse dalla tasca del giubbotto una vecchia foto che li ritraeva insieme . Caroline scoppiò a ridere e decise che per la serata avevano vissuto entrambi abbastanza emozioni, così rimandò quanto aveva deciso di dirgli a proposito dei documenti . Finirono la serata sul divano a parlare del ato, di quando si erano conosciuti e a ricordare come era iniziata la loro amicizia.
* * *
Nel frattempo ,come da programma ,Ester si preparava per il suo bridge settimanale, Harold intanto era chiuso nello studio. Quando lei scese pronta ad uscire , bussò alla porta ed entrò per salutarlo. " Ciao caro , non aspettarmi alzato , potrei fare tardi , io e le ragazze non ci vediamo da settimane, abbiamo parecchie cose di cui parlare. " Stava per richiudere la porta quando Harold la chiamò. " Ester... scusa.. prima di andare, potresti dirmi come mai stamattina sei andata
in banca? C'è qualche problema? Eric mi ha chiamato dicendo che hai richiesto il saldo del nostro conto, non mi pare che ti sia mai occupata di queste cose , è successo qualcosa?" Ester dovette concentrarsi per non svenire, ma sfoderando il suo miglior sorriso del New England, guardò suo marito e con tutta la compostezza che l'aveva sempre contraddistinta rispose distrattamente.." Hai ragione, non mi sono mai occupata delle nostre finanze, tu sei perfettamente in grado di farlo meglio di me, volevo solo sapere, se i nostri risparmi ci consentissero in caso di bisogno ,di aiutare Caroline e i bambini, ora che è rimasta sola ,ma naturalmente te ne avrei parlato il prima possibile. Ora vado.. le ragazze mi aspettano...a domani tesoro, non bere troppo in mia assenza ,mi raccomando!" E senza attendere la risposta si richiuse la porta alle spalle. Senza esitare uscì di casa con il soprabito ancora in mano e raggiunse la sua auto. Pochi minuti più tardi Green prese il furgone e si recò all'appuntamento con i suoi amici. Entrato nello spiazzo antistante il pub vide dalle auto parcheggiate . Gli altri erano già arrivati. Scese dall' auto guardandosi intorno, e raggiunse l'ingresso sul retro, dove un cancelletto permetteva l'accesso al giardino ,all'esterno del pub. Hamilton, Pick e Staedler erano seduti a chiacchierare come un gruppo di amabili vecchi amici. Green prima di sedersi fece cenno alla cameriera di avvicinarsi, e dopo aver ordinato un doppio whisky si sedette con gli altri. "Allora" esordì il sindaco "Cosa succede Hal, ci sono problemi? Perché ci hai chiesto di venire ?Eravamo d' accordo che non ci saremmo più visti fino alla conclusione di questa storia.."
" Lo so ma Eric è nel panico, e ha bisogno di essere rassicurato" disse Green in tono sarcastico " A che proposito?" Intervenne Pick con il suo tono pacato. "Qualche giorno fa la moglie di Tim è venuta nel mio ufficio per controllare che la sua pratica di cambio intestazione fosse a posto. Siccome non avevamo un appuntamento sono dovuto andare a recuperarla in archivio. Quando sono rientrato l'ho trovata agitata e accaldata e i fogli sulla mia scrivania erano in disordine. Appena è uscita ho controllato il mio pc e nella cronologia l'ultimo accesso ai file risaliva a qualche secondo prima..." disse asciugandosi la fronte con il fazzoletto . "E con questo? Mia nuora è una di città, ha detto che la prima volta che l'hai convocata le hai fatto firmare dei fogli in bianco ,avrà pensato che volessi fregarla e così ha cercato informazioni...voglio sperare che tu non tenga i file dei nostri conti sotto gli occhi di tutti?" chiese Green in tono brusco. " No ma certo, quelli sono criptati , avrebbe dovuto conoscere la per accedervi." balbettò Staedler in preda all' ansia. "E allora qual' è il problema Eric a me pare che tu ti stia agitando per niente" intervenne Hamilton . "Non è il momento per avere un crollo nervoso, altrimenti dovremmo imbottire anche te di farmaci... vero Solomon ?"E sorridendo levò il bicchiere per brindare al Dottore. "Non hai motivo di agitarti io e Hal avevamo previsto che Tim potesse parlare con sua moglie di quanto aveva scoperto così abbiamo preso delle precauzioni. Ho dato a quella ragazza così tanti antidepressivi che mi sorprende riesca ancora a ricordare il suo nome, per questo l'hai vista agitata e in stato confusionale ,sono gli effetti collaterali dei farmaci.
Rilassati Eric è tutto sotto controllo." disse Pick prendendolo in giro. "A proposito hai firmato i documenti? " chiese Green ad Hamilton. "Sì è tutto pronto, martedì potrai demolire la casa dei Beaufort e iniziare a costruire l'ultimo dei tuoi capolavori extra lusso e quando Ismailov ci avrà pagati , ce ne andremo in pensione ,"rispose il Sindaco stirandosi sulla poltrona . "Ma se qualcosa andasse storto ?" intervenne di nuovo Staedler. "Non può accadere nulla , grazie a te siamo in una botte di ferro. La Beaufort verrà sepolta domani ,Solomon ha già provveduto a far sparire le tracce della prescrizione medica e quando demolirò la casa farò sparire qualsiasi altra traccia del nostro aggio. Dobbiamo tenere duro, siamo quasi alla fine , niente panico Eric, ti ci vuole qualcosa di forte," concluse Green, porgendo all' amico un bicchiere di whisky.
* * *
Uscito da casa di Caroline Lex salì sulla sua escalade nera, mise in moto e prima di tornare a casa si fermò al pub. Superato l'ingresso , più per deformazione professionale che per vero interesse ,diede uno sguardo panoramico alla sala per controllare che tutto fosse tranquillo, e poi si fermò al bancone per ordinare una birra e salutare Scott il proprietario e suo amico d 'infanzia. " Tutto tranquillo stasera tenente !"disse alzando la voce per superare il volume della radio che trasmetteva musica country. "Meglio così" rispose Lex dando le spalle al bancone per osservare di nuovo la sala" "E' una bella serata, e questa la offre la casa" disse Scott porgendo la birra al suo
amico. " Grazie Scottie, buon lavoro!" e allontanandosi sollevò la bottiglia in segno di ringraziamento. I tavolini fuori erano quasi tutti vuoti , tranne un paio agli angoli che delimitavano lo spazio esterno, in cui erano sedute appartate due coppiette di ragazzi, Lex raggiunse i due tavoli occupati al centro del giardino. " Buonasera signori" disse prendendo posto. " Buonasera a lei tenente!" risposero in tono sarcastico gli altri. " Come procedono le cose con la vedova? " esordì il Sindaco " Ci sto lavorando ... " rispose evasivo Lex . " Fa attenzione ragazzo , abbiamo riposto in te una grande fiducia , non ti è concesso commettere errori, è una situazione delicata e poi abbiamo poco tempo" intervenne Harold Green. " Faccio quanto mi avete chiesto, sto monitorando la situazione, sono appena stato a casa sua, era agitata dopo una discussione con tua moglie ,forse dovresti preoccuparti di tenere d'occhio lei." sottolineò caustico. Tu occupati di tenere a bada quella ficcanaso di mia nuora," ringhiò Green. " E tu di far tenere la bocca chiusa a tua moglie "rispose Lex avvicinandosi a Green. "Signori...signori calmatevi, siamo tra gentiluomini" disse Hamilton "Siamo tutti un po 'nervosi, dobbiamo stare uniti , presto sarà tutto finito ..."e con una pacca sulla spalla , sedò l'animo dei due uomini prima che qualcuno notasse la discussione .
16
Come promesso, la mattina successiva Caroline portò ad Ester tutta la documentazione. S'incontrarono nel retro del locale ,dove Caroline teneva le forniture. " Ecco queste sono le fotocopie di Tim, ricorda di non fare parola della cassetta di sicurezza ,il direttore mi ha fatto una cortesia permettendomi di accedervi , non voglio creargli problemi, dal momento che non è necessario." disse consegnandole una busta bianca. " Non preoccuparti è un informazione irrilevante , non è importante dove fossero custoditi, l' unica cosa che conta è che mio figlio ha fotocopiato questi documenti perché testimoniano qualcosa di irregolare" rispose riponendo la busta all'interno della borsa che aveva con sé. "E' ora che vada ..altrimenti non riuscirò ad essere di ritorno per il funerale." "D'accordo ,allora ci vediamo più tardi in chiesa." Caroline riprese a servire i clienti mentre Ester s'incamminò assorta nei suoi pensieri verso l'auto. "Buongiorno Ester " la salutò Lex incrociandola nel parcheggio. "Dove va a quest' ora del mattino?" " Ho un appuntamento tenente"... rispose lei in tono formale, e sono venuta ad avvisare mia nuora che oggi non potrò andare a prendere i miei nipoti a scuola." " Capisco, spero non abbia problemi di salute, "aggiunse. "Non si preoccupi , sono sana come un pesce , e mi avrà tra i piedi ancora per molto. Si goda l'opportunità di ronzare intorno a mia nuora in mia assenza perché
domani sarò di nuovo qui a vigilare su di lei" disse in tono di sfida. Lex non riuscì a resistere alla provocazione. "Leni non è sua figlia ,non ha bisogno della sua protezione, per questo ci sono io, sbrighi pure le sue commissioni e torni pure qui a controllare domani, perché anche io le starò tra i piedi ancora per molto, sarò qui domani ...il giorno successivo ...e quello dopo ancora finché Leni lo vorrà!" Ester non poteva credere a tanta insolenza. "Si accorgerà presto della verità .Mia nuora è una donna intelligente, quando si renderà conto che il tuo non è ,affetto disinteressato ,da sola prenderà le distanze" sentenziò Ester. " E' qui che si sbaglia, Leni conosce i miei sentimenti per lei, ed e stata proprio lei a pregarmi di non lasciarla sola, pensi alla sua vita e ci lasci in pace." Si era trattenuto per anni , per non creare problemi a Caroline ,ma oramai, non aveva più ragione di stare in disparte a guardare gli altri gestire la sua vita e lasciando Ester senza parole, si allontanò voltandole le spalle. Entrato nel locale si avvicinò al bancone dove Caroline stava servendo dei clienti " Buongiorno, dormito bene ?"le chiese mentre lei era intenta a versare il caffè ad una signora. " Buongiorno a te, direi di sì ,anche se stamattina mi sono svegliata vestita e tutta dolorante," rispose con una buffa espressione di dolore sul viso. " Mi dispiace , ma non volevo svegliarti, riposi poco da settimane ,così ti ho coperta, ho controllato che tutta la casa fosse ben chiusa e sono andato via . Non credevo che la mia compagnia fosse così noiosa da farti addormentare , ma pazienza.. è comunque un risultato positivo." disse scuotendo la testa. " Ma cosa dici? Siamo rimasti svegli fino a tardi e poi.... "disse abbassando la voce.." non mi sentivo così al sicuro da settimane, non mi sono ancora abituata a dormire da sola con i bambini, e quindi ,mi sono rilassata e la stanchezza ha fatto il resto."
