Gli Gnometti, Piccolo, Grande E Grosso 3ik22

Nadia Ronco - Mariangela Pugno

GLI GNOMETTI PICCOLO, GRANDE E GROSSO

Youcanprint Self-Publishing

Titolo | GLI GNOMETTI PICCOLO, GRANDE E GROSSO

Autore | Nadia Ronco, Mariangela Pugno

ISBN | 9788891196736

Prima edizione digitale: 2015

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GLI GNOMETTI PICCOLO, GRANDE E GROSSO.

Scritta dalla tua fata Frittella.

Autori: Ronco Nadia e Pugno Mariangela.

Ciao bimbo, noi siamo tre piccoli gnomi molto bizzarri e un po' pasticcioni, e ci chiamiamo Piccolo, Grande e Grosso.

Io che sono Piccolo, sono dei tre il più disperato e pasticcione, mentre i miei amici Grande, e Grosso mi tirano sempre fuori dai casini in cui vado ad infilarmi.

Ma bene, cominciamo nella narrazione.

Quel giorno in cui io decisi di andare alla caccia del "Mostro umano", eravamo nella foresta di Sciallalà, là dove e' situato il nostro villaggio, che è il villaggio di Scillia.

Bene, noi tre eravamo nella foresta e stavamo giocando vicino allo stagno delle rane, quando ad un certo punto io me ne uscii dicendo.

Hei amici, io vado alla caccia del mostro umano, venite pure voi con me? Grosso mi chiese chi mai fosse costui.

Al che gli risposi: veramente non lo so', l'ho sentito nominare da un vecchio gnomo che raccontava d'averlo incontrato.

Grande allora mi domandò: sentimi Piccolo, sai dirmi il nome dello gnomo?

Vi pensai per un po' guardando il cielo e poi risposi che non lo ricordavo. Alla mia risposta grande disse: vai pure da solo, io non vengo, e guardò Grosso che mi ripeté la stessa cosa.

Io tirai fuori da sotto il cappello il mio topolino magico, gli recitai la formula magica e scomparvi.

Grande, e Grosso rimasero a bocca aperta, perchè loro pensavano che il mio fosse solo un bel gioco come quelli che facevamo tutti i giorni insieme nella nostra foresta, ma io ero molto determinato a portare a termine quella mia impresa per poi tornare a Sciallalà da eroe.

Così Grosso disse a Grande.

Ascoltami Grande, tu seguilo che io vado a cercare aiuto.

D'accordo Grosso, e pure il mio amico Grande recitò al suo animaletto la formula magica e spari'.

Però non fui io a catturare il mostro umano, fu' lui a catturare me.

Difatti mi ero materializzato in una foresta di alberi muti e indispettito dal loro silenzio, mi ero voltato di scatto andando a sbattere contro le gambe di una bimba.

Clare mi tirò su di peso per il cappello che si staccò, facendo in questo modo fuggire il mio topino magico, ma io me ne resi conto solo quando alla fine lo cercai per far ritorno nel mio mondo insieme ai miei inseparabili amici.

Intanto Grosso era andato a cercare aiuto tra gli gnomi, pero' non aveva trovato nessuno che fosse tanto pazzo da uscire dal bosco incantato per correre in mio soccorso, ma si era ricordato di un'antica leggenda ed era andato a cercare lo gnomo Eruco.

Eruco era un eremita che viveva in una grotta ed era l'unico gnomo ad essere a conoscenza del segreto del "Potere dell'invincibilità", e Grosso come anche altri gnomi che erano andati per rubare ad Eruco il suo segreto, ma che non erano mai tornati indietro vivi; da raccontarlo.

Bene, Grosso era invece andato da Eruco a domandargli con garbo ed educazione il suo potere, ma lo gnomo lo aveva messo di fronte a tre prove, che erano intelligenza, forza di sopravvivenza e coraggio che naturalmente il mio amico Grosso affrontò egregiamente, e una volta che ebbe il potere dalla sua venne a cercarmi.

Intanto io ero stato portato dalla bimba in uno strano mondo in cui vi erano degli gnomi giganti, che parlavano una strana lingua che non capivo. Dove vi erano

delle grandi scatole con le ruote che correvano a velocità folli.

