PAOLO ALFONSO CARLI
FANTASIE
Raccolta di sogni ed emozioni a fine estate.
Titolo | Fantasie
Autore | Paolo Alfonso Carli
ISBN | 9788891137821
Prima edizione digitale: 2014
© Tutti i diritti riservati all’Autore
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Prima edizione: Seneca, Torino 2006
Seconda edizione: Youcanprint, 2014
PRESENTAZIONE
Questa breve raccolta è giunta alla sua seconda edizione, ora in formato elettronico, per rispondere alla domanda del pubblico che ha visto esaurire la prima, curata nel 2006 da Seneca Editore.
L’edizione attuale presenta gli stessi contenuti e conferma l’intendimento di presentare versi che propongano al lettore la dolcezza del librarsi nel vissuto interiore, quello costituito dai desideri, dai sogni, dalle parole che permettono al nostro giorno di tessere la gioia di vivere.
Si tratta di poesie senza metrica precisa, costruite con parole, pause ed immagini che vorrebbero accarezzare il cuore di ciascuno, con la stessa leggerezza e la stessa musicalità con cui sono state scritte, prima nella mente dell’autore, poi sulla carta. Vogliono essere come un dono, fatto ai lettori, che avranno occasione di percorrere i versi di cui si compongono, animato dalla speranza che possano consegnare loro un momento di freschezza, di pace, di tenerezza.
Tutto, nella convinzione che dedicarsi anche ai sogni, alle fantasie non significa gettar via il proprio tempo, perché i sogni, le fantasie sono ciò che permettono di costruire il domani, un domani di serenità.
Milano, 12 Febbraio 2014
Paolo Alfonso Carli
Fantasie
Prona al vento
l'onda verdeggiante
brilla dei raggi del sole,
iridata dalle corone colorate
di steli incolti.
Godo il tremolio delle foglie
e le nubi leggere in cui sfuma l'orizzonte.
Sento il sole caldo,
e l'umido fresco
che sale dal ruscello.
Come profumo
la gioia irrora il mio sentire
e scivolo dai campi
nei sogni
e trovo i tratti del suo viso,
il soffio del suo respiro,
la grazia dei suoi gesti.
Non ho domande:
ebbro di ciò che conosciuto piace,
vivo l'ora:
non ho ato,
non ho domani.
Ascolto e guardo,
e la natura e le fantasie su lei
mi danno pace.
Vorrei
Vorrei giocare con i tuoi occhi, questa sera,
mentre ti circonderà il tepore della casa
ed ascolterai il suono della pioggia.
Vorrei accarezzarti il viso con lo sguardo,
mentre cercherai pensieri dolci e apionati
e percorrerai le parole che li faranno voce.
Vorrei perdermi sulle tue labbra,
quando si schiuderanno per un bacio.
Vorrei stringerti a me nella notte
e, al mattino, riavere la bellezza del tuo volto.
Autunno
Ho visto le colline in autunno.
Scivolavano nella foschia della pianura,
trattenute dalle betulle antiche:
le foglie, gialle, erano ferme e stanche.
Prima ascoltavo canti striduli e garriti,
dopo solo il silenzio dei cirri lontani,
del cielo immenso che ammanta le alpi,
dell’aria immota, tiepida e deserta.
Da quando sei lontana
ho l’autunno dentro al cuore:
prima avevo la tua voce ed il tuo riso,
dopo vuoto e silenzio:
i miei rami sorreggono foglie morenti,
desideri e sogni vani nella foschia della tua assenza.
Fra poco
Fra poco sarà giorno
sulle rogge, sui campi e sulle strade,
sulla piana e sulle scure montagne;
si muoverà l’aria prima immota,
tagliata dalle prime ali.
Animali, uomini e campane alzeranno la voce,
la corriera sbuffando incontrerà
il distratto crocchio della gente.
Crogiolerà poi il muro del castello
guardando alla locanda pigra
e i bimbi lanceranno le voci nella piazza,
mentre la palla, incalzata, fruscerà, nell’erba.
Fra poco sarà giorno,
e gli occhi illuminati non scacceranno i sogni:
potrò starti ancora accanto anche se lontano.
Grazie di esserci
Ho colto la felicità nei tuoi occhi,
ho avvertito fremito nelle tue emozioni,
ho ascoltato gioia nella tua voce.