"Stavo solo scherzando Leni ....posso avere la mia colazione ? Oggi mi aspetta una giornata pesante, è in programma il funerale della signora Beaufort e devo organizzare il transennamento della sua vecchia casa per la demolizione di martedì. In queste occasioni c'è sempre qualche incosciente che non rispetta le distanze di sicurezza o qualche ragazzino che marina la scuola per assistere allo spettacolo..." Lex non aveva ancora terminato la frase che Caroline fece cadere con un fragoroso rumore di cocci infranti ,il piatto su cui aveva messo la torta a lui destinata. " Cosa hai detto ? La casa della signora Beaufort?" " Sì ma che ti prende," le chiese preoccupato," sei ferita?" "No no , sto bene "disse lei ,ma era evidentemente sconvolta. "Ho solo bisogno di sedermi un attimo ...si è trattato di un capogiro." Lex si alzò e sorreggendola l'accompagnò nel retro . Dopo averle portato un bicchiere d'acqua , le domandò se prendeva ancora i farmaci che le aveva prescritto Pick. "No , ho smesso di prenderli , te l'ho detto , mi facevano stare peggio, il problema è un altro Lex," e si avvicinò a lui perché nessuno udisse la conversazione. " Mio suocero è coinvolto in qualcosa di poco pulito ,ogni volta che un' anziano abitante di questa città ,senza parenti ancora in vita, muore, lui eredita dal defunto la proprietà della sua casa, che poi demolisce, per far posto ad una costruzione più moderna e lussuosa che rivende a cifre altissime. Secondo te come è possibile una cosa del genere?" Lex sentiva i battiti del suo cuore accelerare, le rispose sforzandosi di non lasciare trapelare alcuna emozione. "Io so che Harold Green si occupa di tutte le demolizioni in città, chiaramente essendo il Sindaco suo amico , lo favorirà nelle
gare d'appalto, ma purtroppo questo non è un comportamento insolito nei piccoli centri ,l'ho fatto presente al mio superiore ma mi ha detto di starne fuori. Come fai tu a sapere che Harold eredita la proprietà ?" "Mia suocera è in possesso di alcuni documenti che lo provano." Si lasciò sfuggire Caroline. " Tua suocera? Scusa ma non capisco ,voi due non siete mai andate d'accordo e ora all'improvviso ti confida un 'informazione di questo tipo! E comunque a parte il fatto che Harold fa della speculazione edilizia ,cosa ti preoccupa tanto? I legittimi proprietari firmano lasciti in suo favore, come hai detto tu stessa ,perché non hanno nessuno a cui lasciare la proprietà, non mi pare così strano. Purtroppo Leni le cose da queste parti funzionano in modo diverso, Harold si è sempre premurato di aiutare gli anziani di Woodbury nella manuntenzione delle loro case, dovresti saperlo bene, se ne occupava prevalentemente tuo marito. In punto di morte quelle persone hanno lasciato la loro casa all'unica persona che le ha aiutate e che stimavano. Sai che non sono un fan di tuo suocero, ma in questo caso non si può dire che abbia fatto nulla di male. Le case demolite erano davvero vecchie ed in pessimo stato, quindi essendo lui un costruttore ,mi sembra evidente che il suo primo pensiero sia quello di edificare il terreno in modo da farlo fruttare e da abbellire la città. In questo modo offre lavoro a molta gente ,per Woodbury è un santo, non c'è molto che si possa fare." " Forse hai ragione, però c'è dell' altro , mia suocera , pensa che questo abbia a che fare la morte di Tim." "Cosa? Stai scherzando ? Quella donna ha perso la testa Leni, non posso immaginare cosa significhi perdere un figlio, ma questo francamente mi sembra troppo anche per lei. Sono stato insieme alla polizia stradale di Licthfield sul luogo dell'incidente, ho partecipato ai rilevamenti e al recupero del pick up, non c'era assolutamente nulla di sospetto ,Tim è precipitato nel Bantam , è stato un incidente, non farti
influenzare dalle parole di Ester, cerca di dare un senso alla sua perdita." le disse stringendole le mani. "Ora devo andare al lavoro ,stasera o da te e ne parliamo, ma tu cerca di stare tranquilla e per favore , tieni per te questa teoria della cospirazione , non parlare a nessuno di questa storia chiaro?" "Sì stai tranquillo, ci vediamo stasera." Caroline aveva l'impressione di essersi liberata di un peso enorme, e inoltre odiava mentire , ora che aveva parlato con Lex, in effetti tutto le sembrava ridimensionato e si rese conto che l'ipotesi di Ester riguardo la morte di Tim l' aveva influenzata ,forse si era trattato davvero di una tragica fatalità,in fondo Harold non avrebbe mai permesso che fero del male a suo figlio. Lex uscì dallo Split Rail, in preda al panico. Da dove spuntavano i documenti di cui parlava Caroline? Tim evidentemente aveva messo al corrente sua madre di quanto aveva scoperto! Tutte le sue peggiori paure si stavano materializzando. Doveva parlare con Hamilton e fare in modo che Caroline non rivelasse a nessuno ciò che sapeva.
17
Nel pomeriggio, Caroline ò a prendere i bambini a scuola e dopo averli lasciati a casa di Elisabeth a giocare,si recò al funerale della signora Beaufort. Entrando in chiesa, prese posto nelle ultime file, non conoscendola bene, temeva di essere inopportuna . La funzione era iniziata da circa dieci minuti quando il cigolio della porta d' ingresso la fece voltare, era Ester , che al ritorno da Hartford era ata per l' estremo saluto alla defunta. "Ciao" bisbigliò Caroline" com'è andata?" " Per ora nulla di fatto ,ho lasciato i documenti al mio amico, mi ha assicurato che approfondirà meglio la questione e poi mi farà sapere, nel frattempo dovremo comportarci come se nulla fosse accaduto." " D'accordo , come vuoi " rispose Caroline" comunque stamattina ho parlato con Lex di questa faccenda, ma anche lui dice che non c'è nulla che si possa fare, riguardo le concessioni e i lasciti dice che è tutto nei termini della legalità, quindi non abbiamo molto in mano. Per quanto riguarda Tim , invece, lui dice che si è trattato di un incidente, che era presente durante i rilevamenti e le perizie e non ha riscontrato nulla che fe pensare al contrario." "Il tuo fidato Lex, ti avevo detto di aspettare a coinvolgerlo, detesto quel giovanotto presuntuoso, stamattina abbiamo avuto una discussione fuori dal tuo locale, mi ha detto che tu conosci perfettamente la natura dei suoi sentimenti per te e che questo non rappresenta un problema." disse contorcendo nervosamente le mani. "Credevo di aver capito che amavi mio figlio e che voi due foste solo amici..." "Infatti è così, ma in questo momento io ho bisogno di lui, so cosa prova perché me lo ha confessato ieri sera, ha anche detto che il nostro rapporto non è
cambiato , e non cambierà in futuro se non sarò io a volerlo, quindi non hai nulla da temere. Lui mi ama da sempre , non si è approfittato della mia buona fede in otto anni perché dovrebbe farlo ora?" disse Caroline indispettita. "E' la tua vita cara, io non posso dirti come viverla, ma dubito che tuo marito sarebbe felice di sapere te e i suoi bambini nelle mani di quell'uomo." Terminata la funzione, uscirono per recarsi al cimitero e rimasero entrambe in silenzio per tutto il tragitto. Ester rincasò dopo il funerale con un profondo senso di vuoto nel cuore. Comprendeva che sua nuora era giovane e non sarebbe rimasta sola a lungo , ma non riusciva a tollerare l'idea che Alexander Cartrite prendesse il posto di suo figlio. Caroline stava ancora cercando di superare la perdita di Tim, era confusa e sola, in cuor suo era certa che non amasse Lex, ma era altrettanto certa che questa situazione l' avesse resa molto vulnerabile e lei sapeva per esperienza che le azioni commesse in momenti di scarsa lucidità si rimpiangono per sempre. Al suo rientro trovando la casa ancora vuota , decise di stendersi per il resto del pomeriggio. Da giorni non si sentiva bene ,ma dopo le recenti scoperte, non aveva voluto chiamare Pick per farsi visitare.
Qualche ora dopo Harold rientrò dal lavoro, e non trovando la moglie in cucina la cercò al piano di sopra. " Ester" disse risvegliandola dal sonno profondo in cui era immersa. " Cosa fai a letto a quest'ora , non ti senti bene? " le chiese preoccupato. " Da qualche giorno mi sento debole e affannata, non ti ho detto nulla perché non volevo crearti altre preoccupazioni" rispose cercando di alzarsi dal letto.