Dove vi erano pochissimi alberi, ma tutti muti e delle grandi case costruite con un materiale che sicuramente non era legno.

Pero' io ero riuscito a scappare dallo zaino della bimba e mi ero trovato casa, nel cavo di un albero che però come tutti gli altri alberi non rispondeva alle mie domande.

Una sera mentre stavo dormendo, udii un grido proprio dietro all'albero che mi ero scelto come casa, e spaventato scappai e nella fuga mi scontrai dapprima con il mio amico Grande, e successivamente anche con un gatto con il quale feci amicizia.

Nuvola portò me e Grande alla scoperta di quello strano mondo, e noi gli promettemmo che lo avremmo aiutato a trovare il suo padroncino.

La ricerca del padroncino di Nuvola non ci risultò semplice e durò diversi giorni.

Ma un pomeriggio mentre stavamo dissetandoci ad una fontanella ci raggiunse anche Grosso, e io per l'emozione di rivederlo caddi a testa in giù nel lavatoio.

Mi vide un bimbo mentre Nuvola mi teneva artigliato per i pantaloncini, e tu non ci crederai ma quel bimbo era il padroncino del nostro amico Nuvola.

Gabriel chiamò il suo micino, Nuvola mollò la presa, ed io caddi a bagno con un sonoro splasch, che udirono benissimo anche i miei amici che si fecero un sacco di risate alle mie spalle.

Io me la presi a morte e quando il bimbo mi ripescò decisi di andare con lui, cioè di seguirlo a casa di Nuvola.

Mi divertii tantissimo e per un certo periodo dimenticai anche i miei amici che però non mi avevano abbandonato rimanendo in silenzio nell'ombra. Un giorno di pioggia però mi sentii solo e triste, e decisi di far ritorno nel mio bosco.

Mi tolsi il cappello per prendere il mio topino magico e mi accorsi che non c'era più.

Ohi ohi, ora si che ero nei pasticci e che pasticci! Come potevo fare per tornare nel mio mondo? Ma per fortuna i miei migliori amici erano la mia ombra.

Grosso che grazie all'invincibilità, ora poteva anche diventare invisibile quel pomeriggio entrò dalla finestra.

Mi disse: ciao Piccolo, tutto bene?

Io mi spaventai un pochetto, perchè sentii la sua voce ma tuttavia senza vederlo e anzi pensai anche che potesse trattarsi del suo fantasma, così come avevo sentito raccontare centinaia di volte dal nonno, ma lui continuò a dirmi con voce rassicurante.

Tranquillo Piccolo, ora ti tocco almeno capisci che sono qua' accanto a te con ciccia e muscoli, e mi diede la sua solita pacca sulla spalla.

Se ci sei, perchè io non ti vedo? Gli domandai, al che mi spiegò tutta la storia dello gnomo Eruco.

Così mentre lo ascoltavo mi venne in mente un modo per evadere dalla casa del bimbo.

Io mi misi al comando di un carro armato, mentre dissi a Grosso di mettersi alla guida della ruspa e di farmi da apripista, io all'interno del carro armato ero al sicuro nel senso che il bimbo non poteva vedermi, mentre Grosso essendo invisibile non poteva essere notato dal bimbo alla guida della ruspa.

Io mi misi a sparare contro qualunque cosa che si muovesse, mentre Grosso alzava e abbassava la benna della ruspa ed in questo modo riuscimmo ad uscire in giardino e una volta li' a scappare.

Però io ero senza il mio topolino magico, ma Grosso mi condusse nel bosco dove tutto era cominciato e mi disse di cercarlo che era sicuramente nei paraggi.

Lo chiamai e richiamai diverse volte, ma nulla il mio topino non mi corse incontro come faceva di solito.

Ero abbastanza disperato, senza quel piccolo topolino non sarei mai più potuto

tornare nel mio mondo quando tutto ad un tratto lo sentii squittire spaventato.

Stava per finire come cena ad un grosso gufo che faticai non poco a cacciar via, ma alla fine vi riuscii e trionfante recitai la formula magica, e mi ritrovai nel mio comodo lettino da dove ringraziai il "Signore degli gnomi", per essere ancora vivo e felice mi addormentai.

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