Esprimi sole
e, come rugiada, parole dolci:
racconti pensieri,
non hai presagi,
ma sogni.
Settembre 2006
Il cielo folgorato dal sole
risuona delle campane
e l’aria mobile della sera
accarezza le cose ed il tuo viso.
Non volano i tuoi capelli,
i tuoi occhi non fuggono il sole,
la tua pelle ha il bronzo dell’estate
ed il sorriso ti illumina il volto.
Tra poco avanzerà l’autunno:
i tuoi desideri troveranno pace,
ma tra muri accoglienti ed in sale festose,
tra amici comodamente seduti
ed ascolterai il crepitare del focolare.
Finisce l’estate
e porta via con sé le serate sul fiume,
i giochi sulla sabbia,
le eggiate sull’alzaia.
Noi resteremo:
lo sguardo, come oggi, ci scalderà domani.
Pensieri dalla scogliera
Il sordo rumore dell’onda, la pietra grigia,
gli spruzzi bianchi che s’innalzano nell’aria,
ma, dietro gli spruzzi, l’orizzonte ed il silenzio,
il cielo grigio, il mare rugoso e scuro.
La salsedine stanca il respiro,
la voce stenta contro il vento impetuoso:
ma non solo vi è cielo, nubi, acqua e pietra.
Il mondo alle mie spalle vive,
respirano i bambini, i giovani,
gli adulti si affannano e poi si fanno vecchi.
Guardo al mare,
quasi scordandomi di loro,
mentre ho voglia di sognare.
Guardo al mare
e batte le sue strade il mio pensiero
e i desideri attendono a navi che lo solcano,
alle vele, alle gomene, ai porti,
al vociare dei pescatori sulle banchine,
allo sciabordio sotto le barche,
all’odore dell’aria tiepida
che bacia le acque calme nell’estate.
Vola il mio sguardo
sul vento e sulle onde,
corrono le emozioni,
sino alla pace delle lontananze:
poi, torno tra la gente,
ricco dei sogni
e con l’ansia di un infinito
sospettato oltre l’orizzonte,
con la dolcezza di storie inventate
con la voglia di evadere dal mondo.
Torno pieno di fantasie,
ma sono piccolo,
come un granello di sabbia:
quanto di più vorrei poterti donare!
Se ti allontani
Ecco il sole:
le nebbie bianche
coprono l’erba che brilla di rugiade,
l’umida terra,
i tronchi, le pietre:
tutto è luce.
Ecco il sole,
ma anch’esso è nulla
rispetto all’emozione!
Restano solo la nebbia fredda,
la rugiada e la nera terra,
il deserto, il silenzio
ed un bagliore crudele,
se ti allontani.
Alba d’inverno
L’alba inonda il cielo terso
e si specchia, rossa, nella brina
come nelle nebbie al suolo
e nell’acqua delle rogge.
La terra è dura, fredda, senza apparente vita;
l’aria non porta più i versi dei migranti,
né dall’erba, lunga, svettano le corolle.
Tra poco, varcherai l’uscio
e percorrerai strade sferzate dal vento.
Il tuo o si farà veloce, per fuggire il gelo;
il tuo sguardo sarà attento, per fare sicuro il piede.
Non ti saranno gravi gli abiti di lana,
né ti infastidirà tenere coperto il capo.
Ti accompagnerò, sognando, nella tua giornata,
ti parlerò di noi, nei miei pensieri,
ti cercherò, tra i crocchi della gente nella piazza,
ma solo a sera potrò riaverti accanto.
Fuori è l’inverno,
ma non in chi ti ama.
Invito
L’acqua salmastra si fa onda,
poi si rovescia, frigge, si ritira e torna.
Oltre le schiume sull’arena,
oltre la china delle vicine onde,
la distesa immensa dell’acqua,
l’orizzonte che sfuma in lontananze,
il profondo cielo in cui domina l'azzurro.
Il mare:
la sua bellezza affascina,
la sua inquietudine conduce all’emozione,
il suo orizzonte induce a sognare.\
Lascia, come il mare,
che si perda in te il mio sguardo;
lascia, come il cielo,
che ti tocchino i miei sogni
lascia, come l’orizzonte,
ch’io ponga in te le mie speranze:
sarò per te compagno
e ti darò tepore.