"Senti rimani a letto " le disse risentito, "chiamo Solomon". Ma prima che uscisse dalla stanza Ester richiamò la sua attenzione...quello che si portava dentro era un peso troppo grande da sostenere. " Cosa stai combinando Hal? " disse con gli occhi velati di lacrime. "Non capisco a cosa ti riferisci " rispose lui. " Sai benissimo di cosa parlo, due settimane fa hai demolito la casa dei Simpson dopo la morte di Jefferson , ora muore Bridget Beaufort e tu sei alle prese con un altra demolizione e un 'altra villa lussuosa da costruire. So bene che Robert è tuo amico e in tutti questi anni ti ha agevolato facendo prosperare la tua impresa, ma ultimamente mi pare che stiate pilotando troppo sfacciatamente la sorte a vostro vantaggio" disse tenendosi il petto e respirando sempre con maggior fatica. " Non ti sei mai intromessa in questa cose, cosa ti prende ora? Come hai detto poco fa Robert è mio amico ed è normale che ci aiutiamo tra noi e se gli ultraottantenni di Woodbury stanno morendo come mosche, di sicuro non puoi attribuire a me la loro dipartita. Ero affezionato a quelle persone ,mi hanno visto crescere, le ho sempre aiutate nel momento del bisogno, e a quanto pare loro mi ritenevano degno della loro stima molto più di te , che sei mia moglie!" disse alzandosi in piedi e voltandole le spalle. " Non dire sciocchezze! Sai che io ti ho sempre stimato e amato, ma questo non mi rende cieca di fronte alle attività poco oneste che hai intrapreso." A quel punto si voltò verso Ester e in un accesso d' ira si mise ad urlare. " Ma si può sapere che stai dicendo? Io non ho fatto nulla di disonesto, ho conosciuto un ricco uomo d' affari russo che mi ha commissionato varie ville qui in città ,questo è servito a dare lavoro a molta gente , tutti sono felici, la nostra città è più bella che mai, è un luogo sereno e prospero dove vivere e tutto questo grazie a me, servo la comunità da quarant' anni , penso di meritare un po' di gratitudine per questo.
E tu più di tutti dovresti essermi grata, dopo quello che ho fatto per te e per tuo figlio." Ester non era sicura di aver capito le ultime parole proferite da suo marito, ma non poté trattenersi .... " Mio figlio Hal? Nostro figlio !!! Che a quanto pare aveva scoperto questa storia e Dio non voglia che una della persona immischiate in questa faccenda non l' abbia ritenuto una minaccia e non gli abbia fatto del male, perché non avrò pace finché non l' avrò visto marcire in galera , chiunque sia !!!" "Ma cosa vai farneticando... Tim è morto in tragico incidente , nessuno è responsabile di quanto è accaduto, ma sei impazzita, come ti viene in mente di lanciare simili accuse." Conosceva quell'uomo da quasi quarant'anni , riconobbe nei suoi occhi rabbia e sdegno per ciò che avveva appena udito. " Forse non conosci bene le persone con cui sei in affari, Tim aveva delle copie di documenti che provano le concessioni a tuo nome, i rendiconti bancari e la spartizione di denaro tra te e i tuoi amici... " disse Ester con le ultime forze rimastele. Harold rimase per alcuni secondi in silenzio , come se cercasse di riprendersi da un trauma, poi si sedette sulla poltrona . "Non è possibile... l'ho cresciuto come se fosse mio, l'ho sempre amato , perché non volevo attribuire a lui la colpa dei tuoi errori.. ma a quanto pare il frutto non cade lontano dall' albero...l'ingratitudine dev ' essere genetica." "Ma cosa dici...."sibilò Ester "Qualche mese fa è venuto da me ,dicendomi che lui non era d' accordo con le scelte che stavo facendo per l' impresa, gli ho detto che era tutto regolare ,ci siamo chiariti e non siamo più tornati sull'argomento. Pensavo che avesse capito, ero suo padre...almeno per quanto ne sapeva... e lui invece rubava documenti a mia insaputa , per farne cosa?" A questo punto Harold era furioso.
" Come sai di questi documenti, dove si trovano ?" " Li ho distrutti... per proteggerti , ma ora devi giurarmi che ti tirerai fuori da questa storia immediatamente." Questa storia finirà con la consegna di quest'ultima casa...ma non sarà l'unica cosa a finire.. urlò Harold , e sbattendo la porta uscì dalla stanza. Ester era sfinita , si era liberata del peso che portava ma era estremamente provata e temeva che la morte di Tim e la scoperta dei traffici di Harold avessero messo fine al suo matrimonio. Circa una ventina di minuti dopo, Solomon Pick entrò nella camera di Ester, la visitò e le prescrisse un calmante per permetterle di riposare , Ester era molto debole ed il cuore appariva affaticato e sotto sforzo. Inoltre le consigliò una visita cardiologica e le diede il numero di telefono di un suo collega che era primario del reparto di cardiologia ad Hartford. Rimasta sola dopo la visita del dottore , Ester chiamò Caroline,chiedondole di are l'indomani perché lei non era in grado di uscire e aveva bisogno che fe per lei alcune commissioni. "D' accordo " rispose Caroline" ma come ti senti ora? I recenti avvenimenti ti hanno messo a dura prova , domattina o a ritirare la prescrizione e vado subito in farmacia a ritirarti le medicine.....ora cerca di riposare" Nel frattempo, Pick scese al piano di sotto per mettere al corrente l 'amico della situazione. "Tua moglie non sta bene Hal, la situazione è piuttosto seria, il cuore è molto affaticato, le ho dato il numero del mio amico , è primario di chirurgia al Saint Francis Hospital di Hartford, ti consiglio di farla vedere da uno specialista" " Hai ragione, la situazione è piuttosto seria, " replicò Green" ma tu non sai per chi..." disse fra sé e sé. "Mia moglie sa tutto Solomon, sa dei nostri affari e vuoi sapere come ha fatto?
Tim le ha dato copie di documenti che ha rubato dal mio ufficio, rendi conti bancari, transazioni, cessioni di proprietà....tutto... quell'ingrato non è andato a parlarne con sua moglie, ma con sua madre, ora siamo in un mare di guai... ci sono delle prove a nostro carico... " disse sconvolto dalla rabbia.. "Tradito dalla mia famiglia, coloro per i quali ho lavorato una vita intera mi hanno pugnalato alle spalle,invece di essermi grati!" " Non posso credere a ciò che dici, dove sono questi documenti ora?" chiese sottovoce. " Non lo so , Ester dice di averli distrutti per proteggermi, ma io non credo più a nulla di ciò che dice.. come posso fidarmi di lei?" " Non abbiamo molte alternative Hal... o troviamo il modo di eliminare le prove oppure saremmo costretti ad eleminare chi è al corrente di questa faccenda. A te la scelta... io non ho lavorato una vita per finire i miei giorni dietro le sbarre.. preferisco filarmela ai tropici e morire su una spiaggia sotto le palme." " Dammi qualche giorno di tempo.. cercherò di saperne di più, in caso contrario tieniti pronto. Dobbiamo sfruttare la situazione che si è presentata a nostro vantaggio" disse " siamo troppo vicini alla meta per farci fregare ,non dire nulla agli altri .. Eric andrebbe in paranoia, possiamo risolvere tutto noi due." " D'accordo Hal ma cerca di sbrigarti ,non possiamo correre rischi."
18
Appena chiusa la comunicazione, Caroline tornò in cucina , dove Lex stava apparecchiando la tavola aiutato dai bambini. "Chi era?" chiese notando la preoccupazione di Caroline. "Era mia suocera, domattina devo are a casa sua perché non sta bene, devo sbrigare per lei alcune commissioni. " Dopo aver cenato tutti insieme Caroline mise a letto i bambini mentre Lex si occupava di sistemare la cucina. " Sei davvero un angelo " disse al suo ritorno. Mio marito non è mai stato propenso ad aiutare nelle faccende domestiche, era un tipo vecchio stile, gli uomini vanno a lavorare ...le donne si occupano della casa." " Peccato che tu fi entrambe le cose" sottolineò con irritazione. " Tuo marito ha avuto una gran fortuna ad incontrarti, non mi piace parlare male di chi non è presente, ma ha ricevuto molto più di quanto non ti abbia dato. Tu hai lasciato la tua vita, sacrificato aspirazioni e desideri per seguirlo, ma chi ama non dovrebbe chiedere delle rinunce , al limite dovrebbe aiutare l' altro a realizzare se stesso e ad essere felice." Lex rimase in silenzio per alcuni minuti ,come se stesso prendendo una difficile decisione, poi andò verso Caroline che era seduta al tavolo della cucina ,con una tazza di caffè davanti e prendendo posto di fronte a lei le disse ...." Io desidero solo che tu sia felice, so che non c'è più nulla che ti leghi a questa città e che questo posto ti sta stretto ,è sempre stato così, se deciderai di andartene ,io lo capirò." Poi posò le sue mani calde su quelle di Caroline stringendogliele.
"lo so " disse lei commossa" anche mio padre mi ha chiesto di tornare a vivere a New York. Ma io devo pensare ai bambini , loro non sono abituati alla vita in una grande metropoli, sono cresciuti all' aria aperta, e per loro sarebbe un altro trauma da superare, allontanarli dall'ambiente familiare non sarebbe salutare e poi...." disse distogliendo lo sguardo... "qui ci sei tu..." Lui le sollevò il viso e le sorrise. Per quanto riguarda i bambini non è necessario portarli fino a New York ,è sufficiente trasferirsi ad Hartford o a New Haven ,dove avresti l'opportunità di riprendere il tuo lavoro, una donna della tua intelligenza è davvero sprecata dietro un bancone a servire caffè ,anche se dovrò rinunciare alla tua torta di lamponi" ...disse ridendo.. " i bambini inoltre non dovrebbero abituarsi ad uno stile di vita molto diverso da quello che conoscono. Per quanto mi riguarda, ti ho già detto che ti seguirei in capo al mondo? Io posso lavorare ovunque mi basta solo chiedere il trasferimento per ragioni familiari." "Ci penserò "... rispose Caroline, pensando che prima di andarsene da quella città avrebbe dovuto chiarire tutti i suoi dubbi a proposito della morte di Tim. Si era fatto tardi ,Lex diede la buonanotte a Caroline. "Domattina ci vediamo per colazione ,finisco il mio turno verso le 18:00 ,se hai bisogno di qualcosa fammelo sapere." Le disse baciandola sulla fronte. "Grazie come farei senza di te, domani dopo la scuola porto i bambini da Elisabeth, adorano giocare con i suoi figli ,ma se dovessi tardare ,puoi are tu a prenderli? Non voglio crearle altro disagio." "Certo ...non preoccuparti ,ci penso io!" Dopo averla salutata salì in macchina ,attese che chiudesse la porta e che spenta la luce dell'ingresso si avviasse al piano di sopra. Rimase ancora per qualche minuto ad osservare la casa, detestava l'idea di lasciarla da sola, ma aveva un problema più grave da risolvere.
Prese il cellulare e compose il numero di Hamilton. Decisero di vedersi al Municipio ,nella parte vecchia della città, dopodiché Lex cancellò il numero dal registro delle chiamate e si avviò. Arrivato a destinazione ,fece un profondo respiro e salendo la scalinata ,si diresse verso l'ufficio del Sindaco attraversando l'edificio immerso nel silenzio.
"Buonasera tenente", disse il Sindaco seduto alla sua scrivania, vedendolo entrare," qualche novità?" "Purtroppo non ho buone notizie, ho scoperto che Ester Green possiede dei documenti compromettenti...a quanto pare suo figlio glieli ha dati prima di morire. Non so dove li custodisca, ma se li mostra a qualcuno sappiate che ci sono gli elementi per un indagine federale e se i federali dovessero approfondire le ricerche potrebbero chiedere la riesumazione dei cadaveri.... in questo caso, finirete tutti dietro le sbarre o peggio nel braccio della morte, avete un bell'elenco di cadaveri al vostro attivo..." disse Lex . A quel punto il Sindaco si alzò rovesciando la sua sedia..." e lei tenente cosa pensa di fare in proposito? Non l'abbiamo coinvolta per stare a guardare le nostre vite che vanno in frantumi, provveda a risolvere il problema che si è presentato ,altrimenti la sua bella vedovella pagherà per la sua inefficienza. Se dobbiamo finire nel braccio della morte, un cadavere in più non farà alcuna differenza. Inoltre anche lei è coinvolto ,essendo a conoscenza delle nostre azioni ..se noi finiamo in galera le ci seguirà e dovrà dire addio al grande amore della sua vita." " Non osi neppure pensare ,di minacciarmi" rispose Lex parandosi davanti al Sindaco, con la mano sulla pistola. "Io ho accettato di arvi delle informazioni , per evitare che Caroline venisse coinvolta in questa storia. Non sono coinvolto ,sono solo a conoscenza dei fatti ,date le vostre minacce
sono stato costretto al silenzio per proteggere chi amo ,al massimo mi puniranno con una sospensione. Non m'interessa avere altro ruolo nei vostri affari sporchi, non cerco denaro né gloria ,m' interessa solo che lei e i bambini siano al sicuro " disse abbassando il tono della voce allo scopo di renderlo più minaccioso. " Cercherò di ottenere altre informazioni, ma questo è tutto, voi ...dovrete risolvere il problema che si è presentato...io la saluto," terminando bruscamente la conversazione ,uscì dalla stanza e ripercorse il lungo corridoio che lo conduceva all'uscita. Rimasto solo, il Sindaco ,chiamò immediatamente Harold Green per sapere cosa stava succedendo.
19
La mattina successiva Caroline si presentò a casa Green per portare ad Ester le medicine e assicurarsi che stesse meglio. Ma raggiunto il piano superiore, trovò nella sua stanza il dottor Pick. Il dottore la guardò seccato ,come se avesse interrotto qualcosa, poi rivolgendosi ad Ester le raccomandò di seguire la sue indicazioni alla lettera.. e dopo averla salutata uscì dalla stanza. Caroline si avvicinò al letto e tenendo la mano di Ester si sedette al suo fianco. " Come ti senti stamattina ?Va un po' meglio? " Non proprio, mi sento debole e stanca, non mi era mai accaduto prima d'ora" disse con voce flebile. " Non preoccuparti, sono state settimane molto dure , devi solo riposare e tutto si aggiusterà Cosa stava facendo qui Pick?"chiese. " E' tornato a visitarmi.. voleva farmi un'iniezione di vitamine per farmi sentire meglio, ma io ho rifiutato , non posso fidarmi di lui. Ieri sera ho confessato ad Hal che so tutto dei suoi traffici e gli ho detto che deve tirarsi fuori da questa storia, ma non ho ottenuto la reazione che speravo. Si è arrabbiato accusandomi di essere un 'ingrata e mi ha urlato contro che ha sempre saputo che Tim non fosse suo figlio, probabilmente a mia insaputa dopo che Tim era nato a fatto il test del d.n.a ,nonostante questo si è sempre occupato di noi. Poco dopo l'ho sentito parlare con Solomon e sembrava molto alterato. " " Cielo Ester ma cosa ti è venuto in mente, mi hai diffidato dal farne parola con
Lex, e poi tu vai a confessare tutto a tuo marito? Al diretto interessato ,così ci hai messi tutti in pericolo. Non eri tu a sostenere che le persone implicate potrebbero aver ucciso Tim ?E ora come pensi che reagiranno sapendo che siamo al corrente di tutto?" Caroline era sconvolta. "Non preoccuparti, non ho detto nulla di te , loro non sanno che sei al corrente, devi fingere di non sapere niente ,ho detto ad Hal che Tim ha consegnato a me quei documenti in modo da non coinvolgere te e i bambini ,"le disse tra un colpo di tosse e l'altro. " Quando sono stata ad Hartford ho consegnato tutta la documentazione ad un amico di vecchia data, che ora è procuratore distrettuale , se dovesse accadermi qualcosa, lui saprà chi sono i colpevoli e dove indagare..." disse poi asciugandosi gli occhi pieni di lacrime. " Non dire queste cose, verrò qui ogni giorno a sorvegliarti ,non permetterò che ti accada nulla." " Non preoccuparti per me cara, sono così stanca di questa vita ,in queste ultime settimane mi sono resa conto che avevi ragione tu, ho vissuto di apparenze e alla fine mi ritrovo senza mio figlio e con un matrimonio in frantumi , ora che è troppo tardi per rimediare. Ascoltami.... appena questa storia sarà conclusa devi promettermi che te ne andrai da questa città e proverai a realizzare i tuoi sogni e ti costruirai la vita che hai sacrificato per amore di mio figlio." "Adesso non preoccuparti , riposa, io torno tra poco.." Caroline uscì in fretta dalla stanza perché non riusciva più a trattenere le lacrime. Prese l' auto e raggiunse la farmacia con la prescrizione medica, notando con preoccupazione che il farmaco prescritto ero lo stesso della signora Beaufort ,glicosolidi cardiocinetici , farmaci ad azione inotropa positiva impiegati per chi soffre di insufficienza cardiaca. Una volta ritirate le medicine ,tornò a casa Green.
* * *
Imboccando il vialetto incrociò Harold che stava per uscire. ".Cosa fai ancora qui ?" le disse bruscamente. " Sono venuta a portare ad Ester le medicine, e tu... come mai ancora a casa ?Di solito sei già in cantiere da un pezzo a quest'ora" "Sono venuto a prendere delle planimetrie che avevo lasciato nel mio studio" le rispose, agitando i tubi di carta arrolata che teneva in mano. " Non mi pare che voi due siate mai andate d' accordo? Da quando siete diventate grandi amiche? Ultimamente siete sempre insieme, "le domandò con un sorriso ironico dipinto sul viso . " Non siamo mai andate molto d'accordo perché siamo profondamente diverse, ma siamo entrambe abbastanza intelligenti da mettere da parte le nostre divergenze davanti al dolore e alle situazioni difficili. Abbiamo perso entrambe qualcuno che amavamo profondamente ,se pur in modo diverso ,inoltre ciò che è accaduto......" lasciò per un istante la frase in sospeso a sottintendere che si riferiva a tutti gli avvenimenti dell'ultimo mese e poi riprese a parlare..."l'ha provata molto, Ester non è più una ragazzina, alla sua età certe esperienze possono essere devastanti, anche fisicamente, ora più che mai ha bisogno di sostegno, altrimenti ho paura che smetterà di lottare." Harold finse di non cogliere i sottintesi della nuora ,e senza degnarla di una risposta le voltò le spalle e si diresse verso il suo furgone. Ester aveva seguito la conversazione dalla finestra del piano di sopra, ma si rimise a letto prima dell'arrivo di Caroline. " Prendi le medicine, e poi riposa, o per l'ora di pranzo a portarti qualcosa da mangiare e poi all'ora di cena , prima di rincasare" le disse premurosa.
"Non darti tanta pena ,hai il locale e i bambini di cui occuparti, non occorre che ti prodighi anche per me ,"rispose Ester. "Non preoccuparti oggi i bambini staranno da Elisabeth dopo la scuola e se tardo ci penserà Lex ad andare a prenderli." " Ti ringrazio di tutto, non avrei mai pensato che ti saresti presa cura di me se mi fossi ammalata. Mi sono sbagliata sul tuo conto, e penso di essere abbastanza intelligente da ammetterlo" disse sorridendo, e facendole intendere che aveva sentito la conversazione che aveva avuto poco prima con Harold. " Sei una brava ragazza , anche se siamo diverse, questo non vuol dire che non possiamo apprezzarci a vicenda.....ora va lavorare o farai tardi... ci vediamo dopo." " Ok" rispose Caroline sorridendole a sua volta..." Se hai bisogno di qualsiasi cosa chiamami e arriverò in un attimo...a dopo."
* * *
Come le aveva promesso Caroline ritornò a farle visita per pranzo, portandole del brodo di pollo. Ester pareva sentirsi meglio ,il riposo le aveva giovato e forse anche il fatto di essersi liberata dal peso che portava da giorni. La compagnia di Caroline la rendeva meno triste e mitigava il senso di solitudine che provava ora che il figlio era morto e il marito aveva messo tra loro una distanza incolmabile. Dopo la pausa Caroline rientrò al caffè lasciandola riposare per il resto del pomeriggio. Tornò di nuovo la sera ,dopo la chiusura dello Split Rail con due porzioni di frutta e verdura per assicurarsi che mangiasse qualcosa.
Ester volle sapere della giornata dei bambini e Caroline le promise che appena arrivata a casa l'avrebbe fatta chiamare per dare loro la buonanotte. Infine si salutarono ,ma una volta arrivata al corridoio ,Caroline sentì il bisogno di tornare indietro e varcata la soglia della camera da letto si rivolse ad Ester. "Anch'io devo ringraziarti....non avrei mai pensato che per proteggere me e i miei bambini , ti saresti messa in una situazione così difficile... mi sento in colpa...se non avessi tirato fuori questa storia ...ora le nostre vita non sarebbero in pericolo." "Non dire sciocchezze ,io sono vecchia ...ho vissuto e ho commesso parecchi errori, tu hai ancora tutta la vita davanti , cerca di fare tesoro dei tuoi sbagli e conserva sempre la tua forza d' animo e la tua identità. Ricorda che chi vive per gli altri non vive mai davvero. Sii una buona madre e una buona moglie, ma non permettere che questo annulli la donna che sei. Nessuno può rispettarti se tu per prima non hai rispetto di te, me lo hai insegnato tu. Quindi non ho fatto altro che seguire il tuo consiglio, mi hai aperto gli occhi e vedendo la mia vita nella giusta prospettiva ,ho svelato la reale natura delle cose, ci vuole coraggio, ma non si può vivere nella menzogna per sempre." Caroline strinse Ester in un abbraccio colmo d'affetto ,si asciugò le lacrime di commozione che le avevano rigato il viso e la salutò. "Ora riposa ,ci sentiamo tra poco." Scese rapidamente le scale e uscì da casa Green per tornare dai bambini che l'aspettavano per cena. Prima di salire in auto si voltò ,alzò lo sguardo verso la finestra della stanza di Ester illuminata da una luce fioca e pensò a quante cose erano cambiate nella sua vita in poche settimane. Aveva riscoperto in Ester qualità sorprendenti e questo aveva cambiato radicalmente i suoi sentimenti nei confronti della suocera.