Colori
La nebbia invadeva la pianura
mentre fuggiva la notte,
incurante dei rumori del mattino:
vedevo strade deserte,
alberi e campi che svanivano
tra i chiaroscuri dell’alba.
Così, i miei sogni sfumavano,
mentre arrivava il giorno.
Poi, ti ho conosciuta:
e il tuo calore ha dileguato le nebbie.
Oggi non ho chiaroscuri nei pensieri,
trovo luce e colori nei sogni,
gioia negli incontri,
brio nelle parole
e musica nei suoni del giorno.
Seduzioni
Seducono il suono delle parole sussurrate,
gli sguardi stupiti e le fantasie:
c’è poesia tra noi,
questa sera.
Seduce il profumo dei fiori
che colorano le aiuole.
Seduce l’aria fresca
in cui è svanito il giorno
e seducono le prime stelle,
che sovrastano i tetti.
Ci seduce l’estate,
il nostro fremito
e l’esserci accanto.
Ascolto
Oggi,
le gocce colpiscono l’erba
e segnano le pietre di confine,
tergono le foglie
e cancellano l’arsura dell’estate.
Non c’è riparo nei campi
e quando, all’improvviso,
bagliore e tuono squassano il cielo,
avverto la nullità,
la debolezza mia
e la paura.
Oggi,
il tuo sorriso colpisce nel profondo,
dona sogni e desideri di futuro,
da gioia
e rende grato l’averti.
M’ incanto,
quando parole si fanno i tuoi pensieri
e perdo ogni altro suono:
altro non desidero,
non cerco o chiedo
se non che farmi, per te, un dono.
Il resto è niente
Questa notte non splendono gli astri:
il cielo, nero, copre i tetti
e le chiome degli alberi.
E’ fredda, scura e veloce
l’acqua del Naviglio.
I tuoi capelli volano sull’aria
mentre con me percorri l’alzaia:
tu con me e gli occhi negli occhi
mentre svanisce il mondo intorno.
Se il tuono liberato dal lampo
e le prime gocce invadessero l’aria,
non ci coglierebbe paura
e non correremmo via,
perché è dolce procedere accanto,
tiepidi e rapiti nel sognare.
Affanno
Veloci corrono nubi dense nel cielo,
non lasciano spazio all’azzurro
e soffocano i raggi
che forzano i confini dei cumuli.
Presagi di bufere nell’aria,
mentre il vento piega i rami spogliandoli,
gettandomi contro foglie ingiallite.
Solo, percorro la strada sul ciglio del fiume,
dove l’acqua veloce e forte scava la terra,
e trovo freddo, umido e tristezza.
Così, veloci corrono i pensieri nella mente
e non lasciano tregua ai sogni,
soffocano i ricordi con la logica ferrea
che condanna le fughe irreali.
Inquietudine ed affanno,
parole e gesti senza sapore,
se resti lontana.
Il tuo dolore
Le colline gialle
affollate di faggi
e il cielo di piombo
premono contro di noi.
Il gelo invade la strada
e le case
e ci avvolge
come il silenzio.
Ti ho sentito piangere,
ti ho visto mesta,
ho incontrato il tuo sguardo:
rassegnato, lontano dal mondo.
Non ho parole,
né pensiero:
il tuo dolore è in me.
Ritorno
Quanto è dolce ritrovare il tuo volto,
giocare nuovamente con i tuoi occhi,
ascoltarti e sognare il domani.
Ti ho lasciata e il tempo è ato:
forse altri visi hanno riempito le tue giornate,
altre voci ti hanno donato il loro suono,
hai stretto mani che ti hanno salutato,
nuovi profumi hai avvertito per le stanze
ed altrettanti sapori hai conosciuto.
Quanto è caldo il ritorno
e prezioso l’averti:
non importa ciò che è stato.
Cercandoti
D’intorno il traffico
dilegua in luci colorate,
fuggono i volti
ed il rumore.
Non mi travolge
il vano affaccendarsi
di una città ebbra
nella fretta.
Non mi incalza
la sera che scema
nel volo delle rondini:
solo te cerco.