Una volta arrivata a casa, trovò Lex che preparava la cena e i bambini in pigiama pronti ad andare a dormire. Quell'immagine le fece provare un senso di calore e di gioia che aveva dimenticato. " I bambini hanno già cenato" disse lui lasciando trasparire il disagio che provava..." scusa se non ti ho chiesto nulla.. ma erano stanchi e ho pensato di farli mangiare prima, così mentre cucino per noi ,tu puoi are un po 'di tempo con loro ,dato che oggi non li hai visti..." disse indaffarato ai fornelli. Caroline sorrise come non faceva da anni. "Ma tu sei davvero un angelo!! Non ho parole , sono io che devo scusarmi per il ritardo, grazie di aver pensato a tutto.." disse dandogli un bacio sulla guancia .Mi sono fermata da Ester per assicurarmi che mangiasse qualcosa è davvero molto debole." Mentre lo osservava muoversi a suo agio in cucina gli raccontò la sua conversazione con la suocera e poi compose il numero di telefono per permettere ai bambini di salutarla. Poi si mise a giocare con loro in attesa che fosse pronta la cena. Quando Lex la chiamò dalla cucina mise a letto Jemy e Kathy e poi si sedettero a mangiare da soli . Lex non era un tipo molto loquace ,era più bravo ad ascoltare che a parlare, ma mentre cenarono fu più silenzioso del solito. "Cos'hai stasera?" chiese Caroline preoccupata. Non hai mangiato praticamente nulla e sembri preoccupato." " Leni , devo parlarti di una cosa , e ho paura della tua reazione." le disse giocando nervosamente con le posate. " Dopo una cena così" disse lei ridendo " posso perdonarti qualsiasi cosa !" " Parlo seriamente .." riprese lui.
"Ti ho mentito, anche se odio l'idea di averlo fatto...ma cerca di capire ...dovevo assicurarmi di poter tenere la situazione sotto controllo...per poterti proteggere." L'espressione di Caroline cambiò bruscamente. " Ma di cosa parli , non capisco...." "Mi ero già accorto da tempo degli strani affari di tuo suocero ,quando ho iniziato a notare i trattamenti di favore che riceveva dal Sindaco ho fatto presente la cosa al mio superiore il capitano Whitacker, ma lui mi ha detto che dovevo tenere la bocca chiusa, nessuno di noi poteva mettersi contro Hamilton, aveva amicizie ai piani alti e il risultato di avviare un' indagine contro di lui sarebbe stato ,trasferimento per me , e veder precipitare la propria carriera, per lui." "Sì ,me lo avevi accennato...su cosa mi hai mentito?" "Un giorno trovandomi nei paraggi di un cantiere per il transennamento di una proprietà che dovevano demolire ho assistito ad una discussione tra tuo marito e suo padre. Lui lo accusava delle cose che sai e Harold cercava di convincerlo che non c'era nulla di male nel fare un po' di soldi a spese di qualche riccone proveniente dall' Europa. Alla fine , almeno per ciò che ho visto quel giorno ,Tim si fece convincere a lasciar perdere e al termine della discussione tornò al lavoro. Harold si accorse che avevo sentito la loro conversazione e mi disse di tenere la bocca chiusa. Io gli dissi che non mi facevano paura le sue minacce e che sarei andato fino in fondo ,ma a quel punto lui mi rispose che se volevo evitare che ti capitasse qualcosa di spiacevole dovevo monitorare la situazione attraverso le tue confidenze e assicurarmi che Tim non ti parlasse dell' accaduto ,in caso contrario avrei dovuto riferire a lui quanto sapevo." Caroline si alzò in piedi e buttò la tazza che teneva in mano nel lavello, in un accesso di rabbia. Dandogli le spalle ,cercò di recuperare le forze necessarie per rispondere .
" Mi hai ingannata, mi hai fatto credere di non sapere nulla, io mi fidavo ciecamente di te, ho aspettato a parlartene perché temevo di coinvolgerti ... tu e il tuo senso del dovere!!! Pensavo che saresti partito a spron battuto per la tua crociata contro la disonestà di quegli uomini e invece tu sapevi già tutto e... hai taciuto!" Respirava a fatica ma riprese a parlare tra le lacrime. " Come hai potuto ? Anche le tue rassicurazioni riguardo la morte di mio marito erano un'espediente per rendermi inoffensiva? Tutto quello che mi hai detto a proposito delle indagini che hai seguito era una menzogna?" Lex cercò di avvicinarsi per calmarla ma Caroline lo allontanò "Ti prego , non fare così!" disse lui , cercando di abbracciarla. " Non volevo ingannarti, ho solo cercato di scoraggiarti, in modo che non indagassi oltre. Leni , ti prego ascoltami , io so cos 'hanno architettato , non mi sono arreso , all'inizio ho fatto credere di essere dalla loro parte per poter ottenere maggiori informazioni ,poi ho scoperto che Pick imbottiva gli anziani proprietari di antidepressivi per renderli più malleabili, quando questi firmavano la cessione della proprietà a favore di Harold, qualche settimana dopo sopraggiungeva un problema cardiaco causato da una dose elevata di cardiocinetici che Pick gli faceva assumere , salvo poi far sparire le tracce della prescrizione medica e archiviare tutto come morte per cause naturali. Vista l'età avanzata dei defunti nessuno faceva domande. Poi c'è stato l'incidente e Tim è morto , ho seguito le indagini per capire se i coinvolti avessero avuto un ruolo anche in questa morte, quanto ti ho detto è la verità, si è trattato di un incidente. A quel punto Pick ha iniziato a dare anche a te gli antidepressivi e ho temuto che ti fero del male." Caroline lo ascoltava incredula , aveva l'impressione di far parte della trama di un film. " Io ti amo Leni, proteggerti è la cosa più importante per me, anche se non
condivi i metodi con cui ho scelto di farlo, preferisco che mi odi che permettere a qualcuno di nuocerti. Ho sacrificato la mia integrità ,tutto ciò in cui credo per te, e lo rifarei." Caroline si lasciò abbracciare ma continuò a piangere ,Lex la tenne tra le braccia finché non si fu calmata. " Non osare mentirmi mai più, o tra noi è finita," gli disse guardandolo dritto negli occhi. " Non sono una bambina , ho il diritto di sapere cosa succede intorno a me, come faccio a proteggere i miei figli e a fare le scelte giuste per loro se mi tieni all'oscuro ?" "Capisco le tue ragioni , ma tu devi comprendere le mie, purtroppo in questo caso l' elemento fondamentale era evitare che tu sapessi o venissi a conoscenza di qualche informazione che potesse comprometterli ,non avrebbero esitato a farti del male, con la scusa della morte di tuo marito , ti avrebbero messa a tacere con i farmaci o fingendo un suicidio...non potevo permetterglielo, io non posso vivere senza di te ,disse con gli occhi lucidi. "Mi dispiace ,perdonami.. so che ho rovinato tutto...ma .."Caroline lo accarezzò prima che potesse finire la frase. "Non hai rovinato nulla ,smettila.. "gli disse " ma ora cosa faremo? Non possiamo denunciarli ,hanno vinto loro. .se parliamo ti coinvolgeranno .Tu sei un poliziotto che vanta uno stato di servizio impeccabile ,ma queste rivelazioni distruggerebbero la tua carriera ,nel migliore dei casi ,nel peggiore.... non oso immaginarlo ,non capisci in che situazione ti sei messo?" " Non è per me che sono preoccupato ,ma per te e i bambini ,voglio portarvi via da questa città ,il più presto possibile," disse abbracciandola. "Invece io sono preoccupata anche per te, se finisci in carcere non potrai portarci da nessuna parte !Inoltre devo farti anch'io una confessione.." disse a quel punto Caroline "Dimmi."
"Sono stata io a trovare i documenti di Tim ,per caso ho scoperto che erano custoditi in una cassetta di sicurezza a Litchfield ,io volevo darli a te ma Ester ha insistito perché glieli consegnassi ,li ha portati ad un suo amico ad Hartford." "Allora siamo davvero in un mare di guai..." esclamò Lex andosi le mani tra i capelli. Si guardarono per alcuni interminabili istanti ,poi Lex si alzò e prese dal giubbotto nell'ingresso la sua pistola ,per controllare che fosse carica. "Credi che sia necessario?" Domandò Caroline in ansia. "Non lo so, ma non correrò alcun rischio .Si è fatto tardi ,cerca di dormire ,io chiudo tutto, poi dormirò qui sul divano ,non posso lasciarvi soli." Caroline lo aiutò a chiudere bene le porte e le imposte, poi lo prese per mano e lo invitò a seguirla di sopra. "Il divano è una trappola infernale, ti distruggerà la schiena, in camera mia c'è posto per entrambi." Salirono le scale in silenzio per evitare di svegliare i bambini, si stesero sul letto e si addormentarono abbracciati.
20
All'alba il cercapersone di Lex iniziò a vibrare sul comodino. Cercando di non svegliare Caroline che dormiva accanto a lui, allungò lentamente il braccio e lo afferrò per capire di cosa sia trattasse, l'inizio del suo turno era previsto per le 7:00. Guardando il codice che lampeggiava sul display, capì che si trattava di un decesso. C'era da presenziare alla visita del medico legale e alla compilazione del certificato di morte. Cercò di alzarsi senza fare rumore, raccolse le scarpe ai piedi del letto e si diresse verso il bagno . "Cerchi di fuggire in silenzio? " chiese lei con una finta espressione imbronciata. " Figurati !" disse lui " se dipendesse da me resterei lì al tuo fianco per tutto il giorno...ma ho ricevuto una chiamata , dev'essere importante dato che il mio turno non è ancora iniziato." Caroline si stiracchiò, si mise a sedere sul letto e gli disse che prima di lasciarlo uscire gli avrebbe preparato la colazione... ma in quel momento il suo cellulare iniziò a suonare. " Ma chi è a quest'ora?" disse leggendo il numero che appariva sullo schermo. " Pronto Harold .... cosa succede ? Ester sta male?" chiesa preoccupata. " Mi dispiace dirtelo per telefono ma Ester è morta stanotte" rispose lui " quando mi sono alzato per andare al lavoro l'ho chiamata ma non sono riuscito a svegliarla.....il medico dice che è soffocata nel sonno a causa di un insufficienza respiratoria."
Caroline era paralizzata... non riusciva a proferire parola... ad un certo punto lasciando cadere il cellulare sul letto,portò le mani al viso e iniziò a singhiozzare. Lex che era fermo sulla porta del bagno nell' attesa di sapere chi fosse al telefono, la raggiunse e afferrò il telefono. " Pronto chi parla...." disse cercando di recuperare la comunicazione . "Alexander...cosa ci fai lì? " " Dovresti essere già qui... mia moglie è morta stanotte ...dal momento che sei in compagnia di mia nuora porta qui anche lei!"gli ordinò chiudendo bruscamente la comunicazione. " Non è possibile, non ci credo .." disse Caroline piangendo..." non può essere morta per cause naturali, l' ho vista ieri sera , stava meglio.... sono stati loro Lex, non si fermeranno davanti a niente... quell'uomo é senza scrupoli!" " Calmati adesso " disse lui cercando di tranquillizzarla." Ci sono io.. non permetterò a nessuno di avvicinarsi a te e ai bambini e tra qualche giorno , quando inizieranno le vacanze estive partiremo. Fino a quel momento devo sempre sapere dove sei e con chi...resta lontana da loro ..del resto mi occuperò io." Dopo averle asciugato il viso le porse una felpa, Caroline stava tremando. " Nessuno deve capire che tu sei al corrente della situazione , intesi? Non devi lasciar trapelare nulla , comportati come al solito, io farò in modo di capire se si sentono al sicuro ora che non ci sono più testimoni.. o se la situazione si è complicata. Ora mi vesto ..tu a da Elisabeth e chiedile di occuparsi dei bambini." Una ventina di minuti dopo ,Caroline era al capezzale di sua suocera in lacrime ,mentre Lex ascoltava le conclusioni del medico legale della contea che stabiliva l'ora del decesso intorno alle 2 :00 del mattino. Harold sedeva su una poltrona vicino alla finestra con un espressione imibile ,mentre il medico gli esprimeva il suo dispiacere per un altra perdita in così poco
tempo. Poi si avvicinò a Caroline e le fece le condoglianze ."Sono addolorato" disse "ma purtroppo non è un caso isolato.. di solito per una madre subire la perdita di un figlio è devastante , se poi non è più giovanissima il cuore può risentirne parecchio." " La ringrazio di tutto dottore... spero che questa sia l'ultima volta che ci vediamo..." disse stringendogli al mano. " lo spero anch'io signora Green arrivederci." Lex entrò nella stanza e comunicò a Harold che l'incaricato delle pompe funebri lo attendeva al piano di sotto. Rimasti soli, si avvicinò a Caroline e le disse "mi dispiace Leni che tu debba rivivere di nuovo questa situazione ,ma ti giuro che vi porterò via da qui. " " D'accordo " rispose lei stringendogli la mano in cerca di conforto" ora vai altrimenti s'insospettiranno... io deve occuparmi di Ester." Caroline socchiuse le imposte ,lasciando filtrare solo un raggio di luce ,attraverso il quale si percepiva il movimento del pulviscolo ,il resto della stanza invece era immerso in una quiete irreale ,come se il tempo si fosse fermato. Il corpo di Ester era immobile, in una posa leggermente scomposta ,con una mano chiusa attorno ad un lembo di coperta, come se nel suo ultimo istante quel pezzo di stoffa avesse rappresentato un appiglio per aggrapparsi alla vita da cui veniva strappata. caroline le accarezzò il viso, sistemandole una ciocca di capelli. Provò un profondo senso di tristezza, avevano appena iniziato a conoscersi e ad apprezzarsi ma il destino, deciso a recidere ogni suo legame con Woodbury, le aveva portato via anche lei. Aprì l'armadio in cerca di un abito da consegnare al responsabile delle pompe funebri. Scelse un vestito color glicine che le era sempre piaciuto indosso ad Ester, le dava un aria elegante ma fresca, la faceva sembrava più giovane e meno austera.
Pensò che quell'abito rispecchiasse l'immagine che aveva di sua suocera da giovane, quando era ancora una ragazza spensierata e aveva inseguito il suo sogno d' amore incurante delle conseguenze. Un po' come aveva fatto negli ultimi tempi, era tornata a sostenere le proprie idee e propri princìpi incurante delle conseguenze.
* * *
I preparativi per il funerale andarono avanti per quasi tutto il giorno, Caroline aveva chiamato Jennifer e l' aveva pregata di sostituirla ancora una volta ,mentre Lex era andato in centrale ad indossare la divisa e poi aveva iniziato il suo turno. Aveva chiamato Caroline al cellulare ad ogni ora, per assicurarsi che stesse bene e la sera prima di rientrare a casa ,era ato dal Sindaco per tastare il terreno. Lo aveva raggiunto nel suo ufficio in Municipio, sapendo che si fermava sempre a lavorare fino a tardi. Percorrendo il lungo corridoio ,per la prima volta in vita sua ,fu scosso da un brivido di paura, per la prima volta aveva qualcosa per cui vivere e temeva di perderla. Trovando la porta chiusa ,prima di bussare trasse un profondo respiro nella speranza di riacquistare il suo sangue freddo ,non poteva mostrarsi vulnerabile. " Buonasera Sindaco" disse invitato ad entrare" direi che i recenti avvenimenti hanno risolto tutti i vostri problemi, la morte di Ester Green si è rivelata .....oserei dire...tempestiva." "Già la provvidenza è venuta in nostro aiuto.. "replicò sarcastico Hamilton. " Ora rimane da capire se la giovane vedova rappresenti o meno un ostacolo al raggiungimento del nostro obbiettivo..." "Come sarebbe a dire? Caroline è affranta dalla perdita di suo marito e di sua suocera ,l'ultimo dei suoi pensieri sono i vostri affari. ."disse cercando di dissimulare la tensione che provava.
" Se Timothy non ha parlato con la moglie ma ha preferito confidarsi con la madre , non significa che Ester abbia tenuto la bocca chiusa con sua nuora" disse cercando di estorcere ulteriori informazioni a Lex. " Caroline sa solamente che Ester sospettava che lei agevolasse Harold nelle gare d'appalto e che foste implicati in speculazioni edilizie ,ma a lei importa ben poco di quello che fate. Oramai non ha più legami con questa città e sta pensando di tornare a New York per farsi aiutare dalla sua famiglia...quindi per voi non rappresenta sicuramente un ostacolo." Quanto a lei tenente? Lei ,al contrario è al corrente di tutto... conosce la situazione in modo dettagliato...anche lei non rappresenta per noi un ostacolo? Lei così integerrimo ....lascerà cadere questa storia senza conseguenze?" " Purtroppo sono costretto a scegliere ...tra i miei valori e la donna che amo... e ho scelto lei senza alcun ripensamento!" disse .." a proposito di questo la saluto, ho svolto il mio incarico, domattina presenterò la richiesta di trasferimento ,i nostri rapporti si concludono qui" e senza attendere la replica di Hamilton si allontanò senza voltarsi . Dopo aver lasciato il Municipio, Lex si diresse rapidamente a casa di Caroline. Avevano deciso che fino alla partenza sarebbe rimasto a dormire da loro per proteggere lei e i bambini. Al suo arrivò ,parcheggiò l'auto in garage, con la pistola carica ,fece il giro della proprietà per controllare che tutto fosse tranquillo. Entrato in casa trovò i bambini seduti in silenzio a tavola che cercavano di mangiare qualcosa pur non avendo appetito. Caroline stava cucinando, ma lui la conosceva bene, i suoi gesti erano meccanici e la sua mente altrove... non si era neppure accorta del suo arrivo. Fu Jemy a sollevare lo sguardo dal suo piatto e a rivolgergli la parola. "Ciao zio Lex... sei venuto a trovarci anche stasera? "disse il piccolo.
"Ciao campione...so che avete avuta un'altra giornata difficile e ho pensato di portarvi un po' di gelato al cioccolato...fa miracoli per l'umore," rispose lui in evidente imbarazzo. Caroline si voltò e con gli occhi gonfi e arrossati gli andò incontro, lo baciò sulla guancia e rivolgendosi ai bambini disse "ragazzi lo zio Lex rimarrà tutte le sere qui a cena con noi,la mamma ha bisogno di aiuto ..ed è più tranquilla sapendo che lui è qui ." " Per forza " esordì Jemy" lo zio ha la pistola... lui può tenere lontano i cattivi!" e saltellando per casa fingeva di sparare a immaginari nemici. " Già " rispose Caroline rabbrividendo al solo pensiero. "Ora mettiamoci a tavola, stasera si va a letto presto ,domani ci aspetta una lunga e faticosa giornata." Dopo cena Lex mise a letto i bambini mentre Caroline ultimava i preparativi per il funerale che si sarebbe svolto l'indomani mattina. Una volta sistemato tutto ,lei e Lex salirono al piano di sopra . "Ti ho recuperato un pigiama di Tim... almeno stanotte non dovrai dormire vestito... " disse accennando un sorriso. " Ma Lex restò in piedi, vicino al letto ,immobile. " Che ti succede? " chiese lei avvicinandosi. " Nulla , non preoccuparti ! " " Avanti , ti conosco troppo bene , sei triste ...a cosa pensi?" " Vuoi davvero saperlo?" chiese lui. " Certo che voglio..." " Stasera mi sono sentito un intruso... quando sono entrato in casa ho avuto l'impressione di violare la vostra intimità ,mi sentivo un ospite che è arrivato senza avvertire."