Il sogno
Il mio sogno è verità,
ma in un paese
dove frusciano verdi foglie
e i rami sfuggono nel pastello delle facciate,
dove l’ocra terra borda il nero degli asfalti
e la calura del giorno dilegua nel fresco delle sere.
Laggiù i cortili non portano più il pigolio verso le case
e raro è il brusio della gente.
Un pigro paese troppo silente,
ma il mio sogno percorre le sue strade
e ogni sera gli mostra il suo viso.
Lo accarezza con lo sguardo
e con i suoi occhi gli esprime pensieri dolci,
emozioni che ho conosciuto profonde.
Io mi perdo sulle sue tracce,
tra le sue melodie,
e nei suoi silenzi
e dimentico il tempo,
che tuttavia corre:
ladro invidioso dei momenti felici.
Solitudine
Scuro il cielo,
non vedo brillio:
non ho nubi sopra il capo,
né le palpebre chiuse.
La città ha voluto gran luce:
ha nascosto le stelle.
Così anche il mio animo:
non spera improbabili incontri,
non anela voci,
non sogna sorrisi
quando abbagliato dalla solitudine,
resta nel silenzio.
Ieri e oggi
Lenta s’avvia
lungo le scale della sua dimora:
ogni suo attimo si fa sospiro,
ogni piano occasione di riposo,
ogni finestra uno sguardo sulla strada.
Quasi ogni gradino è meta
ed ogni incontro è tregua.
Così, grave e lento,
anch’io stentavo,
quando non trovavo sogni da bruciare,
quando non cullavo desideri,
quando, fredda e arida,
scendeva la notte.
Oggi ho luce intorno:
sono lontani i momenti del buio,
il tempo in cui non sognavo
e in cui credevo irraggiungibili le stelle.
Oggi dipingo le nuvole,
immagino i cieli
e vele rosse e vascelli multiformi.
Ho fantasie e pace
e volo:
ho imparato ad amarti.
Il paese dei desideri
Il mio mattino
incontra i riflessi della rugiada dei campi,
mentre mordo il tempo e l’asfalto scuro,
scrutando la strada che congiunge al mare.
Poi, il mio giorno
incontra l’affanno delle idee
e le sfide del lavoro.
La mia sera
si consuma allegra tra gli amici,
mentre guardo scorrere il Naviglio
e racconto loro di te.
La mia notte
ti rapisce e ti porta, nei sogni miei, lontano,
in un paese dove non ci misura il tempo,
dove non c’è tristezza o desiderio vano,
dove non si chiede nulla e tutto è dono.
Ciò, però, è poco:
vorrei vedere ogni mattino il tuo risveglio,
poi, riempire il giorno delle tue parole,
incantare la sera con il tuo profumo,
e la notte ingioiellare con il tuo respiro.
Ciò sarebbe un paradiso vero
e spero che sia nostro
e che non sia lontano.
Pietre di una chiesa
Occhi di marmo bianco, volti scolpiti austeri,
abbozzi di gesti e immobili figure
attraggono lo sguardo dei anti
che colpiti intuiscono
le mani, le tecniche, l’ingegno.
Le belle opere di pietra
narrano loro fantasie d’artista,
glorie di eroi e di santi,
ed anche fatiche,
e industriosità
di gente dura, ostinata e forte,
che ha scavato tra le erbe ed il macigno
ed ha strappato il midollo ai monti toschi.
Anche i tuoi occhi
guardano le statue,
trovano slancio dalla pietra,
le possiedono e le portano lontano.
Vorrei correre con loro
nei tuoi pensieri:
essere pietra,
ma tenue e colorata,
scolpita e luminosa.
Come loro,
vorrei catturare il tuo sguardo
e farmi segreta forma di fantasie
per riempire il tuo giorno.
Luce
Turisti d’affetti
danno luce di torcia ad un breve sentiero
quando si gettano tra le braccia di amanti:
si donano fiori recisi e presto morenti.
Non sembrano conoscere la luce del sole
che fa scorgere i veri colori del mondo
e vedere lontano.
Un dono quindi è l’ombra
che d’intorno ha il chiarore.
Quando svanisce
nel tramonto degli ultimi giorni,
lascia i sapori dolci
della vita serena.
Non chiedo torce,
desidero mia l’ombra scura
e voglio che a te la tua sia scorta
e che restino accanto,
testimoniando il sole.
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