" Ho sognato una famiglia con te per otto anni e in questi giorni mi sono illuso di aver realizzato il mio sogno, ma stasera mi sono scontrato con la realtà ,io non sono parte della famiglia, ho solo rubato quella di un altro." " Non dire così...tu non sei un intruso! Sei qui per proteggerci ,stai rischiando la tua carriera e la tua vita per noi ed io te ne sono immensamente grata. Capisco che inserirsi in una famiglia non sia facile ,noi abbiamo le nostre abitudini e il nostro è un legame fisiologico ,mentre per costruire un rapporto ci vuole tempo e dedizione.. ma tu non hai rubato nulla. Questa è una situazione complicata per tutti noi ,ci vorrà del tempo per trovare una nostra dimensione... io ho bisogno di tempo... e anche i bambini ,comunque, come ti ho già detto qualche settimana fa ,se starmi accanto per te è troppo difficile lo capirò. Ti confesso però ,che sarei davvero molto delusa se ti arrendessi proprio ora" e avvicinandosi gli cinse la vita in un abbraccio. Lui la scostò leggermente da se e guardandola negli occhi le disse..." sono già pazzo di te Leni ,se continui così finiranno per rinchiudermi. Non ho mai pensato neppure per un istante di arrendermi... ma ti prego di credermi, se ti dico che non è facile, se non fossi un gentiluomo ti avrei già baciata almeno cento volte stasera." Caroline sorrise... " ah adesso capisco ..." disse " questo discorso serio e quello sguardo triste erano solo un espediente per avere un bacio." Lex , abbassò lo sguardo e arrossì. "Non sei un uomo difficile da accontentare Alexander Cartrite.." disse mettendosi in punta di piedi..." se è solo questo che desideri..." e lo baciò. Lui si ritrasse per un secondo ..il tempo per sussurrarle ..." solo se lo vuoi anche tu!" Caroline sorrise e lo baciò di nuovo. A quel punto Lex la strinse a se ,non era sicuro che stesse accadendo davvero
,temeva fosse tutto frutto della sua immaginazione ,aveva sognato quel momento così tante volte da perderne il conto ,ma lo sguardo di Caroline ,questa volta non tradiva imbarazzo o incertezza. Tutti i suoi timori svanirono ,la corazza creata nel tempo per evitare di soffrire troppo ,cadde e lui concentrò in quel bacio tutto l'amore che aveva represso negli ultimi otto anni.
21
La mattina seguente si svegliarono all'alba. Caroline si occupò dei bambini .. mentre Lex si vestiva . Dopo la doccia andò in camera in cerca del vestito nero che aveva indossato per il funerale di Tim ed entrando trovò Lex ai piedi del letto che finiva di sistemarsi. " Caspita come siamo affascinanti con questa divisa, farai girare la testa a tutte le signorine in età da marito di Woodbury," disse senza togliergli gli occhi di dosso un istante. "Per presenziare alle cerimonie devo indossare l'alta uniforme, invece di quella d'ordinanza "disse lui imbarazzato. "Oops...sono riuscita a farti arrossire di nuovo in sole... otto ore," disse guardando l'orologio. "Peccato che io non sia interessato a nessuna signorina di Woodbury ,credo che ormai lo abbiano capito anche gli edifici di questa città che io ho amato ,amo e amerò solo te per sempre." Caroline si avvicinò a lui e lo baciò sistemandogli il collo della divisa. " Ora mi vesto ,puoi occuparti tu dei bambini ?Scendo subito.." disse sfilando l'abito dalla gruccia. "Certo fa con calma.." Lex scese a controllare che i bambini mangiassero qualcosa. Jemy era seduto sullo sgabello del bancale e faceva ciondolare i piedi ,annoiato, mentre Kathy, giocava con il cucchiaio, affondando i cereali nel latte. " Forza Kathy, cerca di mangiare qualcosa, sarà un'altra lunga giornata ,devi
essere in forze, "disse lui accarezzandole i capelli. "Perché ci capitano tutte queste cose brutte?" chiese lei con gli occhi pieni di lacrime "siamo stati cattivi ?" " No piccola, ma cosa dici...tu e tuo fratello siete i bambini più buoni che io conosca. Nessuno è stato cattivo...purtroppo le persone così come vengono al mondo ...un giorno muoiono...non ci è dato sapere quando e come.. ma questo fa semplicemente parte della vita ,non è la conseguenza del nostro comportamento." " Il tuo papà è morto in un incidente ,è stato Dio a sceglierlo perché andasse in cielo ad aiutarlo e la nonna, sentiva troppo la sua mancanza ,era malata e soffriva, così Dio ha deciso di riunirli, come accadrà a tutti noi....un giorno. lo so che ora ti sembra un ingiustizia ma quando sarai più grande capirai. Comunque ricordati che nulla di quello che accade è colpa tua o di tuo fratello, "disse abbracciandola. Kathy gli gettò le sue piccole braccia al collo. "Io mi sento tanto sola...il papà e la nonna mi mancano..quando potrò riverederli?" Disse strofinandosi gli occhi. "Speriamo tra molto molto tempo...così avrai tantissime cose da raccontare loro quando li incontrerai..."le rispose Lex soffiandole il naso. Caroline nel frattempo si era fermata ad ascoltarli sulla soglia della cucina. Se Lex avesse potuto vedersi in quel momento avrebbe capito quanto assurde fossero le sue preoccupazioni della sera precedente. Si avvicinò e li strinse entrambi in un abbraccio. "Andiamo..ci aspettano tutti."
* * *
Durante la funzione la chiesa era piena di gente come lo era stata per Tim, tutti gli abitanti di Woodbury si strinsero intorno ad Harold ,che sedeva accanto ai suoi amici. Le mogli affrante si lasciavano sorreggere dai mariti, che fingevano commozione e partecipazione. Caroline non riusciva a tollerare una tale manifestazione d'ipocrisia e si sedette dall'altra parte della navata con Lex e i bambini, anche se era perfettamente consapevole che ciò avrebbe scatenato lo sdegno dei cittadini di Woodbury. Suo marito era morto da poco più di un mese e lei veniva alla cerimonia accompagnata da un altro uomo. Ma oramai non le importava più cosa dicessero o pensassero ,il suo tempo in questa città era scaduto. Al termine dell' anno scolastico ,con l'inizio delle vacanze estive sarebbero andati dai suoi a New York e poi avrebbero cercato un 'altra sistemazione più adatta ai bambini. Lex sarebbe andato con loro, avrebbero diviso le spese. la funzione durò circa un'ora ,il reverendo Ambrose spese per Ester parole di grande ammirazione ,così come tutte le sue amiche che a turno sul pulpito ricordarono l'impegno e il ruolo fondamentale che aveva svolto nella comunità. All'uscita dalla chiesa il cielo si era improvvisamente oscurato ,lasciando cadere sul corteo che si avviava al cimitero, gocce di pioggia leggere come piccole lacrime. Ester fu sepolta vicino a suo figlio, nella tomba di famiglia. Durante il rito di sepoltura però ,mentre il reverendo Ambrose leggeva un o della Bibbia ,l'attenzione dei presenti fu attirata da un gruppo di auto scure che parcheggiarono malamente nel lungo viale alberato.
Dalle auto scesero alcuni uomini in abito scuro diretti verso di loro. " F.B.I. "disse il primo giunto sul luogo ,mostrando il distintivo estratto dalla tasca della giacca, " mi dispiace interrompere la funzione..ma abbiamo un mandato d' arresto "e mentre i tre uomini dietro di lui estraevano le manette protetti dalla copertura di altri agenti armati ,l'agente lesse il documento che aveva in mano motivando le azioni dei suoi colleghi. " Harold Green la dichiaro in arresto per circonvenzione d' incapace e speculazione a danno d'incapaci...Robert Hamilton.. è in arresto per favoreggiamento .. Solomon Pick, è in arresto per esercizio abusivo della professione medica ..e infine Eric Staedler la dichiaro in arresto per riciclaggio di denaro proveniente da proventi illeciti. Avete il diritto di restare in silenzio e di avvalervi del sostegno di un legale ... avete compreso i vostri diritti così come ve li ho elencati?" Caroline spaventata ,stringeva la mano di Lex che a sua volta faceva scudo ai bambini. Gli agenti si fecero largo tra la folla trascinando i quattro uomini increduli e strappandoli alle loro mogli. Harold Green avanzando iniziò ad urlare.." Ma come vi permettete , qui si sta svolgendo un funerale, non avete rispetto per nessuno...di cosa parlate ?Le accuse che ci avete rivolto sono assurde!" "Questo lo proverete davanti ad un giudice signor Green...siamo in possesso di documenti fornitici dalla sua defunta moglie che provano la vostra colpevolezza." Tutte le persone presenti erano attonite, i minuti che seguirono furono surreali. Il Reverendo non riusciva più a parlare, teneva la Bibbia tra le mani tremanti. Le mogli degli uomini trascinati via in manette corsero dietro agli agenti nella speranza di poter seguire in commissariato i propri mariti ,mentre la folla di partecipanti si diradava in un brusio sommesso di commenti. Nell'arco di dieci minuti ,Caroline, Lex e i bambini erano rimasti soli con Elisabeth e il reverendo che dopo aver terminato la sua lettura ,li salutò e si allontanò incredulo.
Elisabeth prendendo per mano i bambini disse a Caroline che li avrebbe portati a casa sua ..lei e Lex rimasto soli. Caroline iniziò a piangere ,si avvicinò alla bara su cui depose il giglio bianco che teneva tra le mani. "Grazie di tutto Ester, sei riuscita a sorprendermi ancora, hai protetto me e i bambini fino in fondo e hai onorato la memoria di tuo figlio, che non è morto invano....ti voglio bene...." disse e stretta tra le braccia attese che il feretro venisse calato nella terra scura e ricoperto.
EPILOGO
Nelle settimane che seguirono l'arresto di Harold e gli altri,Caroline venne contattata dai federali per rilasciare la sua testimonianza, in cambio della quale chiese l'immunit à per Lex. Raccontò in dettaglio come si era svolta la vicenda. Dopo la morte di suo marito aveva ritrovato nella tasca di uno dei suoi giacconi da lavoro una chiave di cui non conosceva l'esistenza ,incuriosita era risalita attraverso internet alla Fleet Bank di Litchfield. Qui aveva scoperto che apriva una cassetta di sicurezza contenente fotocopie di documenti che suo marito aveva messo al sicuro , per provare il coinvolgimento di suo padre in affari illeciti. Lei ne aveva parlato con sua suocera e di comune accordo avevano deciso di consegnare questi documenti al procuratore distrettuale di Hartford.,Micheal Jerome. Sua suocera le aveva inoltre confessato il timore che essendo a conoscenza dei fatti la morte di Tim non fosse avvenuta in seguito ad un incidente ,così come non era convinta che gli anziani coinvolti nelle concessioni, agissero di loro spontanea volontà. Aveva espresso all'amico procuratore anche le sue riserve riguardo la causa di quei decessi. Jerome aveva fatto partire le indagini sui documenti ottenuti, aveva chiesto un mandato per controllare i movimenti bancari di Harold e i suoi complici e infine aveva fatto riesumare i corpi degli anziani proprietari e di sua suocera scoprendo così che Pick aveva falsificato i referti medici per coprire il fatto che tutti fossero morti a causa delle dosi elevate di digitossina che lui prescriveva loro ,salvo poi far sparire le prescrizioni. Caroline apprese dal tenente che l'aveva convocata, che sul corpo di sua suocera gli accertamenti avevano rivelato che era stata soffocata con un cuscino durante il sonno, indotto con una pesante dose di sedativi ,per impedirle di difendersi
dall' aggressore ,che dalle tracce sul cuscino risultava essere proprio suo marito. Quindi la posizione di Pick e Green era aggravata dagli omicidi a loro carico , rischiavano il carcere a vita o la pena di morte ,mentre per gli altri due le pene sarebbe state minori. Nella stessa sede era stata informata del fatto che Lex sarebbe stato coinvolto nel processo come persona informata dei fatti , e che avrebbero potuto esserci delle accuse a suo carico. Essendo un agente di polizia era suo dovere informare le autorità di quanto aveva scoperto ,ma avendo lui denunciato il fatto al suo superiore , e considerando l'attenuante delle minacce a carico suo e dei bambini ,probabilmente le accuse si sarebbero risolte con una sospensione. Entrambi dovettero comunque consegnare il aporto e fu richiesto loro di non lasciare gli Stati Uniti fino al termine delle indagini. Nelle settimane seguenti Caroline imballò tutte le loro cose e si preparò per il trasferimento a N.Y. Intendevano trascorrere qualche settimana con i Bills , poi lei e Lex avrebbero cercato una casa a New Haven. Andò con Jennifer dal notaio per sottoscrivere un contratto di gestione del locale a favore della ragazza, che si era dimostrata capace e responsabile e questo era il suo modo per ringraziarla dell' aiuto ricevuto negli ultimi anni. Lex sospeso dal servizio , nel frattempo aveva chiesto il trasferimento. Caroline si rimise in contatto con il professor Ledger; accettando l'incarico che le aveva proposto nel suo programma di ricerca e s'iscrisse ai corsi di aggiornamento estivi. Al termine dell' anno scolastico lei, i bambini e Lex erano pronti a partire. Ultimati i preparativi e caricato il van, Caroline fece un giro per le stanze vuote della casa in cui aveva vissuto con Tim, i ricordi affiorarono alla sua mente, strappandole lacrime di profonda tristezza ,come sarebbe stato invecchiare con lui? Purtroppo non avrebbe mai conosciuto la risposta alla sua domanda.
Lentamente chiuse le imposte di tutte le stanze in una sorta di rituale d'addio. La casa aveva già un acquirente che ne sarebbe entrato in possesso di lì a qualche settimana. Chiuse la porta e consegnò le chiavi all'agente immobiliare incaricato della vendita ,aveva appuntamento con Lex al cimitero prima della partenza. Lex si occupò di pagare la fiorista perché portasse sulle tombe di Tim e di Ester fiori freschi tutte le settimane, mentre Caroline dopo essere ata a salutare Elisabeth con i bambini si recò al cimitero per un ultimo saluto. Deposti i fiori sulle tombe, s 'inginocchiò davanti alla lapide di suo marito. "Perdonami " disse..."per non aver capito il tuo travaglio interiore ,a quanto pare ho sbagliato a giudicare tutto e tutti, non sono riuscita a vedere cosa si celava sotto la superficie delle persone con cui ho vissuto per anni, temevo che ti stessi allontanando da me perché avevi smesso di amarmi , invece tu stavi affrontando il dolore della scoperta che avevi fatto riguardo tuo padre. Ho rinunciato a tutto perché ti amavo ,non dimenticarlo...ma ora è tempo che riprenda la mia vita da dove l'ho lasciata. Tornerò a lavorare con il professore a Yale, e questa volta potrò dare un reale contributo al suo progetto ,perché ho finalmente compreso ciò che per anni ha cercato d'insegnarmi ,non si può comprendere un fenomeno se non diviene parte integrante di esso. Ti porterò sempre nel mio cuore....Addio amore mio..." Caroline baciò la lapide e s'incamminò lungo il vialetto dove Lex l'attendeva con il motore . I bambini corsero verso di lui ,che li sistemò sui sedili allacciando loro le cinture. Caroline li raggiunse e prima di entrare in macchina si voltò a guardare la città in cui aveva vissuto negli ultimi otto anni. Salita in auto Lex le diede un bacio sulla fronte e le chiese" Sei pronta? Qualche rimpianto?"
" Sì, pronta a lasciarmi tutto questo alle spalle ,no...nessun rimpianto." Ma in fondo al suo cuore ,sapeva che un rimpianto c'era ,non essere stata accanto ad Ester e a suo marito nel momento in cui se n'erano andati .. avrebbe dato qualsiasi cosa per sapere quale fosse stato l'ultimo pensiero di Tim prima di morire.
TIM
Dopo aver afferrato il giaccone uscì sbattendo la porta , ma una volta entrato nel pick up, si era già pentito di quel gesto. Le scoperte degli ultimi mesi lo avevano devastato, si rendeva conto di prendersela con sua moglie per ogni sciocchezza , ma non riusciva più a sopportare quel peso da solo. Non sapeva mentire, non aveva mai nascosto nulla a sua moglie ,avevano basato il loro rapporto sulla fiducia, si erano sempre confrontati su tutto. Il loro era un legame saldo e aperto ne aveva la certezza, ma in quel momento sentiva di aver fallito . Da mesi cercava di are il minor tempo possibile in casa per non dover incontrare lo sguardo di Caroline ,lei lo conosceva talmente bene che avrebbe capito subito che qualcosa non andava. Se l'avesse messa al corrente ,avrebbe dovuto denunciare suo padre alle autorità ,perchè Caroline non gli avrebbe permesso di tacere la cosa. Era combattuto tra la sua moralità e l'affetto per il padre. Nel frattempo si accorse di essere arrivato in prossimità del pub, decise di entrare e ordinare una birra,come oramai faceva ogni sera, ma questo espediente purtroppo non l'aveva aiutato a decidere cosa fare. Si sedette al bancone e fece cenno a Scott di servirlo. " Ultimamente ci vediamo spesso Tim ...non sei mai stato un gran bevitore.. problemi a casa? "chiese il corpulento barista . " Lo so , ho preso questa brutta abitudine , ho parecchi pensieri in questo periodo e una decisione difficile da prendere " rispose Tim a testa bassa . "Tranquillo tutti litighiamo con la moglie , non sarai né il primo né l'ultimo."
"Già , credo tu abbia ragione Scott" rispose in tono evasivo . Dall'altra parte del bancone un uomo finiva la sua birra ,ascoltando la conversazione tra i due. Una decina di minuti più tardi Tim si alzò ,ed estrasse il portafogli. " Ti ringrazio per la chiacchierata amico" disse lasciando i soldi sul bancone . " Il tuo resto !" gli urlò il barista...ma Tim era già uscito. Aveva rimandato per troppo tempo. Questa storia doveva finire. Il suo primo dovere era quello di proteggere la sua famiglia ma , non poteva perdere Caroline, lei aveva il diritto di sapere perché suo marito si era trasformato in uno sconosciuto, perché il loro rapporto si era inasprito , prima che fosse troppo tardi per rimediare. Caroline era una donna colta ed intelligente. Nonostante l' amore per lui l'avesse convinta ad abbandonare la sua vita, la possibile prestigiosa carriera che l' attendeva e un mondo fatto di opportunità per accontentarsi di una vita semplice come madre e moglie, era in grado di comprendere cosa stava accadendo e magari di consigliarlo per il meglio. Aveva deciso , le avrebbe mostrato tutto. Salì sul pick-up,fece inversione e prese la strada panoramica in direzione Litchfield. Si sentiva già più leggero dopo aver preso finalmente la decisione di metterla al corrente ,ma in quel momento mise la mano nella tasca alla ricerca della chiave e si accorse che non c'era. "Maledizione!! L'ho lasciata nel giaccone da lavoro , ho preso la giacca sbagliata !" Esclamò arrabbiato " devo tornare indietro." Mentre frugava nella tasca abbassò lo sguardo per qualche istante ,ma quando
risollevò la testa vide un escalade nera ferma sul ciglio della strada ,per istinto sterzò bruscamente sfondando il guard rail e precipitando nella scarpata sottostante. Durante i pochi secondi che seguirono ,Tim vide la collina panoramica di Litchfield Hills e l'immagine di Caroline che si chinava a baciarlo dopo aver accettato la sua proposta di matrimonio e il suo ultimo pensiero fu .... finché morti non ci separi." Il conducente dell' altra auto si accostò al parapetto divelto e guardò il furgone inabissarsi. Sapeva in cuor suo che la cosa più giusta da fare era chiamare i soccorsi ,ma quell'evento inatteso era un segno del destino .In quell'istante il suo futuro prese forma davanti ai suoi occhi e mettendo a tacere la sua coscienza ancora una volta ,scelse lei. "Mi dispiace amico, ma tu non la meriti. Io le ridarò la vita che le hai tolto e la renderò di nuovo felice!"
FINE
INDICE
Cover
Copyright
Title
Copyright
Capitilo 01
Capitilo 02
Capitilo 03
Capitilo 04
Capitilo 05
Capitilo 06
Capitilo 07
Capitilo 08
Capitilo 09
Capitilo 10
Capitilo 11
Capitilo 12
Capitilo 13
Capitilo 14
Capitilo 15
Capitilo 16
Capitilo 17
Capitilo 18
Capitilo 19
Capitilo 20
Capitilo 21
Epilogo